Sono stato colpito da un'avversa sorte: lo stesso giorno mi hanno raggiunto
ben due libri di poesie.
Spediti da autori a me sconosciuti
chi ha dato loro il mio indirizzo?!
se
lo scopro, gli faccio una posta così!
Perfino il postino, uomo rude, si è commosso vedendomi raccogliere quei
plichi!
Appena visto i perfidi librini, ne ho capita la qualità già dai
titoli
gesù, sapeste che titoli!
Gérard Genette
macché centrocampista del Saint-Étienne!
tu guarda quanta ignoranza! soltanto omonimia!
Genette è un saggista
finissimo, ha scritto "Soglie", leggetelo, ogni tanto qualcosa di
diverso dal "Corriere dello Sport" vi fa bene!
Genette, dietro
quel titolo da film horror, cela un gran libro che riflette sul paratesto,
cioè scelte tipografiche, formati, copertine, dediche, note, titoli,
tutte cose che, in modo cosciente oppure no, rivelano le intenzioni dell'autore,
oltre la sua stessa scrittura, in una convergenza d'effetti e risultati.
Tale tecnica d'indagine può essere applicata a grandi opere ("ridotto
al suo solo testo e senza istruzioni per l'uso" si chiede Genette "come
leggeremmo l'Ulisse di Joyce se non s'intitolasse Ulisse?")
o a pagine come quelle dei loschi mittenti che mi hanno inviato i loro versi.
N'ebbi già lontana prova lavorando al Mattino di Napoli
sì,
pure quello sgobbo lì ho fatto
il responsabile della pagina letteraria
era Mario Stefanile, un grande! Capitava che assediato da vari personaggi,
dovesse talvolta cedere alle loro preghiere di fare "un rigo appena" su
sciagurati poeti, e non solo napoletani perché aggredivano da Rho, da
Sulmona, da Trapani.
A quell'incarico di fare un rigo a pena, tutti sfuggivano ed era quindi
affibbiato al più giovane dei collaboratori, troppo debole per rifiutare
e troppo a caccia di quattrino per indignarsi, quel tale - l'avete capito no?
- ero io.
Che titoli! Ieri come oggi. Da quei titoli si capisce già tutto. Vanno
dalla fiatata caramellosa all'urlo cartellonistico. Gli esempi che seguono
sono veri, ma niente nomi degli Autori e dei loro Editori, non sto qui mica
per farmi dei nemici io!
"Scorrendo con le dita nella chioma dei ricordi": ed ecco l'improfumato
poeta-coiffeur che, malinconico, esegue uno shampoo cremoso di versi, innaffiando
distrattamente di memorie dai rivoli gelidi la schiena d'una malcapitata fidanzata.
Oppure: "Spaccato dal sole sul selciato ardente", lamentosi appelli
lanciati da una corsìa poetica ad una mogliera che aveva accannato l'Autore
(e valle a dare torto!).
Ma un libro fra tutti mi torna alla memoria. Pubblicato da un editore abbastanza
noto: "...Per il mio bosco non ci sarà per te sentiero"; i
puntini sospensivi a inizio titolo, sono uno dei tic più diffusi fra
quegli autori derelitti. Lessi quelle pagine e m'accorsi che non ero stato
malizioso a pensarla in un certo modo, perché la minacciosa Autrice,
metaforicamente (ma mica tanto), si riferiva proprio a quanto già immaginate...che
fare? Fingere di commuoversi al destino di quel povero giovane? Oppure dirgliela
tutta: visto chi è 'sta tipa, chi ti ha detto che è poi una disgrazia
se per il suo bosco non ci sarà per te sentiero?
Stefanile, quando arrivavano quei librini li rinchiudeva in un armadio e con
sguardo paterno sembrava dirci anticipando il titolo d'un film horror famoso:
non aprite quella porta!
Post Scriptum - Questo sito
chiude per ferie e anche le mie newsletters vanno in vacanze. Io no.
In località marine, montane e termali, la Compagnia "La mosca al
naso" farà una tournée dove, tra gli altri testi, è rappresentato
anche un mio lavoro: "Un nido di vipere", un intermezzo giallo- comico.
Come m'andrà? Chissà. Prendendo esempio dal Presidente Casini,
mi raccomando alla Madonna di San Luca? Come tutti quelli che temendo lo svolgimento
d'un compito si raccomandano ai santi? Per quanto mi riguarda, tra le varie
Madri di Dio, ho solo l'imbarazzo della scelta. Infatti, per alcune arrabbiature
prese in queste ore, ho tante di quelle madonne che potrei aprire un negozio
d'arredi sacri. Però, a dire il vero, con tutto il rispetto per quella
Vergine, preferisco uno delle mie parti, San Gennaro, che ne ha passato di
guai perdendo la testa - fu decapitato - e non trovando pace manco dopo morto
che gli fanno ancora sciogliere il sangue con fiero disprezzo delle più elementari
norme d'igiene imposte dal flagello dell'AIDS. Spero però che Rosetta
Jervolino s'impegni a riportarlo in serie A perché, come sapete, fu
retrocesso a tavolino. Sì, chiederò aiuto a San Gennaro, anche
se, più di me, a lui dovrebbero rivolgersi gli spettatori sui quali
incombe il mio testo. Sia come sia, fra le mie suppliche e quelle degli spettatori
ne avrà di lavoro, e le ferie se le scorda. Il 19 settembre, poi, ci
ha pure il miracolo da fare
che vita da santi!
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