Questa sezione ospita soltanto notizie d'avvenimenti e produzioni che piacciono a me.
Troppo lunga, impegnativa, certamente lacunosa e discutibile sarebbe la dichiarazione dei principii che presiedono alle scelte redazionali, sono uno scansafatiche e vi rinuncio.
Di sicuro non troveranno posto qui i poeti lineari, i pittori figurativi, il teatro di parola. Preferisco, però, che siano le notizie e le riflessioni pubblicate a disegnare da sole il profilo di quanto si propone questo spazio. Che soprattutto tiene a dire: anche gli alieni prendono il taxi.
lunedì, 30 settembre 2013
Hard Media
Dello storico dell’arte contemporanea Bruno Di Marino la casa editrice Johan & Levi ha pubblicato Hard Media La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web. Di Marino, è specializzato in sperimentazione audiovisiva, insegna Teoria e metodo dei mass media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Tra i volumi da lui scritti o curati segnalo: “Studio Azzurro. Tracce, sguardi e altri pensieri” (Feltrinelli, 2007); “Pose in movimento. Fotografia e cinema” (Bollati Boringhieri, 2009); “Film, Oggetto, Design. La messa in scena delle cose” (postmediabooks, 2011). I suoi saggi sono stati pubblicati in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Russia, Giappone, Cina, Ungheria.Tante sono poi le mostre da lui curate. In “Hard Media”, sono sterminate le citazioni di opere ed artisti, ben selezionata la scelta delle immagini, felicissima la struttura espositiva della materia. Dal quarto di copertina. Da due secoli a oggi, il superamento del concetto di bellezza in senso classico ha creato una nuova coscienza del gusto, in cui rientra la rappresentazione tanto della violenza e dell’orrido, quanto della sessualità, in tutte le sue forme, anche di perversione. Bruno Di Marino riconduce l’ingresso dell’immagine pornografica nel mondo dell’arte moderna al 1866 quando Gustave Courbet dipinse L’origine del mondo. A partire da quella data, l’arte, liberata dai parametri sociali del buon gusto, ha potuto accedere alla dimensione dell’eccesso, del non rappresentabile e quindi anche del pornografico, ma è soprattutto negli ultimi decenni che si è assistito al moltiplicarsi di immagini di carattere spiccatamente porno nei diversi ambiti delle arti visive, e tra questi anche la performance e il video, linguaggio d’elezione della pornografia moderna. L’autore approfondisce inoltre come anche nel mondo del cinema il soggetto pornografico abbia subito notevoli cambiamenti, soprattutto sotto l’aspetto della fruizione di video o film hard. Un cambiamento registrato nell’ultimo decennio e soprattutto legato al web, che ha apportato una nuova rivoluzione nella diffusione e uno stravolgimento superiore a quanto avvenuto per altre tipologie di immagine in movimento, sdoganando il porno come genere vero e proprio. Il saggio, con ampio repertorio fotografico, illustra attraverso rimandi a critici, artisti, opere, attori, film-maker come l’immagine hard si sia sviluppata e diffusa nell’ambito delle arti visive e del cinema, fino a giungere al web, mezzo attraverso il quale l’immaginario hard, la sua produzione e fruizione si sono aperti al largo pubblico. Bruno Di Marino fra pochi giorni sarà ospite di questo sito, nella sezione Enterprise, e nel corso di una conversazione saranno approfonditi i temi di “Hard Media”. Bruno Di Marino Hard Media Pagine 182, Euro 20.00 Johan & Levi Editore
Parallele bipedi
Di Silvana Baroni, proprio in queste pagine, ne ho già parlato tempo fa QUI.
Ora c’è un suo nuovo libro “Parallele bipedi”, di cui esiste un commento di Fabrizio Caramagna nel suo prezioso Aforisticamente. Al commento, sullo stesso link, seguono alcuni dei nuovi aforismi della Baroni.
venerdì, 27 settembre 2013
La Bicilibro
L’idea avuta da Ugo Coppari (Jesi, 1982) sarebbe piaciuta a Jarry che, ne sono certo, avrebbe fatto montare sulla sua inseparabile bicicletta Clément Luxe 96 la Bicilibro, detta anche Ryb (acronimo di Ride Your Book, Ride Your Bike). Perché il telaio di una bicicletta è diventato un libro: non da sfogliare, ma da mostrare grazie a una speciale pellicola, appositamente trattata, che consente ad un testo di diventare un tutt’uno con la bici, senza deteriorarsi o scollarsi. I libri cominciano dal tubo obliquo, il testo scende, poi risale sul tubo verticale e poi prosegue sull’orizzontale. Ognuno potrà scegliere il libro da stampare sul telaio acquistando la bicicletta. QUI il sito dedicato a quell’operazione. Nel Novembre 2012 questa idea è stata premiata dalla Fondazione Unhate di Benetton, classificandosi prima in Italia e settima al mondo, tra le idee creative generatrici di valore presentate da autori under 30. Altre presentazioni sono avvenute a Torino al Salone del Libro e in Tv a Unomattina (per chi volesse cogliere il servizio dedicato a Coppari, si porti col cursore a 30’00” dall’inizio della trasmissione)
In foto, un particolare della letteraria bici. Ugo Coppari, laureato in Comunicazione internazionale e Filologia moderna, è autore di narrativa e videomaker. Nel 2005 ha ideato il progetto onirico-letterario “Uominiluna”, che vedeva sette città coinvolte nella trascrizione di un sogno condiviso. Com’è nata l’dea Ryb? Quale la sua sostanza concettuale? Lo stesso Coppari ha sintetizzato le risposte con le parole che seguono. L’idea di creare una bici che trasporti un libro ha preso forma nel tempo. Molti anni fa ho cominciato a scrivere racconti, raccontare storie che giravano per strada e in testa. Avevo la percezione che il fare letteratura avesse a che fare con il rendere tutto possibile: se uno voleva volare, poteva farlo scrivendo. Pian piano mi sono accorto che invece la “grande” letteratura aveva sempre avuto a che fare con una cosa: la vita. Con il raccontarla ai viventi, testimoniarla alle generazioni successive. Di fronte al così forte affanno con cui noi scrittori emergenti spingevamo per arrivare ai vertici del mercato letterario, mi sono chiesto cosa stessimo davvero raccontando. Se avesse più senso. A quel punto ho pensato che il trasportare i capolavori della letteratura universale per mezzo di biciclette potesse essere più liberatorio e grandioso e gratuito che l’affannarsi a costruirsi una “carriera” da scrittore. Ho sostituito l’affanno della competizione con il silenzio della lettura, le luci del palcoscenico con la penombra del meriggio. RYB è stato il fare letteratura con un progetto fisico condivisibile.
Un concerto per morire
L’introduzione di questa nota l’affido a un video.
La madre di Matteo Armellini ha indirizzato un messaggio a personalità delle istituzioni, a cominciare dal Presidente della repubblica Napolitano. Non so se ha avuto risposte e, se sì, di quale tipo. Certamente nessun nuovo provvedimento legislativo è stato preso per tutelare questi precari e oscuri lavoratori dello spettacolo. Le “larghe intese” hanno bisogno di assidue cure e portano via molto tempo affinché, loro sì, restino in vita il più a lungo possibile o siano assistite amorevolmente in un eventuale trapasso.
giovedì, 26 settembre 2013
Muro al Parlamento
No, il titolo non inganni, non si tratta di una cronaca politica delle nostre aule legislative, ma di altro. Se avete la bontà di seguirmi svelerò l’ambiguità di quella titolazione. Come sa chi generosamente legge le mie pagine web, fra i temi culturali che affronto do spazio all’enogastronomia sia per i valori etnologici e antropologici che quell’arte contiene e sia per la tensione fra sensibilità e immaginazione che esprime. In molti, valorosamente, si sono prodotti in studi sulla materia, il mio preferito resta però, nella saggistica moderna, Lévi-Strauss con il suo saggio “Il crudo e il cotto” che illustra un possibile transito da Natura a Cultura, riassunto già nel titolo del libro, illuminando un passaggio dal preumano all’umano proprio attraverso la preparazione del cibo. L’enogastronomia, inoltre, è ricca anche di altri temi meno filosofici ma non per questo di minore spessore che coinvolgono economia, marketing, mercato, psicologia. Per tutte queste ragioni mi occupo di vecchie e nuove tavole italiane e di coloro che le agiscono. In particolare, m’interessano le nuove leve, specie tra gli chef, dove tra l’altro noto, con grande piacere, che va ispessendosi la presenza femminile. Anni fa proprio su questo webmag segnalai una speranza fra gli chef, si trattava di Gabriele Muro (in foto) che ora rappresenta più che una speranza, una realtà. Originario di Procida, ha frequentato stage con grandi cuochi (da Pietro Lemann a Karl Baumgartner, da Ramón Freixa a Philippe Chevrier), ha condotto esperienze in vari locali e adesso lo troviamo in un ristorante da tempo protagonista dello scenario enogastronomico di Roma. Si tratta dell’Enoteca al Parlamento, a Via dei Prefetti 15, in pieno centro, ben guidata da Cinzia Achilli e Daniele Tagliaferri. Direttore di sala e Sommelier il collaudatissimo Paolo De Angelis. Tornando a Gabriele Muro, volendo esprimermi in estrema sintesi, penso che i suoi piatti li ristrutturi più che destrutturarli e, nota di merito, è attento al food design. Gli ho chiesto come agirà in questa sua nuova collocazione. La cucina del ristorante Enoteca al Parlamento s’ispirerà a quei colori e odori mediterranei che si fanno sapori. La definisco una cucina sincera, quello che si legge sul menu è quello che si trova nei piatti. Gusti molto comuni, che rintracciano il passato della tradizione senza rinunciare alle innovazioni qui e lì apportate, ma respingendo acrobatiche eccentricità. Punto, quindi, a ricette semplici ma non banali, lavorando sulle materie prime che l’Enoteca sa procurarsi ben selezionando i fornitori. In tal modo, ogni prodotto che formerà il piatto è trattato in maniera che in ogni pietanza, incontrandosi tecnica e passione, possa realizzarsi un’emozione sensoriale. Ancora una cosa. Fra pochi giorni ripartirà, per il suo dodicesimo anno da quando l’ho lanciata nello Spazio della Rete, la startrekkiana Enterprise in formato web, e sarà proprio Muro (scegliendo dalla lussuosa carta dei vini dell’Enoteca al Parlamento) a consigliare che cosa bere durante le conversazioni mensili con i miei ospiti di area letteraria, artistica e scientifica.
mercoledì, 25 settembre 2013
Manganelli in Abruzzo
Il 28 maggio del 1990 perdevamo uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo: Giorgio Manganelli. Attraversare i suoi testi (l’editore Adelphi ha il merito di curarne l’opera: QUI per il catalogo) significa viaggiare in una cartografia nella quale le coordinate geografiche servono a identificare univocamente luoghi smarriti; memorie di sensazioni e voci rivissute con una scrittura musicale che va dall’Improvviso al Capriccio. Viaggiò molto il Manga, pur intimamente non amando i viaggi e confidando le sue ansie a cartoline che inviava a se stesso; una raccolta di reportage si trovano in La favola pitagorica, a cura di Andrea Cortellessa. In quel libro sono presenti anche articoli – commissionati nel 1987 dal quotidiano romano Il Messaggero – nove "pezzi" sull’Abruzzo definito dallo scrittore “grande produttore di silenzi”, ma grande produttore di racconti perché, come scrive Florian Marussig “… spingendo al limite le possibilità della scrittura, si avventura in quel ‘linguaggio abitabile’ che lui stesso definisce come ‘oscuro, denso, direi pingue, opaco, fitto di pieghe casuali; per lui tutto è racconto, dal Baldus alla ricetta dell'Artusi. Tutto, naturalmente, tranne il romanzo”. Ora l’editore Solfanelli ha pubblicato Viaggio in Abruzzo con Giorgio Manganelli. Ne è autore il giornalista e scrittore Pino Coscetta che, giovane redattore al Messaggero fu compagno di viaggio di Manganelli e QUI spiega brevemente come cominciò quel loro andare e perché ha scritto questo libro. Pagine appassionanti perché descrivono i volubili stati d’animo di Manganelli, ma pure la sua improvvisa allegria, la generosità, le cene, gli incontri in terra d’Abruzzo. Per chi si trovasse a Pistoia o dintorni, sappia che sabato 28 il libro sarà presentato alla Libreria Les Bouquinistes. Lietta Manganelli, figlia dello scrittore (nella foto col genitore), curatrice del Centro Studi dedicato al padre, scrive nella postfazione al libro di Coscetta: Manganelli scrive su quel viaggio i suoi splendidi articoli, con la sua lingua rutilante e fantasiosa ci mostrerà luoghi che magari conosciamo benissimo attraverso i suoi occhi. Farà rivivere storie sepolte da secoli e personaggi di cui si è persa anche la memoria. Ma Coscetta ci fa un regalo particolare, ci dà un’altra chiave di lettura del viaggio, ci mostra il “dietro le quinte”. Ci mostra, e solo lui poteva farlo, il come e il perché di certe affermazioni, di certi amori o antipatie forse, a prima vista, misteriosi. Pino Coscetta Viaggio in Abruzzo con Giorgio Manganelli Postfazione di Lietta Manganelli Pagine 144, Euro12.00 Edizioni Solfanelli
Paz Art!
“Sento la morte ma non ho voglia di salutare nessuno”. E’ una delle frasi contenute nel libro Pompeo di Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto, 23 maggio 1956 – Montepulciano, 16 giugno 1988). Fumettista celebre (qui in foto) - famosi i suoi personaggi Pentothal e Zanardi - scrittore, pittore, illustrò copertine di dischi, manifesti per il cinema (suo, ad esempio, quello della “Città delle donne” di Fellini). Per una sua biografia e un elenco delle opere realizzate nei 32 anni della sua vita: QUI. A Città di Castello la sua arte è ricordata da una mostra nata dalla collaborazione fra l’Associazione Tiferno Comics e Vincenzo Mollica.
In un’intervista recente rilasciata a Luca Raffaelli per il Venerdì di Repubblica, la madre di Pazienza racconta un episodio particolare. “A dodici anni Andrea ha disegnato il suo funerale: il suo volto di ragazzino con gli occhi vuoti, tanti visi straziati dal dolore, c’è il mio, c’è quello del padre e poi la scritta Andrea è morto. C’è anche qualcuno che ride. Io gli chiesi perché, e lui: mamma, c’è sempre qualcuno che è contento. Era convinto di diventare famoso: la bara era portata a spalla e sopra c’è un volo di corvi e un avvoltoio. Un disegno profetico”. Di lui ha scritto Renato Barilli: “Pazienza, con la vasta produzione che ci ha potuto lasciare, anche se solo in un decennio scarso di attività prima della morte precoce intervenuta nell'88, può essere distinta in due gruppi: ci sono gli album in cui la sua vena festosa e lussureggiante è sacrificata ad un passo più stringato [...] e ci sono i giorni di festa. Allora in questi casi si manifesta il Pazienza grande decoratore, simile ad un giardiniere che coltiva preziose e mai viste orchidee, facendole crescere attraverso innesti audaci, mai tentati prima. Il foglio diviene come un'epidermide organica, vivente, reattiva, entro cui inoculare mille picchetti, mille germi, per vederli proliferare, sciamare liberamente nello spazio e stringere tra loro tenaci alleanze. E Omar Calabrese: “Pazienza fa parlare i suoi personaggi come se fossero pentole in ebollizione. Nelle frasi - quasi sempre prive di una sintassi regolare, come si fa nel parlato - riconosciamo pezzi di lingue differenti. C’è il dialetto pugliese frammisto con gli slogan della pubblicità, ci sono le metafore giovanili relative ad esempio alla droga, al sesso, alla musica. Ci sono le storpiature sarcastiche eredità del ’77 che produssero nella musica e nella letteratura il cosiddetto Stile Demenziale". Paz Art! Palazzo Bufalini Piazza Matteotti Città di Castello Dal 28 settembre al 20 ottobre
martedì, 24 settembre 2013
Chimica in casa
Lo scienziato ungherese Albert Szent-Györgyi, premio Nobel nel 1937 (a lui è attribuita la scoperta della vitamina C), disse un giorno: "La ricerca scientifica consiste nel vedere ciò che tutti hanno visto, ma pensando ciò che nessun altro ha pensato". Auguro di pensare ciò che nessuno prima abbia pensato a tutti i ragazzi che leggeranno un gran bel libro pubblicato dalle Edizioni Dedalo: Chimica in casa Atomi e molecole tra le mura domestiche. Ne sono autori Yann Verchier e Nicolas Gerber. Verchier ha un PhD in elettrochimica ed è professore di fisica e chimica al Politecnico di Troyes, in Francia. Gerber è professore di chimica e fisica, ed insegnante nella scuola superiore. La chimica è spesso, ingiustamente, guardata con diffidenza, quasi a volersi difendere da qualcosa d’insano, eppure tanta parte di ciò che ci circonda è fatta di atomi e molecole: la nostra stessa vita – e quella vegetale, e quella minerale – è il prodotto di associazioni e dissociazioni di elementi chimici. Il libro, con felicissima trovata espositiva, invita chi legge ad esplorare la propria casa e fa notare come, attraversando le varie stanze, sempre con la chimica ci s’imbatte; dal funzionamento della radio e del televisore, al fuoco del camino, all’illuminazione, al computer, per non dire dei sapori di tante ricette di cucina che, senza accorgercene, sono frutto di combinazioni chimiche. I lettori, piccoli o grandi che siano, sono guidati a fare anche una serie di esperimenti facilmente eseguibili in casa pur non possedendo, quindi, un attrezzato gabinetto chimico. Qualche esempio contenuto nel volume. Accendete una candela. Aspettate che la fiamma sia viva e dritta, poi coprite la candela con un bicchiere vuoto rovesciato. Dopo qualche attimo la fiamma vacilla e alla fine si spegne. Questo esperimento dimostra che avere un combustibile e una fiamma non basta ad alimentare un fuoco. È necessaria un’altra sostanza contenuta nell’aria: l’ossigeno. Ancora un esempio. Lasciamo un uovo immerso in un bicchiere riempito d’aceto di vino. Aspettiamo 24 ore. Vedremo che l’acido contenuto nell’aceto attacca lentamente il calcare di cui è fatto il guscio. Poco a poco il guscio si scioglierà completamente lasciando così vedere l’interno dell’uovo. Nel libro non manca poi una serie di curiosi aneddoti che percorrendo la storia della chimica rendono ancora più piacevole la lettura. Yann Verchier – Nicolas Gerber Chimica in casa Traduzione di Tommaso Turi Pagine 176, Euro 15.00 Edizioni Dedalo
Libro e Segnalibri
Lo Studio Gennai propone ad Arte Fuori Centro di Roma una mostra di libri d’artista di 31 autori fra i quali noto un vecchio amico di questo sito: Alfonso Lentini (in foto una sua opera esposta). La presentazione s’affida ad un brano estratto da “Libro e Segnalibro” di Mirella Bentivoglio, Museo dell'Informazione di Senigallia, 1993. In inglese si chiamano bookworks, libri-opera. Nei paesi di lingua latina si suddividono tra libri d'artista e libri oggetto, con un più forte accento sulla atipicità nel secondo caso. La terminologia in questo campo è ancora approssimativa e mista, ma forse non sarà inutile ripetere che il libro d'artista è un libro regolare con un contenuto irregolare, mentre il libro-oggetto è un libro irregolare. Con tutti questi più o meno avanzati translibri è vinta la separazione tra testo e immagine. E l'immagine è anche linguaggio, appunto perché affidata al luogo del linguaggio; perché immessa, al di fuori di ogni ruolo subordinato, illustrativo, nella sede istituzionale della comunicazione linguistica. Dunque, con il libro d'artista e il libro-oggetto, il problema del logorio visivo dell'immagine è risolto. L'immagine si offre solo quando è desiderata. Non s'impone; richiede l'apertura del libro. Crolla la funzione decorativa del messaggio visivo (e a volontà resta: aperto su un piano, il libro è sempre un oggetto captante)... E il segnalibro? E' la delega del fruitore e il suo appuntamento. Dice: “Torno, aspettami”. E' il protagonista oggettuale dello spazio libresco.
Studio Arte Fuori Centro Libro e Segnalibri Via Ercole Bombelli 22, Roma Info: 06.5578101 – 328.1353083; info@artefuoricentro.it Fino al 4 Ottobre
Libri rari sulle arti del 900
La bibliomania non va confusa con la bibliofilia perché – Wikipedia docet – è un disturbo ossessivo-compulsivo che concerne il collezionismo o l'accumulazione compulsiva di libri al punto che le relazioni sociali o la salute sono compromesse. Il termine fu coniato dal Dottor John Ferriar, che praticò come dottore alla Manchester Royal Infirmary. La bibliomania, invece, è il lecito, ammirevole, amore per i libri e non è un disordine psicologico. “Ma che cos'è la bibliofilia?” – si chiede Umberto Eco – “Vi racconto una storia mirabile che tutta la spiega. Narra la leggenda che Gerberto d'Aurillac, papa Silvestro II, il papa dell'anno mille, divorato dal suo amore per i libri abbia un giorno acquistato un introvabile codice della Farsaglia di Lucano, promettendo in cambio una sfera armillare in cuoio. Gerberto non sapeva che Lucano non aveva potuto terminare il suo poema, perché nel frattempo Nerone lo aveva invitato a tagliarsi le vene. Cosicché ricevette il prezioso manoscritto ma lo trovò incompleto. Ogni buon amatore di libri, dopo aver collazionato il volume appena acquistato, se lo trova incompleto lo restituisce al libraio. Gerberto, per non privarsi almeno di metà del suo tesoro, decise di inviare al suo corrispondente non la sfera armillare intera, ma solo mezza”. Di solito si è portati a credere che i bibliofili ricerchino solo libri antichi. Per niente vero. Ci sono libri rari, o addirittura diventati introvabili, del secolo scorso e perfino di pochi anni fa. Perché stampati in poche copie, perché non hanno avuto riedizioni e anche perché molti librai non accettano libri di valore che hanno scarso mercato. Insomma preferiscono un nuovo libro di Bruno Vespa a uno raro di Duchamp. C’è, però, chi – appassionato delle arti del ‘900 – ha collezioni in vendita. Si tratta di Giorgio Maffei. Cliccate QUI e resterete affascinati dai tesori che Maffei propone. Giorgio Maffei Via San Francesco da Paola 12-b Torino Mail: info@giorgiomaffei.it ; tel/fax: 011 – 88 92 34; 335 – 70 26 472
lunedì, 23 settembre 2013
L'Ateo
Riprendono oggi, dopo la pausa estiva, le pubblicazioni di Cosmotaxi. Il bimestrale "L’Ateo" dell’Uaar (Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti), è diretto da Maria Turchetto e v’invito a leggere questo suo intervento che giudico imperdibile; segnalo, inoltre, che la stessa direttrice ha firmato la prefazione del libro di Guido Corallo Aspettando che Zarathustra scenda dalla montagna e si rechi in città (Aracne Editrice); da anni fa parte della Giuria al Festival Cinematografico di Venezia del Premio Brian, voluto dall’Uaar, quest’anno assegnato al film “Philomena” con questa motivazione. “L’Ateo” stavolta dedica lo “special” che apre ogni numero ad un tema che interessa certamente gli atei, ma, credo (o voglio immaginare) anche i credenti. Si tratta del rapporto fra medicina e religione. Lo special è così presentato: Sono articoli molto diversi tra loro: alcuni toccano temi attuali ed “eticamente sensibili” come l’eutanasia (Raffaele Carcano “Eutanasia legale, una battaglia laica"); l’aborto o l’obiezione di coscienza (con le recensioni di Stefano Marullo al libro di Chiara Lalli “La verità, vi prego sull’aborto” e di Giancarlo Nobile al volume di Laura Fiore “Abortire tra gli obiettori”); la ricerca scientifica e i suoi limiti (Carlo Flamigni “Libertà e autonomia della scienza”). Altri articoli denunciano il business delle guarigioni miracolose (ancora Marullo “Al gran raduno dei miracoli”). Altri ancora ripercorrono da un punto di vista storico i complessi rapporti tra medicina e religione (Francesco D’alpa “Medicina e religione”) né manca chi osserva santi e beati – e perfino Gesù Cristo – con occhio clinico diagnosticando preoccupanti psicopatologie (Giuseppe F.Merenda “Sanità e follia”). Nel presente numero, nel ricordare la guerra senza quartiere che Scientology muove alla psichiatria, è richiesto ai lettori se siano interessati al tema in maniera da provvedere con qualche articolo su quell’organizzazione; mi iscrivo sùbito a quella lista di lettori. Nonostante i ripetuti appelli della Direzione della rivista a sintetizzare gli articoli, pare proprio che i pur valorosi collaboratori non ne vogliano sapere della parola “sintesi” correndo il rischio (e nel mio caso è certezza) di vedere abbandonata la lettura del loro prezioso lavoro che più vantaggio trarrebbe da un’esposizione meno lunga. La rivista "L'Ateo" è in vendita nelle seguenti librerie al prezzo di 4.00 euro
ItaliaSpazioLibero
Nel corso di questi ultimi tempi – specie dopo la scandalosa campagna promossa da un condannato in via definitiva dalla Cassazione – mi sono pervenuti parecchi appelli di gruppi, circoli, associazioni culturali che, delusi (e non da ora) dei comportamenti e delle alleanze parlamentari del Pd, chiedono adesioni, espongono programmi. Tutte iniziative degne di lode, oggi v’invito a conoscere una di queste che si muove sul filo del pensiero gobettiano al quale mi sento vicino: ItaliaSpazioLibero.
Anomalie a Casalmaggiore
La Stiva è detta nel Dizionario Zingarelli Locale o vano, sulle navi e gli aeromobili, in cui è immagazzinato un carico. Dizione incompleta perché non è citato l’eccellente Ristopub “La Stiva” a Casalmaggiore (Cremona) dove sta per essere immagazzinato un lussuoso carico che reca sull’imballaggio l’etichetta Anomalie Visioni, vizi e insidie nella scrittura contemporanea. Si tratta di un grosso contenitore ideato da Afro Somenzari (in foto), vecchio amico di questo sito dove, infatti, troverete sue parole nella Sez. Enterprise e sue opere nella Sez. Nadir Afro, nato nel 1955 in località segreta, dopo aver tenuto mostre personali in Italia e all’estero, nel 1994, con Enrico Baj e Ugo Nespolo, ha fondato l’Istituto ‘Patafisico Vitellianense. A proposito di Patafisica, ricordo che è uscita la più completa biografia di Jarry di cui si dispone in italiano; è pubblicata da Johan & Levi, ne trovate particolari QUI. Torniamo a Somenzari. Ha pubblicato due raccolte di poesie “Uno solo di noi” (Girasole Edizioni, 1994) e “In caso di silenzio” (MUP, 2005). Nel 2009 ha fondato FUOCOfuochino da lui definita “la più povera casa editrice del mondo”. Mi piace ricordare che questa rassegna è un suo ritorno a Casalmaggiore perché lì – insieme con la sua compagna Lorenza Amadasi - organizzò con successo nel 2001 "Patafluens: Festival di Poetiche, Musiche e Teatri Patafisici del mondo". “Anomalie” indagherà, in cinque incontri con altrettanti autori, sulle visioni (credo fra estasi e allucinazioni), sui vizi (prevedo che sarà impossibile elencarli tutti) e sulle insidie (immagino quelle riservate ai lettori) della scrittura contemporanea. Per quanto concerne la narrativa ho più volte ricordato su queste mie pagine web quell’aureo detto di Giorgio Manganelli: “Basta che un libro sia un ‘romanzo’ per assumere un connotato losco”. Le date degli incontri, sempre di mercoledì alle ore 21.00 16 ottobre: Guido Conti 23 ottobre: Paolo Albani 30 ottobre: Giuseppe Romanetti 6 novembre: Afro Somenzari 13 novembre: Gino Ruozzi Anomalie A cura di Afro Somenzari Ristopub La Stiva Via Azzio Porzio 110 Ingresso libero Non è obbligatoria la consumazione
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