Questa sezione del sito Nybramedia fino al mese di giugno ’19 ospitava ogni mese miei commenti sull’attualità artistica, sociale, politica. Da ottobre del 2019 ha cambiato il suo formato.
Adesso riporta, infatti, frasi tratte dalla letteratura e dal giornalismo, battute cinematografiche e teatrali, scritte sui muri o su volantini oppure trovate sul web.
Cose cui mi hanno fatto pensare gli avvenimenti del mese, oppure mi sono venute alla mente da ricordi lontani.
Tutti gli scritti, però, saranno ispirati alla dea chiamata Brevità.
Quando riporterò parole mie, sempre alla legge di quella dea obbedirò.
Perché questo cambio di rotta rispetto alle passate edizioni che vanno avanti dal febbraio 2000?
Sono in tanti a scrivere e commentare i fatti correnti.
Aggiungere anche mie parole? Sono proprio necessarie? Non credo
È stato detto che la carta è stanca. Ma anche altri supporti.
Non voglio, almeno qui, aggiungere nuovi sfinimenti a quella tombale spossatezza.
Art. 1 della Costituzione. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
L’Osservatorio Caduti sul Lavoro’ di Bologna informa che dall’inizio di quest’anno all’11 novembre sono morti 1328 lavoratori, 675 di questi sui luoghi di lavoro gli altri in itinere (condizione quest’ultima riconosciuta dall’Inail, ma che non è a conoscenza, ovviamente, dei lavoratori in nero perché non risultano fra gli assicurati).
Mancano ancora i dispersi della Grimaldi che sembrano spariti nel nulla.
Il fascismo fu definito da Gobetti con la felicissima dizione “Autobiografia di una nazione”. Esiste un altro testo, del 1937, meno noto, opportunamente ripubblicato adesso dalla Nave di Teseo: “Golia” di Giuseppe Antonio Borgese. Intellettuale antifascista costretto all’esilio dall’Itala fascista in cui su 1256 professori universitari solo 13 rifiutarono di giurare fedeltà al Regime “trasformando l’Italia” – come scrive Borgese “in un paradiso con un papa, un re e un tiranno in una pittoresca Trinità cui non aveva pensato nessun compositore di balletti”.
Borgese, come scritto nella prefazione di oggi a Golia “fu la summa del pensiero anticrociano e antimarxista, il manifesto dell’antifascismo non ideologico”
Nessuna meraviglia se è stato volutamente dimenticato da largissima parte dell’antifascismo con i risultati oggi sotto gli occhi di noi tutti.
“Golia”: un libro imperdibile che vi consiglio di leggere.
In Ucraina, appena i russi conquistarono la città di Mariupol le cambiarono nome chiamandola Zdanov. Cognome del funzionario comunista resosi tristemente celebre per la persecuzione degli artisti che non si adeguavano alla sua “dottrina” del realismo socialista definendo ogni ideologia differente dal comunismo "arte degenerata".
Hitler andrebbe denunciato per plagio alla Siae.
La Meloni… o il Meloni?... afferma di avere costituito “un governo di alto profilo”.
Presidente della Camera è Lorenzo Fontana. Leghista combattente contro l’aborto, le unioni civili, i gay e “perplesso” sulle sanzioni contro Putin. Inoltre, ricordato anche come colui che portò il saluto della Lega al congresso del movimento greco Alba Dorata dalle note posizioni neonaziste.
Combatte da tempo, fin dalla sua prima elezione nel 2018, pure contro la lingua italiana, infatti, nel riempire la scheda con le notizie biografiche depositata a Montecitorio, scrive per ben due volte, “Inpiegato” al posto di impiegato.
Un “inpiegato” di alto profilo
Sempre per l’alto profilo dichiarato dalla sciura… o dallo sciur?... Meloni, eccone un’altra.
Lucia Borgonzoni nominata sottosegretaria alla cultura.
Nella trasmissione ‘Un giorno da pecora’ – ricorda il sito Finestre sull’Arte – “aveva candidamente ammesso di non leggere un libro da tre anni”.
E circa l’arte? Lucia non si fa mancare niente. Nell’estate del 2020, è contro un progetto di street art femminista e anti-razzista, proponendo di sostituire quelle opere con spazi pubblicitari per commercianti, ristoratori e baristi.
E ancora: da candidata alla presidenza dell’Emilia-Romagna (fu battuta - in senso elettorale - da Bonacini) su Radio Uno, affermò. “l’Emilia-Romagna confina con il Trentino”.
Certo meglio forse sarebbe stato farla Ministro per le Regioni. Ma anche alla cultura sempre di alto profilo si tratta.
Né manca all’attuale governo un alto profilo umanitario.
Il ministro dell’Interno ha definito “carico residuale” parte dei migranti nella recente avventura marittima delle Ong. Riferisce l’Agenzia Ansa: “A pochi passi dal Viminale, la notte scorsa è apparsa una nuova opera della street artist Laika con il titolo "Piantedosi, carico residuale".
Dopo che un governo, maldestramente, dette nome a un suo Ministero chiamandolo del Welfare, dopo l’insuperabile goffaggine dell’italovivo Renzi che riuscì a chiamare Jobs Act una riforma italiana del diritto del lavoro (legge n. 183/2014), anche la Meloni, dopo aver strombazzato di volere difendere la nostra lingua è precipitata nella comicità involontaria con il suo “Ministero delle Imprese e del Made in Italy”. Il prezioso sito Italofonia si chiede se non fosse stato più ragionevole “Ministero delle Imprese e dei Prodotti italiani”. Oppure Ministero delle Imprese e del Marchio Italia”. Ma si sa la Meloni è un “underdog” così come si è definita. In inglese. Ovviamente.
Per chi volesse vantare la difesa dei sacri confini linguistici della Patria voluti dal Duce, è bene ricordare che si può praticare l’italiano lontano da quanto si rese ridicolo il fascismo chiamando il toast “panetosto” il papillon “cravattino”, l’insalata russa “Insalata tricolore” e imponendo a Natalino Otto e al Trio Lescano “Le tristezze di San Luigi” per “Saint Louis Blues”.
“All’amore a prima vista spesso serve l’oculista”.
(Proverbio falsamente attribuito agli umanoidi di Star Trek)
Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.
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