8 Marzo. Quest'anno, nel giorno della festa delle donne debutta sul mercato farmaceutico un nuovo contraccettivo femminile. Anni fa, la casa Ely Lilly (la stessa del Prozac) mise in vendita il Cialis, una specie di superviagra, il 14 marzo, festa degli innamorati. Scelte di cattivo gusto? Sì, certo. Ma, noto, si tratta di date laiche. E se un giorno fosse scelta una delle tante date del calendario cattolico, conoscendo la sessuofobia di quella fede, quale prodotto vedremmo in farmacia?
Tremo al pensiero.
Bondi pensa. Sandro Bondi, oggi coordinatore di Forza Italia, un tempo comunista, come tutti gli spretati odia gli ex correligionari in modo forsennato. Con la sua lingua marrone distribuisce offese ai compagni d'un tempo ed emozionati elogi ai nuovi amici azzurri. Ora ha scritto un libro che è un florilegio d'ossequi e omaggi per tutti gli uomini del Presidente. L'ha pubblicato Mondadori. che scoop, ragazzi!... Mondadori che pubblica pagine di un capo di Forza Italia?... quei managers editoriali sono ragazzacci imprevedibili e coraggiosi!...
Ad un tratto, dopo avere strapazzato in modo curiale la Costituzione, è detto che bisognerà "stendere una carta di valori comuni". Ma perché parla al futuro? I "valori comuni", Bondi e i suoi padroni non li hanno già stesi?
Caduta masse. Nel giro di tre pagine dello stesso giornale, leggo cinque volte l'espressione "crollo delle ideologie" scritta da tre diversi articolisti. E' una frase di successo, né il suo destino pare vicino al tramonto. Ma sono davvero cadute le ideologie? Eppure i loro segni imbrattano il mondo in ogni dove. Sì, il comunismo, dopo la caduta del muro, sta passando anni bui, ma non mi meraviglierei se tornasse in forma. Visto che cosa è successo al fascismo? Sembrava schiattato appena cinquant'anni fa, ed eccolo invece tornare a zompettare sulle scene. La scimmia assassina chiamata Uomo mai abbandonerà ideologie e fedi religiose, non può farne a meno. E qualora le vecchie, dopo averle rattoppate e ripresentate, diventassero proprio inservibili, se ne inventerà di nuove. Se un giorno accadesse di vivere senza perniciose idee salvifiche, terrestri o celesti, sarebbe il segnale di un nuovo passaggio nella storia dell'evoluzione. Dubito che questo pianeta possa vivere quel luminoso giorno.
Decibel. Nell'audio digitale, un minuto di silenzio o di pieno orchestrale, hanno la stessa dimensione in KB.
Fatale pensare al soddisfatto sorriso di Jhon Cage.
A proposito, tutti c'imbottiscono le orecchie di musica. Non solo quelli che t'assordano ai semafori con lo stereo a palla, ma pure coloro che frequentiamo per le necessarie pratiche quotidiane. In bus, metro, stazioni, taxi, sale d'attese, studi di medici, notai, avvocati: musica, implacabilmente musica. Roba da farmi odiare anche Mozart o Frank Zappa se li sento risuonare in quegli ambienti.
Perfino sulla poltrona del dentista, sono bucate gengive, strappati molari su impetuose onde sinfoniche, ritmiche scansioni jazzistiche, melismatici canti napoletani.
Il silenzio mette paura a tanti. Perché aiuta a pensare.
Inviti molesti. Sarà capitato anche a voi, come diceva Sylvie Vartan. A me, frequentando per lavoro certa gente, capita spesso. Cosa? Incontrare un'attrice, o un pittore, un musicista, un autore e ricevere inviti per le loro performances: recital, vernissage, concerti, presentazioni librarie. Costoro, in realtà, nell'invitare hanno la perentorietà di un ufficiale giudiziario nell'atto di notificare un'ingiunzione: "Devi venire!!" esclamano. Poi, forse dalla mia espressione addolorata e sgomenta nell'ascoltare quelle due parole, capiscono che inventerò qualche irresistibile scusa e, per pararla, si fanno carezzevoli, ricordano una nostra improbabile vicinanza d'un tempo lontano, fino a cedere all'umiltà e alla preghiera, dicendo una frase che, alla fine, tutti loro pronunciano: "Vieni, dura poco". Qualcuno azzarda perfino una previsione di minutaggio tenendosi furbescamente sul corto. Dura poco? Cioè parlano della loro sciagurata prestazione rassicurandoti suppergiù come fa l'odontoiatra per incoraggiare il paziente alla vigilia di un intervento. Dura poco. Ah, ma allora lo sapete che è una sofferenza!... Canaglie!
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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