Per cattiva sorte dei miei, sfortunati, spettatori, quest’estate l’ho
trascorsa lavorando. Siete sfuggiti a quella sventura? Volete provarne l’emozione?
Ne troverete particolareggiata notizia, entrando nella Sez. “Come al
bar” di questo sito. Accomodatevi pure.
Ecco ora alcuni appunti che durante la piovosa estate ho raccolto qui e là.
Battuta profetica. Chi sostiene che le profezie
non esistono, è un miscredente. Fuori diluvia e stasera lo spettacolo
non si fa. Bevo una birra in albergo sfogliando un libro. Noto che è riportata
una battuta da “Ecce Bombo” di Nanni Moretti, 1973. A pronunciarla,
Michele Apicella il tradizionale personaggio di tanti film morettiani, il quale
dice:
Michele - No veramente non...non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar
con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle
dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo...no.
Ah no, se si balla non vengo (…) Vengo, ci vediamo là. No, non
mi va, non vengo.
Oggi sappiamo che a quella festa ci è andato. Meglio così. Vi
ho partecipato anch’io.
La magnolia è pure un fiore. Chi sostiene
che Baldassarre – il Presidente della Rai, non quello dei Magi che incensava
Gesù Bambino, questo incensa uno più cresciutello – non
abbia un attimo di tempo ha ragione.
Pur intento a riscrivere la Storia per poi passarla a Minoli di Rai Educational
affinché ne divulghi le opportune revisioni, ha deciso di trasferire
parte delle produzioni (leggi: appalti) da Roma al Nord. Ma forse anche questo
fa parte della riscrittura della Storia, almeno quella della Rai.
Ho lavorato in tutte le sedi Rai del nord, e so che lassù ci sono ottimi
funzionari e tecnici, lo so meglio di Baldassarre e dei suoi consiglieri che
di radiotelevisione nulla sanno com’è possibile verificare dai
lori curricula e dalle castronerie che balbutiscono un giorno sì e l’altro
pure.
Una buona scelta quindi? No, perché le produzioni non si realizzeranno
in quelle sedi nordiche. Né, per motivi tecnici, è possibile.
Lì finirà qualche contenitore minore per budget e orario di messa
in onda. Le altre produzioni, quelle grosse, le beccheranno nuove ditte appaltatrici
del nord…vuoi vedere appartenenti ad imprenditori celtici?…oppure
case produttrici come la “Magnolia” di Giorgio Gori – ex
di Canale 5, toh! – che già da qualche tempo opera felicemente
nel settore.
S’è arrabbiato pure il Vaticano. Tante ditte romane a rischiare
i contratti sono di osservanti fedeli.
Che fatica riscrivere la Storia! E d’estate poi!
Piange il telefono. Chi sostiene che il telefono
sia la tua voce come diceva la pubblicità, limita le risorse di quel
grande mezzo. Perché è anche il tuo colore. Telefono azzurro,
rosa, blù, eccetera, secondo le esigenze di chi lo usa.
Don Fortunato Di Noto, tempo fa, intuita la cosa, battè tutti in fantasia
cromatica e inventò “Telefono Arcobaleno”.
Linea destinata a combattere la pedofilia. Intenzione egregia, lodevolissima.
Sennonché Don Fortunato impegnò allora più tempo a lanciare
oscure minacce ai politici al governo (allora l’Italia era sgovernata
dal centro-sinistra) che non a servire la causa alla quale originariamente
s’era votato. Ottenne grande notorietà, in ossequio al suo cognome.
Perfino una Procura s’interessò all’Arcobaleno. Don Fortunato
promise anche di rivelare nomi, ma poi mai li fece. Né, intervistato
oggi, ancora li fa. E’ un sacerdote molto riservato.
Adesso è consulente del Ministro Gasparri al Ministero per le Comunicazioni.
Nascerà Telefono Nero?
Pio…pio..pio. Chi sostiene che Valentino
Parlato sia astemio, è in errore.
Di Parlato – pur non condividendone le idee – stimo l’intelligenza
politica ed il suo stile di scrittura. Dico sul serio. Perciò, lo confesso,
quando sentivo dire da qualcuno che lui non amava il bicchiere, ai miei occhi
perdeva punti e mi dispiaceva. Ora, però, ho la prova che a Parlato
il bicchiere piace. La ricavo da un suo articolo su Padre Pio scritto su “Il
Manifesto” dove afferma che la santificazione di Padre Pio (alias Forgione
Francesco…come?...sì, è lo stesso al quale Mario Guarino
ha dedicato il suo libro “Beato impostore”, Kaos Edizioni), è un
evento culturale “…più importante dell’abbattimento
del Muro di Berlino”, considerarlo “…un fenomeno di superficiale
e vana superstizione sarebbe un grosso errore”.
Ecco, ora sono più tranquillo: a Parlato il bicchiere piace, eccome!
Cin-cin!
Un uomo chiamato cavallo. Chi sostiene che sia
stato scandaloso chiamare – com’è accaduto – un proprio
figlio Varenne, si dia all’ippica. Non era peggio chiamarlo Silvio?
Uno sciopero di tanto tempo fa. Chi sostiene
che gli scioperi della fame, della sete, del sesso (sì, pure quello…ricordate
la Lisistrata di Aristofane? E la donna di “Chi non lavora” di
Celentano?) siano devastanti mezzi di protesta, s’inganna.
N’esiste uno ben più antico e terribile: quello dell’intelligenza.
Ne ha prodotto di cose!
Tra le ultime, per restare in casa nostra, i risultati elettorali più recenti…i
guai della Fiorentina (sia la bistecca, sia la squadra)…ma non mancano
altri casi. Eccone un paio.
I radicali, appreso che era stata ultimata la raccolta delle firme per dei
referendum in materia sociale, fulminei, hanno costituito un “Comitato
per il No”.
Altro esempio. Bertinotti, dopo avere a lungo adulato Cofferati, appena s’è reso
conto che questi otteneva un notevole consenso tra le disperse forze di sinistra,
ne ha preso le distanze.
Diavolo d’un uomo! Non perde un colpo! Però D’Alema l’ha
preceduto opponendosi fin dal principio al cinese, avendo intuito per tempo
quale pericolo rappresenti per gli attuali governanti.
I radicali…Bertinotti…Cecchi Gori…D’Alema…quanta
gente in sciopero!
Ce ne sarebbero ancora di cose. Ma s’è fatto tardi. M’aspettano
al bar.
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