L’ospite accanto a me è Marco Gatti. Editore.
Dopo aver lavorato 10 anni come responsabile della CLUP (Libreria del Politecnico di Milano), nel 1982 viene assunto dalla casa editrice Hoepli come assistente alla direzione per seguire il processo di rinnovamento della società e nel contempo occuparsi di nuovi progetti editoriali.
Mettendo in pratica gli insegnamenti appresi al corso di editoria della Stanford University, nel 1983 decide di mettersi in proprio fondando con tre soci la “Edigeo”, società di realizzazioni editoriali, la prima del genere in Italia. Inizia così una vivace attività di produzione editoriale per conto terzi, lavorando per la casa editrice statunitense McGraw-Hill che quell'anno entra nel mercato italiano con opere di informatica e in generale scientifiche, e per la Zanichelli di Bologna, per la quale realizza inizialmente la collana ‘Guide ai mari’. Attiva anche nel settore scolastico, la Edigeo si è poi specializzata nei settori delle enciclopedie - nel 1992 viene pubblicata l'Enciclopedia Zanichelli, aggiornata annualmente, dal 2001 l'Enciclopedia Geografica Zanichelli, e nel 2004 l'Enciclopedia dell'Arte Zanichelli, che sta ottenenendo un grande successo - e dei dizionari, lavorando per le più importanti case editrici.
Accanto alle realizzazioni per conto terzi è così cresciuta un'attività di ideazione e produzione editoriale originale nella quale Edigeo svolge il ruolo di autore collettivo, come nel caso dell'Enciclopedia dell'Arte alla cui realizzazione hanno contribuito un centinaio di esperti. Sull'attività di Edigeo vedi http://www.edigeo.it/EdihomI/Chisiamo/chiset.htm
Gatti, all'attività imprenditoriale affianca quella di docente in corsi di formazione nel settore editoriale: dapprima alla Scuola per librai che si tiene ogni anno a gennaio a Venezia, poi a vari corsi per redattori come quello della Fondazione Mondadori.
- Benvenuto a bordo, Marco…
- Grande annata il 2317 per il Borgogna, eh? Questa nave è piena di sorprese. Credevo che non se ne trovasse più in questo angolo della Galassia!
- Sì, gran vino. Ma il sommellier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena, diretta dal patron e magico chef Massimo Bottura, mi ha consigliato di farti assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo “Sacrisassi”, bianco, dell' Azienda Le due terre: Tocai Ribolla e Sauvignon, mi ha anche inviata una nota che dice “Regione di provenienza Friuli Venezia Giulia; è un vino interessante perché appartiene alla cultura del biodinamico quindi niente chimica niente fisica, non è chiarificato e filtrato” Fin qui Palmieri. Bene…qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Marco secondo Marco…
- Un "editore ombra" ovvero che fa il lavoro dell'editore per conto dell'editore. E' la cosa che mi appaga di più. Poter sviluppare progetti editoriali con i nostri editori-partner e farli crescere fino alla pubblicazione. E aiutarli a prendere il volo con l'ansia trepidante della paternità. Visto dove ci troviamo, come Von Braun quando vedeva i suoi giocattoli avviarsi verso la Luna, nella seconda metà del XX secolo, ti ricordi?
- Vagamente. Del pianeta Terra, però, ricordo che della Zanichelli Arte, ho già scritto, allorché uscì in libreria. Chi fosse interessato a saperne che cosa ne penso può cliccare http://www.adolgiso.it/public/cosmotaxi.
Da te desidero sapere: per prima cosa qual è stato il principio che ha ispirato il lavoro di voi autori di questa Enciclopedia?
- L'ansia catalogatoria - e un po' megalomane - di mettere tutto il sapere artistico in ordine alfabetico. Scherzo. Più che altro la voglia di riunire dietro la stessa copertina Masaccio e Cattelan, Frank Lloyd Wright e Mario Botta. Cercare di dare uno strumento per orientarsi con sicurezza nello straordinario mondo delle arti, dalla pittura all'architettura, dal design alla grafica.
- Quanto tempo è occorso per la redazione dell’opera, e come avete organizzato il lavoro?
- Circa tre anni di lavoro da parte di un gruppo di circa 50 persone. Bene, abbiamo innanzitutto stabilito un lemmario, ovvero la lista delle presenze, degli artisti e dei movimenti che ci dovevano essere. Poi un gran lavoro per analogia: ovvero se c'è Tizio ci deve essere anche Caio, se a Poldo si dice che è stato allievo di Pildo, bene bisogna mettere anche lui. Poi un intensa opera di confronto con i cataloghi di moltissime collezioni in tutto il mondo per verificare le presenze e determinare la necessità di aggiungere e completare il nostro lemmario. In questo la Rete ci ha aiutato molto: abbiamo esplorato i cataloghi disponibili sul Web e lavorato con la massima meticolosità. Un lavoro "da minatori" come amiamo dire. Abbiamo scavato tonnellate di notizie per ricavare 1200 pagine fitte fitte di informazioni il più possibile verificate.
- Molti gli applausi, ma com’è inevitabile c’è stata anche qualche critica.
La principale: vi hanno accusato di avere dato troppo spazio alle correnti e agli autori contemporanei. Per me questa cosa, fosse vera, apparterrebbe ai vostri meriti, ma è giusto accogliere anche voci diverse. Che cosa rispondi a quell’accusa?
- Bene: innanzitutto non è vero che la presentazione delle nuove tendenze dell'arte ha tolto spazio ai grandi e ai minori del passato. Se abbiamo dato spazio a Xu Bing, giovane artista cinese sotto i 40 anni, non abbiamo certo dimenticato l'orafo mosano Renier de Huy (morto nel 1150) che poche enciclopedie, anche in più volumi, riportano. Certamente abbiamo voluto presentare una visione molto aggiornata dell'espressione artistica contemporanea perché l'Enciclopedia dell'Arte doveva diventare - nei nostri intendimenti - uno strumento per orientarsi e comprendere l'evoluzione del sistema dell'arte.
- Nel tempo di Internet quale valore ha un’Enciclopedia stampata? E che cosa deve
possedere per concorrere con l’informazione reperibile sulla Rete?
- Enorme! La rete è uno straordinario serbatoio di informazione, non sempre verificate e verificabili. Il ruolo di un'enciclopedia è proprio quello di fornire informazioni verificate. Prova solo a cercare la data di nascita di Leonardo da Vinci e ne trovi almeno cinque diverse....
- L’e-book è nei programmi di Edigeo? Se sì, con quali modalità? Se no, perché?
- Qui dipende tutto dagli standard. Se si affermasse uno standard, noi saremmo già pronti. L'Enciclopedia dell'Arte è strutturata per essere diffusa su carta e CD (come oggi) ma anche sul Web e su altri media: pure su un videocellulare di ultima generazione,.all'e-book, oggi però non c'è nessun editore disposto a investire su uno strumento che non può avere un'ampia diffusione. Come pretendere che un lettore compri un e-book sistema X per leggere i libri Rizzoli e un e-book sistema Y per leggere i libri Mondadori. Non c'è speranza. Succederà come è successo per le videocassette: fino all'affermazione del VHS nessuna delle major si lanciò nella diffusione dei suoi film. Lo stesso con l'incertezza tra videodisco, laserdisc e CD.
- Aldilà delle vostre scelte, Umberto Eco, di recente, ha detto che gli editori, non solo
italiani, mettono in Rete titoli scaricabili di narrativa e trascurano la manualistica che
meglio s’attaglierebbe al mezzo elettronico. Trovi giusta questa critica oppure no?
- Il problema è portare a casa dei quattrini: perché mettere in rete titoli scaricabili è facile ma è difficile convincere gli utenti a pagare per questo.
- Sei un esperto di editoria, ti piaccia o non ti piaccia, non puoi sfuggire alla domanda che
segue: qual è la maggiore colpa dell’editoria italiana?… se ne vedi una, s’intende…
- Provincialismo, sguardo corto, concentrato sul breve termine. Mancanza di coraggio nell'intraprendere grandi progetti o percorrere strade nuove. C'è voluto un quotidiano come la Repubblica per aprire il canale di vendita delle edicole e diffondere già dal primo anno decine di milioni di copie di buona letteratura, di qualità non banale. Per trovare un fenomeno simile bisogna risalire al coraggio di Arnoldo Mondadori con gli Oscar nel 1965...
- Gli avventori di questa enoteca spaziale mostrano molto interesse anche per i destini della piccola editoria. Tanto che ho dedicato di recente uno “special” nella Sez Cosmotaxi ai problemi di quel settore editoriale, con conclusioni che non a tutti i piccoli editori sono piaciute:
http://www.adolgiso.it/public/cosmotaxi
Ritieni che il print-on-demand possa essere una possibile via d’uscita ai problemi dei piccoli editori?
- Mah, il problema è la diffusione della notizia del libro. Cioè come far sapere che il libro esiste. La distribuzione in libreria è un altro problema: oggi il piccolo editore non ci entra nemmeno in libreria ma se riesce a far sapere che ha pubblicato un buon libro può distribuirlo con il download dal proprio sito e anche sfruttando la tecnica print-on demand, di cui prima tu parlavi, che elimina o almeno contiene moltissimo il costo del magazzino.
- Ancora un tema che riguarda sì la piccola, ma investe anche le grandi editrici con alcuni suoi titoli. Secondo te, perché mentre il cinema s’avvale di esercizi che con i locali d’essai riesce – e anche con risultati spesso commercialmente apprezzabili – a presentare opere sgradite alla grande distribuzione, non avviene altrettanto con le librerie?
- Perché non c'è un gran margine. Con il 30% di sconto il libraio deve coprire i costi di gestione che non sono costituiti solo dall'affitto, dal personale, dai servizi ma anche il costo del magazzino ovvero un capitale non trascurabile (centinaia di migliaia di euro) immobilizzato negli scaffali per offrire una buona scelta ai clienti. Altrimenti scaffali vuoti e libri su ordinazione: ma per questo c'è Amazon, o in Italia, IBS...
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Faccio fatica a risponderti perché la Science Fiction non ha mai fatto breccia nel mio cuore. L'idea che sia uno strumento per delineare scenari futuri (penso a Farenheit 451) è bella ma non sempre viene attuata con intelligenza sfociando in una sorta di filmografia epica. ST mi sembra si avvicini molto a questa visione.
- Siamo quasi arrivati a Gàttya, pianeta di cellulosa abitato da alieni enciclopedici che si cibano di lemmi e, a differenza di noi, bevono inchiostro… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di “Sacrisassi” bianco, dell' Azienda Le due Terre consigliata dal sommelier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena … Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
- Perfettamente.
- Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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