Acido làttico. Tanta la stanchezza muscolare nel lattaio Callisto Tanzi prima di fare tappa a S. Vittore. Proveniva, infatti, da un frenetico giro turistico che lo ha portato a visitare varie località fra le quali Fatima. E lì? Avrà appreso un nuovo mistero dalla Vergine? Quella apparsa il 13.5.1917 a tre pastorelli. a proposito, mai la Madonna appare ad un fisico nucleare, ad un professore di filologia romanza?.sempre a poveri pastorelli, soldatini feriti, contadinelle stremate.mah! Oppure avrà rivelato lui a lei qualche mistero contabile confidando sulla discrezione della celeste Signora e invocandone protezione?
Mai lo sapremo. Sappiamo, però, che Tanzi, come il suo avvocato ha riferito commosso, in carcere fa la comunione puntualmente, da cattolico osservante qual è. Non avevo dubbi che fosse una creatura pia. Molte di quelle creature si comportano come Tanzi. Religiosamente.
Ci avete fatto caso. Così cominciava i suoi monologhi Aldo Fabrizi. Mentre scrivevo la nota che sta qui sopra, mi sono ricordato di un'altra cosa che ha a che fare con comportamenti e fede.
Ci avete fatto caso che non c'è un solo mafioso ateo?
Tutti religiosissimi. Si genuflettono, baciano immaginette, finanziano feste di patroni, si confessano. al prete, intendo.
E mica per finta. Proprio no. Come dire. gli viene naturale. Se però c'è uno di voi in grado di smentirmi, lo faccia facendomi il nome di un solo mafioso che non sia cattolico (non presentatevi con uno della Yakuza, ve lo dico prima: non vale) ed io pagherò pegno in denaro.
Con azioni e bond Parmalat, s'intende.
Cuba libre. In tutto il mondo sono in carcere per motivi politici in questo momento 123 giornalisti. Solo a Cuba, dietro le sbarre - apprendo da Amnesty International - ce ne sono 30.
E pensare che a non pochi della sinistra a sentir parlare di Cuba batte forte il corazon. L'Italia sì che è un paese democratico: Belpietro, Feltri, Ferrara. nemmeno agli arresti domiciliari stanno.
Raglio 3. Sempre più somara la voce di Radio 3. A rilevarne le oscenità culturali, nel colpevole silenzio di molti giornalisti - anche della cosiddetta opposizione - c'è per fortuna il sito www.amicidiradiotre.com . Merita perciò molti elogi. E un solo appunto: spesso là confondono le precedenti gestioni di quell'antenna con un'età dell'oro. Anche prima, invece, le nomine erano competentemente lottizzate. Qui spuntava la moglie di un dirigente Ds, laggiù parenti di partito, lassù amici di famiglia, nomi tutti che sgorgavano dalla versatile penna dei Velardi e di altri svelti omarini. E poi: dirigenti allontanati, trasmissioni chiuse, salottini (più rosei che rossi, in verità) diventati passaggio obbligato per accedere agli studi di Via Asiago.
E' bene ricordarlo, nella speranza che tali cose non si ripetano in futuro.
Ciò detto rinnovo le lodi agli amici di radiotre.com, stanno documentando una parte del disastro capitato in questi anni alla comunicazione in Italia.
Ma se è vero che gli attuali dirigenti di Radio 3 andrebbero denunciati anche per plagio perché fanno molte delle cose porcine di chi li ha preceduti, superarli in asineria, via, è impresa disperata!
Visitate quella home che ho citato prima. Di recente presenta un autentico scoop pubblicando schede, passate dalla direzione ai conduttori - evidentemente ritenuti incapaci d'articolare informazioni e giudizi - con note su quanto va detto al microfono. E che c'è scritto in quei scartafacci? Qualche esempio: una certa Sonata di Brahms la si dice del 1836 allorché il musicista aveva tre anni d'età essendo nato nel 1833; si fa comporre a Bizet una Suite nel 1932 cioè 57 anni dopo la sua morte, per non dire di un brano di Chopin lì datato 1865 cioè 16 anni dopo la sua dipartita; vabbè saranno pure immortali, ma questo è troppo.
Di cose così, se andate su quel sito, ne troverete a decine!
Tutto questo alla radio pubblica, di Stato. In quale stato s'è ridotta! Parce sepulto.
Rompete le rughe. Sento che c'è gente che non potendo rifarsi una reputazione, si rifà il viso.
A Simone Signoret, fu chiesto come mai non avesse preso provvedimenti contro i segni del tempo che solcavano la sua faccia. Rispose: "Perché le mie sono rughe oneste".
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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