Quanto mi appassionano le biografie!
A voi no? Peccato. Ma provate a seguirmi e, forse, cambierete idea.
Le biografie di certi autori, credete a me, sono più interessanti
delle loro opere.
Pensate a Byron, uomo fatale a sé e agli altri: figlio di un uomo
dissoluto, infanzia infelice, guai ortopedici, marito abbandonato, sospetti
d'incesto, viaggi avventurosi, complotti, guerre
come dite?
"Il
giaurro"?
via, non scherziamo!
"Il pellegrinaggio del giovane
Aroldo"?
non ne parliamo neppure! e lo stesso "Don Giovanni" non
mi pare un'opera che faccia sfracelli: siamo sinceri, se non l'avesse scritta
mica ci mancherebbe occasione di leggerne altre, di "Don Giovanni" ce
ne sono a pacchi, sono in tanti ad essersi accaniti col pennino su quel tale!
Ma una vita per quanto interessante possa essere, è nulla senza un
biografo: o il biografo o la vita!
E' lui che scolpisce fatti e anni, immortala amori, narra di viaggi, fissa
momenti che, all'apparenza insignificanti, hanno determinato destini e opere
del personaggio ritratto.
Di alcuni di loro conosciamo i nomi: Plutarco, Svetonio, Vasari
ma
di molti nulla sappiamo.
Meriterebbero a loro volta un biografo. E questi un altro, e quest'ultimo
un altro ancora, in un racconto infinito e infinibile di vite ammirevoli ancorché oscure.
Io ci sto lavorando a questo progetto. Voglio occuparmi dei biografi anonimi.
Mica vero che la biografia sia un genere letterario in decadenza. Macché,
al contrario!
Lo desumo dai tanti quarti di copertina e dai tanti curricula che per mestiere
devo leggere.
Tutti scritti in terza persona, estesamente, segno evidente che quei testi
non sono stati redatti dalla figura di cui là si parla, ma da un diligente
biografo al quale nulla è sfuggito. Chi volete che dica di sé in
terza persona, è impossibile, sarebbe ridicolo, via!
Un tempo, la biografia era tracciata su personaggi famosi, ma ora quello
stesso stile trionfa anche su nomi, rispettabilissimi per carità, ma,
forse solo a me, non proprio molto noti. Scrittori, pittori, musicisti, registi,
dei quali mi trovo spesso colpevolmente a non conoscere le opere.
Però imparo, ad esempio, che la scrittrice Serena Supina "nel
marzo '88 iniziò a scrivere il suo primo romanzo al quale ne seguiranno
altri cinque ancora alla ricerca d'un editore", poi "nel '93 viaggiò a
lungo in Lussemburgo", "nel '98, delusa dalla società letteraria,
lasciò Roma e si stabilì a Tagliacozzo dove tuttora vive e lavora".
Del poeta Modesto Stantuffa, apprendo che "A sette anni scrisse i suoi
primi versi, si laureò in veterinaria a ventisei (purtroppo non è specificato
se quello è il voto che prese alla laurea oppure l'età in cui
la conseguì), dedicandosi poi allo studio dei dialetti della Val
Sugana", "appassionato collezionista di conchiglie - ne possiede
migliaia! - vi sente l'eco di onde notturne".
A dire il vero, questi che ho citato sono biografi un po' così così,
perché i più bravi precisano anche il giorno del mese in cui
accadde una certa cosa, località, strade, i cibi preferiti dell'autore,
il nome del coniuge, dei pargoli messi al mondo e così via. Per non
dire d'altri artisti ancora più fortunati cui è toccato un biografo
che tutte queste notizie le scrive usando i toni della storiografia ecclesiastica
quando tratta della vita dei santi, oppure impiegando i caratteri mitici che
rimandano alla Leggenda aurea di Iacopo da Varazze o al Synáxarion di
Simeone Metafraste.
Lo ammetto: è l'invidia che mi fa parlare. Io, quando m'occorre,
sono costretto a scrivere di me in prima persona perché nessun biografo
m'ha mai filato
Fortunati quei personaggi! A proposito, tutti viventi e in buona salute.
Loro nella vita procedono creando ispirati, e ignorano che li segue e s'affanna
uno sconosciuto biografo armato di taccuino e bic pronto a cogliere ogni attimo
più intimo, ogni gesto pubblico di chi li immortalerà, lestamente
annotandone le gesta, sveltamente rincorrendoli non visto per case e per uffici,
per viottoli e strade, angiporti e campielli.
Che vita trafelata la sua!
Tutto per restituirci i preziosi attimi dell'esistenza di Serena Supina
e Modesto Stantuffa, tanto per dirne solo di due, ma sono tantissimi quelli
alacremente al lavoro artistico.
Su quei biografi io voglio scrivere un giorno. Non ora, perché s'è fatto
tardi e devo raggiungere un amico al bar
come si chiama?
dove sta
il bar?
quali traffici m'aspettano? Vi piacerebbe sapere tutto, eh? No
miei cari, la vita dei biografi è dura, pedalate, pedinatemi se volete
sapere, come fa la police, io non ve lo racconto, anche perché è cosa
lunga, quello mi scappa, e mi fotto la serata.
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