L’ospite accanto a me è Giulia Ceriani. Semiologa. Si è specializzata in Scienze del Linguaggio presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales. E’ docente di Comunicazione Pubblicitaria all'Università di Siena, conta una pluriennale esperienza nell'analisi di scenario e nella ricerca di mercato: new media, editoria, arredamento, e molto altro.
Vanta, inoltre, una peculiare competenza nel marketing comunicazionale.
L’ho invitata sull’Enterprise perché è di quelle intelligenze che spaziano su molteplici temi della nostra epoca, facendo confluire le esperienze nello studio del complesso sistema di simboli e codici su cui si basa tutto il linguaggio della comunicazione .
Dispone di una scrittura che, pur misurandosi su temi specialistici, ha il raro dono di poter essere goduta anche dai non addetti ai lavori, indagando su problemi che nel nostro presente hanno importanza decisiva non soltanto nello scenario dei mercati, ma anche nella comunicazione tutta con la quale facciamo i conti tutti i giorni, chiamati a partecipare come siamo – anche quando non desideriamo farlo – alla trasmissione globale dei messaggi che ci raggiungono senza pause.
Per Meltemi www.meltemieditore.it ha pubblicato alcuni saggi inseriti in Leggere la comunicazione(1998), e L’emporio dei segni(1998), poi Il senso del ritmo(2003), libro che ho caro sui miei scaffali.
Per Franco Angeli, www.francoangeli.it: nel 1995, con Roberto Grandi, Moda: regole e rappresentazioni.
A Milano dirige “Baba” www.babaconsulting.com, società di consulenza strategica e ricerche di mercato, alla quale collaborano semiologi, antropologi, trend setter.
- Benvenuta a bordo, Giulia …
- Ciao a tutti
- Il sommelier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena, diretta dal patron e magico chef Massimo Bottura, mi ha consigliato d’assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo Barolo “Per Cristina” di Clerico, annata 1996, inviandomi anche una nota in spacefax che dice “è un ottimo vino se vi piace la singolarità delle note di cuoio-liquirizia-rosa-china-cioccolato. Uno di quei vini che farà di Domenico Clerico fra alcuni anni uno dei produttori più interessanti delle Langhe”… qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Giulia secondo Giulia…
- Giulia è una donna innamorata: di sua figlia, del suo lavoro, della semiotica e della vita tutta quanta (di un uomo, invece no)
- Presentandoti, ho detto di “Baba”, la società che dirigi. Spiega ai miei avventori perché si chiama così e di che cosa si occupa. In parole semplici, sennò tutti capiscono e io no.
- Baba si chiama baba perché credo che una società di consulenza debba rassicurare, e perché le ricerche (di mercato) che noi facciamo, le facciamo con due metodologie principali – semiotica e antropologia – : ugualmente importanti come le due sillabe di baba. E poi c’è ironia, perché ci occupiamo anche di tendenze –baba/guru-, e, all’origine, la volontà di proporre una parola internazionale che non fosse inglese. Poi tutti ci chiedono cosa vuol dire, e allora lo scopo è già raggiunto …
- A Baba, accanto a semiologi e antropologi, lavorano anche trend setter.
Traccia, in sintesi, il profilo di questa figura.
- Il bravo trend setter è un curioso con metodo. Uno che è capace di fiutare l’innovazione, ma che ha anche l’umiltà e la sistematicità per allargare costantemente e nutrire con ordine i propri campi di indagine.
- Operi una differenza tra informazione e comunicazione? E, se sì, qual è per te?
- Opero una differenza tra significazione – messa in forma di elementi significanti atti a produrre un discorso – e comunicazione, presa in carico e elaborazione della significazione da parte dei suoi destinatari. L’informazione mi sembra concernere le macchine, non riguarda i sistemi relazionali di cui io mi occupo
- Credi che oggi siano le relazioni sociali a guidare le tecnologie o viceversa?
- Credo che siano le tecnologie a rivoluzionare le relazioni sociali, le quali a loro volta dovrebbero preoccuparsi di non subire ma dirigere. Ma questa è un’altra storia…
- Ha detto il cyberpensatore Derrick de Kerckhove che la connettività è una delle grandi scoperte del mondo moderno, aggiungendo che essa però è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Oltre alla connettività, quali valori attribuisci al web?
- La presentificazione, la messa a disposizione all’istante di tutto quanto può servire
- Una pubblicità in Internet che funzioni veramente non è ancora stata inventata. Così dicono alcuni pubblicitari. E’ proprio così?
- E’ abbastanza vero, se si pensa la pubblicità in termini tradizionali. Ma se si dà alla pubblicità un valore un po’ più ampio, di messa a disposizione circolare delle segnaletiche e degli immaginari, allora la pubblicità su Internet funziona eccome, anche se non in forma tabellare…
- La grande quantità d’informazione proiettata da Internet simultaneamente in tutto il mondo può portare alla formazione di un’”etica planetaria”, come la definisce Remo Bodei.
Lo vedi come uno strumento per elaborare libertà o un rischio di omogeneizzazione?
- Certamente come strumento di libertà. Ero a Cuba quest’estate: i quotidiani non esistevano, Internet sì. E l’omogeneizzazione non è un rischio, ma una responsabilità individuale.
- Kevin Roberts, amministratore delegato della Saatchi & Saatchi, a Cambridge dove insegna, sostiene che i marchi sono in crisi, il brand muore, quello che conta sono gli stili di vita. Il brand era costruito sul concetto di superiorità: macchina più veloce, telefonino più leggero, lana più morbida, eccetera. Ora è il momento del “lovemark” fatto di tre componenti: mistero, sensualità, intimità.
Fin qui Roberts. Su questo tema vorrei che tu dicessi qualcosa…
- Io ho respinto da tempo la nozione di stile di vita per sostituirla con quella di “stile percettivo”: l’idea è che le persone siano segmentabili per sensibilità che le accomunano, non tanto per pacchetti di valori e scelte di consumo come gli stili di vita. Per le marche è la stessa cosa, ma il mistero e la sensualità si nutrono anche di componenti materiali, tangibili.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Non rappresenta nulla, mi dispiace: ho un immaginario molto lontano dalle metafore fantascientifiche, il mio futuro è interamente presente.
- Siamo quasi arrivati a Ceriànya, pianeta abitato da alieni dotati di un gran senso del ritmo che lavorano tutti nello stesso posto: un emporio dei segni… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la virtuale bottiglia di Barolo “Per Cristina” di Clerico consigliata dal sommelier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
- Purché tu il Barolo la prossima volta me lo faccia assaggiare davvero…
- Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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