L'ospite accanto
a me è Daniele Catalani. Prevedo, e accetto
scommesse, che diventerà un enologo famoso. Esperto nella ristorazione
nonostante la giovane età, è il patron di Tastevin,
un piccolo luogo delizioso che sta a Roma, in Prati, in Via Menotti 16 dove
si
va con piacere, non solo per i vini e i piatti, ma anche per la competenza
e l'affabilità dei gestori che sono appunto Daniele, e la simpatica
Leda. Con lei non provateci, è la compagna del padrone
possibile
che vi debba dire sempre tutto io?! Ma tu guarda!
Tastevin, è
uno di quei posti dove non è praticato il solito orario di chiusura
alle 15.00 consegnando così il locale al ritmo delle mense e dei fast
food diventandone un calamitoso derivato, ma ci si trattiene, o ci si va,
anche dopo quell'ora fino all'una di notte. Se c'entrate di pomeriggio, formaggi
lussuosi e vini seducenti mai mancano, l'unico inconveniente è che
potete incontrare me.
Per chi ne volesse sapere di più http://web.tiscalinet.it/tastevin.
- Benvenuto a bordo, Daniele
- Ciao Armando, sono contento
di ritrovarti qui e di vedere che sei riuscito a convincere il Capitano a
mantenere le buone tradizioni anche nello spazio
.
- Eh
già!
Voglio farti assaggiare questo Desiderio di Avignonesi
qua
il bicchiere
ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida,
a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello
spazio stiamo, schizziamo "a manetta", trasmetti sulla Terra il
ritratto di Tastevin
come vorresti che gli umani lo ricordassero
- E' per far conoscere
ed assaporare un vino come quello che mi hai offerto che io e Leda abbiamo
deciso di aprire il Tastevin. Abbiamo entrambi meno di trent'anni e una
voglia
matta di riuscire a portare avanti ciò che ci piace, ciò in
cui crediamo, e di condividere con gli altri le nostre passioni e curiosità.
Vorrei che Tastevin fosse un posto dove non si vada in cerca solo del Fragolino
o del Sassicaia. Noi siamo qui per far entrare chi vuole nel grande mondo
del vino italiano. In ogni sorso di vino c'è la passione del viticultore,
la fatica del vendemmiatore, la conoscenza dell'enologo: c'è l'amore
di un gruppo di persone, dal produttore al venditore, per questo antico prodotto
della nostra terra. Capire quale vino si stia bevendo e conoscerne la storia
è una grande emozione: il Tastevin è nato per questo, per creare
emozioni.
E per questo, Leda ed io, vorremmo fosse ricordato
- Partita dalle
beauty farms, la cucina fusion va diffondendosi presentando, talvolta in un
solo piatto, elementi di cibi nostrani accanto a quelli esotici. Come giudichi
questo melting pot a tavola?
Ti aspetti nuove rivelazioni? O lo consideri negativamente?
- Anche noi usiamo, ogni
tanto, unire in modo inedito profumi e sapori e devo dire che i clienti approvano,
ne sono incuriositi. Sai, il cibo è cultura, e le diverse culture
sono da sempre in contatto, a volte si sfiorano, a volte si influenzano,
riescono
a convivere.
Come sull'Enterprise: è importante conoscere più culture possibili!
Assaporare cibi diversi dai nostri è un modo per allargare le nostre
conoscenze.
Quindi saluto con gioia questo nuovo aspetto dell'arte culinaria.
- L'antropologo
Lévi-Strauss ne "Il crudo e il cotto" indica in quelle due
modalità un passaggio essenziale del rapporto fra natura e cultura.
Superiamo le (pur insostituibili) fiamme e i vecchi (ma validi) fornelli.
Le nuove tecnologie (dai timers ai forni a microonde, a qualche spericolata
guida informatica) quali vantaggi di gusto possono apportare alle tavole?
- Mi dispiace, Armando,
ma non sono molto fiducioso nelle nuove tecnologie in cucina: che vantaggio
possono portare a piatti come lo stracotto o il ragù? Preferisco i
fornelli e un cuoco che sappia riconoscere "a naso" e a gusto il
giusto tempo di cottura delle varie pietanze
- Ed
io concordo con te, cin-cin!
La ristorazione italiana: il suo maggiore pregio ed il suo peggiore difetto
- Forse questa è una domanda da rivolgere a Raspelli,
che sicuramente la conosce meglio di me e
-
via,
non essere modesto!
pronunciati!
- D'accordo. Mi sembra
che la ristorazione italiana sia un mondo invaso da molta approssimazione
e troppa moda. Così vediamo nascere centinaia di ristoratori che nulla
hanno a che fare con la cultura culinaria, che invece di aiutare la crescita
del gusto dei consumatori tendono alla sua, conveniente, omologazione a livelli
piuttosto bassi, direi. Per fortuna c'è anche chi ama il proprio mestiere
ed ha la pazienza di trovare i prodotti giusti, genuini, e di proporli sia
in maniera tradizionale che innovativa. Come sempre pregi e difetti appartengono
agli uomini, Armando, e siamo noi uomini a dare vita alla ristorazione italiana
- Le
guide enogastronomiche si sono moltiplicate e vendono bene.
Qual è secondo te il loro grado di affidabilità? Esiste, oppure
no, una che preferisci e consigli?
- È un discorso
che eviterei! Torniamo agli uomini: gli uomini che scrivono gli articoli pubblicati
sulle varie guide hanno un proprio gusto , sai come dicevano i latini, no?
de
gustibus
. Non ti scordare poi, che i "critici" delle varie
guide degustano i piatti solo una volta l'anno e non credo sia sufficiente.
Infine, le guide seguono le mode
devo commentare?
- No. Ho capito.
La diffusione di notizie sull'enogastronomia ha contribuito ad elevare conoscenza
ed interesse presso il pubblico. Eppure siamo un popolo che beve spumante
secco su panettoni e dolci. Alcuni consumatori mi sembrano giocatori in
grado
di qualche, raro, dribbling ma che falliscono più di un elementare
stop perché mancano loro i cosiddetti fondamentali.
In quale direzione dovrebbe meglio muoversi l'informazione stampata e radiotelevisiva?
- Non conosco molto il
mondo dell'informazione, ma temo che debba seguire i dettami dell'editore
e della famigerata audience, quindi non so quanto possa uscire dai soliti
canali. Certo gioverebbe che si occupasse un po' meno dei soliti noti e
desse
più spazio ai piccoli produttori che, a volte, svolgono un lavoro
magnifico e per noi ristoratori fondamentale.
Non sarebbe male che i vari giornali, riviste, notiziari e programmi televisivi
si ricordassero delle specificità dei prodotti nostrani non solo durante
il Salone del Gusto o di Vinitaly.
- Anni fa, veniva
ripetuto che gli italiani sono buoni viticoltori e modesti vinificatori.
E' cambiato qualcosa?
- Per fortuna sono cambiate
molte cose. L'enologia ha preso piede anche in Italia e le aziende produttrici
vi si affidano molto. Nomi come quelli di Giacomo Tachis o di Renzo Cotarella
sono conosciuti e stimati anche all'estero, creano vini da invidia. Il problema
sta nel cercare sempre nuove strade nelle tecniche di vinificazione possibilmente
riscoprendo i vitigni autoctoni del nostro paese abbandonando le mode francesi
e di oltre oceano.
- Un tempo, Federico
D'Amato, dividendosi tra fatiche questurine e direzione della Guida L'Espresso,
dichiarò guerra all'allora imperante moda di panna e rughetta ovunque
nei piatti. Alla stessa maniera, oggi, bisognerebbe o no fare una guerra
alla
moda del Novello prodotto e citato esclamativamente da tante case?
- Personalmente porto
avanti una politica di profonda critica verso un tipo di prodotto che reputo
figlio della moda creato più dal marketing che dalla vigna, nato
e cresciuto principalmente come un veicolo economico e basta. Quindi non
a tutti
i novelli ma ad un buon 95% bisognerebbe dichiarare guerra.
- A
tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo una
riflessione su Star Trek
- Plancia, teletrasporto,
klingon, sono parole che mi accompagnano da un bel po'. E' una serie con
cui sono cresciuto. Le mie simpatie sono decisamente orientate più verso
Picard che Kirk, che non credo ti avrebbe fatto aprire questa enoteca spaziale!
Comunque Star Trek, indipendentemente dal taglio decisamente statunitense,
mi ha fatto sognare spesso e sono ancora qui ad aspettare che qualche scienziato
riesca a trovare il modo di ricomporre le nostre molecole dopo il teletrasporto!
- Siamo quasi
arrivati a Tastevin, pianeta di gusti galattici abitato da alieni vignaioli
se
devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista,
anche perché è finita la bottiglia di Desiderio di Avignonesi.
Però torna a trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- Spero di avere nuove
occasioni per salire ancora sull'Enterprise e assaporare insieme a te un
altro buon vino
- Ed ti saluto
com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
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