Alcol. Si sa – dati dell’OMS – che l’alcolismo è tra le prime cause di morte al mondo. Ma una sbornia (una soltanto) l’anno non produce tanti disastri. C’è sempre in una festa aziendale un impiegato che mai beve e che quella sera, brillo, è visto ballare col lume in testa fra lo spasso dei colleghi. Oppure può capitare a un editorialista di scrivere da alticcio.
E’ capitato al pur eccellente Luigi Zingales il quale su L’Espresso del 2 febbraio scorso ha sostenuto che abbiamo ora una buona legge per l’Università. Titolo: “Io promuovo la Gelmini”.
Che Zingales prima di scrivere fosse ciucco (in realtà mai gli era accaduto), passi, ma che la Direzione tutta del settimanale abbia autorizzato la pubblicazione di quell’articolo dimostra una pesante, quotidiana abitudine al bere da parte di parecchi redattori.
A loro, ricordo le terribili Statistiche dell’OMS.
Austerità (1). Alla Rai, come sapete, c’è austerità per via della crisi di bilancio. Bilancio colpito anche dalla disdetta al contratto che la Rai ha dato a Sky rinunciando a 52 milioni di ricavi l'anno… ne ha beneficiato Mediaset?... vabbè sarà un caso… non siate malpensanti! Anche perché il direttore generale Masi ha vista lunga e i veri pericoli sa prevederli. Esempio: ad Angela Buttiglione e Marcello Del Bosco, in occasione del loro prepensionamento, il direttore temendo che i due fossero catturati della concorrenza (si sa, sono ghiotta preda) li ha incatenati a un contratto capestro concedendo alla prima (oltre all’incentivo di circa mezzo milione di euro) altri 420 mila per astenersi da passaggi ad altre reti tv. A Del Bosco, con analoghe clausole a tagliola, 435 mila euro più altri 260 mila.
E così ha tagliato le gambe ai concorrenti che erano già lì appostati per ghermire i due portandoli nei propri palinsesti. Ed eccoli, infatti, sconsolati e piangenti perché è stato loro impedito di realizzare il sogno: mettere le due star nel proprio carniere. Tiè!... Siete stati serviti!
Eh!... a Masi non la si fa.
Austerità (2). Nella stessa linea di rigore, altri provvedimenti. Decorrono dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2013. Il totale annuo di quanto corrisposto al “personale non dipendente” che presta servizio alla Rai non può eccedere dell'80% la relativa spesa media dei bilanci 2007, 2008, 2009.
Il “personale non dipendente” sono gli autori, i registi, i conduttori e i giornalisti esterni, il cui compenso andrà ridotto dal 10 al 20%.
Ovviamente a tante star e appaltatori che percepiscono cachet milionari tale cosa non sposta troppo i propri bilanci familiari e consente loro di provvedere all’indispensabile (acquisti di Porsche, attici in zone lussuose, vacanze all’estero in alberghi a 5 stelle, etc.), ma a chi percepisce cifre, ad esempio, fra i 1000 e i 2000 euro, forse, la cosa può avere un diverso significato.
Ma una direttiva se è democratica deve valere per tutti. E Masi alla democrazia ci tiene.
Poteva essere fatto un taglio sia pure del solo 10% ai dirigenti di prima fascia soltanto, cioè a quelli che guadagnano più di tutti? Via, ragazzi, mica siamo a Carnevale dove ogni scherzo vale.
Poteva non essere erogato alla signora Bonev – amica del premier – un contributo di un milione di euro per un suo film? Ehi boys, ma siete contro la cultura?... Allora ditelo!
Non mi risulta che i direttori delle reti radiofoniche e televisive abbiano pubblicamente snudato la spada dell’Islam contro quella circolare che colpisce i loro collaboratori con modesto reddito.
Quei direttori non appartengono al “personale non dipendente” e i loro stipendi nessuno glieli tocca.
Bambini coraggiosi. Mi va di segnalare questo sito meritevole d’elogio condotto da Roberta Lerici, figlia del drammaturgo Roberto, che informa dei tanti abusi sui minori, pubblicando documenti, sentenze e notizie sui moltissimi casi di cronaca che riempiono le pagine dei giornali.
Intorno ai minorenni e alle minorenne, lo sappiamo, s’aggirano certi tipi untuosi, anche anziani, semmai con aria da buon padre di famiglia e pure da cavaliere.
Cadaveliere. C’era una volta il cadavere di un cavaliere. Ma nessuno riusciva a trovare un orto dove seppellire quel morto. Fu così che invecchiando nella morte conobbe la sua più amara sorte.
Clint, perché? Perché hai girato “Hereafter”? Tu, che – solo per citare alcuni fra i più recenti – ci hai dato film belli come Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, Invictus. Hai fatto come l’altro tuo bravissimo collega Francis Ford Coppola quando è andato a naufragare sugli scogli metafisici di “Un'altra giovinezza”. La prossima volta che vi vengono voglie simili, fate una telefonata al Cicap ed è possibile che quelle voglie pretesche vi passino.
Ewolwing? Eleonora Brigliadori (appena 18enne ingaggiata da Berlusconi per la sua rete Telemilano 58 e, poi, annunciatrice ufficiale per i primi tre anni di Canale 5) non è solo attrice, ma anche pittrice, esoterista, e accanita sostenitrice dell’urinoterapia. Il suo percorso cosmico-mistico espresso nelle arti visive (non si dimentichi che ha interpretato accanto a Alberto Sordi il film “Sono un fenomeno paranormale”), l’ha portata addirittura a esporre al Vittoriano dove già si ammirarono le opere di Loris Nelson Ricci, amico personale del ministro (e poeta) Sandro Bondi. Si sussurra che, forse, esporrà a Milano nella Villa Reale negli stessi locali che ospitarono la scultrice Angiola Tremonti, sorella del ministro Tremonti.
Riconoscimenti importanti, mica da tutti!
Quello che sorprende, lasciando perplessi alcuni anglisti, è perché la Brigliadori definisce il suo stile scrivendo “ewolwing art”. Nell’invitare dal suo sito i visitatori alla conclusione della sua mostra al Vittoriano dice: “Io sarò li ad aspettarti e per lasciarti un talismano di Formentera“. Sono certo che per ringraziarla qualcuno le ha regalato un dizionario tascabile d’inglese.
Lungimiranza. Il 23 ottobre 1922, alla vigilia della grande manifestazione fascista di Napoli in preparazione della Marcia su Roma, il capo del governo Luigi Facta telegrafò al Re: “Situazione politica rischiarata. Dalla riunione fascista di Napoli non emergerà nulla di importante”.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.
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