Gli ospiti accanto a me sono due: Stefano Bruzzone
e Davide Giancotti. Musicisti. Compongono il
duo, in origine un quartetto, Altera
dove
cade l'accento?...Fate voi
Il gruppo è nato nel '96, la sua più recente produzione è
Canto di spine: versi italiani del '900 in forma canzone.
L'originalità della proposta sta nel fatto che vengono offerti versi
di molti poeti
Brauns, Caproni, Cardarelli, Crovi, De Andrè, Govoni,
Levi, Luzi, Merini, Montale, Pasolini, Pavese, Quasimodo, Saba, Ungaretti,
e spero di non averne dimenticato nessuno
versi cantati trasponendoli
in canzoni dal linguaggio rock di forte impatto emotivo, con sonorità
in equilibrio tra provocazione e delicatezza. Insomma, non si tratta di poesie
con il solito sottofondo musicale, ma un'operazione che punta ad un intercodice
fra letteratura e musica; in concerto, alle spalle dei due campeggiano grandi
immagini, videoproiezioni di quadri e testi, luci al neon e strobo accecanti.
La produzione del disco - il CD s'avvale d'una copertina con la Merini fattosi
spiritosamente fotografare da Giuliano Grittini in versione odalisca - è
stata curata da Franz Di Cioccio www.fermentivivi.it.
e vede, insieme agli Altera, anche membri di gruppi quali P.F.M. - C.S.I.
- Litfiba - Modena City Ramblers - Timoria - Skiantos - Afterhours - Steve
Piccolo, Paolo Fresu, ed altri.
Il gruppo ha scelto di devolvere i proventi delle vendite del CD a
Emergency.
Per saperne di più: www.gruppoaltera.com,
ma non riuscirete però adesso a sapere chi dei due replicherà
alle mie domande perché risponderanno con una voce sola: prodigi della
tecnologia dell'Enterprise.
- Benvenuti a bordo
- È un onore per noi essere ospiti su questa meraviglia della tecnologia
terrestre
- Assaggiate ora questo Schioppettino di Vinitalia
meraviglia della
tecnologia enologica
Adesso ascoltatemi: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la
guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi
nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che
voi trasmettiate sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione
con i miei ospiti, il vostro ritratto
come avete cominciato
insomma
chi siete, affinché i posteri sappiano
- Non siamo un gruppo musicale. Siamo un "progetto".
Memoria, attualità, scuola, poesia, impegno civile, le nostre coordinate.
Ci piacciono le provocazioni, ci piace provare a smuovere le coscienze, a
contrastare la "strategia dell'ignoranza" che cerca di omologare
tutto quanto. Come hai detto prima, esistiamo dal 1996, sotto forme diverse
dallo stesso nome, sempre con noi due, Stefano e Davide, al timone. E, sempre
rispondendo con una voce sola, diciamo che Davide è uno straordinario
chitarrista, ma soprattutto "pittore": usa i suoni come se utilizzasse
una tavolozza al posto della chitarra
Stefano si occupa dei testi e della
"guida" della nave. E' un viaggio lungo e periglioso ma ci sta facendo
crescere molto, soprattutto come persone, e questa è la cosa più
importante.
- Canto di spine s'avvale anche della collaborazione di studenti che
hanno suonato con voi
- Sì, era troppo importante che un progetto del genere fosse a stretto
contatto con il mondo della scuola così da subito abbiamo cercato una
collaborazione con gli studenti che è nata prima con alcune nostre
esibizioni in vari istituti per presentare il progetto. In seguito abbiamo
coinvolto direttamente gli studenti nelle registrazioni del CD.
- Alla Fiera del Libro di Torino, vi esibivate allo stand della Marsilio
e le vostre performances erano fra le poche attrattive di questa mesta edizione
2002
ma onestà vuole che ricordi anche le animazioni agite ai
banchi delle Edizioni E/O, Minimum Fax, Stampa Alternativa e
e poi basta,
il resto era sul grigio, come il tono istituzionale data a quest'anno a quella
Fiera fino a poco fa allegra e vivace. In Italia da un po' di tempo a questa
parte il grigio si porta, e anche il nero va di moda.
Torniamo a voi. So che è prevista una serie di concerti e incontri
anche nei licei e nelle università. Da dove nasce questo vostro interesse
per i luoghi dove di solito non si fa musica?
- E' un interesse che si è sviluppato ed è cresciuto insieme
al nostro rapporto con i suoni e le parole. Troviamo stimolante e coerente
portare il nostro lavoro negli ambienti che lo hanno ispirato, credo sia anche
una sorta di "ringraziamento" inconscio: "suonare" i testi
di Primo Levi a Fossoli (il luogo da cui partì insieme a tanti altri
per Auschwitz) o ad Ebensee vicino Mauthausen, oppure i versi di Alda Merini
o Elisa Brauns nell' ex ospedale psichiatrico di Cogoleto, è parte
di un progetto che prosegue in quella direzione.
- Dopo l'11 settembre c'è stata una fioritura di rappers - ad esempio:
Canibus, MC Hammer, Suge Knight - che urlano patriottismo. Si tratta di un'occasione
sfruttata opportunisticamente da alcuni, oppure il rap sta cambiando i suoi
bersagli?
- Crediamo che la verità, al solito, si collochi nel mezzo. Anche se
ci fa un po' sorridere il pensiero di un genere musicale nato da un senso
di ribellione che va a finire nel patriottismo! E poi sono comunque americani,
e conoscendoli non ci si può stupire più di tanto, convivono
da sempre con contraddizioni enormi in tutti i campi
Da tempo però
il grande business musicale si è impadronito del rap e ne ha fatto
una bella gallina dalle uova d'oro. Sarebbe bello potersi infilare nottetempo
in qualche garage o sala prove del Bronx o di Harlem, a sentire davvero il
rap
- Il grande chitarrista maliano Farka Touré, ad un convegno di studi
etnomusicologici della Fondazione Cini, ha definito la world music "un
calderone che omologa e non favorisce un nuovo umanesimo multietnico".
Voi come la pensate?
- La musica è sempre stata patrimonio di tutti dal nativo della foresta
amazzonica all'intellettuale europeo. Con i nuovi mezzi di comunicazione come
Internet o gli spot televisivi c'è una circolazione del messaggio musicale
più capillare e questo sembra creare un unico genere musicale.
È compito di noi musicisti esplorare con le nuove tecnologie le proprie
radici musicali per conservare e riproporre al futuro quelle diversità
che sono caratteristiche, così come gli usi e i costumi, dei vari popoli
della terra.
- Lo sviluppo del sintetizzatore è stato determinante un tempo sulla
musica leggera e rock orientando la ricerca di autori come Robert Fripp, Brian
Eno e tanti altri o, in Italia, il gruppo degli Area di Demetrio Stratos,
per ricordarne solo alcuni. Le nuove tecnologie, con accresciute possibilità
rispetto a ieri, stanno producendo risultati espressivamente comparabili a
quelli prima citati?
- Pensando a Eno e Fripp non troviamo nessun equivalente nella musica odierna,
forse perché le enormi possibilità delle nuove tecnologie intimidiscono
i loro fruitori attraverso un gran numero di suoni, loop e melodie già
pronti.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, infliggo
una riflessione su Star Trek
che cosa rappresenta quel videomito nel
nostro immaginario?
- Un viaggio verso l'ignoto che la vita ci riserva nonostante i nostri sforzi
per capire dove stiamo dirigendo la prua
- Siamo quasi arrivati ad Alterya, pianeta di rose e canti abitato da alieni
che comunicano fra loro con sonagli, chitarre e tastiere
se dovete scendere,
vi conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché
è finita la bottiglia di Schioppettino di Vinitalia
Però
tornate a trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- Siamo d'accordo, ci teletrasporteremo il più presto possibile. Arrivederci,
a presto
a proposito, peccato che gli umani non sappiano comunicare come
gli abitanti di Alterya, avrebbero bisogno di imparare a farlo! Good luck
- Vabbè, vi saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise:
lunga vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome degli intervenuti.
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