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Terracini non fa rima con Verdini

 

* Il tumultuoso, voluminoso, irrompere di sempre nuove notizie dalle quali siamo raggiunti attraverso i plurali canali offerti dalle nuove tecnologie, se da un lato favorisce l’informazione dall’altro provoca amnesie per l’impossibilità di ricordare tutto.
In alcune mail – qui ringrazio i mittenti – mi hanno fatto notare che talvolta, in questa sezione del sito, commento notizie già trascorse.
Proprio per le ragioni cui prima accennavo, francamente mi pare necessario.
Troverete, infatti, nelle prossime righe qualche data che mi sembra utile ricordare.
* * C’è chi, con molto garbo in verità, mi ha ricordato che tempo fa dicevo bene di Renzi.
Vero. Ci sono cascato. Era, però, il tempo in cui il futuro premier diceva cose esattamente all’opposto di ciò che ha combinato dopo essere diventato segretario del Pd e poi presidente del Consiglio dei Sinistri. Voleva, tanto per dirne una soltanto, rottamare la vecchia classe dirigente piddina. Poi ha rottamato solo Prodi, D’Alema e Bersani. Non rottamati ma accolti festosamente, Verdini e altri inquisiti; rottamati 47 articoli della Costituzione in un colpo solo e via discorrendo.
È anche vero che alcuni amici, più svegli di me, o soltanto meno fessi, mi dicevano di non fidarmi di quel furbastro gigliato, ma che volete farci quella volta ho creduto a chi vendeva come nuove cravatte nell’ombrello.

 

19.4.’16. A oltre 3 mesi dalla morte di Giulio Regeni, mentre continuiamo a prendere schiaffi da quel governo egiziano da Renzi definito “governo amico”, accade anche dell’altro.
"Regeni? Un episodio sfortunato". La tortura? "Un depistaggio". Le conseguenze? "Esagerate: nulla può interrompere i rapporti tra Italia ed Egitto". I colpevoli? "Certamente non il governo di Al Sisi ma qualcuno che mina a delegittimarne i rapporti con il nostro paese".
Queste parole sozzone sono di due parlamentari italiani di maggioranza, i verdiniani Lucio Barani e Francesco Amoruso in un'intervista data, nella data in grassetto, alla televisione Sada El-Balad.
Il Pd renziano, alleato con quei due signori, mai li ha smentiti. Silenzio cantatore.
Perciò chi vota Pd, vota anche quei due.

 

20. 4. ’16. Data epocale. Ha parlato il renziano Campo Dall’Orto illustrando la nuova Rai.
Ha premesso: “Sarà in sintonia con il Paese”. Allarme rosso: sarà, quindi, una Rai di merda.
Frutto evidente di un’overdose di melenzane alla parmigiana, seguono altre sue parole.
Rai Uno: affidabile, familiare, universale.
Rai Due: anti-conformista, esploratrice, sperimentale.
Rai Tre: linguaggi innovativi, immagini d'autore.
Rai Quattro: divertente, giovane, fantasy, sfrontata.
Fin qui il dg Campo Dall’Orto.
Cara Rai, ti sento male… non c’è campo.

 

 

21.4.’16. Pier Camillo Davigo, Presidente Associazione Nazionale Magistrati, a proposito dei politici, dice: “Non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto”. Apriti cielo! Ad eccezione del M5S, tutti, proprio tutti, Renzi in testa, si precipitano a lapidarlo. Eppure ha detto cose che ogni italiano pensa.
Chi nega che le cose stiano come dice Davigo, lo dice con la mascherina sul volto.

 

 

Candidati (1). L’ambientalista Nathalie Naim è stata cacciata dalla lista di Giachetti perché c’è contro di lei una denuncia per diffamazione a mezzo stampa da parte dei bancarellari del Tevere.
Interrogato da un giornalista sull’esclusione di Naim, Giachetti ha risposto: “Chiedetelo a Orfini, lui ha deciso le liste”.
Ammette, quindi, di contare nulla. Non ha diritto di parola neppure sulla lista da lui capeggiata.
Resta, invece, in lista Erica Battaglia che ha ricevuto un contributo per la campagna elettorale 2013 dalla Cooperativa 29 giugno di Buzzi indagato per Mafia Capitale.
Qui Giachetti, però, è scattato spiegando che “Non ha carichi pendenti” e “Quei contributi da Buzzi erano regolari, li ha presi alla luce del sole”.
Vale a dire senza vergogna.

Candidati (2). Crozza ha terminato la sua trasmissione e i dirigenti di La7, pare siano preoccupati perché senza comici in prima serata. Sono dei gran distratti. Proprio su quella tv, con la Gruber s’è esibito Marchini producendosi in scene d’irresistibile comicità.
Sì, è vero, ha ammesso, è sceso da una Ferrari per salire su di un’utilitaria recandosi a un comizio.
Strategia elettorale per non girare in città con macchine appariscenti? Macché.
L’ha fatto solo per non umiliare chi arriva con difficoltà a fine mese.
Appena spentesi le risate del pubblico, ha ripetuto che nonostante il sostegno di Storace e Mussolini (Alessandra), nulla può far pensare a una sua posizione di destra perché Storace è un fascista “de core” (… questa, ammettiamolo, ci mancava) “de core” – ha precisato – “nel senso di autentico, fascista nel senso che ha una posizione chiara, che non ha nulla da nascondere”.
Mica nega, infatti, i rastrellamenti a Roma eseguiti dai suoi amici. Né l’apologia della Rsi. 
“Dopo di che” – continua Alfio prima di mordere l’orecchio a Turiddu – “ha aderito interamente al nostro programma, nero su bianco”. Poteva essere di un altro colore quell’adesione?


Candidati (3). Proviene dalla Dc, cattotalebano (regolarmente separato e risposatosi come Cristo comanda a Las Vegas, Nevada) aderisce al Ppi, poi al Pd e in associazione con altri stende (in tutti i sensi) lo statuto del partito. Chi è? È Adinolfi Mario.
Nel 2014 pubblica “Voglio la mamma” (un adulto che frigna?... un grido incestuoso?), in cui contesta i "falsi miti di progresso" (aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, utero in affitto).
Sostiene Matteo Renzi nella candidatura alle elezioni primarie per la premiership del centrosinistra.
Attivissimo, fonda il quotidiano “La Croce” che dopo un calvario durato 4 mesi e 3 giorni schioda dalle edicole perché nessuno se lo fila.
Nel marzo 2016 fonda Il Popolo della Famiglia ed è ora candidato sindaco di Roma “Con l’aiuto di Dio, con lo sguardo benevolo di Maria Vergine”.
Se alle urne gli andasse male, che pensare? Dio s’è rifiutato di aiutarlo? Maria l’ha guardato storto?
Gesù, fate luce.

Candidati (4). Storace a chi gli ricordava che Alfio Marchini, da lui sostenuto, è "nipote di partigiani", ha replicato senza ridere: "Accanto al nonno di Marchini c'è pure il nonno della Mussolini”. E ci è andata bene che il noto avo non si presenti alle prossime elezioni!

 

 

Eutanasia. Le fanfare governative hanno assordato gli italiani sull’approvazione dell’azzoppata legge sulle unioni civili (tanto azzoppata che la filosofa, e parlamentare, Michela Marzano ha lasciato il Pd). Sotto silenzio la notizia che la legge sull’eutanasia era stata soppressa (contro la sua volontà) escludendo perfino l’Associazione Exit, firmataria di una proposta di Iniziativa Popolare con 67 mila firme raccolte.
Il presidente di Exit, Emilio Coveri, ne ha pubblicato notizia sul web.
Per leggere il suo comunicato, gli iscritti a Facebook possono cliccare qui > EUTANASIA: EXIT-Italia, EXIT-Svizzera italiana

 

 

Fatto. Notizie di sondaggi dalla prima pagina del “Fatto Quotidiano” del 17 maggio.
“Meloni ancora sopra Marchini”. Titolista, si controlli.

 

 

Geografia.  Renzi ha detto che il Gottardo si trova in Italia. Effetti della “buona scuola”?

 

 

Lavoro. Molti imprenditori incassato il munifico dono renziano (costato 12 miliardi) per fare assunzioni, hanno poi licenziato. Inoltre, i voucheristi aumentano.
“Il mondo del lavoro cambia” strilla il sito web del Ministero di Poletti.
Sì, cambia. Ora è chiaro. Cambia proprio.

 

 

Zoom. Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com’è difficile scegliere! (Gesualdo Bufalino)

 

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.          

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