9 Febbraio. E’ una data che nel futuro sarà ricordata con vergogna. Il governo l’ha chiamata “Giornata della vita e degli stati vegetativi permanenti”.
Perché proprio il 9-2?
Perché – e qui non c’è parola per qualificare la bassezza morale e politica di quella scelta – è il giorno in cui morì Eluana Englaro.
Giorgio Cosmacini, medico e storico della medicina, docente di storia del pensiero medico all’Università San Raffaele di Milano: “Fino a 50 anni fa il rischio era di una morte apparente, oggi c’è da temere la vita apparente, cioè l’idea di dover essere tenuti in vita pur essendo morti”.
Aggregazioni. Quando il premier incontra possibili elettori, si riferisce all’uditorio dicendo - e fin qui mai dimostrandolo - che avrebbe voluto essere uno di loro. Di volta in volta: fornaio, chirurgo, idraulico, palombaro, grecista, astronauta, ginnasta, matematico, netturbino. Tanto da far pensare che deve essere stata assai travagliata la scelta che, infine, ha poi fatto.
Fra tante professioni una soltanto mai ha nominato: quella di magistrato. Forse perché mai l’incontra e li evita perfino in tribunale; e, forse, perché – come dichiarò il 4 settembre del 2003 – “Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”.
Chissà se in futuro a un incontro con detenuti dirà: “Volevo essere uno di voi. E l’ho dimostrato. Diventandolo”.
Baciamo le mani. Che il Cavaliere sia uomo riguardoso è fuori discussione. Per lo stile del suo galateo pare s’avvalga di buoni consulenti pescati anche in ambienti apparentemente lontani dal bon ton. Alcuni malevoli hanno messo in giro la maldicenza che, ad esempio, per il baciamano si sia fatto istruire da un certo stalliere. Calunnia. Quello chiamato “stalliere”, assunto dal premier, mai è stato visto tenere cura di cavalli e tanti sono pronti a giurare ch’è venuto su da una buona famiglia. Di certo ha bene istruito Berlusconi. Eccolo, infatti, in un perfetto baciamano vedi QUI.
Beneducato. Il premier ci tiene alle buone forme. Per esempio, poco tempo fa, nell’agosto scorso, tutta la stampa internazionale sottolineò la regale accoglienza riservata a Gheddafi. Chi dimentica le
centinaia di avvenenti ragazze allertate dall'agenzia Hostessweb che festeggiarono il Colonnello? E i doni, e i tanti complimenti che Berlusconi dedicò all’ospite elogiandone saggezza e buon governo?
Né s’è smentito nella recente crisi libica. A chi gli chiedeva come mai fin dal primo momento (cioè mentre Gheddafi praticava un genocidio contro il suo popolo), non fosse intervenuto, ha risposto “Non volevo disturbare”. Via, uno carino proprio!
Iettatore. Si è superstiziosi nel pensare che il Cavaliere, forse, porti sfiga? Certo, è bastato che nominasse Mubarak e abbiamo visto com’è andata. Sia come sia, c’è chi s’è documentato sulla cosa (con un appropriato audio): QUI.
Lotte selvagge. "Io voglio sempre andare in aula, ma gli avvocati me lo impediscono”.
Ve l’immaginate la scena? Lui parte di scatto, ma Niccolò Ghedini con zompo felino lo placca con maestrìa da rugbysta… macché, Berlusconi se ne libera e punta deciso verso la porta, ma lì, l’altro avvocato, Piero Longo con una Kami Shio Gatame (tecnica d’immobilizzazione judoistica) lo ferma… il premier però riesce a divincolarsi e s’avvia di corsa, ma non ha fatto i conti con gli assistenti dei due legali che, giovani e aitanti, ne hanno la meglio definitivamente.
Che volete, lui ce l’aveva messa tutta.
Minimo garantito. Aldo Fabrizi nel cominciare i suoi monologhi diceva “Ci avete fatto caso…”.
Ci avete fatto caso che quando i tribunali condannano qualche tonaca, alcuni tacciono la notizia e, nei casi più clamorosi, in alquanti la pubblicano per poi farla sparire rapidamente dalle cronache?
Ecco perché ricordo ai più distratti solo due casi recenti della sterminata serie.
Il tribunale di Roma il 3 marzo ha condannato don Ruggero Conti, l'ex-parroco di Selva Candida, a 15 anni e 4 mesi di carcere per abusi sessuali ai danni di sette ragazzi del quartiere romano.
L'accusa ha sostenuto che il sacerdote, per dieci anni, abbia ripetutamente abusato di giovani affidati alle sue cure nell'oratorio e nei campeggi estivi, approfittando delle situazioni di debolezza o difficoltà familiare in cui si trovavano le vittime.
Sette anni e otto mesi di reclusione, 190 mila euro di risarcimento alla vittima e alla madre, interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi interdizione perpetua a fini educativi. E' la condanna inflitta il 16 febbraio dal tribunale di Savona a don Luciano Massaferro, 46 anni, parroco di San Giovanni e San Vincenzo di Alassio, accusato di molestie sessuali nei confronti di una bambina di 12 anni.
Moralità. Leggo da sempre con attenzione le “Lettere al Direttore” di quotidiani e periodici, accanto a cose buffe se ne trovano di serissime, roba che se dirigessi quella pubblicazione inviterei chi scrive a una collaborazione con la testata.
Un antefatto. Benedetto XVI ha affermato che l’educazione sessuale nelle scuole di alcuni paesi europei è una minaccia alla libertà religiosa: bisognerebbe insegnare la morale sessuale cattolica.
Ed ecco come la lettrice Francesca Ribeiro commenta la dichiarazione in una mail a “Repubblica”.
“Morale sessuale cattolica? Nessun rapporto con la persona amata se non si è sposati (art. 2353 del Catechismo). E, in mancanza di rapporti, vietato masturbarsi, perché “è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato (art. 2352). Gli omosessuali, da accogliere con compassione, sono chiamati alla castità (art. 2358). Atto “intrinsecamente cattivo”, invece, anche per persone sposate, in chiesa, ricorrere al condom al fine di non procreare (art. 2370).
Questo per capire quanto l’educazione sessuale cattolica è una minaccia alla libertà della persona”.
Direttore Ezio Mauro: collaboratrice sùbito!
Malaugurio. L’attore Andy Garcia (conservatore, figlio di genitori fuggiti da Cuba alla caduta di Batista), ha detto: "Spero che Cuba diventi libera come l'Italia". Anticastrista? Certo. Ma soprattutto uno che ce l’ha proprio col suo paese augurandogli nuove disgrazie.
Zoom. Bondi il 2 marzo ha dichiarato: “Lascio la Cultura”.
S’ignora in quale data della sua vita il ministro l’avesse incontrata.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.
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