L'ospite accanto a me è Sergio Donati. Sceneggiatore. Attraverso la sua penna è passato un pezzo di storia del nostro cinema. Ha lavorato, infatti, tanto per fare qualche nome, per Bellocchio, Corbucci, Lupo, Montaldo, Petri, Steno, Zampa, e tanti altri che a scriverne tutti i nomi finirei col fare notte, e anche con molti americani quali Michael Anderson, John Irvin, John Guillermin, Tony Scott e Billy Wilder.
Ha firmato pure molte serie per la Tv.
Per saperne di più sulla sua filmografia cliccate con fiducia su http://italian.imdb.com
Nei suoi lavori lampeggia spesso il colore giallo - pensate, ad esempio, ad "Almost Blue" diretto da Infascelli - non c'è da sorprendersi, poco dopo i vent'anni debuttò sulla pagina con tre romanzi nei Gialli Mondadori : "L'altra faccia della Luna", "Il sepolcro di carta" (poi ristampato nei Capolavori dei GM), e "Mr. Sharkey torna a casa".
Conduce da anni il più attrezzato sito web sul cinema esistente in Rete: http://www.mclink.it/mclink/cinema, con oltre mille links che informano su tutto quanto si può desiderare di conoscere su attori, registi, sceneggiatori, produttori, titoli, curiosità, aneddoti, tragedie e amenità.
Ah, dimenticavo. la sua home page: www.mclink.it/personal/MC8574/index.html
- Benvenuto a bordo, Sergio.
- La Forza sia con voi. E grazie per non avermi costretto a indossare un "pigiamino" stile Dottor Spock.
- Voglio farti assaggiare questo rosso "Diacono Gerardo 1028" Gutturnio Riserva Doc di Torre Fornello . qua il bicchiere.ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma, chi è Sergio secondo Sergio.
- Questo ancora lo devo capire.
- In 13 parole, tante quante sono le lettere necessarie per scrivere la parola “sceneggiatore” dammi una tua definizione di quel mestiere.
- Facciamo 13 lettere?
- Meglio, è un esercizio ancora più acrobatico
- E' l'artigianato
- Che cos'è secondo te che distingue, o dovrebbe distinguere, il traguardo espressivo del cinema dalle altre forme di comunicazione artistica, oggi?
- Il tentativo di continuare a raccontare delle storie e delle emozioni, invece di esibire dei cataloghi di effetti speciali.
- Già, gli effetti speciali. Oggi quando li vedo sullo schermo mi sembra di guardare lo show reel d'una ditta specializzata che li propone ai clienti cineasti. Insomma, sono le storie al servizio degli effetti e non viceversa. Qualche esempio in positivo c'è, viene da Zemeckis, giusto per fare un esempio e da pochissimi altri, mi pare. Tu che cosa pensi al proposito?
- Li considero i maggiori nemici del cinema, l'ultimo gradino verso la trasformazione di un film in un videogame.
- Internet quale influenza avrà sul cinema? Determinerà nuovi codici di linguaggio?
- Sulla Rete io ci navigo dal 1990, quindi non accusatemi di essere un vecchio conservatore se dico che oggi per il cinema Internet lo vedo più che altro come un mercatone di film piratati. Se poi il linguaggio diventa quello orrendo stile SMS, ke dire D + ?
- I “corti”. Spesso mi sembrano lungometraggi contratti perché non c'erano i soldi per fare il minutaggio di 100' . Altre volte, però (e sono più i cortissimi che i corti), sono piccoli gioielli.
Il tuo pensiero?
- Giù il cappello davanti ai "corti", massimo esercizio di stile e misura nel racconto cinematografico. Pensate quanti grandi registi inglesi e americani si sono fatti le ossa sui sessanta secondi di uno short pubblicitario.
- Sono stati smentiti coloro i quali prevedevano che si sarebbero prodotti sempre meno film tratti da libri. Spunto per chiederti quanto segue, dalla cellulosa alla celluloide: la prima cosa da evitare…
- In Italia, da evitare assolutamente di coinvolgere nell'adattamento l'autore del libro, che di solito considera sacrilegio qualsiasi modifica ai "suoi" personaggi e alla "sua" struttura.
- Una delle più frequenti accuse ai giovani registi italiani è quella di essere sempre più autori e meno realizzatori, in altre parole, d'essere autoreferenziali. Condividi questa accusa?...
- Lasciamo perdere. Non voglio sembrare un vecchietto ingeneroso. Ma certo non ci si diverte più come una volta, a scrivere per il cinema. Mi manca molto il cosiddetto "cinema di genere".
- Non è un mistero che molti film giacciono non visti… sì, vabbè, lo so, talvolta è una fortuna per gli spettatori… perché sono stati spericolatamente girati – e spesso autoprodotti dal regista - senza assicurarsi prima una distribuzione.
Insomma, non credi che un pizzico di cultura industriale farebbe bene a non pochi autori? I film si fanno per farli vedere, o no?
- Ti sei risposto da solo. Io propongo conseguenze penali, per il regista economicamente irresponsabile.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa … che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s'intende…
- So di deluderti, ma da sempre le mie "addiction" televisive sono le sitcom, fin dal bianco e nero di I love Lucy passando per Seinfeld e finendo a Will & Grace.
- Siamo quasi arrivati a Donàtya, pianeta di celluloide abitato da alieni che si cibano di frames e vivono in flashback…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di "Diacono Gerardo 1028" Gutturnio Riserva Doc di Torre Fornello…
- Grazie e buon viaggio!
- Ed io ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!
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