41. Diceva Samuel Johnson: "Il patriottismo è l'ultimo rifugio di un briccone”.
Esistono, però, alcuni bricconi più bricconi di altri. La storiella che segue lo dimostra.
Mentre si allestivano i funerali al 41° militare italiano caduto in Afghanistan, un cantante a una festa leghista ha intonato un brano che inneggiava all’Italia. Immediata la reazione di Bossi e compari che gli hanno mostrato il solito dito medio. I patrioti (… e quanti sono a definirsi tali!) che sostengono il centrodestra sappiano che votano per quel dito destro.
E ricordino che votano per il ministro La Russa (… un altro patriota che lèvati!) che, forse eccitato da qualcosa più forte del patriottismo, si presenta a cerimonie militari con abiti “appropriati per presenziare ad una cerimonia di scambio di gagliardetti fra bocciofile” come scritto in una lettera indirizzatogli dall'Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica Militare, firmata dal generale Giuseppe Lenzi che non manca fra l’altro di fargli notare che chi muore laggiù lo fa “per quel vessillo (che, purtroppo, elevati ed inqualificabili esponenti di fede politica contigua alla sua userebbero per nettarsi…”.
Patrioti del centrodestra, é grazie a voi che siamo da secoli, calpesti, derisi.
Audiobox. Alla Rai diventano sempre più bravi nel manipolare l’informazione sia falsando alcuni fatti sia omettendone altri, specialisti nell’esaltare il presente deformandolo secondo convenienza.
Dovrebbero decidersi: o si fa la storia o l’agiografia.
Del Tg1 si sa, di Radio3 un po’ meno perché, nonostante il crollo degli ascolti di quel telegiornale, sul piano dei numeri, Radio3 poco significa e se ne parla meno. Proprio lì, di recente hanno combinato una furbata spacciando per nuova (e lodandosi, e imbrodandosi) una cosa che la stessa Rai ha avuto il merito di realizzare in anni in cui l’azienda aveva un ben diverso prestigio.
Sono stati sorpresi sul fatto: tutti i particolari in cronaca.
Crudeltà. Dai giornali: “L'avvocato Nicola Avanzi, che difende Lele Mora, ha detto: “Il mio assistito ha ricevuto in cella “Il sangue dei vinti'” di Giampaolo Pansa.
Forse Mora merita la detenzione, d’accordo, ma la tortura no!... Qui siamo ad Abu Graib!!
E ancora: “Il signor Lele sta affrontando la prova con grande dignità”.
Un dubbio: l’avvocato si riferiva alla lettura del libro di Pansa?
Ultim’ora: il 29 settembre Lele Mora ha accusato un malore in tarda mattinata ed è stato ricoverato all’ospedale S. Paolo. Secondo alcuni è la prova che aveva terminato la lettura del volume di Pansa.
Romanzeide (1). Repubblica ha dedicato ampio spazio (23-7-’11) al decomposto tema “morte del romanzo”. Lo spunto del servizio da una frase di Philip Roth: “Ho smesso di leggere romanzi. Non ne leggo più. Leggo altre cose: storia, biografie”.
Nell’inchiesta nomi di valore: Michael Cunningham, Catherine Dunne, Alberto Manguel, Umberto Eco, e altri validi autori di narrativa.
Ognuno, con diverse ragioni, ha difeso l’odierna fiction letteraria sconfessando Roth.
Intervistarli è stato come chiedere a chi vende latte se lo smercia fresco oppure andato a male.
Nel corso del reportage citate frasi celebri che omaggiano quel genere letterario.
Assente Manganelli, disse: “Basta che un libro sia un romanzo per assumere un connotato losco”.
Romanzeide (2). Spesso ho espresso la mia insofferenza verso chi ancora oggi scrive su carta romanzi. Alcuni (pochissimi) sono anche belli, ma più che brutti o belli, adesso sono inutili.
Le novità nella narrativa vanno ricercate in altre forme. Ora, nell’ipertesto. Il primo romanzo ipertestuale a essere pubblicato sul Web fu, nel 1994, “Delirium”, di Douglas Cooper, che permetteva di navigare all'interno di quattro storie incrociandole e dissezionandole con movimenti visivi e random usando software come Storyspace e Hypercard.
“I testi della eLiterature”, come scrive Alessia Rastelli, “nascono già elettronici, quasi sempre interattivi, arricchiti da audio e video oppure animati da algoritmi che spostano singole lettere o interi capitoli sotto gli occhi di chi li guarda. Così la letteratura si spinge ai confini con l'arte e la fruizione sembra di volta in volta irripetibile”.
Romanzeide (3). In “The set of the U” del francese Philippe Bootz, grazie a un apposito programma, la mescolanza di suoni, immagini e testo varia a ogni riproduzione.
Oltre 500 combinazioni, invece, in “Bromeliads”, opera in prosa dell'americano Loss Pequeño Glazier, ritenuto con Bootz e lo statunitense Michael Joyce tra i principali autori di eLiterature.
Faccenda preconizzata da Italo Calvino. Sua l’invenzione del termine “iperomanzo” un luogo “d'infiniti universi contemporanei in cui tutte le possibilità vengono realizzate in tutte le combinazioni possibili", che funziona come "macchina per moltiplicare le narrazioni".
Il nuovo romanzo ha cambiato supporto e scrittura, vive adesso anche nei videogames interattivi.
Sky in Cielo. Domenica 29 agosto, ore 12. Va in onda Sky Tg 24. L’uragano “Irene” ha già fatto 9 vittime e s’ignora ancora come andrà a finire. In Libia si scoprono orrori con centinaia di morti. Ma la nuova direttrice Sarah Varetto apre l’edizione collegandosi (per oltre 15’) con Castelgandolfo per trasmettere l’Angelus. Compresi tutti, proprio tutti, i saluti papali per ciascun gruppo ammesso nel cortile, da fervorosi cresimandi di un paese del varesotto ad aspiranti idraulici appulo-lucani.
Sono abbonato a Sky (ottima per molte altre sue programmazioni) per scansarmi i comportamenti dei Minzolini, dei Vespa, ma quel tg ha messo a dura prova il mio rinnovo all’abbonamento.
Fortunatamente non è mancato un momento di comicità involontaria. A un tratto, per un uno sfortunato disguido, mentre parlava il Pontefice è apparsa nel margine inferiore dell’inquadratura la scritta con il nome dell’inviato Paolo Maria Paci. Sappiamo che Paci è assai bravo e sa fare il suo lavoro, ma che l’avessero fatto Papa, via, ha sorpreso non poco noi telespettatori.
M’ispiro al Vangelo secondo Matteo (16 – 22, 23) per dire alla Varetto: “Vade retro. Tu mi sei di scandalo”.
Sonno. Sul sito DueRighe – fondato da Leonardo Echeoni, scomparso nel 2010 – si dà notizia di “una macchina destinata a sconfiggere l’insonnia grazie alla somministrazione di stimoli elettrici al cervello”. Che sia benvenuta! Dubito, però, che la sua sperimentazione possa trovare volontari disposti a provarla perché leggendo oltre si apprende che “Lo strumento sarà applicato sullo scalpo”. Se il sonno rapirà quei volontari che hanno offerto il proprio scalpo, non mi pare che sia un gran successo per i neurologi al lavoro, i loro pazienti dormivano già da un pezzo.
Zoom. “E’ più facile morire per le masse che viverci insieme”. Joseph Roth, 1966.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.
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