L'ospite accanto a me è Luca Sossella.
Editore dell'omonima casa editrice. Lo ospito volentieri
in questa taverna spaziale perché è riuscito a costruire
un piano editoriale tra i più vivaci fra quelli nati in questi
ultimi tempi in Italia. Vale la pena cliccare su http://www.lucasossella.it/ perché lì troverete titoli
ed autori che spaziando dal saggio linguistico a quello politico,
dalla riflessione sull'estetica dei nuovi media all'indagine
sull'universo della comunicazione elettronica, si fanno portatori
di un progetto teso a cogliere i nessi fra la nuova coscienza
delle arti e gli emergenti saperi informativi.
Accanto a collane con guida redazionale come Test, Numerus, Plurale
Immaginario, ecco Cosmopoli diretta da Alberto Abruzzese, ET affidata
a Franco Berardi cioè Bifo, Audiobox pilotata da Pinotto
Fava e Gabriele Frasca.
- Benvenuto a bordo, Luca.
- Armando, prima della partenza, verso nessun-dove, una
preghiera rivolta ai terrestri:
" Se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito.
Il mio viaggiare è stato tutto un restare qua, dove non
fui mai."
- Voglio farti assaggiare questo bianco frizzante Ortrugo
Doc Colli Piacentini di Torre Fornello.qua il bicchiere.ecco
fatto.
- nel vino c'è scienza c'è illuminazione...
- Sono d'accordo. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo,
per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico",
però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza
vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo
iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma,
chi è Luca secondo Luca.
- Dire "io è un altro", è banale vero? Posso dire, però,
dell'intrapresa, bene: vorrei sempre "separare" lo stato
del mondo dal mondo del mio stato, non sempre ci riesco
purtroppo, ma mi illudo sia l'unico superamento possibile.
Mi piacerebbe averli scritti quei due versi, invece li
ho letti, sono di Giorgio Caproni, anche quella sul vino è sua.
come dire? Mi "mancano".
E cominciamo bene se cominciamo con una mancanza, cioè con
un desiderio.
- Credimi, è un felice avvio.
Quando è nata la Casa Editrice? E qual è suo obiettivo
espressivo e di mercato?
- E' presente in libreria dall'estate del 2000.
Abbiamo pubblicato trentotto libri. Entro dicembre 2002
pubblicheremo altre dodici novità. Cinquanta titoli,
in due anni lo 0,1 per cento della produzione annuale
italiana.
Siamo insignificanti a ben vedere, se guardiamo il bilancio
economico-finanziario, ma siccome siamo un'impresa della
conoscenza, il bilancio che conta è quello intellettivo.
Sei collane: la prima, Cosmopoli, diretta da Alberto
Abruzzese, riguarda la teoria della comunicazione e il
rapporto tra media e società. E poi saggi che indagano
il paesaggio del pensiero con una connessione alle scienze
di confine: Et è il nome e il significato della
collana, ed è coordinata da Bifo, un fratello maggiore
in lingua minore. E ancora, Test e Numerus,
ricerche e analisi rivolte a un pubblico universitario
e ai comunicatori, voci che si propongono di indagare i
più sottili meccanismi mediatici.
Infine, la più importante, Plurale immaginario:
le grandi testimonianze del nostro tempo che molto hanno
operato per tramandare la poesia: come nel caso dell' Antologia
personale di Vittorio Gassman, un libro più quattro
ore in cd audio sulla poesia italiana dell' Ottocento e
Novecento con musiche di Nicola Piovani.
E un cd rom Giacomo Leopardi e la stagione di Silvia e
il cd Elettra operapoesia, che Balestrini ha registrato
a Tokyo l'anno scorso. E ora Plurale immaginario ha
un figlio Audiobox con due padri, Pinotto Fava e Gabriele
Frasca, e una lingua madre, la voce. La voce, che è come
dire dio.
- Nel tuo programma editoriale leggo che l'Editrice vuole: ".essere
per le istituzioni pubbliche, e per l'ambiente di rete,
una realtà operativa con la quale confrontarsi e a cui
professionalmente affidarsi. Essere per le aziende un
partner privilegiato in grado di contribuire alla visibilità d'ogni
iniziativa". Come, in pratica, realizzi questi obiettivi?
- Innanzi tutto offrendo una consulenza globale su tutte
le problematiche connesse alla comunicazione, dall'elaborazione
di una strategia fino alla stesura di un piano d'intervento.
E poi creando un luogo (ogni volta nuovo) di ricerca e
realizzazione, un ambiente per comunicare, un laboratorio
che utilizzi le risorse in rete per la progettazione.
Armando, si sa, il futuro ha una memoria profonda, ma non è più quello
di una volta, guarda il nostro spazio da qui http://www.mediaevo.com/ la biblioteca del tempo, Tempòs http://www.mediaevo.com/tempos/Welcome.html
Mediaevo è un gruppo di persone molto diverse... quando
hai tempo guarda http://www.mediaevo.com/link/Welcome.html ed
entra in Genealogia
- Lo farò. Proprio in questi giorni di novembre 2002 esce
in libreria un CD nella tua collana Audiobox diretta
da un narratore e poeta di valore qual è Gabriele Frasca,
e da uno studioso dei mezzi di comunicazione, e celebrato
operatore, qual è Pinotto Fava. Che cosa ti ha spinto a
varare questa collana e quali traguardi ti proponi con
essa?
- Semplice, fratello, traghettare la poesia nel terzo millennio.
Il 19 aprile 1999 iniziammo con Vittorio Gassman la registrazione
delle voci. Avevamo già scelto e ricomposto in un collage
i testi di alcuni poeti dell'Ottocento e del Novecento.
Ora dobbiamo togliere, diceva Vittorio. Levare. Via.
Dovrà essere un'opera lieve. Non è un'antologia. È una
nuova poesia lunga due secoli.
Scherzando allora, imitandolo, ma la voce mi tremava, gli
recitai, si fa per dire, l'epigramma di Marziale:
I versi che declami sono miei
Fidentino: ma se li dici male
ecco, diventano tuoi.
" Ma se li dico bene, cazzo, diventano miei", concluse Vittorio.
Capisci Armando cosa voglio dire? Non voglio dire la poesia
della voce, quella lasciala al teatro della barzelletta,
io dico "la voce è poesia".
Certo, non basta dire poesia per trovare la voce.
Mi manca molto Vittorio, senza di lui sono, ma progetto
la mia assenza, il mio voler sparire, mi ricordo ancora,
alla fine della registrazione gli dissi: "Questo era un
mio sogno. E si è realizzato."
Dicono male che il tal desiderio è stato soddisfatto. Non
si soddisfano i desideri, conseguito che ne abbiano l'oggetto,
ma si spengono, cioè si perdono ed abbandonano per la certezza
acquistata di non poterli mai soddisfare.
- Leopardi? dissi.
- Bravo, Leopardi, sí.
Era l'ultima volta che vedevo Vittorio.
Avvertii in quel momento il senso dell'eredità nel contenuto
di quell'antologia, il lascito di un mandato, l'ho già detto
molte volte: la voce che testimoniava la passione
di traghettare la poesia, come una cura, per i lettori
a venire.
- Quale metodo usi per selezionare le proposte che t'arrivano?
- Spesso il mio stato di depressione è provocato dalla seduzione di
un testo, quando arriva inaspettato, e poi quello stato
viene interrotto dalla deduzione di sentirmi esonerato
dalla selezione di quanto arriva inatteso, che spesso trovo
offensivo.
Siamo estremamente disponibili a trovare (ascoltare) ciò che
non si stava cercando, siamo rabdomanti (o vorremmo esserlo)
come quello che diceva: io non cerco trovo!
In verità, Armando, lo sai, i libri si edificano, è un'illusione
che "arrivino", tutt'al più t'arriva un' idea, un progetto
o una volontà di riunire un percorso o una domanda comune.
Molteplici sono i motivi per cui si decide di "fare quel
libro".
Definire un "ambiente". Determinare il profilo della
casa editrice, stabilire un'alleanza, chiarire un rapporto,
assumere un atteggiamento, condividere una tesi, argomentare
un'idea, rompere i testimoni a qualcuno, proporre un dispositivo
per fare denaro... ma, questo io sovente lo dimentico,
non me ne vanto, sia chiaro, mi sento anzi umiliato dall'essere
povero.
Gli è che mi sento in credito con la società. E in colpa
per i miei privilegi quando vedo attorno a me tanti disadattati
proprietari del loro indoloroso destino di anestetizzati.
Io ho il privilegio di sentire il dolore, quindi posso
permettermi il lusso della povertà. "La vita richiede utilità" -
diceva Blumenberg - "però concede ai suoi favoriti l'esperienza
della libertà dallo scopo. E' da qui che nasce ogni civiltà".
- La maggiore colpa dell'editoria italiana, se ne vedi
una, s'intende.
- Abitare l'abitudine, questo è il crimine. Una premessa
per innovare i contenuti, probabilmente, è rompere gli
automatismi quotidiani di cui siamo schiavi.
Uscire dal proprio destino, questo deve essere il progetto.
Distruggere nella pratica e nelle intenzioni il quadro
della politica editoriale
che è addirittura scontato ritenere ridicola e obsoleta.
Ridisegnare il tracciato di una nuova comunicazione fuori
dall'ipocrisia e possibilmente "fuori dal gregge dell'abitudine",
come dice mia figlia.
Uscire dal proprio destino. Ognuno resta legato al destino,
che noi stessi a parole palesi rifiutiamo, ma nel profondo,
segretamente, desideriamo per rimanere così vincolati alla
nostra libera miseria. Hai presente "Stalker" di Tarkovskij?
- Distributori e librai, quali problemi noti?
- Nietzsche, quello scansafatiche tedesco, diceva che bisogna
parlare solo quando non è lecito tacere, e solo di ciò che
si è superato, ogni altra cosa è chiacchiera, "letteratura",
mancanza di disciplina.
- Secondo te, perché mentre il cinema s'avvale di esercizi
che con i locali d'essai riesce - e anche con risultati
spesso commercialmente apprezzabili - a presentare opere
sgradite alla grande distribuzione, non avviene altrettanto
con le librerie?
- E' una domanda troppo bella per essere contagiata da
una risposta.
- L'e-book è nei tuoi programmi? Se sì, quando e con quali
primi titoli? Se non lo è, qual è la ragione?
- E' una domanda troppo vecchia per avere una risposta
fresca di giornata.
- Eeh, ma qui tra domande belle e domande vecchie non andiamo
più avanti e facciamo notte.
- No, senti qua. Tim Bernes-Lee, inventore del Web, ha
fondato il Word Wide Web Consortium (W3C) al Massachusetts
Institut of Technology in collaborazione con CERN, nell'ottobre
del 1994, bene, cinque mesi prima il 16 e 17 giugno del
1994 organizzammo a Bologna con Bifo il convegno Cibernauti e
l'anno dopo il seminario Nell'Info-econo-sfera.
Ora sto progettando con Paolo Fabbri (con un medium archelogico
per i terrestri) venti trasmissioni televisive (brevissime,
10') dal titolo provvisorio Strumenti per comunicare.
- Bene. Buon lavoro!
Si fanno numerosi gli attacchi al diritto d'autore, non
solo i Luther Blisset, i Linux, i Wu Ming, ma di recente
anche "Le Monde" ha preso posizione in tal senso. Ed io
tremo perché anche di SIAE campo? Ho ragione di temere
per i miei destini? Tu che mi dici?
- La scrittura abita lo scrivente e non paga l'affitto,
ma lo scrittore abita la partita Iva, a proposito Armando
a chi fatturo 'sta storiella?
- Al comandante Picard, naturalmente.
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di
lasciarci, infliggo una riflessione su Star Trek. che
cosa rappresenta quel videomito nel nostro immaginario?
- Quest'estate sono stato a Trècchina, sopra Maratea, a
trovare il mio amico Gabriele Frasca, e lì mi parlò di
Star Trekkina...ti riferisci a quel ridente (per non esser
piangente) paesino lucano?
- Beh.non proprio, comunque Trècchina sta pur sempre in
questa Galassia, se non sbaglio in fondo a destra.ora siamo
quasi arrivati a Sossèllya, pianeta di cellulosa abitato
da alieni che usano parlare delle cose cui più tengono
rinchiudendosi in uno stellare audiobox.se devi scendere,
ti conviene prenotare la fermata.
- Appena t'arriva fra le mani un Chateau Petrus del 1978
fammi un fischio e arrivo con il primo volo, so che lo
puoi trovare; ce ne sono solo 486 bottiglie nello spazio
e 485 se l'è sgraffignate Silviobanana.
- Già, ma l'altra se l'è imbertata Previti. Senti a me,
finiamo questo eccellente Ortrugo Doc Colli Piacentini
di Torre Fornello.ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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