9 Aprile. Don Luigi De Rosa, Parroco di Vairano Scalo, su Facebook.
"Chi pensa di abortire è una puttana, o una troia oppure una sgualdrina".
Nessun autoritarismo di linguaggio. Don Luigi, democratico qual è, dà la possibilità di scegliere.
Apprensione. Allarme tra tutti i saggisti che hanno scritto sull’opera poetica di Sandro Bondi.
Già, perché l’ex Sindaco Pci di Fivizzano, poi divenuto una delle maiuscole figure italoforzute, presa la penna (vincendo la resistenza di quest’ultima a essere da lui impugnata) s’è dimesso dal partito e ha abbandonato Berlusconi. Un tempo, è stato entusiasticamente storicizzato dagli studiosi dello sperimentalismo (sia quello in chiave metaforicamente bucolica sia quello dalla più rigorosa cifra agricola) come autore capace di ruvidi versi densi d’indignatio quali questi che risuonano in “A Silvio”, con il sinistro lampo dantesco che, terribile, li chiude: “Vita assaporata / Vita preceduta / Vita inseguita / Vita amata / Vita vitale / Vita ritrovata / Vita splendente / Vita disvelata / Vita nova”. E che dire poi dell’appassionata ode dedicata a Fabrizio Cicchitto? Costui molto ebbe a soffrire nella vita sua perché bersagliato da malevoli che talvolta ghignando gli ricordavano d’essere stato un iscritto alla loggia massonica P2 (fascicolo n. 945, tessera 2232, data d’iniziazione 12 dicembre 1980). Soccorrevole, il Bondi canta: “Viviamo insieme / questa irripetibile esperienza / con passione politica / autentica / con animo casto”. Sul corpo il Vate non si pronuncia. E conclude con commossi accenti: “La mia fede / è la tenerezza dei tuoi sguardi. / La tua fede / è nelle parole che cerco”. Qualche maligno aggiunse che le trovò pure.
O ancora i versi dedicati, con pudica misura, a mamma Rosa Berlusconi: «Mani dello spirito/ Anima trasfusa / Abbraccio d’amore / Madre di Dio».
Furono registrate allora parecchie incazzature nelle sfere celesti.
E ora? Pare che molti studiosi dell’opera del Bardo, imbarazzati, si stiano orientando a porre in primo piano le liriche dedicate a personaggi famosi non in politica.
Per esempio questa dedicata a Susanna Tamaro: “Vertigine del nulla / Pastura dell’angoscia / Cima della vita / Verità dell’amore”.
Sia come sia, ma a me il primo verso sembra straordinario, un grande ritratto di quella scrittrice.
Cachistocrazia. Tra le nuove voci accolte nella più recente edizione dello Zingarelli, troviamo “Cachistocrazia” = “Governo dei peggiori”.
Nello stesso elenco di parole nuove: “Rottamatore”. Che perfidi quelli dello Zingarelli!
Cherubini. Si nasce. Jovanotti si diventa. Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti) si dichiara renziano. Poco mi sorprende. Uno che dice “Credo che a questo mondo / esista solo una grande chiesa / che va da Che Guevara / fino a Madre Teresa” più che pensare positivo, come imprudentemente afferma nel titolo di quella canzonetta, deve pensare alla sua malferma salute mentale. A proposito di Madre Teresa, consiglio a Jovanotti la lettura della controbiografia di quella suora scritta da Christopher Hitchens: “La posizione della missionaria”, edizioni Minimum Fax.
Concordia. Una nave si chiama “Concordia” e Schettino la manda a sbattere. Una cooperativa ha lo stesso nome e naufraga negli scandali, come accertato dalle confessioni di Francesco Simone.
Parola malaugurata? Ma allora nel nostro Paese regna la concordia?
Non buttiamoci giù. Parla, l’ex presidente di Italferr Giulio Burchi in alcuni passaggi delle intercettazioni allegate agli atti dell’inchiesta di Firenze sulle grandi opere che ha portato all’arresto di Ercole Incalza e alle dimissione di Lupi da ministro delle Infrastrutture.
“Forse si sta bene solo in questo Paese qua… deregolarizzato… nessuno mi può dire un cazzo… anche se qualche compromesso l’ho fatto anche io come tutti… però i soldi che ho guadagnato in questo Paese di merda deregolarizzato… non li avrei mai guadagnati in Inghilterra o in America”.
Quelli che si oppongono alle intercettazioni telefoniche vanno capiti. Dalle intercettazioni non zompano fuori solo cose illegali che li coinvolgono, ma pure sozzerie che danno la misura di certi personaggi. Perché nella parte dell’esempio prima citato – e anche per i 200 libri e le 2000 bottiglie dei vini di D’Alema acquistati dalla Cooperativa Concordia (il leader Massimo, si sa, è scrittore ed enologo assai apprezzato dai soci di quella cooperativa) – nulla c’è d’illegale, però, talvolta, ecco ritratti utili agli elettori nel giudicare comportamenti di – quanto meno – discutibile costumatezza.
Zoom. Filippo Inzaghi, allenatore del Milan, Sabato Sprint, Raidue: “Se facciamo gol e non ne prendiamo, vinciamo”.
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.
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