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Il lobo Alfano

 

10 – 10 – ’10. Esco deluso dal Museo Lombroso di Torino. In nessuna teca il lobo Alfano.

 

 

Ammirevole. Il Cavaliere, investito da grande bufera, ha detto di recente: ”Il sacrificio a cui mi sottopongo è grande, ma sto qui per senso di responsabilità”.

Penale, s’intende.

 

 

Capezzone 1. “L'Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero "ecosostenibili". [...] Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un'autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve, contro l'aborto, contro i Pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all'ultimo tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche spinello”.
(dal sito internet ‘La Rosa nel Pugno’, 10 marzo 2006)

 

 

Capezzone 2. Trascorso qualche tempo da quell’affermazione e divenuto portavoce del PdL, ecco il suo nuovo pensiero. “Come volevasi dimostrare, nonostante le smentite dei giorni passati, il Pd ha in testa solo un'ammucchiata in salsa antiberlusconiana. Divisi su tutto, senza proposte e senza progetto comune, uniti solo in un'ostilità tribale e prepolitica contro il Premier determinato ad assumere decisioni nette e tempestive, come ha chiaramente dimostrato anche di recente”
(fonte: Ansa, 03 settembre 2010)

 

 

Capezzone 3. Il 26 ottobre di quest’anno, s’apprende dai giornali che l’ex deputato della “Rosa nel pugno”, poi portavoce di Forza Italia e dopo del Popolo della Libertà, avvicinato da uno sconosciuto, s’è preso da questi un pugno in faccia. S’ignora se quel pugno stringesse una rosa.

 

 

Caritas.  Giorni fa, passando davanti a una sede della Caritas ho notato una fila lunghissima, tanto da fare ad anello più volte il giro dell’edificio; fila disciplinata a fatica dai vigili urbani.
Solo più tardi mi sono dato una spiegazione, quando ho letto la dichiarazione di una giovane marocchina chiamata Ruby che, riferendosi ad un suo certo incontro, ha dichiarato: “E’ stato come alla Caritas quando ti danno la borsa della spesa, ho ricevuto solo una busta con settemila euro e una collana Damiani”.   

 

 

Case. Il presidente del Consiglio, davanti a una platea di servi plaudenti, si è lasciato andare ad una delle solite sue battute ispirate al buon gusto: “Mi vogliono mandare a casa. Ma io di case ne ho venti e non so quale scegliere”.
Come si può leggere sul sito dell’Unione Inquilini, secondo dati pubblicati dal Ministero dell'Interno sono state oltre 61 mila le famiglie colpite da nuove sentenze di sfratto in Italia nel corso del 2009, con un aumento percentuale rispetto all’anno precedente di quasi il 20% (e già nel 2008 s’era avuto un aumento del 18% di fronte a quello del 2007).
Nel 2010, secondo gli esperti, è da prevedere un peggioramento di quelle cifre.
Se, per caso, uno degli sfrattati ha votato per quel Presidente – hai visto mai? – lo sfratto se lo è meritato.

 

 

Confessioni. Renzo Bossi in un’intervista: “Mia madre è una “sorcina”, una delle grandi fans di Renato Zero”. Dalla quale cosa si deduce che il candido ragazzo è figlio di una gran sorcina.

 

 

Patacche. La Rai è stata duramente criticata per le omissioni, contenute nella miniserie dedicata a Pio XII, a proposito dei comportamenti di quel Papa verso gli ebrei durante l’occupazione nazista.
A tal proposito il rabbino Di Segni così s’è espresso: ''Lo sceneggiato è a senso unico, con l'aggravante di una impostazione storica carente, piena di errori e imprecisioni, con scelte politiche gravi, come ad esempio la rimozione delle responsabilità fasciste. Insomma una patacca''.
Ettore Bernabei, produttore della Lux, indossato il casco da vigile urbano, si è difeso dicendo: “Non è una fiction a senso unico”.
Forse a senso unico no, ma agli sceneggiatori sono stati da lui ben segnalati i sensi vietati.

 

 

Violenza. Sono da sempre un appassionato lettore delle scritte sui muri. Riflettono il clima psicosociale nel quale si vive. Da noi è arroventato. Ad esempio, su di un cantone nel mio quartiere, accanto a un’enoteca, ho letto la scritta vergata con spray nero: “Morte ai rossi!”. Capisco che si possano preferire i vini bianchi, ma arrivare a tale punto… che brutto clima si respira!

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.

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