Parole nello Spazio
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Intervista diìvertente e istruttiva. Non è facile spiegare le cose che nel colloquio l'atrofisico spiega con tanta chiarezza rivelandosi un ottimo didatta. Complimenti. Matteo Giordano
Scusate la mia intrusione in un dibattito che non mi vede preparata. Ma la teoria quantistica e quella della relatività potranno essere unite dalle esperienze del volo umano nello Spazio oppure dal lancio di strumenti? Oppure sono proprio lontana dal problema? In questo caso, chiedio scusa al Prof. nernagozzi per avergli posta tanta banalità. stella alpina
A proposito di voli umani di cuih a parlato la lettrice che mi ha preceduto. Chiedo al Prof. E' vero che la Nasa intende ridurre o addirittra abolire tali voli per chè costano troppo? E se questa cosa è vera, gli strumenti che verranno lanciati possono sostituire l'uomo , cioè possono otenere risultati pari a quelli ottenibili dall'osservazione degli astronauti? Grazie.
Cari Matteo, Stella alpina e Romano, in primo luogo chiedo scusa per il ritardo con cui rispondo, dovuto a questioni di lavoro e... raffreddore da fieno! Poi non sono prof: Andrea ve benissimo. @ Matteo: grazie per le belle parole, contento che ti sia piaciuta l'intervista. @ Stella alpina: complimenti per il nickname. Ogni nuova esperienza può gettare luce sul dualismo relatività/meccanica quantistica. Riguardo al lancio di strumenti, satelliti artificiali come quello europeo Planck studiano la radiazione che, secondo la teoria, sarebbe il residuo del misterioso fenomeno che ha dato origine al big bang. Le caratteristiche di questa radiazione, per esempio, possono aiutare a capire un po' meglio com'era la struttura dell'universo in un periodo compreso tra quand'è nato e quando aveva circa 380.000 anni (oggi dovrebbe avere circa 13 miliardi 700 milioni di anni). Se si capisce com'era l'universo neonato, come dicono gli scienziati, allora si può capire meglio il legame tra la struttura macroscopica descritta dalla relatività e quella microscopica descritta dalla meccanica quantistica. C'è tanto, tanto, tanto lavoro ancora da fare... @ Romano: è vero che la NASA ha problemi di budget e che il Presidente Obama ha operato dei tagli, ma si tratta di una situazione in evoluzione. Per esempio, Obama ha detto no al ritorno sulla Luna, ma perché è meglio puntare su Marte una volta passata la crisi... Le sonde automatiche compiono lavori incredibili, pensiamo alla sonda europea Huygens su Titano satellite di Saturno, oppure i due rover della NASA Spirit e Opportunity su Marte. Però non hanno la versatilità dell'essere umano: possono fare solo quello per cui sono state costruite e programmate, mentre un astronauta in carne e ossa può cambiare idea, notare qualcosa che non si aspetta e modificare di conseguenza il suo piano. Probabilmente è meglio mandare le sonde in avanscoperta e, una volta capita com'è la situazione nello spazio, su un pianeta come Marte per esempio, mandare un essere umano preparato anche grazie ai dati della sonda. Anche qui tempi lunghi, ma c'è in ballo la vita di una persona, quindi non si devono correre rischi. Questo almeno fino all'avvento del post-umano ;-) Grazie, Andrea
Grazie per l'esauriete risposta. Cari saluti romano basili
Sì, proprio una bella intervista anche perché tratta cose difficili e il Prof. Bernagozzi le ha rese facil i. d Mi meraviglio, però, come l'intevistatore avendo un astrofisico a tiro non gli abbia chiesto che cosa ne pensa sulla possibilità di vita simile alla nostra su altri pioaneti. Siamo soli nell'universo. Ci sarà mai un giorno l'incontro con esseri alieni? Grazie. simonetta cattaneo
Esiste una pubblicazione stampata o sul web che riporta cifre su quanti astronauti siano morti finora nell'esplorazione dello Spazio? Un tempo la censura comunista dell'Urss impedì tale informazione e disponiamo solo di dati degli US. Ma anche quelli, certamente più attendibili, lo sono pienamente? Belfagor
Indubbiamente un'intervista interessante, ma... ad un punto il Prof Bernagozzi sembra difendere le fedi e recintare il pensiero scientifico fra pensatori credenti da Copernico a Galilei ai loro aversari. Fin qui niente di male, ognumo è libero (almeno per noi laici è così) di pensarla come vuole. Quello che mi sorprende è come l'intervistatore in quel punto non sia intervenuto, cercando di chiarire, d'illuminare meglio la questione. Seguo con assiduità questo sito e la cosa mi ha stupito perché ho sempre visto Adolgiso su posizioni decisamente laiche. Oppure in questi ultimi tempi si è convertito a qualche religione? Buona estate a tutti! Francesco Tarantini
Mi ha fatto capire più cose Bernagozzi che non tutti i professori che ho avuto al liceo (e ho fatto quello scientifico!). Silvana
Ma è la tecnologia a far progredire la scienza o viceversa? Se il Professore Bernagozzi vuole rispondere... grazie. bruno tramontano
Innanzitutto ringrazio Tarantini per avere visitato il sito “con assiduità”. La cosa m’inorgoglisce e non sono certo di meritarla. Lo rassicuro: non mi sono convertito ad alcuna religione; sono ateo suppergiù fin dal primo vagito e spero di restare tale fino all’ultimo mio rantolo. Anch’io ho notato quel passaggio che Tarantini sottolinea nell’intervista a Bernagozzi, intervista che giudico eccellente sia sul piano della comunicazione e sia della simpatia dell’intervistato, perciò qui, dopo averlo già fatto privatamente, intendo pubblicamente ringraziarlo. Perché non ho fatto precisazioni in quel punto? Per spiegarlo, devo illustrare come, tecnicamente, sono realizzate le interviste in Enterprise. Invio le domande via mail, e ricevo via mail le risposte. Se commentassi questo o quel punto che mi vede in disaccordo con l’intervistato, l’altra/o non potrebbe controbattere e finirei con l’avere sempre l’ultima parola. Lascio tale comportamento (ahinoi, usato spesso) a gazzettieri dal cuore infeltrito o dalla faccia di bella pietra. Certo, potrei rispedire l’intervista al mittente con il mio commento a una certa sua risposta e dargli la possibilità di replicare… già, ma poi forse vorrei replicare ancora io… insomma, faremmo notte e non so quanto, poi, le cose così disposte potrebbero interessare, e meno ancora, rallegrare i lettori. Capisco che quell’angolo (… quel solo angolo, però, via, Tarantini non essere crudele!) possa fare intendere che la Scienza sia quasi una faccenda che si svolga fra cattolici, ma nessuna persona di buon senso sa che è così. Troppi scienziati sono stati affettati vivi da Ipazia in poi, o finiti al rogo, troppi libri sono stati dati alle fiamme (… a proposito l’Index Librorum Prohibitorum che contiene i nomi di tanti autori, non vede quello di Adolf Hitler e del suo “Mein Kampf”). No, nessuna persona di buon senso può dare retta ai cattolici: Sperando di fare cosa gradita ai lettori atei e a quelli credenti (ammesso che quest’ultimi frequentino Nybramedia) fornisco alcuni consigli di lettura per l’estate ma anche per dopo e dopo ancora: “Storia criminale del cristianesimo”, di Karlheinz Deschner http://www.edizioniariele.it/ilviandante_03.htm (in Italia sono usciti i primi 9 volumi dei 10 di cui è composta l’opera); “Gesù lava più bianco” http://www.uaar.it/ateismo/opere/53.html di Bruno Ballardini; poi due chicche riguardanti personaggi storicamente a noi vicini: “Beato impostore” (controstoria di Padre Pio) di Mario Guarino http://www.kaosedizioni.com/schnomedio_beatoimpostore.htm; e una controbiografia di Madre Teresa di Calcutta, scritta da Christopher Hitchens, minimum fax Edizioni, irresistibile fin dal titolo: “La posizione della missionaria” http://www.lafrusta.net/rec_hitchens.html Mi scuso per la prolissità, è la seconda volta in 10 anni che intervengo in questo spazio dei commenti, e ne ho bassamente approfittato. Non replicherò a eventuali msg sia che condividano oppure no questo mio intervento Per ulteriormente rassicurare il gentile lettore che mi ha tirato in ballo (per i capelli, nel mio caso, è pressoché impossibile), mi piace ricordare un aforisma di Schopenhauer che dopo il forse frettoloso “O si crede o si pensa”, fulmina senza possibilità d’appello le chiese tutte: “Le religioni sono come le lucciole, per brillare hanno bisogno del buio”. armando adolgiso
Non ho le fedi dei credenti né le ragioni degli atei, sono difatt agnostica. La scienza è cosa più complessa tanto che è difficile costringerla in un sol o ambito filosofico.Una sola cosa mi va di dire, non mi pare che la Chiesa abbia mai troppo incoraggiato gli scienziati. Ricordo più censure, distinguo, perplessità che aiuti o approvazioni. Ho peò l'impression eche costretti sulla difensiva arretrino sempre di più e Craig Venter avanzi. Lo ritengo un bene. Pina De Cristofari
Mi sto interessando, soprattutto attraverso internet alla questione della mateia oscura. Sembrerebbe che conosciamo (o vediamo?) solo il 5-6% di ciò che ci circonda. Domado: è possibile che molti fenomeni visti come paranormali (fantasmi inclusi) provengano da quelle dimensioni a noi sconosciute e che erroneamente r da molti sono attribuiti al paranormale? E su quella mateia ignota ci sono in corso studi per conoscerla? Se ne occupa l'astrofisica o altro disciplina? grazie gabriele monti
Siccome non rispondevo ai commenti dei lettori di Enterprise, per richiamarmi all'ordine il Capitano Picard mi ha mandato l'ufficiale alla sicurezza, il tenente comandante Armando Adolgiso (ecco perché non lo si può tirare per i capelli, ha la cresta klingon). Chiedo nuovamente scusa per il ritardo e rispondo di seguito ai vari commenti con singoli interventi, per non fare un post elefantiaco. Grazie per la pazienza, Andrea
@ Simonetta Cattaneo: collaboro a un progetto di ricerca di pianeti extrasolari, cioè pianeti che girano intorno alle altre stelle come la Terra gira intorno al Sole. Fino all'inizio degli anni Novanta non ne era stato individuato nessuno, da allora in meno di vent'anni sono quasi 500 quelli trovati! Ma sono tutti diversi dalla Terra: ce ne sono di più grandi, più caldi, più freddi etc. Nessuno potrebbe ospitare la vita come noi la conosciamo. La speranza mia e dei miei colleghi, anzi di TUTTI gli astrofisici al mondo, è scoprire un pianeta simile al nostro che potenzialmente possa essere abitabile -- se poi è abitato, da esseri intelligenti o microbi, è tutto da vedere. Questo è lo stato dell'arte, pardon, della scienza al momento: l'idea è che è possibile che ci sia vita altrove nel cosmo, quindi vale la pena cercarla (con i telescopi, non con le astronavi alla Star Trek ahinoi...). Possibilità non vuol dire certezza e questo era proprio il tema di una delle tracce per la prova d'italiano della maturità di quest'anno, lo segnalo per ribadire quanto sia un argomento all'ordine del giorno della scienza contemporanea. Se poi ci sarà un incontro con esseri alieni, un primo contatto come tra vulcaniani e terrestri, chissà... Ma se sono impegnato in questo progetto di ricerca, be', è facile capire qual è la mia speranza, no?
@ Silvana: ti ho fatto capire più cose io che non tutti i professori che hai avuto al liceo scientifico? Grazie, sono davvero contento. Però quello che ho capito io, se l'ho capito, l'ho compreso grazie anche a maestri e professori che ho avuto. Tra l'altro, conosco una Silvana che è professoressa proprio al liceo scientifico e si dà un sacco da fare per aiutare gli studenti. Insomma, come ho detto nell'intervista, contano le persone. In questo stesso sito si parla della scuola, nella sezione Cosmotaxi. Leggi e dì la tua! Grazie ancora, Andrea
@ Belfagor: domandi se esiste una pubblicazione affidabile sugli astronauti morti in missione. Non è il mio campo, quindi ho chiesto al collega Paolo Amoroso, esperto di astronautica,tra gli animatori di Forum Astronautico ( www.forumastronautico.it ). Paolo Consiglia questo buon libro, che parla anche degli incidenti a terra o in fase di addestramento: "Disasters and Accidents in Manned Spaceflight" ( http://tinyurl.com/2u99elt ). Purtroppo i caduti non sono opinione, ma storia, confermati da fonti ufficiali. Per l'URSS, Soyuz 1: 1 e Soyuz 11: 3. Per gli USA, Apollo 1: 3, STS-51-L (Challenger): 7 e STS-107 (Columbia): 7. Paolo ci tiene poi a sfatare il mito dei cosmonauti, così si chiamano gli astronauti sovietici, che sarebbero morti prima del volo di Gagarin, che quindi sarebbe non il primo uomo nello spazio, ma il primo a essere tornato vivo dallo spazio. Si tratta di una leggenda metropolitana molto diffusa in Italia. Se n'è occupato Jim Oberg, uno dei massimi storici dello spazio, specialmente sul programma spaziale sovietico. Per un ventennio è stato controllore di volo Shuttle alla NASA e quindi sa di cosa parla quando si tratta di questioni tecniche. Per Paolo è importante leggere la sezione Myths of 'Dead Russian Cosmonauts' reperibile sul suo sito ( http://www.jamesoberg.com/ufo.html ). Invece l'opera monumentale di riferimento sulla storia del programma spaziale sovietico è "Challenge to Apollo: the Soviet Union and the Space Race 1945-1974", di Asif A. Siddiqi ( http://tinyurl.com/36e9coe ). Speriamo di essere stati utili! Ciao, Andrea
@ Bruno Tramontano: è la tecnologia a far progredire la scienza o viceversa? Il dualismo scienza/tecnologia è simile a quello meccanica quantistica/relatività. Forse si tratta di cambiare il punto di vista. Il direttore dell'Osservatorio Astronomico dove collavoro, prof. Enzo Bertolini (lui è prof per davvero!), lo risolve così. Quando si entra in un centro di ricerca scientifica, per esempio il CERN di Ginevra, che cosa si vede a una prima occhiata? Forse si vede la scienza? No, notiamo macchinari, apparati, computer, insomma tecnologia. Scienza e tecnologia procedono insieme, a braccetto, ogni tanto la prima aiuta la seconda, ogni tanto è il contrario, ma sono indissolubilmente legate, facce della stessa medaglia. Per questo, sostiene Bertolini, scienziati sono i fisici del CERN ma anche gli ingegneri che hanno costruito LHC (nel dubbio si è preso le due lauree). Saluti, Andrea
@ Gabriele Monti: domandi se i fenomeni paranormali non siano dovuti alla materia oscura. E' una domanda curiosa, ma meno di quello che si possa pensare. Tra Ottocento e Novecento sono stati scoperti i raggi X. Non si vedono come la luce, non si sentono come il calore, ma ci sono e hanno un effetto, perché ci sono le radiografie. Allora molti scienziati si sono chiesti se questi fenomeni fisici non potessero essere la chiave per un mondo invisibile, che ci affianca da sempre, ma di cui ignoriamo l'esistenza. Alcuni tra i maggiori studiosi si sono messi a studiare lo spiritismo, l'aldilà, le fate... Man mano si è realizzato che il mondo invisibile per i quali i raggi X erano l'accesso era quello degli atomi, non degli spiriti. Analogamente la materia oscura e la sua sodale energia oscura, studiate in astrofisica e in fisica delle particelle elementari, rappresentano la chiave per comprendere che cos'è accaduto dopo il big bang piuttosto che la spiegazione di telepatia e telecinesi. Con una grande differenza: gli effetti di materia e energia oscura sono osservabili, misurabili e quantificabili anche se la loro natura è ignota (ci sono varie ipotesi, anche controverse); ma di telepatia e telecinesi, ahinoi, non c'è evidenza sperimentale.
@ Francesco Tramontano, Armando Adolgiso e Pina De Cristofari: dopo meccanica quantistica/relatività e scienza/tecnologia, inevitabilmente arriva scienza/fede. Ringrazio Armando per aver dedicato uno dei suoi due interventi in 10 anni alla mia intervista! Il passaggio discusso è in risposta alla domanda "Perché in molti, non solo fra gli adepti a religioni, specie se monoteiste, ma anche fra progressisti, o cosiddetti tali, hanno paura delle scienze e dei suoi approdi?". La mia risposta è stata: "Non credo che la fede religiosa giochi un ruolo importante". In fondo, è conseguenza logica della domanda: se non solo i credenti temono la scienza, ma anche i progressisti, tra cui laici atei razionalisti etc, allora ne segue che la fede non c'entra, no? Poi è storia ufficiale che molti grandi scienziati alla base della cultura occidentale sono credenti: per Galilei il libro della natura, quello scritto in caratteri matematici, è appunto scritto da Dio; per Keplero l'armonia delle sue leggi è disegno divino; per Copernico il Sole attorno cui la Terra gira è anche simbolo del Cristo; per Newton la gravitazione è il mezzo con cui Dio interviene a regolare il cosmo. Non lo dico io, lo dicono loro nei loro scritti. ATTENZIONE: non voglio che nessuno si converta né dimostrare la superiorità del credente sull'ateo. Ma per me questi sono controesempi, per usare un'espressione matematica, che provano come non sia possibile affermare, almeno al primo ordine, "o si crede o si pensa". Non me ne voglia Schopenhauer, ma i quattro citati sopra pensavano ANCHE (non solo) perché credevano. Pina cita Craig Venter, ma il padre della genetica è Mendel, frate agostiniano. Ovviamente c'è un effetto selettivo, perché studiavi se andavi in seminario, Ma astronomia nel 1600 la si insegnava per dimostrare l'infondatezza del sistema copernicano: Keplero la studiò e subito divenne copernicano convinto. Che poi altri si opposero ai nostri ANCHE (non solo) in nome della fede è altra questione, che ahinoi comprende anche gli scienziati affettati, lo sappiamo purtroppo. Ma la mia tesi non è che la scienza sia faccenda per cattolici o cristiani (Keplero e Newton, come scrivo, non sono cattolici) bensì che è faccenda per chi vuole pensare con la sua testa. E i personaggi che ho citato mostrano che si può essere credenti e pensare con la propria testa. Non sono un filosofo, sociologo, storico, quindi non ho altro da aggiungere sulla questione. A me però sembra interessante e sono contento di aver potuto condividere queste mie riflessioni con i lettori di Nybramedia. Senza voler insegnare nulla a nessuno, eh. Ora torno a guardare le stelle, che come le lucciole brillano nel buio. Grazie, Andrea
Ringrazio il Prof. Bernagozzi per avere ricordato il mio nome nelle sue risposte. Non tutti lo fanno nei Forum. Quasi che si risponda a fans o detrattori anonimi. Da agnostica quale sono c ome mi sono già presentata nel precedente msg, voglio ricordare parole dell’agnostico Darwin. “NNon dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza per il serpente.” Cari saluti. Pina De Cristofari.
A proposito di citazioni voglio ricordarne una anch’io e riguarda un libro che ho letto poco fa: Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici). Pag. 9: “Addirittura, lo stesso termine cretino deriva da (attraverso il francese crétin, da chrétien), con un uso già attestato dall’Enciclopedia nel 1754: secondo il Pianigiani, ”. Che poi fra i cristiani possa esserci qualcuno non cretino, fa parte della forza delle cose. Perfino tra i nazisti è forse esistito qualcuno buono d’animo, ma ciò non salva la stragrande maggioranza formata da tutti gli altri che furono direttamente o indirettamente complici di efferatezze. Per i cristiani, quell’illuminazione etimologica espressa da Odifreddi, mi pare interessante.
Grazie Adalgiso per aver segnalato quell’opera “ Storia criminale del cristianesimo di cui mi era ignota l’esistenza. Purtroppo quel link che hai dato non si apre e neppure se trasferito col copia e incolla sul cursore. Ma attraverso il titolo, lo dico a beneficio di altri interessati come me, sono l’ho rintracciato su internet e la casa editrice si chiama Ariele. Ne sto considerando l’acquisto, ma prima devo fare due conti trattandosi di comprare ben 9 volumi!
La ringrazio (e ringrazi per me il Professor Paolo Amoroso (molto interessante forum astronautico.it) per la risposta tanto documentata sugli astronauti morti in missioni spaziali. Belfagor
Senza nulla togliere ai meriti del Prof. Bernagozzi e alla sua appassionante intervista, credo che il merito, anzi in questo caso il demerito, del secondo intervento in 10 anni del conduttore del sito nell’area commenti, sia mio. Caro Adolgiso, si capisce dal tono della tua risposta che ti sei risentito della mia accusa (credimi, scherzosa) d’esserti convertito a qualche religione. Fra noi atei, mi rendo conto, suona come un insulto. Hai spiegato benissimo il modo in cui fai le interviste e capisco (e ti fa onore) che non ti riservi l’ultima parola perché l’altra/o non potrebbe difendersi… però… però (non t’arrabbiare) insisto nel dirti che allorché il Prof Bernagozzi ctando i nomi che ha citato poteva dar luogo all’idea che la scienza fosse quasi terreno dei cattolici, tu senza entrare in polemica con l’intervistato, avresti potuto almeno dichiarare la “tua” estraneità a quelle affermazioni. Perché è importante? Perché come spero avrai visto il Prof Bernagozzi è tornato su quel punto ribadendo ed estendendo quei concetti. Facile la risposta: se al di là del periodo su cui lui si riferisce, si fa un passo indietro si scopre che già in epoca in cui il cristianesimo non esisteva, quelle cose (che susciteranno carceri, torture e roghi) le avevano già dette Aristarco di Samo, (“la Terra ruota attorno al Sole percorrendo una circonferenza”), Pitagora (“La Natura è numero”), e forse altri. Ma il punto più importante (e oso darti un consiglio) è che quando ti trovi di fronte qualcuno che s’ispira al pensiero unico (atei marxisti inclusi sia chiaro) bisogna far squillare tutti gli allarmi. Perché tendono sempre a portare l’acqua dove vogliono e lasciare assetati gli altri. Pensa, ad es., a quando il Prof Bernagozzi che pure è persona delicata risponde su Craig Venter dicendo subito che “il padre della genetica è Mendel, frate agostiniano”. Giusto. Vero. Lo dice subito per sminuire Venter che ben si sa, ai cattolici (e ai cristiani tutti) è sgradito. Tra l’altro, è un’affermazione incauta. Come dire che la notazione musicale tuttora in uso l’ha inventata il monaco (esulti, Professore!) Guido D’Arezzo trascurando però a quale progresso tecnico e sviluppo estetico quelle note siano state poi portate da Pierre Boulez o Frank Zappa (due atei, mi scusi Professore). Voglio concludere notando che in una sua risposta probabilmente il Professore (“torno a guardare le stelle, che come le lucciole brillano nel buio. ” voglia, simpaticamente, ironizzare su di un famoso aforism a di Schopenhauer (Le religioni sono come le lucciole per brillare hanno bisogno del buio). Terreno infido, Professor Bernagozzi. Tante le risposte alla sua brillante battuta. Una può essere che pure i ceri delle cerimonie religiose hanno bisogno del buio per brillare meglio, ma quanto cattivo odore di cera bruciata spargono intorno, che fetore!
Ho letto l’intervista che offre un panorama filosofico e scientifico di grande interese con il segnato merito di Bernagozzi , come è già stato notato, di farsi capire. Visto l’argomento e le domande impegnative, non era facile. Intervengo non sulla polemica scienza/fede (non desidero nascondere il mio pensiero, sono agnostico), ma su di un altro tema che riguarda la comunicazione su internet. Me lo suggerisce, oltre l’intervista, proprio il dibattito fin qui seguito nei commenti. Scorrendo la lista degli ospiti del sito si capisce com’è orientato e va a suo merito, però, che non ci siano politici. Si capisce che è molto schierato sulll’attivismo laico e ateo, sul tecnofilo, sulle nuove ricerche in campo estetico riuscendo a fondere questi temi. Gli intervenuti in questi commenti sono in schiacciante maggioranza sostenitori di quelle linee editoriali. E qui sta il punto. Anche su Internet come nelle radio nelle tv nei periodici, si va affermando una linrea antigeneralista. Infatti se si da uno sguardo a tanti siiti generalisti (esclusi quelli dei quotidiani obbligati ad esserlo, eppure qualcuno ha creato anche blog specialistici), i dibattiti, lo scambio delle idee sono quasi sempre sfocati, provvisori, più frettolosi che veloci. Qui – e negli altri siti che hanno specializzato i loro interessi – accade invece che il forum è compatto, denso, competente, e questo al di là delle ragioni di questo o di quello. Ottima cosa. Insomma anche su Internet e anche in Italia sul Web la forma generalista non paga più. Complimenti a tutti gli intervenuti. Dino
tiscali.it Il Mein Kampf non figura nell’Indice dei Libri Proibiti della Chiesa?! Incredibile!! Una ulteriore vergogna che ricade sui cattolici. rosanna altieri
Copia e videoascolta http://www.youtube.com/watch?v=o44loprfxKA
IL SITO E’ CHIUSO PER FERIE DA OGGI 31 LUGLIO. TUTTI I COMMENTI CHE PERVERRANNO IN QUESTO FORUM SARANNO PUBBLICATI ALLA RIAPERTURA DI NYBRAMEDIA CHE AVVERRA’ LUNEDI’ 6 SETTEMBRE. Cordiali saluti. Studio Living Color
@ Francesco Tarantini: ritornato operativo il sito, posso rispondere al commento confermando in primis che il merito dell'intervento di Armando Adolgiso è dell'obiezione del lettore e non della mia intervista. Infatti non ho detto nulla di così rivoluzionario, anzi. Ho fatto cenno a Copernico, Galilei, Keplero e Newton, cui ho aggiunto Mendel, non in seguito a una domanda sul rapporto tra scienza e fede, ma a un quesito sulla resistenza a accettare idee nuove. La domanda era: come mai non solo i credenti, ma anche gli atei, possono avere atteggiamenti oscurantisti? Be', notavo, fior di idee nuove sono state proposte anche da credenti (come i nomi di cui sopra), altrettante rigettate anche da atei. Quindi se ne può dedurre che avere fede o meno non è determinante per proporre o respingere innovazioni: valgono le persone. [Mi scuso con Armando Adolgiso se non ho saputo essere più brillante con questa risposta.] Detto che ovviamente nessuno è obbligato a condividere il mio ragionamento, però non mi pare che da questa traspaia l'intenzione di dimostrare che la scienza è "terreno dei cattolici": banalmente ho fatto esempi noti a tutti (peraltro Keplero e Newton non erano cattolici, anzi per l'inglese il papa di Roma era l'anticristo). Né spero che si dica che voglio portare acqua al mio mulino, qualsiasi esso sia, se noto che anche le idee di Aristarco, citato opportunamente dal lettore come predecessore di Copernico, furono rifiutate dai suoi contemporanei, quando "il cristianesimo non esisteva". In conclusione, penso che avere fede (cristianesimo, politeismo o quel che volete voi) non sia un fattore che necessariamente porti all'oscurantismo, perché hanno dato contributi determinanti alla conoscenza cristiani, pagani, agnostici e atei come Hack e Odifreddi, che pure omaggio nell'intervista. Altra cosa è il potere costituito di ogni tipo, compreso quello religioso, quando reagisce ideologicamente perché si sente minacciato: è questo che porta alla cicuta, a roghi e torture, al manifesto della razza, alla neolingua e alla storia riscritta. Ringrazio Francesco Tarantini per l'interesse verso le mie affermazioni e lo rassicuro che rifuggo tanto quanto lui il pensiero unico. Onestamente non ne sento il fetore nell'intervista e nelle mie risposte ai commenti (mentre sento Boulez e Zappa, anche se preferisco Arvo Part e John Zorn). Invito chiunque passi da questo blog a pensare con la propria testa e a sviluppare un pensiero critico, autonomo e indipendente come hanno fatto artisti e studiosi sopra nominati. Compreso Venter: che il quasi signor nessun Bernagozzi (altro che Professore con la maiuscola!) possa /voglia sminuire il suo lavoro sfiora il ridicolo... Ah, ho messo quel quasi perché grazie all'intervista e alla chiusura di Nybramedia sono stato quasi famoso per un'estate, grazie Enterprise! Saluti, Andrea
@ Dino: grazie per il commento sull'intervista e soprattutto per l'interessante notazione di comunicazione su siti specializzati e generalisti. Saluti, Andrea
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