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La tragigag

 

Questa sezione del sito Nybramedia fino al mese di giugno ’19 ospitava ogni mese miei commenti sull’attualità artistica, sociale, politica. Da ottobre del 2019 ha cambiato il suo formato.
Adesso riporta, infatti, frasi tratte dalla letteratura e dal giornalismo, battute cinematografiche e teatrali, scritte sui muri o su volantini oppure trovate sul web.
Cose cui mi hanno fatto pensare gli avvenimenti del mese, oppure mi sono venute alla mente da ricordi lontani.
Tutti gli scritti, però, saranno ispirati alla dea chiamata Brevità.
Quando riporterò parole mie, sempre alla legge di quella dea obbedirò.
Perché questo cambio di rotta rispetto alle passate edizioni che vanno avanti dal febbraio 2000?
Sono in tanti a scrivere e commentare i fatti correnti.
Aggiungere anche mie parole? Sono proprio necessarie? Non credo
È stato detto che la carta è stanca. Ma anche altri supporti.
Non voglio, almeno qui, aggiungere nuovi sfinimenti a quella tombale spossatezza.

 

 

 

 

Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
L’INAIL informa che dall’inizio di quest’anno al 30 settembre ci sono stati 772 morti sui luoghi di lavoro.
Nessun Tg riserva un flash quotidiano per ricordare e aggiornare quelle cifre, né alcun sito web della Sinistra. Nessuno pure a Destra.

 

 

 

 

Medio Evo (1).

Smettiamola col dire che i talebani sono al Medio Evo, fermi ai “secoli bui”.
Umberto Eco si rifiutava di definire il Medio Evo un’epoca tenebrosa.: “I secoli medievali non sono gli Evi bui, ovvero i Dark Ages (…) Se andiamo a riscoprire le radici della cultura europea, assistiamo in questi secoli ‘oscuri’ al sorgere delle lingue che parliamo ancora oggi, all’instaurarsi di una civiltà detta romano-barbarica o romano-germanica, da un lato, e della civiltà bizantina dall’altro, che mutano profondamente le strutture del diritto. In questi secoli giganteggiano figure di grande vigore intellettuale come Boezio, Beda e i maestri della Scuola Palatina di Carlo Magno, quali Alcuino o Rabano Mauro, sino a Giovanni Scoto Eriugena”.
I talebani hanno prodotto altrettanto nel progresso del pensiero di noi umani?
Quegli allucinati che odiano le donne, le scienze, proibiscono la musica, il cinema, il teatro, un abbigliamento diverso dai loro abiti sessuofobici, quale contributo hanno dato a questo pianeta?

 

 

 

 

 

Medio Evo? (2).  

Ricordo anche quanto su questo sito mi disse la medievista Chiara Frugoni: “Secoli bui? Come si possono giudicare bui i secoli con Dante, Boccaccio, Petrarca, Cimabue, Giotto?”
Quando i talebani potranno vantare nomi all’altezza di quelli prima nominati ne riparliamo.
No, con quelli non siamo al Medio Evo. Non offendiamo quei secoli!
E combattiamo quei tagliagole. Come? Bombardiamoli con libri d’ogni epoca, cd con musica classica e rock, riproduzioni di arti visive d’ieri e di oggi, cassette con film (anche porno, perché no?), testi con discorsi di politic… come dite?... di Renzi?!... Salvini?!!... Meloni?!!!... no, siete crudeli…allora meglio Il napalm.

 

 

 

 

La tragigag (1).

In Italia siamo da sempre autori di un genere di spettacolo ignoto alla Siae: la tragigag.
Sappiamo, infatti, produrre anni insanguinati conditi da comicità.
Un maiuscolo esempio fu il fascismo che, con la comicità involontaria fatta di pennacchi, fanfare e impettiti guerrieri di cartapesta, procurò morte e distruzioni.
E se la Destra è senza dubbio maestra in quel teatro, anche la Sinistra mica scherza.
Ricordate alla fine dei ’70  “Servire il Popolo”, i maoisti italiani.
Grande Timoniere: Aldo Brandirali.
Idolatrato dai suoi, sugli striscioni c’era scritto: “Marx – Lenin – Stalin – Mao – Brandirali”.
Secondo la mesta imitazione della ritualità cinese, Brandirali un giorno ammetterà in un fluviale discorso 271 errori, un po’ troppi per un Grande Timoniere, più roba da Piccolo Mozzo. Fu, di fatto, la fine del gruppo. E Brandirali? Prima folgorato dalla luce di Comunione e Liberazione, passò poi in Forza Italia diventando consigliere comunale a Milano con la sindaca Moratti. Forse avrà pensato: Mao e Moratti sempre per emme cominciano. Parecchi rovinati, qualcun’altro morto per seguire quel gruppo: una tragigag.

 

 

 

 

La tragigag (2).
Veniamo ad oggi. Parecchie tragigag. Una che le supera tutte c’è. Si chiama No Vax. Consistente gruppo vociante e minaccioso. Al Ministero degli Interni pare risulti che sotterranei dissensi procureranno presto scissioni e si avranno nuovi gruppi di cui già si sussurrano i possibili nomi: No Fax, No Sax,  No Tax, No Max, No Pax  e un’agguerrita formazione sarda chiamata No Arbatax.
Si dirà: ma questi No Vax è roba da ridere. Sì, d’accordo. Ma procurano morti, gente convinta che il vaccino sia solo una diabolica manovra internazionale e rifiuta di vaccinarsi. In parecchi di loro muoiono e prima di farlo infettano altri: una tragigag.

 

 

 

 

No Vax di tempo fa.
“I nemici delle vaccinazioni – anche questa è una professione – hanno detto che a Vienna non è scoppiato il vaiolo, ma un'epidemia da vaccino. Dicono di sapere come fare, ma la loro prudenza è un po' esagerata: si prendono il vaiolo per proteggersi dal vaccino”.
(Karl Kraus, 1874 – 1936)

 

 

2 Stendardi 2.
Penso sempre che queste mie pagine nessuno le legga sicché quando mi arrivano mail che commentano angoli di questo sito, la meraviglia mi pervade.
A proposito di una mia riflessione su “I due stendardi” romanzo del francese Lucien Rebatet (1903 – 1972), sono accusato da due lettori (uno lo fa in modo fermo ma civile, un altro in maniera rabbiosa e rude) di condannare Rebatet per motivi politici e perché scriveva su "Je suis partout". Esprimere opinioni su di un giornale non clandestino – affermano entrambi – non è un reato.
“I due stendardi” mi sembra non un gran libro come altri lo considerano, e se si leggono quelle mie righe biasimo, invece, proprio  chi ha ritardato la pubblicazione censurando Rebatet per la sua militanza filonazista.
Quanto a “Je suis partout” – non era clandestino perché fiancheggiava gli occupanti nazisti – non esprimeva solo opinioni ma pubblicava nomi e indirizzi di ebrei e uomini della Resistenza invitando i tedeschi a catturarli o a eliminarli (si legga QUI), diventò, infatti, gazzetta cara alla Gestapo. Quella pubblicazione era quindi uno strumento di delazione più che di opinione.
Circa il giudizio letterario su Rebatet, Dieu La Rochelle, Robert Brasillach, invito in particolare quei due lettori – ringraziandoli per l’attenzione riservatami – a leggere con più serenità quella mia nota.
 

 

 

 

Un allarme.
La senatrice teodem Paola Binetti (antiabortista, omofoba, per sua ammissione dorme su di una tavola di legno e porta il cilicio, n.d.r.) prepara un convegno sui diritti delle donne.  Alla notizia panico tra le afghane, hanno chiesto protezione ai talebani.

 

 

 

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.

   

      


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