L'ospite accanto a me è Raffaele Aragona,
per gli amici Lello. Ingegnere del linguaggio,
di formazione scientifica e gusti letterari, insegna Tecnica delle Costruzioni
nella Facoltà di Architettura dell'Università Federico II di
Napoli, ed è, con Ruggero Campagnoli e Domenico D'Oria, fondatore
dell'Oplepo (OPificio di LEtteratura POtenziale). Giornalista pubblicista,
scrive di enigmi e di ludolinguistica, è ideatore e promotore del
biennale "Premio Capri dell'Enigma" giunto all'VIII edizione laureando
quest'anno Luciano Berio e Jacques Roubaud
credete che abbia finito?
Non ancora. Lello, ha scritto parecchi libri, per saperne di più www.oplepo.it
Uno di questi, voglio segnalarlo a parte: Una voce poco fa, repertorio di
vocaboli omonimi della lingua italiana pubblicato da Zanichelli nel 1994.
Splendido. Un decreto legge dovrebbe imporne l'acquisto a chi scrive libri
e articoli. Compratelo, perché serve anche a chi va a scuola (e non
necessariamente da scolaro) e a chi mette penna su foglio per relazioni (ma
anche per lettere d'amore e cartoline di saluti). Intesi eh? E se anche stavolta
non vi fidate di me, fate malissimo.
Aggiornamento. Nel 2002 c’è stata una nuova edizione del
Premio Capri e si sono avuti altri due titoli di Aragona: “La regola è questa”,
edito da ESI; e “Oplepiana”, sottotitolo: Dizionario di Letteratura
Potenziale - pubblicato ancora dall’encomiabile Zanichelli - preziosa
raccolta di testi d’autori oplepiani, testi parecchi dei quali finora
inediti e altri apparsi solo su riviste di letteratura sperimentale oppure
su introvabili fogli di limitata diffusione. Un libro imperdibile, e non
soltanto per gli appassionati di questo mercuriale tipo di scrittura.
- Benvenuto a bordo, Lello
- Ciao Armando, ben trovato. Spero di resistere fin in fondo (a questo interrogatorio),
senza toccare il fondo (degli abissi). In fondo non c'è nessun rischio
sulla tua navicella: al più saranno i nostri dispiaceri ad annegare
nel fondo di molti bicchieri di vino! E quando avremo esaurito i nostri fondi
daremo fondo a tutto quanto potremo ritrovare in fondo alle nostre tasche
- In fondo, hai ragione. Voglio farti assaggiare questo Capri bianco della
Vinicola Tiberio dei Fratelli Brunetti, per ricordare nello Spazio l'isola
che ha ospitato il Premio
qua il bicchiere
ecco fatto.
Senti, il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma
direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio
stiamo, schizziamo "a palla", la cosa che sto per dirti io l'ho
già fatta minuti fa, anche tu, in poche battute, trasmetti sulla Terra
il tuo ritratto
no, non fare quegli scongiuri!
ci sto pur'io su
'sto tram
mica m'auguro che
- Alto 1,84, occhi verdi, capelli (pochi) castani, napoletano, ingegnere
strutturista. Oltre ad interessarsi di progettazione di opere in calcestruzzo
armato, si occupa di strutture linguistiche. Tra le sue attività c'è anche
la scrittura per enigmi, una vera e propria contrainte semantica che dà luogo
ad interessantissimi episodi enigmistici. Su questi argomenti ha scritto
vari saggi su testi e riviste specializzate.
Le sue ultime fatiche sono entrambe del Duemila, due volumi usciti in occasione
del recente convegno di Capri: Le vertigini del labirinto pubblicato dalle
Edizioni Scientifiche Italiane, e Capri à contrainte della casa editrice
caprese La Conchiglia.
È sposato, ha tre figli, gli piace il mare e la montagna (d'inverno).
- Nel numero di parole occorrenti per scrivere in 11 righe - tante quante
sono le lettere che compongono la scritta www.oplepo.it - dimmi dell'OPLEPO,
del suo significato oltre l'acronimo, delle sue finalità
- L'Opificio di Letteratura Potenziale, partendo dalla considerazione che
tutto ciò che si fa in letteratura soggiace, in modo più o
meno palese, a delle precise regole, si prefigge di inventarne di nuove e
di mostrare che anche con esse si possono comporre testi, al di là del
concetto tradizionale di ispirazione. Ogni opera letteraria, dal sonetto
al grande romanzo, si regge in effetti su ben precise impalcature. L'OPLEPO è impegnato
nel creare nuove impalcature, nuove strutture e sperimentarne la potenzialità,
a prescindere, inizialmente dalla bontà del risultato. Non bisogna
ritenere che l'adesione a precise regole soffochi la libertà e l'ispirazione
dell'autore; le costrizioni, anzi, risultano generose, propizie, per la produzione
di testi letterari. I testi di letteratura potenziale rivestono inoltre una
notevole importanza, in quanto sono di incoraggiamento per un vasto sperimentalismo,
il quale, se non conduce necessariamente ad una grande opera, conduce ad
una molteplice fioritura di opere minori.
- Esistono in altri paesi gruppi di produzione e di studio omologhi all'Oplepo?
- Naturalmente in Francia. È dall'OULIPO francese, fondato nel 1960
da Raymond Queneau e da François Le Lionnais, che l'OPLEPO ha preso
il via. Dell'OULIPO fecero parte anche scrittori come Italo Calvino e Georges
Perec, l'autore de "La Disparition", il romanzo scritto senza mai
usare la lettera 'e'.
Ma a questi gruppi non appartengono soltanto francesi e italiani: dell'OULIPO
fa parte l'americano Harry Mathews, l' inglese Ian Monk , il tedesco Oskar
Pastior e dell'OPLEPO fa parte il catalano Màrius Serra. A cura di
un belga e di un argentino, si pubblica a Parigi "Formules", una
rivista di letteratura à contraintes.
Il fatto che la costituzione di un gruppo vero e proprio abbia avuto luogo
soltanto in Italia penso che sia soltanto una questione di tempo; la cultura
italiana è senza dubbio la più vicina a quella francese ed è naturale
quindi che sia nato in Italia il primo gruppo omologo a quello oulipiano.
Dell'Oulipo fu membro Italo Calvino e dopo circa un decennio è nato
l'Oplepo; l'Oulipo ha acquisito membri inglesi e tedeschi, l'Oplepo ha un
socio spagnolo. Voglio pensare che non passerà molto tempo per assistere
alla nascita di analoghi gruppi in Inghilterra, in Germania ed in Spagna.
- C'è oppure no, negli italiani dell'Oplepo una qualche particolarità rispetto
agli oulipiens?
- Il gruppo dell'OULIPO è costituito essenzialmente da scrittori e
poeti, oltre che da alcuni matematici; l'OPLEPO ha componenti di varia estrazione
culturale e professionale. Scrittori: Cavazzoni, Sanguineti, Sebregondi,
Serra; poeti: Albani, Berardi, Weiss: francesisti: D'Oria, Eruli; ricercatori:
Chiti, Falchetta, Kierkia, Varaldo; matematici, informatici, architetti,
ingegneri: Odifreddi, Addòmine, Radicchio, e l'Aragona che ti parla.
Un'altra differenza è di natura geografica: gli oulipiani vivono quasi
tutti a Parigi, in Italia le dislocazioni sono diverse e ciò comporta
una maggiore difficoltà negli incontri. Uno all'anno è certo;
si è tenuto in una località di volta in volta risultata dal
calcolo del baricentro dei vari luoghi di abituale residenza degli oplepiani. È capitato
così di riunirci a Firenze, ma anche a Parma, a Bisticci, ad Anghiari,
a Numana, finché una nostra socia si è trasferita negli Stati
Uniti ed ha fatto spostare decisamente ad ovest il nostro baricentro. Ma
non tanto, siamo finiti in Costa Azzurra ed è lì che organizzeremo
il prossimo incontro.
- Come spieghi il fatto che questa grande Scuola abbia prodotto magnifiche
opere in prosa e in poesia, ma sia pressoché assente in teatro?
- Forse perché la contrainte è generalmente più facilmente
percepita attraverso lo scritto che attraverso l'espressione orale ed anche
perché gli scrittori di teatro sono in numero minore
- Qual è il rapporto che lega le tecniche dell'Opificio alla matematica?
Dillo in parole semplici
altrimenti tutti capiscono e io no
- Il fatto che la letteratura potenziale affidi molto del proprio credo
alla regola, senza che da essa possa ammettersi deroga, è uno dei
motivi della presenza di membri di estrazione scientifica. Del resto a fondare
l'OULIPO furono uno scrittore appassionato di scienze esatte: Queneau; ed
un matematico appassionato delle belle lettere: Le Lionnais
- La "Teoria dei Giochi" (lo ricordo a beneficio degli avventori,
ideata da Von Neumann nel '28, una teoria matematica per ottimizzare le decisioni
soprattutto in campo economico), ha influenzato gli oulipiens?
- Non credo direttamente, ma il riferimento è una dimostrazione di
come il gioco possa diventare una cosa molto seria e che anzi, come dice
Huizinga, non c'è niente di più serio del gioco.
- Un vaticinio: come credi che s'evolverà il rapporto arte-scienza?
- La risposta è al là delle mie competenze, ma devo ritenere
che l'arte non potrà prescindere dalla forte avanzata scientifica
in termini di metodi e di obiettivi e forse accadrà anche nell'arte
- se non è già accaduto - un ritorno all'implosione, dopo secoli
di ideologia dell'esplosione.
- Come giudichi l'accoglienza delle case editrici italiane ai testi oulipiani?
Buona? Cattiva? Insomma il mercato librario italiano come reagisce a quel
tipo di proposta?
- Beh, per ora si può dire che sostanzialmente soltanto poche case
editrici abbiano aperto le loro porte alle sperimentazioni oulipistiche (la
Clueb di Bologna e la Guida editori di Napoli) non considerando altre case
come la Feltrinelli, la Rizzoli e la Bollati Boringhieri, che hanno pubblicato
opere "consolidate" di autori oulipiani (Roubaud, Perec e Mathews).
Ma i tempi per questi ingressi non possono essere brevi: le sperimentazioni
oulipistiche sono sperimentazioni e certamente non possono avere vita facile.
Tra l'altro, è proprio questo che appassiona di più
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo
una riflessione sul mito di Star Trek
che cosa rappresenta secondo te
- Ti risponderò con le stesse parole di Jacques Duchateau, membro
dell'Oulipo, autore di "Zinga 8" dove si narra di umani dell'anno
2000 risorti nell'anno 5000. Duchateau disse che Star Trek era un anagramma
del Futuro
- Siamo quasi arrivati ad Aragònya, pianeta abitato da alieni potenziali
che comunicano fra loro soltanto attraverso anagrammi, dilogie, lipogrammi
e altre tràstule linguistiche
se devi scendere, ti conviene prenotare
la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita
la bottiglia del bianco Capri dei Fratelli Brunetti. Però torna a
trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- Sì, intesi, ho inteso. Ma mi raccomando: Attenzione al Potenziale!
- Grazie, ci starò attento. Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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