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Diffusi e mai choosy

 

600. Al 12 dicembre (data in cui scrivo questo paragrafo) erano 600 i morti sui luoghi di lavoro.
Temo che mentre leggete questa nota quel terribile numero oggi sia aumentato, per saperlo bisogna cliccare su http://cadutisullavoro.blogspot.com sito guidato da Carlo Soricelli.
Rientrerà questa tragedia, e i modi per evitarla, nel programma elettorale almeno della Sinistra?

 

 

A come Anagramma. Berlusconi scende in campo = rimbeccando con senile pus.

 

 

Accetto. Immaginate di chiamare un idraulico, o un medico oppure un addetto alla contabilità e sentirvi dire da uno di costoro “Guardi, le faccio il lavoro, ma sono incompetente”. Che fareste? Non ditemelo, lo immagino.
Eppure in Italia il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (… mica un usciere) ha detto testualmente: “Ho accettato di fare il ministro senza avere alcuna competenza. Perché me l’ha chiesto Monti”.
Rifiutare l’incarico? Mica è una “choosy” qualunque. Ha chinato il capo e via.
Ora sta ancora lì e fa, secondo quanto onestamente ha dichiarato, tutto quello che ben sappiamo.

 

 

Amnesty International. Meraviglia come quell’encomiabile organizzazione internazionale non sia intervenuta sul caso Sallusti. Giornalista condannato agli arresti domiciliari in casa Santanchè. Come sapete, è evaso da quella reclusione rifugiandosi nella redazione del “Giornale”. Come dire, preferendo al precedente domicilio le tenebrose stanze di un castello notturno della Transilvania.
I poliziotti, inflessibili carnefici, l’hanno costretto a tornare a casa della bellicosa deputata Pdl.
Tutto ciò è disumano. Amnesty, sveglia!

 

 

Democrazia. In passato i detenuti a Palermo facevano la fila per andare alle urne. Oggi alle ultime regionali l'astensione nelle carceri siciliane è stata pressocché totale. Per esempio, all'istituto di pena Pagliarelli dove quasi tutti i rinchiusi sono mafiosi, su 1.300 solo uno si è presentato al seggio.
Altro caso. L’ex Governatore della Sicilia, Totò Cuffaro – detenuto a Rebibbia perché condannato definitivamente a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra – per motivi familiari è tornato, in un breve permesso, alla casa paterna. Tutto giusto. Ma sia quando è arrivato e sia quando è partito, intorno a lui scroscianti applausi da una folla di suoi passati elettori e più di una voce ha gridato “Totò sei sempre un grande!”.
Lo scrittore polacco Gabriel Laub: "In un regime totalitario gli idioti e i criminali ottengono il potere con la violenza; in una democrazia, attraverso libere elezioni”.

 

 

Express. Il sabato è l’unico giorno che compro “il Manifesto” per l’ottima rubrica tenuta da Maria Teresa Carbone che mai delude. E anche per Alias che assai spesso è molto interessante.
Proprio nella rubrica Express, la Carbone (credo unica sulla stampa italiana) ha notato una certa cosa. Scrive: In un’ipotetica storia dell’editoria del ventunesimo secolo il 3 dicembre 2012 sarà forse segnalato come una data memorabile: quel giorno infatti sul New York Times è apparsa la prima recensione di un libro auto pubblicato, “The Revolution Was Televised” del critico e blogger Alan Sepiwall. E non una recensione qualsiasi, ma un articolo entusiasta firmato dalla critica più nota e severa del quotidiano statunitense, Michiko Kakutani […] Suw Charman-Anderson su Forbes scrive che ‘l’idea di una divisione fra “pubblicazione tradizionale” e “auto pubblicazione” diventa ora ridicola e insensata.
Meditate editori, distributori, scrittori, meditate.

 

 

Zoom. A Cassinetta di Lugagnano, in Via Roma c’è un ex voto.
Vismara Carlo dedica una cappella votiva per ricordare d’aver salvato la vita dopo essere stato investito da un’automobile il 17.8.1932.
Si nota il suo corpo sul selciato sotto il parafango anteriore dell’auto, ma… e qui sta l’arcano… la macchina è vuota… nessuno alla guida! Poco lontana accompagnata dalla solita nuvola di lucore divino, c’è la Madonna che va, volando, verso il limite dell’inquadratura destra di chi guarda l’immagine. Va o fugge?... Era lei alla guida prima che Vismara Carlo finisse sotto?

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.

 

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