Adornato, Ferdinando. Giornalista pragmatista. E’ stato definito “il re dei voltagabbana” perché comunista ieri, di destra oggi. C’è stato anche chi lo ha paragonato a Picasso perché, anche lui ha conosciuto il periodo rosso, il periodo verde, il periodo blu. Voltagabbana perché ha trovato sempre chi gli pagava ieri l’eskimo e oggi il cappotto; è uno, si sa, che non sopporta il freddo.
Mo’, in divisa berlusconiana, così zompetta sulle punte alla Camera “Gli italiani non subiscono più, colleghi dell'opposizione, l'eredità di un'antica «Italietta», sempre pronta a fuggire da ogni responsabilità, da voi, purtroppo, rappresentata. Siamo un grande paese di pace e di libertà”.
Che dire se non intonare il tormentone lanciato da Teo Mammucari: anvedi come balla Nando…
Berlusconi, Silvio. Cavaliere. Caduto da cavallo. Trafitto e tagliato da forchette e forbici Nexus.
Aveva detto “Perdere le elezioni? E’ irreale”. Ora vive nel mondo dell’irrealtà. Mondo horror allorché vede avvicinarsi l’ectoplasma agghiacciante del suo amico Bondi, e mondo splatter quando vede avanzare minacciose le castratorie figure dei suoi alleati Fini e Giovanardi.
Pare stia meditando con uno stalliere in una stalla di Arcore sulle parole del Maestro Sri Aurobindo: “E se l’irreale altro non fosse che il reale stesso? Cioè tutte le cose che all’inizio sembravano immagini o ombre cinematografiche?”
Bonino, Emma. Radicale sepolcrale. A un telecronista che alla vigilia della presentazione delle liste elettorali le chiedeva “Ma state col centrodestra o col centrosinistra?”, l’ho sentita rispondere: “Nonostante le tante promesse, fino ad oggi nessuno ancora ci ha telefonato”. Una volta tanto plaudo alla saggezza bipartizan. Poi m’è piombata in casa una pubblicità della signora EB, un grosso manifesto con tanto di nudi coperti da un pallino bianco sui genitali dei personaggi ritratti. Slogan: la nuda verità. Come a dire: niente da nascondere. Niente? Giusto un paio d’esempi: né il tentato accordo con Rauti? Né il referendum contro la contribuzione ai sindacati?... mah! All’interno del manifesto la Bonino fotografata sorridente accanto alla lista con il suo nome. Sorriso, quindi, del tutto immotivato. Sul suo volto nessun pallino bianco a coprirlo.
Carlesi, Nicola. Ex parlamentare di An, psichiatra caro a Gianfranco Fini, neodirettore del Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga. Le competenze del commissariato sono oggi aumentate perché scorporate dal Ministero del Welfare, e nella legge Fini, tutti i poteri sulle politiche antidroga sono affidate al commissario. Carlesi è per la linea tosta, acceso sostenitore dell’equivalenza tra droghe leggere e pesanti. Inoltre, ha chiesto anche la modifica della legge 180 voluta da Basaglia.
Non ha tutti i torti. La stessa presenza di Carlesi e il suo pensiero, fanno venire molti dubbi sull’opportunità della chiusura dei manicomi.
Casarini, Luca. Tuta imbiancata. Sì, quello dei “ceffoni democratici”, proprio lui.
Per stavolta non ce l’ha fatta a far vincere Berlusconi provocando incidenti il 4 giugno quando minacciò di rendere Roma “ingovernabile” (parola sua, mai smentita). Ma si consoli, le occasioni per rifarsi non mancheranno. Le cose peggiori del mondo hanno sempre un grande futuro.
Colli, Ombretta. Forzaitaliota. Un giorno, metà anni ’70, in Rai, facevo una trasmissione alla radio che vedeva ospite proprio la Colli. Lei era allora simpatizzante dei maoisti italiani dell’UCI… sì, quelli guidati da Aldo Brandirali ora in FI… ed io ironizzai su quel gruppo dalle severe regole interne: matrimoni solo fra loro, rifiuto degli elettrodomestici, libretto di Mao portato come i preti il rosario. Mi fulminò con lo sguardo dicendo “E ti pareva che non trovavo un fascista alla Rai!”.
Ora n’è trascorso di tempo, e, raggiante, posso dire: “Benvenuta nelle nostre file, camerata Colli!”.
Gardini,Elisabetta. Italoforzuta. S’è molto arrabbiata ad essere definita “soubrette” ed ha inondato le redazioni con comunicati stampa in cui, rifiutando quella dizione professionale, rivendicava il ruolo di “attrice”, invitando (un po’ seccamente in verità) a chiamarla soltanto così.
A un cronista che in un’intervista nel 1969 la definì attrice, Joséphine Baker – in Italia per una partecipazione a Canzonissima - rispose: “No, signore, io sono appena una soubrette”.
Questo piccolo episodio dà ragione alla Gardini, se infatti la Baker è una soubrette, non c’è posto per lei in quella categoria.
“Dio” – amava ripetere Joséphine – “mi ha dato delle natiche intelligenti. E a certe altre un cervello da stupide”. Morì nel ’75, nel sonno, aveva adottato dodici figli. Di tutte le razze.
Harman,Sabrina. Soldatessa americana. E’ quella ritratta sorridente mentre solleva il pollice destro chinata sul cadavere sotto ghiaccio di Manadel al-Jamadi. Ha le mani infilate in guanti verdi, è la più terribile delle foto finora viste di quella storiaccia. Perché se non ci fosse quel morto, sembrerebbe un frame tratto da uno spot pubblicitario di detersivi o d’altro.
In quel sorriso, infatti, non c’è nulla di tremendo o malvagio, sta lì a ricordarci la banalità del Male. L’aspetto della ragazza è gioviale, vaga rassomiglianza, però sul biondo, con la bruna Megan Gale che nella pubblicità Omnitel dice nel claim: “Tutto intorno a te”.
Sabrina Harman reclamizza Abu Ghraib, e pare dire sorridendo: “Lutto intorno a te”.
Zarqawi,Al-Abrahim. Capo di Al-Queda in Iraq. Gioisce delle decapitazioni, ne minaccia altre, plaude allo scempio dei cadaveri, dopo aver gridato: Allah è grande! Decapitare è cosa tozza, non sono troppo pratico di quella tecnica, ma credo richieda collaudata durezza di cuore e, perché no, abilità tecnica maturata con l’esperienza (imbattuti campioni della specialità sono ancora gli algerini della Gia islamica). I fondamentalisti musulmani iracheni, sono sì come gli americani appassionati fotografi delle loro gesta, ma eccellono anche – come si sa – nell’arte digitale del videoclip. Hanno già prodotto più di una evergreen. E credo che siano capaci di altre hits.
“I due eserciti combatteranno profanando la pietà” – dice Andromaca in “La guerra di Troia non si farà” (1935), di Jean Giraudoux – “e i più crudeli fra i loro uomini passeranno per eroi.”
L’Andromaca l’azzeccò nel mettere quell’ics fissa. Quasi quasi me la gioco pure io adesso.
Questa lista di nomi, alcuni imbarazzanti altri famigerati, ovviamente, non è esaustiva, ma solo esemplificativa. Troppi ne dovrei ancora includere. Ma, sono uno scansafatiche, e adducendo la banale scusa di non volervi troppo trattenere in questa lettura, stoppo la penna… no però, un cognome ancora voglio farlo:
Baget Bozzo , Giovanni. Non aggiungo altro. Basta la parola.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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