Questa sezione del sito Nybramedia fino al mese di giugno ’19 ospitava ogni mese miei commenti sull’attualità artistica, sociale, politica. Da ottobre del 2019 ha cambiato il suo formato.
Adesso riporta, infatti, frasi tratte dalla letteratura e dal giornalismo, battute cinematografiche e teatrali, scritte sui muri o su volantini oppure trovate sul web.
Cose cui mi hanno fatto pensare gli avvenimenti del mese, oppure mi sono venute alla mente da ricordi lontani.
Tutti gli scritti, però, saranno ispirati alla dea chiamata Brevità.
Quando riporterò parole mie, sempre alla legge di quella dea obbedirò.
Perché questo cambio di rotta rispetto alle passate edizioni che vanno avanti dal febbraio 2000?
Sono in tanti a scrivere e commentare i fatti correnti.
Aggiungere anche mie parole? Sono proprio necessarie? Non credo
È stato detto che la carta è stanca. Ma anche altri supporti.
Non voglio, almeno qui, aggiungere nuovi sfinimenti a quella tombale spossatezza.
Lo ammetto: ero orgoglioso del fatto che l’edizione mensile di questo sito (nato nel febbraio 2000) fosse uscita da vent’anni puntualmente ogni 30 giorni, ad eccezione del periodo delle vacanze estive. L’avessi mai detto! Un incidente mi ha azzoppato ed ecco, perché da novembre scorso non ci sono stati i soliti aggiornamenti di tutte le 7 sezioni di cui il sto è composto, insomma Nybramedia nella Rete per 3 mesi è stato assente non suscitando, sia chiaro, nessuna lacrima.
Spero solo che non diciate come Cristina Campo. “Tu, Assente / termine che ci sfuggi e che ci insegui… / termine che bisogna amare / io non ti voglio più cercare”.
Salvini ha un armadio troppo pieno di felpe e t-shirt, sicché non può ricordare quante ne siano e che cosa rechino scritto a mo’ di slogan. Così un sindaco ucraino (di destra!) si è rifiutato d’accoglierlo mostrandogli una maglietta indossata dal leghista tempo fa inneggiante a Putin. Che figuraccia! Dalla t-shirt alla t-shit.
Una voce di ieri.
«La pelle è oramai inadeguata a interfacciarsi con la realtà.
La tecnologia è diventata la nuova membrana del nostro corpo».
Nam June Paik (1932-2006), artista coreano pioniere della videoarte.
Una voce di oggi.
«Viviamo in una cultura del ‘remix’: tutto è ispirato da qualcosa che è venuto prima, e la creatività si vede nella reinterpretazione di opere preesistenti non meno che negli originali”.
(Chris Anderson, saggista, ex direttore di Wired)
– Che c’è che non va?
– L’avvenire
(Barbra Streisand risponde a Ryan O’ Neal in “Ma papà ti manda sola?”)
– Salvini, mi saluti Luca Morisi
– Sarà fatto
– Me lo saluti lo stesso
(da “Non mollare”, rivista post azionista)
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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