5 anni. Questo sito, nato nel febbraio 2000, compie 5 anni. Lo so, non è una notizia emozionante.

Mosse i primi bytes in Rete come un sito personale, ma presto si trasformò in un piccolo webmagazine com’era nel mio piano… sì, avevo un piano, come tutti i malfattori.

E così nacquero nuove sezioni – Enterprise, Nadir, Cosmotaxi – ospitando altri autori perché sono uno che mi piace giocare anche con i giocattoli degli altri.

Ringrazio tutti quelli che lo hanno finora visitato, quelli che m’insultano (mai abbastanza) con le loro mail, quelli che (troppo generosamente) si congratulano.

Un ringraziamento, assolutamente non formale, lo devo ad Attilio Sommella, webdev del sito, senza di lui, senza la sua bravura e senza la sua pazienza nel sopportarmi, non disporrei di questo sito, e voi sareste salvi; adesso sapete con chi prendervela.

A chi mi chiede perché sono il tenutario di questo spazio, insomma perché lo faccio, replico dicendo che quando saprò rispondere a quella domanda smetterò di farlo.

Motori e Reti. Il primo Motore del mondo non è Dio, è Google.

OGM. Opinioni Geneticamente Mummificate sono espresse da tanti. Ho sempre avuto dubbi, già manifestati in precedenti newsletters, su chi polemizza contro gli OGM. Perché credo più a Veronesi che alla Francescato, più a Dulbecco che ad Alemanno (e al suo nuovo alleato – però non ancora nazionale) Mario Capanna. Invece di sbattermi a scrivere di nuovo sull’argomento, riporto qui quanto il grande Piergiorgio Odifreddi, di cui vanto l’amicizia, ha scritto, meglio di quanto io potrei fare adesso, su Repubblica (mercoledì 29 dicembre ’04): “…ironia della sorte, gli oppositori degli OGM sono gli stessi che qualche decennio fa si opponevano all'uso dei pesticidi, oggi drasticamente diminuiti proprio grazie agli OGM. In ogni caso, gli OGM non modificano affatto fantomatiche piante «naturali», bensì altri OGM ottenuti in maniera diversa, per selezione naturale o artificiale: l'esempio più tipico è il frumento che usiamo per il pane quotidiano, un incrocio artificiale del farro (a sua volta un incrocio) con un egilope, e che ancora qualche secolo fa era alto un metro e mezzo, come mostrano “I mietitori” di Brueghel”.

Chapeau!

Rinfoltimento. Successo del trapianto sulla pelata di Berlusconi. E chi beffeggiandolo (ma che cattivi!) e chi esaltandolo (ma che leccaculi!) hanno tutti attribuito al Presidente del Consiglio dei Sinistri una nuova giovinezza. Io dirò di più, la sua mi sembra anche una primavera di bellezza.

Ma nella vita non tutto va bene anche quando va bene, sicché la chioma berlusconiana appare allo sguardo non nera come nei voti (in tutti i sensi) di SB, ma (ahilui!) odiosamente rossiccia.

Sul fumo. Mi torna in mente una frase: “Il fumare lo aiutava molto davanti alle donne, a cui il fumo piace, anche perché lo ritengono, e magari con ragione, un gradevole presagio dell’arrosto”.

(Carlo Emilio Gadda, "La cognizione del dolore")

Vietato fumare. Nel casino suscitato dall’entrata in vigore della nuova legge sul fumo, mi è venuto in mente che nella mia città, Napoli, in dialetto, fumo si dice fummo, e sigaro è detto sicario.

Più chiaro di così? Qualora qualcuno voglia bandire una nuova campagna pubblicitaria contro il fumo, gli consiglio di rivolgersi ad un napoletano. Se non si rivolge a me, è una carogna.

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.