Buonuscita. Da anni sono iscritto a Exit che si batte, con progetti di legge sul testamento biologico e l’eutanasia, per assicurare una morte dignitosa quando una vita non è più tale.
Dovrebbe essere argomento sul quale non c’è da discutere, ma solo mettere al lavoro dei giuristi a redigere le norme opportune. Invece no. La questione diventa religiosa o ideologica… a proposito, sono curioso di sapere come se la caveranno su questa faccenda all’interno del Partito Democratico se un giorno quella formazione nascerà.
Ed ecco su tanti strazianti casi, di cui solo una parte approda alle cronache, esercitarsi politici e preti con astuti distinguo, ambigue glosse, ingannevoli note a piè di pagina, capziose postille teologiche.
Anche per questo io (e non solo la domenica) non vado mai in chiosa.
Cinematto. Esistono tipi in giro che mettono a dura prova anche i più accaniti difensori della legge Basaglia. Uno di questi è l’Onorevole – segue la celebre battuta di Totò – Andrea Colasio, responsabile nazionale cultura della Margherita.
Ha ideato un piano che, immaginando un’ennesima Agenzia, articola un progetto di legge che se approvato dal Parlamento in ciucca collettiva, vedrebbe piombare una tassa su chi ha Internet.
Cioè: “Una quota pari al 3,5% del fatturato annuo lordo degli operatori Internet derivante da traffico Iptv, streaming Tv e, in genere, da traffico di contenuti di immagini in movimento” (Capo V, art. 32, comma E).
Il cinema – prosegue Colasio con aria pia – è “attraversato da una crisi strutturale, nella quale si alternano con intensità diversa fasi di latenza e di ‘eruzione’ “…eruzione?!... di vulcanico ne vedo poco nelle nostre pellicole… ma forse si riferiva a patologie cutanee dei nostri autori.
Il sismologo (o dermatologo) Colasio, brandendo una margherita, furbescamente risponde ai critici indignati che “si tratta solo di tassare gli Internet Provider che generano i loro utili di impresa grazie alla commercializzazione di contenuti audiovisivi prodotti da altri, e contribuiscano, con una percentuale dei loro fatturati, proprio a quell’industria che tali contenuti produce”.
Già, e quelli lì a chi faranno pagare il loro aggravio se non agli utenti?
Colasio, si controlli!
Ex voto. Il governo di centrosinistra è insediato da mesi. Non m’aspettavo meraviglie (ma l’unica cosa da fare col voto era cacciare quello lì e i suoi reggicoda, lo abbiamo fatto), adesso è ora di sbugiardare gli inciuci uliveschi, alcuni avvenuti e altri alle porte. Non poche le tràstule.
Ad esempio, l’indulto. Con benefici accordati a chi ha commesso reati contro l’amministrazione dello Stato, scafisti, responsabili di morti bianche, pubblici ufficiali dalle accertate illegalità, bancarottieri. Non è un caso che Forza Italia ha votato con entusiasmo quella legge.
Le carceri scoppiavano perché piene soprattutto d’immigrati. Non si poteva rimandarli ai loro paesi a finire di scontare la pena? Era la ragionevole proposta fatta da Di Pietro. Ecco un uomo che, aldilà della sua collocazione parlamentare, è sostanzialmente di destra. Ma è una destra che manca in Italia. Ne abbiamo solo una composta di malaffaristi, filoclericali e neofascisti.
Garante. In Italia molti i garanti, poche le garanzie.
Mao. Settembre ’06: trent’anni fa moriva il Grande Timoniere.
Rossana Rossanda ha ricordato l’avvenimento su “il Manifesto”, con un articolo scritto in un momento in cui era vittima probabilmente di un’overdose di matriciana tagliata con salsa di soia.
Contorcendosi atrocemente sulla pagina soffia frasi che, di fatto, giustificano i delitti di Mao.
La più efficace risposta le è venuta da Antonio Moscato che ha scritto su “Liberazione” del 12 settembre: “Mi chiedo come sia possibile considerare semplici “sbagli” (magari inevitabili) le decisioni che hanno portato decine di milioni di morti in vari momenti come il “grande balzo in avanti” del 1958 e la rivoluzione culturale”. Per leggere l’intero articolo, si può cliccare sul sito di quel quotidiano, titolo: Dico a Rossanda: Mao era come Stalin.
Sbobba. Lunedì 25 settembre, La7. Ore 23. Dibattito sul testamento biologico. Fra i presenti, il senatore margheritino Luigi Bobba. Gli viene data la parola. Comincia il suo intervento con un lapsus: “Io non ho niente contro il testamento teologico”. Lo sapevamo già senatore, lo sapevamo.
Senti chi parla. L’infausta citazione di Benedetto XVI da Manuele II Paleologo: «Mostrami ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai solo delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva a diffondere la fede per mezzo della spada».
Chi vuole documentarsi da quale pulpito (è proprio il caso di dire) venga la predica, può cliccare
QUI e QUA … QUO?... al momento è fuori stanza.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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