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commenti

Caro Adolgiso, la tua presentazione di D’orta mi sembra un po’ sopra le righe, sarà perché sono fra i lettori (forse pochissimi) che non condividono tutto l’entusiasmo suscitato da “Io speriamo che me la cavo. Mi pare un’opera che non lascerà traccia. Tuttavia sei riuscito a convincermi a comprare questo Nero Napoletano. Se non mi piacerà, ti riterrò responsabile dei soldi che mi avrai fatto spendere. Con simpatia e stima per i tuoi incontri sempre ben condotti e le altre tue pagine. Giuseppe D’Avolio

inviato da Giuseppe D'Avolio
 

Non condivido il giudizio del lettore prima intervenuto. Troppo severo. “Io speriamo che me la cavo” è un libro piacevole e propone anche una riflessione che va oltre il divertimnto. A diversità dei tanti libri dei comici della tv che vanno di moda.Non so se resterà nella storia della nostra letteratura (sicuramente la sua trasposizione per lo schermo non resterà nella storia del cinema ma questa non è colpa di D’orta ma della regista), ma ogni libro ha il “dovere” di restare nella Storia ? Non basta che sia ben fatto, interessante? Cosa di cui la nostra editoria non può vantare troppi esiti? O forse il fatto che abbia venduto tanto lo sminuisce? Non mi pare. Floriana ‘73

inviato da floriana sardi
 

Intervengo per dire solo che il film era pessimo! E mi sarebbe piaciuto trovare nella presentazione del conduttore una frase che lo dicesse. Lessi il libro e mi divertì molto. Stop. Saluti. Cinefilo idrofobo

inviato da carlo de sassi
 

Sto leggendo "Nero napoletano" (mi mancano ormai poche "Litanie" per finire) e devo dire che lo sto facendo con gran gusto. Devo anche dire che io sono un coetaneo e un concittadino di Marcello D'Orta, ma che ormai da 26 anni vede i fatti della sua città da lontano (vivo a Udine). Sarà questo che mi ha fatto venire una voglia matta di tornarci e ripercorrere quelle strade e quei percorsi e vedere finalmente quelle tracce nere, lugubri, scaramantiche e gotiche che il prezioso lavoro di Marcello mi ha fatto spesso conoscere per la prima volta, nonostante la mia frequentazione venticinquennale e quotidiana, ma purtroppo "distratta" e "ignorante" di Napoli? Continuamente l'opera di Marcello mi ha offerto spunti interessanti e ben documentati, ma non solo attingendo alle fonti della storia e dei miti, ma fornendomi sorprese, trasalimenti e vere e proprie "agnizioni" ogniqualvolta il riferimento era a quanto di napoletano c'è in me. Un modo di dire, un luogo, una circostanza, una convenzione, un fatto... Ogni volta: "Ah! Ecco perché si dice così!" "E' vero, succede proprio così"... Bravo Marcello... da uno che è ancora nel novero di quei "poveracci" di insegnanti! :-)

inviato da Alfredo Colucci
 

Sei un grande, continua così.

inviato da Giorgio Campanio
 

Lessi "Io speriamo che me la cavo" e mi sembrò un libro divertente. Non stravolgente, ma onestamente divertente. Allibisco di fronte a quanto dichiara, copio: "Per il resto (affermazione che ti parrà assai grave) rifiuto e contesto tutta l'arte contemporanea: per me la pittura è finita con Monet e gli Impressionisti, e la poesia con Pascoli. La prosa dà ancora buoni risultati, ma nulla di paragonabile all'Ottocento, il mio secolo preferito.". Ma sa o non sa D'Orta che l'arte non è nata con noi e non morirà con noi? C'è stato sempre un sempliciotto che ha elogiato il passato e disprezzato il presente, salvo accorgersi poi (con ritardi epocali) che le cose non stavano così. Meno male che gli ha arriso il successo letterario e non insegna più. Un insegnante così è un pericolo pubblico per la cultura. I suoi libri fanno meno danni che non quelle posizioni in un'aula scolastica. Inoltre, e qui mi rivolgo al responsabile del sito, uno scrittore come D'Orta mi pare sia fuori linea in questo sito dedicato alle nuove forme d'arte e comunicazione. Mi scuso per questo piccolo rimprover, spero sia accettato come contributo a questo singolare, e prezioso, momento del web italiano. Cordialità. gregorio roselli

inviato da gregorio roselli
 

ha 11 anni, e ho riletto il libro di marcelloo d'orta "io speriamo che me la cavo", vorrei sapere se ha mai rivisto i ragazzi per il quale ha scritto il libro, e che cosa fanno o chi sono ora. gradirei tanto conoscere la risposta. la ringrazio

inviato da ivana
 

Cara Ivana non ho più rivisto quegli alunni; io vivevo e ivo a Napoli, loro ad Arzano. E poi, oggi, quei bambini, hanno 25 o 30 anni (il libro uscì nel 1990). Ad ogni modo, qualunque età abbiano, auguro sempre loro(come auguro a te) di... cavarsela. Ciao. Marcello D'Orta

inviato da Marcello D'Orta
 

Gentilissimo Marcello, mi chiamo Mary, in verità ti scrivo perchè ho bisogno di mettermi in contatto con te per poterti parlare di una cosa, non so come poterti contattare, stò cercando un tuo indirizzo e-mail ma non ne ho trovato, gentilmente mi puoi dire come posso contattarti? Ti ringrazio e ti chiedo scusa in anticipo se mi permetto di darti del tu..... grazie ancora.... con stima Mary.

inviato da Maria
 

Cara lettrice, qui non possono apparire indirizzi postali o mail perché lo impedisce la legge 675 sulla privacy. Se D'Orta leggerà il suo msg potrà rivolgersi a noi e provvederemo, in via privata, a mettervi in contatto. Grazie per aver visitato il sito.

inviato da Studio Living Color
 

Gent.mo Marcello ho letto alcuni anni fa il suo libro: " Io speriamo me la cavo" che trovo geniale per il progetto di tirar fuori dai bambini stessi le tematiche affrontate. Le chiederei il permesso di poter pubblicare nel mio portale alcuni temi del libro. Tenga presente che il portale è frequentato da 3.000 utenti ogni giorno e il 70% sono scuole. La ringrazio e le rinnovo i miei complimenti. Franca Corbelli

inviato da Franca
 

Gent.mo Marcello ho letto alcuni anni fa il suo libro: " Io speriamo me la cavo" che trovo geniale per il progetto di tirar fuori dai bambini stessi le tematiche affrontate. Le chiederei il permesso di poter pubblicare nel mio portale alcuni temi del libro. Tenga presente che il portale è frequentato da 3.000 utenti ogni giorno e il 70% sono scuole. La ringrazio e le rinnovo i miei complimenti. Franca Corbelli

inviato da Franca
 

Caro Adolgiso, grazie per la concisa marea di informazioni. Desidero far sapere a Lei e al Sig. D'Orta che a breve scrivero' un articolo per "Il Caffè" rivista dell'omonimo centro culturale italiano di Gent (Belgio) nel quale presentero' "Il maestro sgarrupato" . Citero' questo sito e tutti gli altri dai quali ho estrapolato notizie. Soprattutto ho avuto la possibilità di conoscere tramite interviste e articoli il pensiero dall'autore. Grazie Armando A.

inviato da santina chirulli
 

Buon giorno, sto svolgendo un dottorato di ricerca al dipartimento di scienze dell'educazione dell'università di Torino. Sarebbe per me molto importante riuscire a contattare Marcello per una parte della mia tesi che farei prendendo spunto dalla sua esperienza. C'è un recapito al quale posso rivolgermi? Grazie mille

inviato da Emanuela Guarcello
 

Complimenti per l'articolo sul "Giornale" di domenica 19 novembre : A Napoli non servono guappi. Condivido pienamente, oggi servono messaggi diversi, anche attraverso i testi musicali, per migliorare il Sud.

inviato da silvana
 

Sono una prof della "Mazzini" di San Nicola la Strada in provincia di Caserta e mi occupo del giornalino scolastico d'Istituto. Nel nostro giornale abbiamo parlato dell'intervento di Marcello D'Orta nella nostra cittadina qualche mese fa. Per inviargli una copia vorremmo conoscerne il recapito. Chi ci aiuta?

inviato da scuola media G.Mazzini
 

caro Marcello, ho sentito il bisogno di scriverLe perchè un giorno,scendendo al mare ad Antignano(Livorno),ho trovato dolcemente appoggiato a uno scalino il suo libro "nessun porco,ecc.". Era quasi intonso e ,incuriosito e senza niente da leggere,me lo portai sugli scogli. Dopo un pò avevo le lacrime agli occhi dal ridere e non riuscivo a smettere di ridere : devo dirLe che mi piace leggere,ma negli ultimi anni ben poco di quello che ho letto ne valeva la pena : libri noiosi o pieni di schifezze o insignificanti ( per spiegarmi,uno dei miei preferiti resta "cento anni di solitudine"). Devo dire che il suo libro è bellissimo : non solo divertente, ma allo stesso tempo commovente,tenero e pieno di significati. Quei bambini pieni di spirito e di generosità anche se poveri, resi duri dall'ambiente ma capaci di slanci,sono indimenticabili. Visto il successo,mia moglie,che è di maiori e mi spiegava ogni tanto qualche passo,mi ha comprato "io speriamo..",altrettanto piacevole e abbiamo cominciato a leggerne frasi e brani ad amici e parenti: risate generali!! In questi tempi bui e duri,qualcosa per addolcirci ci voleva! Grazie di cuore Renato e Luciana

inviato da Renato e Luciana
 

 

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