Questa sezione del sito Nybramedia fino al mese di  giugno ’19 ospitava ogni mese miei commenti sull’attualità artistica, sociale, politica. Da ottobre di quest’anno 2019 cambia il suo formato.
Riporterò, infatti, frasi tratte dalla letteratura e dal giornalismo, battute cinematografiche e teatrali, scritte sui muri o su volantini oppure trovate sul web.
Cose cui talvolta mi hanno fatto pensare gli avvenimenti del mese, oppure mi sono venute alla mente da ricordi lontani.
Tutti gli scritti, però, saranno ispirati alla dea chiamata Brevità.
Se qualche rara eccezione ci sarà riportando parole mie, sempre alla legge di quella dea si atterrà.
Perché questo cambio di rotta rispetto alle passate edizioni che vanno avanti dal febbraio 2000?
Sono in tanti a scrivere e commentare i fatti correnti.
Aggiungere anche mie parole? Sono proprio necessarie? Non credo
È stato detto che la carta è stanca. Ma anche altri supporti.
Non voglio, almeno qui, aggiungere nuovi sfinimenti a quella tombale spossatezza.

- Costituzione, art. 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
In Italia, al 31 dicembre dell’anno appena trascorso, i morti sui luoghi di lavoro sono 719.
Dall’Osservatorio Indipendente Morti sul lavoro di Bologna.

 - Hammamet, il film: viaggio al termine dell’indecenza; vedi QUI
Da Cosmotaxi, gennaio 2020

 - Per Claudio Martelli, Craxi era “un rifugiato”. Scappava dai bombardamenti di monetine.
Da Spinoza.it, 18 gennaio 2020

- “Gennaio. I nomi dei mesi dell’anno non sono ininfluenti perciò i giacobini intesero cambiarli infrangendo una tradizione millenaria per inaugurarne una durevole. Le rivoluzioni si fanno molte illusioni.
Luigi Pintor (1925 – 2003), da “Il Nespolo”, Bollati Boringhieri 2001.

“Non l’ho letto e non mi piace”
Vanni Scheiwiller (1934 – 1999), editore.

- “Un buon matrimonio è quello in cui ciascuno nomina l’altro custode della sua solitudine”
Rainer Maria Rilke (1875 – 1926)

- “Eccoci qui, ancora soli! Fra poco sarò vecchio. E la sarà finita, una buona volta. Gente n’è venuta tanta in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m’han detto un granché. Se ne sono andati. Si son fatti vecchi, miserabili e torpidi, ciascuno in un cantuccio di mondo”.
Céline (1894 – 1961), incipit di “Morte a credito”, 1936

- “Matteo Salvì abbraccia ‘nu cesso e canta Non son degno di te”.
Napoli, scritta rilevata il 15.12.’19 sulla linea 503: P.Tecchio – P. Salvemini

- Dal Libro di Giobbe: “Maledetto il giorno in cui son nato e la notte in cui fui concepito! … Quel giorno sia solamente tenebre! … quella notte sia preda dell’oscurità!… Sì, quella notte sia sterile, neanche un grido di gioia vi risuoni! … Sia maledetta perché non impedì la mia nascita seguita da dolori!... Perché non sono morto nel grembo di mia madre?!”.
E questo Giobbe sarebbe un tipo paziente?
Anonimo del XXI secolo.

- “Da piccolo tutte le domeniche i miei genitori mi portavano dai nonni. Poi, alla sera, mi venivano a prendere.
Sì, però, mi annoiavo a stare tutto il giorno al cimitero”.
Da uno show di Natalino Balasso.

Il rovescio di Lendl è potentissimo, come una bomba al Nepal.
Giampiero Galeazzi, telecronista.

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.