L'ospite accanto a me è Ernesto Assante. Giornalista. Critico musicale di Repubblica dal 1978.
Collaboratore di numerosi settimanali e mensili italiani e stranieri, tra i quali Epoca, L'Espresso, Rolling Stone, ha ideato ed è stato responsabile dei supplementi Musica, Computer Valley e Computer, Internet e Altro di Repubblica.
Ha lavorato come conduttore radiofonico per la Rai e autore televisivo per le reti Rai e Mediaset.
È stato direttore di McLink, il primo Internet Provider italiano.
Ha realizzato e diretto il progetto di Repubblica.it.
È stato tra i fondatori e direttore di Kataweb.
Ha scritto diversi libri, ricordo fra questi: Bob Marley (Lato Side, 1980), Reggae (Savelli, 1981), La Storia del Rock (5 volumi, Savelli 1983), Paesaggio Metropolitano (Feltrinelli, 1985), Viaggia la musica nera (Marcon, 1991), Genesi (Castelvecchi, 1997).
Fin qui un'essenziale scheda biografica. Il suo interesse però, va anche aldilà del campo musicale, spaziando tra vari media, osservando con particolare riferimento il loro impatto con le giovani generazioni, studiandone la reciprocità degli stimoli e delle interferenze, le derive sociali, i nuovi segni espressivi che vanno configurandosi. Non meraviglia, quindi, di trovare suoi interventi anche sulle nuove frontiere del web o sul meccanismo psicosociale dei videogiochi. Di queste plurali osservazioni, se ne ha un assaggio nella sua rubrica Mediatrek http://blog.repubblica.it/rblog/page/EAssante dove attraverso rapide note si godono frizzanti riflessioni ed epifanie critiche che stratificano ghiotte sostanze per i lettori, ma messe lì dal loro autore senza disegno d'accumulo. Insomma, leggendolo, se ne ricava l'impressione di un competente e generoso cultore dello spreco di sé stesso, ma, si sa: è la dissipazione, bellezza.
- Benvenuto a bordo, Ernesto.
- Sono contento di esserci.
- Voglio farti assaggiare questa Bonarda Doc Colli Piacentini di Torre Fornello .qua il bicchiere.ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma, chi è Ernesto secondo Ernesto.
- Un uomo ricco di passioni. Passione per la gente, per la musica, per i videogiochi, per i computer, per i libri, per la politica, per il cinema e la televisione e, ovviamente, per la fantascienza e Star Trek. Amo scrivere, da piccolo tutto quello che volevo fare era scrivere. Oggi scrivo e tanto mi basta.
- Scrivendo scrivendo, qual è per te la differenza tra informazione e comunicazione?
- Beh, comunicare è molto diverso da informare, ma entrambe le cose sono essenziali per la natura umana e per la nostra vita di tutti i giorni. Senza informazione saremmo perduti e senza comunicazione saremmo morti.
- "Play Global" era il motto di quest'anno del Transmediale a Berlino, kermesse della cultura elettronica. Dammi una tua definizione della Bootleg Culture, insomma dei suoi significati concettuali, artistici, produttivi.
- Domanda assai difficile se vuoi una risposta completa. Diciamo che buona parte della cultura di oggi è una "bootleg culture", nel senso che ogni espressione della cultura elettronica richiama altro, ad altro punta. Io, ad esempio, penso di essere una espressione della bootleg culture, mescolo linguaggi continuamente nella mia pratica di vita quotidiana, uso mezzi di comunicazione diversi e punto alla fatidica "convergenza". Nulla di più lontano dall'"alto e basso" della cultura classica..
- Dopo l'11 settembre molti rappers - ad esempio: Canibus, MC Hammer, Suge Knight - hanno preso ad urlare patriottismo. Si tratta di un'occasione sfruttata opportunisticamente da alcuni, oppure il rap sta cambiando i suoi bersagli?
- No, per quanto assurdo possa sembrare, il patriottismo è sempre stato profondamente interno alla cultura afroamericana. I rappers, poi, parlano senza mezzi termini al loro pubblico, e il loro pubblico è attento a questi temi.
- Il grande chitarrista maliano Farka Touré, ad un convegno di studi etnomusicologici della Fondazione Cini, ha definito la world music "un calderone che omologa e non favorisce un nuovo umanesimo multietnico". Tu come la pensi?
- La "world music" in quanto tale non esiste, è una semplificazione usata da noi giornalisti e dall'industria discografica per mettere insieme cose che, invece, insieme non possono stare, ma che sono diverse o lontane dalla nostra cultura. Una sorta di forma "politically correct" per definire musiche non eurocentriche. In questo il chitarrista maliano ha ragione. Ma ha anche torto, perché al contrario proprio perché la world music è per definizione senza confini, ha consentito a molti giovani di conoscere culture lontane e di avere "naturalmente" un approccio multietnico alle cose della musica.
- Passiamo ad un altro dei campi da te praticati. Alle corte: consideri Internet una mappa o un labirinto?
- Entrambe le cose. Le mappe, ovvero i motori di ricerca, consentono di andare facilmente "where no man has gone before". Ma è altrettanto facile perdersi, in un labirinto che non ha, per definizione, alcuna via d'uscita, se non quella di scollegarsi.
- Credi che oggi siano le relazioni sociali a guidare le tecnologie o viceversa?
- Si, penso francamente di si, Il telefonino e Internet ne sono una buona dimostrazione, sono nati per soddisfare delle necessità comunicative primarie.
- Ha detto Derrick de Kerckhove che la connettività è una delle grandi scoperte del mondo moderno, aggiungendo che essa però è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Oltre alla connettività, quali valori attribuisci al web?
- Anche questa risposta meriterebbe un libro. Cerchiamo di essere semplici e stringati: il valore principale è quello comunitario, in rete non si è mai soli. Poi c'è quello informativo, mai l'essere umano ha avuto a disposizione una tale massa di informazioni e notizie libere da controlli. E poi c'è il valore tecnologico in sé, la capacità della rete di accostare milioni di persone ad una tecnologia inedita e in via di sviluppo è stato, secondo me, uno dei grandi valori del web. Ed ancora la multimedialità,..
- I videogames, hanno compiuto nel 2002 quarant'anni; dai lontani "Spacewar" e "Pong" ad oggi qual è stato, a tuo avviso, il principale elemento (ammesso che si possa restringere il campo ad uno solo) che ne ha connotato l'evoluzione del linguaggio?
- L'interattività e l'intelligenza. Se si fosse trattato di semplice divertimento saremmo rimasti a Pong, che ancora oggi è divertentissimo.
- Ancora sui videogiochi. Spesso, s'avvalgono d'immagini bellissime, e il discorso porta anche alle arti visive. Disegni, sfondi, cromatismi, hanno influenzato oppure sono stati influenzati dall'arte contemporanea? Penso a certi fumetti che mi pare abbiano anticipato parecchi segni, ma pure, viceversa, a molti artisti che oggi lavorano sui pixel, sfondi da heroic fantasy, colori acidi da videogames.
- Diciamo che per ora sono i videogiochi ad essere stati influenzati dagli artisti contemporanei, ma le cose sono destinate a cambiare, non appena i vg usciranno dal semplice campo dell'entertainment elettronico per ragazzi.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo a fare una riflessione su Star Trek . che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario?
- Io sono un ex ragazzo nato negli anni Cinquanta e cresciuto nei due decenni successivi. Credo che Star Trek rappresenti tutto quello che io amo, l'avventura, la ricerca di nuovi mondi e nuovi linguaggi, la pace e la giustizia prima di ogni altra cosa, la comprensione e la tolleranza, l'incapacità di stare fermi, la voglia di continuare ad essere "on the road" anche se la strada, in questo caso, è tra le stelle
- Siamo quasi arrivati ad Assàntya, pianeta di silicio abitato da alieni postpunk che si cibano di frames e leggono tutti i giorni Mediatrek.se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Bonarda Doc Colli Piacentini di Torre Fornello . Però torna a trovarmi, io qua sto.intesi eh?
- Dato che adesso conosco la strada.
- Ci conto, e ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!
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