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Continuo a leggere conpiacere queste interviste dell’Enterprise. Sono condotte sempre in modo intelligente e frizzante. Non sempre trovano chi sta al gioco (o lo capisca). Stavolta sì, e l’intervista ne acquista. Gianni di Ruberto
Splendida la definizione di Internet! Belfagor
Sì, la Rampino coglie nell’analisi di Bodei il solo punto debole: ave ret trascurato il Terzo Mondo nelle sue ipotesi di studio. Per l’occidente, invece, ci ha preso eccome! E’ il supermercato il luogo dei nuovi sogni. Tamburi Rullanti
A proposito di quanto sia cambiato dagli anni ’70 ad oggi lo scenario artistico, rispetto al quale Antonella Rampino mostra più di una diffidenza verso il presente, mi p are che si riferisca prevalentemente al teatro e alle arti visive. Ritiene che si possa applicare lo stesso giudizio sulla letteratura italiana dei nostri giorni? Un caro saluto. simona giliberti
Non so come la pensi l’intervistata, ma circa quanto dice Simona mi pare che la letteratura stia messa peggio del teatro e delle arti visive. In questi campi, infatti, attraverso le tecnologie usate sono stati, al di là dei risultati, capiti i tempi nuovi. Nella letteratura (a parte i temi sociali, vedi Saviano) a volte nei romanzi pare d’essere a un secolo fa. mariarita campese
Capisco l’amarezza e la delusione della Rampino sui risultati dell’investire in conoscenza Dice però che “è stato fatto”. Francamente non mi risulta. Poiché, però, lei vive nella comunicazione e ne sa più di me, gradirei facesse qualche esempio. Grazie. giusy coletta
Buongiorno. Visto che si tratta di una giornalista mi sarebbe piaciuto trovare una domanda che non c’è. La faccio io. Perché i giornali di destra riescono ad attacare efficacemente la sinistra e perché i giornali della sinistra (fatto salvo il Manifesto) non riescono ad attaccare altrettanto efficacemente la destra? Possibile una risposta? valerio santarelli
Cari internauti dell'Enterprise, risalgo velocemente a bordo per ringraziarvi dell'attenzione, come si dicesul pianeta Terra, e per rispondere alle vostre questioni, che non sono da poco. Mi pare che maria rita campese risponda perfettamente alla domanda posta da simona giliberti: di mio aggiungerei solo che magari, cara maria rita, stessimo a un secolo fa! I moccia e i piperno sono purtroppo solo dei salinger e dei proust de' noantri... Non comprendo bene la questione posta da giusy colletta: si può forse considerare che in una società non meritocratica e sottoposta a progressiva infantilizzazione, qual è la nostra, investire in conoscenza, come dire, rende poco? Rispondo subito a valerio santarelli: i giornali di centrosinistra, o che per meglio dire hanno un lettorato prevalentemente di centrosinistra, non riescono a fare un'efficace critica alla destra (neanche quando è al governo) perché soffrono dello stesso complesso di legittimazione di cui soffre la sinistra, e della stessa debolezza di leadership, probabilmente. Si ricorda le polemiche sul cosiddetto (da alberto ronchey) "fattore K"? Ecco, chi è di sinistra o di centrosinistra in Italia, anche per quella storica condizione, soffre anzitutto di un complesso di inferiorità, del non sentirsi "adeguato" a contrastare l'avversario e a contendergli la guida del paese. E' una condizione psicologica, di derivazione storica, alla quale si aggiunge il fatto oggettivo che contrastare con serietà e responsabilità il populismo e la demagogia è praticamente impossibile. Ringrazio Gianni Di Ruberto e Belfagor. A voi, Enterprise!
alla si.ra antonella rampino, esprimo la mia ammirazione per il modo con cui conduce I^ pagina su rai3- ammiro la forza e la chiarezza nelle Sue risposte, anche quando nelle domande a Lei poste, sono implicite delle offese alla Sua persona. Non riesco a spiegarmi, come tra queste persone vi siano parecchie donne in difesa del sig.B. Finito il Suo intervento a Prima pagina, la seguirò attraverso i Suoi artiicol sulla Stampa. cordiali saluti. luigi