Gli ospiti accanto a me sono Gianfranco Bellini
e Franco Zucca.
Entrambi hanno avuto a che fare con fantascienza e Star Trek, ma questo è
solo uno spunto per parlare del doppiaggio oggi in Italia.
A proposito di doppiaggio, se volete approfondire l'argomento, segnalo i siti
che mi sembrano i migliori: http://www.sinet.it
e www.aidac.it.
Segnatamente sul doppiaggio delle serie di Star Trek - siamo nella vineria
dell'Enterprise o no? - cliccate su http://www.stic.it.
Gianfranco Bellini, voce storica del doppiaggio italiano, col quale ho condiviso
anche parecchie avventure radiofoniche, è attore dall'impronta vocale
unica. Molti lo ricordano per avere dato voce al computer Hal 9000 in "2001:
Odissea nello Spazio"; ma le sue interpretazioni sono tante che dovrei
scrivere chissà quanto per elencarle, poiché ha doppiato un
numero irraggiungibile di film e telefilm. Tra i meno lontani nel tempo, ricordo:
Furia, George e Mildred, Saranno Famosi; e cartoni animati, ad esempio,
è stato: il Boss ne Il Grande Mazinga, il maggiordomo Bastiano
in Heidi, il libraio ne La bella e la Bestia, e innumerevoli
altri ruoli.
Franco Zucca, viene dalla Scuola del Teatro Stabile di Trieste, dov'è
nato e ha frequentato le prime vinerie (molte altre ne verranno). Ha fatto
parte in Tv di cast che vanno dalla "Anna Karenina" di Bolchi al
"Maresciallo Rocca" di Capitani; tanti i ruoli in teatro e in sceneggiati
radiofonici, purtroppo poche volte, ma reciprocamente rovinose per i nostri
fegati, ci ho lavorato insieme.
Al cinema e in Tv ha doppiato, per citare alcuni nomi tra i più noti:
Alain Delon, Michael Caine, Rutger Hauer, Anthony Hopkins, John Hurt, Jack
Palance, Francisco Rabal, Terence Stamp, Donald Sutherland, Max von Sydow...senza
dimenticare che è il Freddy Krueger di Nightmare e il Ben Kingsley
di Schindler's List
vedrete pure che Franco c'entra con Star Trek.
- Benvenuti a bordo
Voglio farvi assaggiare questo Bianco Fiagre di Antonio Caggiano
qua
i bicchieri
ecco fatto.
Ascoltatemi: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida,
a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello
spazio stiamo, schizziamo "a manetta", per prudenza, in poche battute,
trasmettete sulla Terra il vostro ritratto, come vorreste essere un giorno
ricordati
Cominciamo da te, Gianfranco
- GB - Ricordato come uno che ha amato il proprio lavoro
lo faccio
da quando ero bambino
da ragazzo ho perfino doppiato la bambina-prodigio
Shirley Temple in "Alle frontiere dell'India", accadde una volta
che Miranda Bonansea, allora le prestava la voce, era impegnata, ed affidarono
a me la parte
sì, vorrei essere ricordato come uno che ha amato
il proprio lavoro
Del resto, se non lo avessi amato, avrei smesso prima,
non vi pare?
- E tu, Franco?
- FZ - Uscire alla luce dal buio di una sala di doppiaggio non mi è
facile, però un buon bicchiere di vino mi ha sempre aiutato a sciogliermi,
quindi dirò che sono nato nel profondo meridione della Mitteleuropa,
a Trieste, un 26 di agosto. Che sono trent'anni che faccio l'attore. Che ho
cominciato facendo teatro, radio, televisione (pochissima). Ho conosciuto
persone di grande talento e grandi cialtroni. Meravigliosi depositari della
tradizione e fertili innovatori. Ho vissuto il momento (culturale!?) in cui
bisognava a tutti i costi cambiare, sostituire, rinnovare. E spaventato dal
vedere che il più delle volte si buttavano nella spazzatura proprio
le fondamenta sulle quali semmai rinnovare, mi sono rifugiato in quello che
mi sembrava l'ultimo fortilizio della tecnica consolidata al servizio dell'espressività:
il doppiaggio
- Gianfranco, racconta ai miei avventori come fosti scelto per il ruolo del
Computer Hal 9000
- GB - Fui scelto proprio da Stanley Kubrick, il regista di "2001
Odissea nello spazio"
infatti era un tipo molto esigente e forse
non tutti sanno che volle scegliere lui le voci dell'edizione italiana del
suo film. Furono fatti dei provini a vari attori, e i nastri mandati in America.
Accadde così che Kubrick volle me per interpretare il Computer Hal.
- E tu Franco, come fosti scelto per il ruolo del Dottor Olografico in Star
Trek? E che cosa ti appartiene, se qualcosa ti appartiene, di quel personaggio
- FZ - Vorrei prima farti notare che la bottiglia sta quasi finendo,
e non penso sia solo causa mia, ti consiglio quindi di stapparne un'altra
se non vuoi che mi rifiuti di rispondere
- Vabbè! E mentre stappo tu racconta
- FZ - La scelta fu casuale, credo mi ritenessero adatto al personaggio,
oppure si ricordarono che avevo già doppiato un ologramma in una serie
che si intitolava "Quantum Leap" - "In viaggio nel tempo",
e sai com'è fatto un ologramma...
Del dottore mi appartengono molte cose
a proposito, sai che ho conosciuto
Picardo? Il dottore quello vero? E' successo alla convention annuale di Star
Trek, a Bellaria. Lui era l'ospite d'onore e io ero l'ospite voce dell'ospite
d'onore. Mi hanno anche fatto delle foto insieme a lui. Che carini!
del
dottore olografico mi appartengono la timidezza, il romanticismo, spero l'ironia,
ma soprattutto la sensazione di essere sempre più ologramma anch'io:
di essere invisibile e inudibile in questo sbraitare che mi circonda.
- Qual è la principale difficoltà nel reinterpretare vocalmente
l'attore di un film?
- GB - Identificarsi nel personaggio che stai doppiando rispettando
l'attore che lo fa, ma senza annullarti in lui
FZ - Se doppi un attore adatto a te, non c'è mai una difficoltà
che si impone sulle altre. In questo caso l'unica cosa che posso dire è
che Picardo parla ad una velocità ultrasonica, e quindi stargli appresso...
Più in generale direi che è sempre difficile reinterpretare
in pochi giorni quello che un attore ha maturato per mesi. Potrà sembrare
paradossale, ma più l'attore che si doppia è bravo più
facile è restituire i suoi toni, le sue sfumature, le sue emozioni.
Mi piace sempre pensare che non sto doppiando la voce di un attore, bensì
il suo percorso emotivo
- Il doppiaggio italiano è campione del mondo, ma c'è anche
chi sostiene che appiattisce molte interpretazioni dello schermo. Per fare
un esempio, accanto alla felice accoppiata Allen-Lionello, succede anche che
De Niro, Hoffman, Pacino, Stallone, li conosciamo attraverso la voce di un
solo, bravissimo, doppiatore qual è Ferruccio Amendola.
Insomma, il doppiaggio, oltre ai suoi riconosciuti meriti, non trovate che
provochi qualche amputazione espressiva che la sottotitolazione, in alcuni
casi, eviterebbe?
- GB - Riconosco che la tua domanda ha le sue ragioni, ma io ho cominciato
a fare questo lavoro nel 1937, la parola sottotitolazione ha su di me lo stesso
effetto che ha la treccia d'aglio per i vampiri
capiscimi
FZ - Questo vino è decisamente buono e mi permette di confidarti
in tutta sincerità che mi batto da anni per la sottotitolazione. Non
vedo perché gli spettatori non possano godere della visione dei film
in lingua originale. Suonerà eresia, detto da un doppiatore. La verità,
se non vogliamo nasconderci dietro una bottiglia vuota, è che quelli
che ci rimetterebbero maggiormente, in termini economici, non sono i doppiatori,
ma i distributori e gli esercenti, che invece ad ogni rinnovo sindacale agitano
lo spauracchio dell'abolizione del doppiaggio.
Prova ad immaginare film dedicati ad un pubblico infantile o film di puro
intrattenimento sottotitolati. Quanto incasserebbero? L'unica alternativa
seria, peraltro già sperimentata (nella sala romana di Nanni Moretti,
se non mi sbaglio) sarebbe quella di proiettare alternati i film in versione
originale e doppiata. E chissà che non esista un pubblico che abbia
voglia di confrontare le due versioni.
Sui prodotti trasmessi in televisione mi sembra inutile soffermarmi: hai mai
provato a seguire un film sottotitolato in TV? Se ci sei riuscito dammi il
nome del tuo oculista
- Un'altra critica che viene rivolta consiste nel giudicare molte intonazioni
usate al doppiaggio derivate dal teatro di tradizione, cosa questa che comprometterebbe
l'esito di film ambientati ai nostri giorni con personaggi fuori di quello
schema espressivo. Accusa giusta? Ingiusta?
- GB - Più ingiusta che giusta. Comunque, ho fiducia nelle
nuove generazioni d'attori, forse al momento non tutti sono all'altezza, ma
sapranno sempre meglio cavarsela
FZ - Se ci riferiamo ai prodotti di cinematografie che usano forme
espressive diverse da quelle occidentali, mi sembra sbagliato tentare di tradurle,
se invece il linguaggio della quotidianità è quello angloamericano,
il cliché ha talmente preso piede che a volte non si sa se la gente
della strada parli come i doppiatori dei film o viceversa.
La vera snaturazione avviene quando si devono doppiare film di impianto classico
in cui recitano attori di scuola anglosassone (ma non solo): non si trova
più un attore che possieda la tecnica per ridare quei toni e quelle
atmosfere. E più sono giovani più il problema si presenta. E'
questo il vero dramma: nessuno più conosce le tecniche di base dell'attore:
non si impara più a respirare, a impostare la voce (e, per favore,
non significa "quello parla con voce impostata", significa saper
modulare, possedere uno strumento duttile per esprimere ogni sottile sfumatura).
Nelle accademie sono andati ad insegnare i reduci degli insuccessi delle cantine
e nel frattempo i grandi attori italiani sono morti senza aver lasciato nessun
erede
- Quali sono oggi i principali problemi del doppiaggio sul piano produttivo?
- FZ - Tanti, troppi per affogarli nel vino. Provo a descriverne alcuni.
Primo: la fretta. Se in passato un doppiaggio si eseguiva con tempi che permettevano
un minimo di approfondimento, adesso, chi commissiona un doppiaggio lo vuole
pronto per ieri.
Secondo: il gioco al ribasso. Non si può pretendere che un prodotto
pagato cento lire ne valga diecimila. Al massimo potrà valerne centocinquanta.
Terzo: l'incompetenza. Ridateci i referenti di una volta
GB - Mi associo a quanto ha già detto Franco
- Gianfranco Bellini, Ministro dello Spettacolo
peggio di così!
Il primo intervento che disporresti per il doppiaggio
- GB - D'accordo che siamo a bordo dell'Enterprise, ho pure interpretato
tanta fantascienza, ma Bellini Ministro dello Spettacolo è ai confini
di ogni realtà, è oltre
sai che faccio? Non rispondo alla
domanda
- Franco, una fantacatastrofe per tutti noi: sei Ministro dello Spettacolo!
- FZ - No!!
- Ahinoi, è così!
- Allora ti dico che gran parte della catastrofe (senza fanta) è avvenuta
quando il Ministero è stato accorpato ad altre incombenze, tipo quella
di assaggiare la cucina dei grandi chef, preoccuparsi dell'istruzione di Taricone
& C. e via discorrendo...
Per cui proporrei un ulteriore accorpamento: "Spettacolo, Cultura, Nani,
Arti Varie e Finanza". Metterei un pool di esperti in economia a calcolare
il valore aggiunto che ogni doppiaggio conferisce al prodotto doppiato. Mi
spiego: farei, per esempio, uscire in città campione lo stesso film
doppiato o sottotitolato; farei mandare in onda su due reti concorrenti lo
stesso prodotto, in una doppiato, in un'altra sottotitolato, e confronterei
gli incassi e gli indici di ascolto. Una volta in possesso dei dati che certificassero
il valore che il doppiaggio realmente aggiunge (in termini economici) ad un
qualsivoglia prodotto, chiamerei i doppiatori a rivalutare il proprio compenso
sulla base dei dati stessi
come vedi, da buon Ministro, uso già
il burocratese.
Sino ad oggi solo due persone si sono arricchite con il doppiaggio: Cecchi
Gori e Berlusconi
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo
una riflessione su Star Trek
che cosa rappresenta secondo te quel videomito
- GB - Una delle misure dell'immaginario, che pratica sempre misure
smisurate
FZ - Risposta facile e conseguente: poter pagare l'affitto, la luce,
il telefono, il riscaldamento e
Cuba esperame estoy llegando
- Già, so del tuo progetto di stabilirti un giorno laggiù.
Vedo dall'oblò che siamo quasi arrivati all'anello del pianeta Vox,
abitato da alieni muti specialisti nel doppiare la voce dei terrestri
se
dovete scendere, vi conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista,
anche perché è finita la bottiglia di Bianco Fiagre di Antonio
Caggiano. Però tornate a trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- GB - D'accordo, ma se scendi sulla Terra telefonami
a casa,
perché non ho il cellulare
FZ - Sì, se atterri incontriamoci
ci vediamo alla solita
vineria
- Vabbè, vi saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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