12 dicembre. A Milano, come ogni anno, in Consiglio comunale si è ricordato il tragico anniversario della strage della Banca dell’Agricoltura.
Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno abbandonato l’aula con lo specioso motivo che a parlare non fossero esclusivamente rappresentanti delle Istituzioni.
Ho tentato invano di scrivere qui i nomi dei fratelli forzuti che hanno guidato la rivolta; la tastiera chissà perché li ha sì tracciati ma lasciando sul foglio una striscia color marrone.
29 giugno. Nel 1985, Salvatore Buzzi uccise con 34 coltellate il ventenne Giovanni Gargano suo complice in una truffa. Condannato, fu detenuto modello. Si laureò in Lettere e Filosofia durante la detenzione. Fu portato ad esempio di quanto possa una rieducazione, e, sostenuto da esponenti autorevoli di Sinistra, ottenne la grazia. Benvoluto in area Pd, trafficava contemporaneamente con terroristi neri dei Nar; è stato arrestato, com’è noto, nell’àmbito dell’inchiesta “Mafia Capitale”.
Il malaffare passava per la Cooperativa, da lui fondata nel 1985, chiamata “29 giugno”.
29 giugno?!... rumble… rumble!... perché proprio quella data?
Molti si dicevano certi: nome dedicato alla nascita di Giacomo Leopardi, 29 giugno 1798.
Altri giuravano su di un ossequio rivolto a Giorgio Napolitano nato il 29 giugno 1925.
La verità venuta fuori in questi giorni è un’altra.
La Cooperativa è così chiamata dalla data di un convegno tenuto nel carcere di Rebibbia.
Signori si nasce.
Alto monito. Allarme nelle Cancellerie internazionali. Secondo voci solitamente bene informate, il discorso di fine anno del nostro Capo dello Stato, conterrebbe, infatti, una durissima condanna dell’Isis in un momento in cui si tentano mosse diplomatiche per liberare ostaggi occidentali.
Pare, addirittura, che Napolitano voglia rivolgersi direttamente agli jihadisti senza mezzi termini e, riferendosi alle decapitazioni, affermare con minacciosa fermezza: “Opportuno abbassare i toni”.
Angelicità. Morto in carcere uno dei più feroci serial killer americani: complice il cugino, rapì, torturò e uccise dieci donne. Si chiamava Angelo Buono.
Beria (1). Uno dei giornali più vicini a Putin, “Nezavisimaya Gazeta”, ha lanciato una campagna di riabilitazione di Lavrentij Beria, tenebroso capo stalinista della terribile Nkvd.
Eppure, un tempo, bastava un Sì di Beria e si finiva in Siberia.
Beria (2). La riabilitazione in corso di Beria, renderà presto il duo Berlusconi-Salvini, fieri anticomunisti in Italia, a essere, come già sono, amici non soltanto di un ex agente del Kgb, qual è Putin, ma pure del capo della sanguinaria polizia segreta comunista.
Sembra che i due, per non trovarsi impreparati in un possibile vicino futuro, stiano già studiando la figura del dolce Pol Pot, rilevandone gli evidenti segni di tolleranza e indulgenza che ne connotarono la vita.
Maggioranza. "Ma in fin dei conti” - pensava il Capitano - “che cos'é questa maggioranza e da chi é composta? e che cosa pensa, come fa a fare quello che fa? non cambierà mai? e io, soprattutto, come ho fatto a trovarmi in mezzo a questa marcia maggioranza?”.
(Ray Bradbury, "Cronache Marziane")
Scontri. Non accenna a spegnersi il dibattito sullo “scontro di civiltà” rappresentato, secondo alcuni, da Islam da una parte e Occidente dall’altra. La Sinistra arretra inorridita di fronte a quella dizione e pigolando la nega sostenendo la diversità culturale; la Destra avanza affermandola ringhiando e ottusamente sostenendola, decidendo autonomamente che i più civili siano gli occidentali.
È un dibattito fra dementi.
Basterebbe solo decidersi saggiamente a parlare di “scontro d’inciviltà”.
Entrambi i contendenti, infatti, essendo umani, indossano lo stesso sistema nervoso centrale delle scimmie assassine.
Esistono solo regole condominiali diverse, e il condominio è cosa seria.
Da noi le donne possono mostrare pelle nuda, non è proibito ascoltare musica, non condanniamo al carcere una ragazza che vuole assistere a una partita di baseball, le condanne a morte sono uguali per femmine e maschi mentre la lapidazione tra gli islamisti vede le donne sotterrate fin sopra il seno e gli uomini soltanto fino alla vita (qualche speranza in più di farla franca, insomma, ce l’hanno).
Regole condominiali.
Io vivo in un condominio europeo e, al momento, non ho intenzione di trasferirmi altrove.
Zoom. "A suo modo era un grand’uomo, ma che cosa importa ciò che si dice d’un morto?”.
Ultima battuta della tenutaria Marlene Dietrich al corpacciuto cadavere del poliziotto Orson Welles.
(“L'infernale Quinlan", 1958)
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.
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