Il rito, secondo gli antropologi, è un meccanismo evocativo e comunicativo
che ha per mittenti deità, antenati, o anche memorie - materiali o spirituali
- significative per una comunità.
Che sia stato di quest'ultimo tipo il solenne rito, di recente, celebrato a
San Macuto? Lì è stato ricordato un uomo morto due anni prima
da latitante dopo condanne definitive dei nostri tribunali. I celebranti erano
uomini un tempo in affari con quel tale, una sua figlia accaparratrice d'appalti
Rai, un editore tv aiutato quando illegalmente trasmetteva sul territorio nazionale,
e altri fregni buffi.
Il tutto a San Macuto, nel Palazzo. Palazzinari eccellenti, si è visto,
gli officianti.
Mettiamoci d'accordo boys: quel tipo è - come dicono gli atti giudiziari
- un corrotto, un mariuolo, un mascalzone? Allora quei suoi amici, complici
e apologeti di reati, vanno messi al gabbio.
Quel tale è un innocente? Allora si provi la colpevolezza di coloro
che su di lui hanno indagato ed emesse sentenze - evidentemente esibendo falsi
documenti accusatorii - e li si carceri, prima che commettano nuove infamie
come?...li
carcereranno anche senza provare la loro colpevolezza?...ah, ma siete dei malfidati!
Il nostro è un paese di strani riti, tanto strani da mettere in imbarazzo
i più esperti antropologi.
Per capirli, però, più che gli antropologi, probabilmente andrebbero
interpellati i veterinari.
Dirò adesso d'altre disoneste ritualità diventate popolari e
celebrate spesso.
Ad esempio: l'applauso all'uscita di una bara dalla chiesa. Leggo su di un
dizionario che l'applauso è il suono prodotto mediante battimani
per manifestare ammirazione ed entusiasmo, soddisfazione e compiacimento per
l'avvenimento al quale si assiste. Devo cioè immaginare che i plaudenti
siano ammirati ed entusiasti dell'avvenimento al quale assistono? In altre
parole volevano togliersi di torno quel tale ed esprimono soddisfazione e compiacimento
battendo giulivi le mani?
Quindi, lì, s'applaude la Morte non il Cadavere
Vuoi vedere che era un corrotto, un mariuolo, un mascalzone, o chissà altro?
Altro rito celebrato spesso: lo strip tease fatto dal giocatore di calcio (sport
che amo molto) che dopo avere segnato un gol - poco importa quanto decisivo
- si toglie la maglia e comincia a correre come un latitante inseguito dalle
guardie. L'esultanza, d'accordo. Ma possibile che debba essere manifestata
sempre nello stesso modo fesso? E poi, quel tale in mutande non sta lì per
segnare? Mi pare che esulti un po' troppo (in altri paesi se la prendono più calma;
né fanno l'altro rito di vaffanculare sempre l'arbitro quando
fischia un fallo). Vuoi vedere che un giorno da noi il ferroviere il quale
ha fatto arrivare in orario il treno - e sì che è un avvenimento
eccezionale! - salterà giù dalla locomotiva spogliandosi della
giubba delle FS e attraverserà urlando l'atrio della stazione fino ad
essere sommerso dall'abbraccio dei viaggiatori?...Oppure il chirurgo, dopo
un'operazione riuscita - impresa senza dubbio impegnativa ed elogiabile - liberatosi
del camice e della mascherina prenderà a correre gridando di gioia nelle
corsìe per poi essere raggiunto e coperto di baci dai componenti della
sua équipe?
Chissà, tutto è possibile.
Forse nuovi riti ci aspettano.
E nuovi sacerdoti: solenni e originali. Come, ad esempio, come quelli di San
Macuto.
E se invece fossi io a sbagliare nel giudicarli tanto severamente?...Beh, farei
autocritica, e, lo giuro, non vedrei l'ora di tributare loro un bell'applauso.
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