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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L’ospite accanto a me è Oscar Cosulich. Giornalista.
E’ tra i più attivi interpreti dello scenario dei nuovi media, dell’interlinguaggio che hanno determinato sia nella comunicazione espressiva sia nell’uso delle modalità tecnologiche.
A beneficio dei miei avventori, ecco una rapida occhiata alla sua biografia che testimonia quanto già vi dicevo: una molteplicità d’interventi su più campi, dai fumetti al cinema, dalla musica ai libri, dal arti visive al web.
Scrive per “Il Mattino” e “L’Espresso”, dove è titolare delle rubriche ‘Cartooning’, ‘Lavori in corso’ e ‘Accade domani’.
E’ membro del direttivo di “Immagine”, e ha collaborato fin dall’ideazione alle pagine di ‘Musica!’ (supplemento di “ La Repubblica”) dove è stato anche titolare della rubrica ‘Cartoon’; sempre per lo stesso giornale ha collaborato all’elaborazione delle pagine di cinema della versione telematica del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, curando sia recensioni di film e sia servizi sull’attualità cinematografica.
E’ stato titolare di uno spazio dedicato ai rapporti tra fumetti e altri media per il settimanale “Skorpio”.
S’è occupato di fumetti, homevideo e musica per “Katalibri”, supplemento telematico de “L’Espresso” su Kataweb.
Scrive, tra gli altri periodici, per “ La Rivista del Cinematografo”.
Molte le collaborazioni a mostre e rassegne dedicate a fumetti, arti visive, musica, cinema d’animazione.
E poiché, come vedete, del tempo gliene avanza, dirige, con Giulietta Fara, il Future Film Festival www.futurefilmfestival.org che approda felicemente alla sua VII edizione a Bologna in questo gennaio 2005.

 

Benvenuto a bordo, Oscar …
Bentrovato Chewbacca, che ci fa una creatura di Star Wars sulla nave di Star Trek?
No, guarda da questa parte… quello è l’attore Peter Mayhew, l’interprete del peloso wookie bicentenario che, a corto di scritture, s’arrangia a fare da maggiordomo sull’Enterprise col suo costume di scena …
Già!... che distratto!... mi ha tradito la rassomiglianza fra voi due.
Il sommelier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena, diretta dal patron e magico chef Massimo Bottura, mi ha consigliato di farti assaggiare durante questa nostra conversazione nello Spazio questo Sacrisassi bianco 2000 dell' Azienda Le due terre: Tocai Ribolla e Sauvignon; mi ha anche inviata una nota che dice: “Regione di provenienza Friuli Venezia Giulia; è un vino interessante perché appartiene alla cultura del biodinamico, niente chimica niente fisica, non è chiarificato e filtrato”…qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Oscar secondo Oscar…
Un pigro che, piuttosto che porsi questo genere di domande, preferisce affogare in una moltitudine d’impegni. Insomma di me stesso “io non penso niente, lavoro e basta” :)
Come dicevo presentandoti, sono tanti i tuoi interessi di studio che c’è solo l’imbarazzo della scelta nel proporti temi di riflessione. Cominciamo allora con uno spunto che tutti li comprende.
In questo nostro tempo che il De Kerckhove definisce delle “psicotecnologie”, qual è la differenza che tu fai tra informazione e comunicazione?
Credo che i due termini, in un mondo sano, dovrebbero coincidere, il problema è che vivendo in un universo dominato dal marketing e in un paese governato da un tycoon televisivo, la parola “comunicazione” s’intende sempre più spesso solo come “messaggio promozionale” e l’informazione, di conseguenza, diventa una variabile impazzita.
Fumetti. A 35 anni dallo ‘ Zap’ di Crumb, esiste a tuo parere ancora una forma
di fumetto underground?
Crumb, a pieno merito, è entrato nei musei e, quando ha voglia, pubblica sulle riviste più prestigiose. Questo vuol dire che l’underground è morto? Oppure che è stato fagocitato dal sistema? No, la realtà è peggiore: oggi è tutto il fumetto che sta diventando “underground”, semplicemente perché assistiamo a una progressiva disalfabetizzazione dei lettori, che preferiscono occupare il loro tempo in modi diversi. La televisione, internet, i videogiochi, potenzialmente sono grandi mezzi d’informazione e svago, ma uccidono la capacità di “lettura”, intesa in senso classico.
I nuovi media quali vie aprono al linguaggio dei fumetti?
Il fumetto è il linguaggio più economico a disposizione di ogni artista (Sergio Bonelli lo ha definito “il cinema dei poveri”) se invece di matite, pennelli, china, o pennarelli, si usa il computer o la fotocopiatrice (mitico l’uso che ne faceva Magnus), o il ferro a vapore, poco cambia: quello che conta è avere una storia da raccontare. A volte c’è chi s’illude che la tecnica possa sostituire la storia, ma sarebbe come tentare di far dipingere un quadro al chimico che prepara i colori.
Fotografia. I telefoni cellulari già fanno ed inviano fotografie digitali. Le e-mail saranno sempre più accompagnate da immagini e suoni. L'unione di tre media (foto, musica, comunicazione scritta) quale influenza potrà avere sul linguaggio dell'immagine fotografica?
Potenzialmente può accadere di tutto, anche se è bizzarra l’idea che il massimo della tecnologia porti, in fin dei conti, a riscoprire la fascinazione delle “lanterne magiche” di fine ‘800, in nuova salsa digitale
Musica. Lo sviluppo del sintetizzatore è stato determinante un tempo sulla musica leggera e rock orientando la ricerca di autori e gruppi come i Grateful Dead, i Tangerine Dream, i Pink Floyd, i Van der Graaf Generator con Robert Fripp, Brian Eno e, in Italia, gli Area di Demetrio Stratos, per ricordarne solo alcuni. Le nuove tecnologie, con accresciute possibilità rispetto a ieri, stanno producendo risultati espressivamente comparabili a quelli prima citati? Se sì, puoi segnalare dei nomi? Se no, perché?
Le tastiere elettroniche hanno un pregio strutturale infinito rispetto agli strumenti acustici: possono essere usate “al risparmio” (per simulare orchestre, o strumenti vari), o in modo creativo (permettendo di “suonare” voci, suoni, rumori, ambienti). Il problema rimane sempre però l’idea. Robert Fripp era un innovatore già nel 1969, con uno strumento primitivo come il mellotron e continua a ricercare nuove vie espressive ancora oggi, altri erano bolsi e retorici già allora e tali sono rimasti. In realtà le migliori “novità” nel campo musicale, per quanto mi riguarda, provengono dagli incontri di tradizioni e culture musicali diverse, promosse oggi da personaggi come Bill Laswell e John Zorn (in Italia un ottimo esempio di queste ricerche proviene da Mauro Pagani), capaci di usare indifferentemente elettronica e strumenti tradizionali.
Cinema. Come ho detto in apertura, dirigi con Giulietta Fara il “Future Film Festival”.
Fra pochi giorni – e precisamente dal 19 al 23 gennaio dell’anno 2005, a Bologna in un paese chiamato Italia e che, chissà perché, tutti i terrestri compiangono – ci sarà la VII edizione.
Aldilà del ricco programma di proiezioni e incontri che è possibile, lo ripeto, consultarlo sul sito web www.futurefilmfestival.org, vorrei che tu illustrassi ai miei avventori qual è la chiave del successo di questa manifestazione, la particolarità espressiva che lo ha reso tanto amato non solo dai cinéphiles ma anche da tutti coloro i quali sono interessati alle tematiche della nuova comunicazione.
Nei festival, di solito, si va per godersi qualche anteprima e il gioco finisce lì. Da noi la scelta è diversa: pur non mancando le anteprime di lusso, l’attenzione nostra e del pubblico che ha la bontà di seguirci è più concentrata sul “come” i film che più amiamo sono realizzati. Una curiosità soddisfatta da incontri e lezioni di cinema, tenute dalle star delle nuove tecnologie animate, cioè quelli che, nella semplificazione giornalistica che tutti usiamo, sono i veri “maghi” dell’animazione contemporanea. Essendo poi, Giulietta, il nostro staff ed io, tutte persone interessate alle più diverse forme espressive, ci piace mescolare le carte con eventi musicali e sorprese di vario tipo, che contribuiscono a creare un clima rilassato, in cui tutti possono parlare e “giocare” con tutti.
Due domande in una. Lo ammetto, sono ingordo.
Al Future Film Festival, largo spazio avete sempre dato al cinema d’animazione. Dal tuo osservatorio privilegiato: quali le principali innovazioni di linguaggio? E qual è la situazione italiana?
Per quanto mi riguarda, penso che la più grande innovazione del linguaggio animato sia nella performance di Gollum nel “Signore degli Anelli”. È lì che si è capito che, dati talento, tempo e denaro, non ci sono più differenze distinguibili tra un cartoon e un attore in carne e ossa, anche perché la recitazione di questa creatura è ugualmente debitrice agli animatori Weta come all’attore Andy Serkis, “imprigionato” nel suo corpo deforme. Questo porta alla seconda parte della domanda: in Italia il talento c’è (anche se il più delle volte fugge all’estero), mancano però il tempo e il denaro per produrre animazione all’altezza della concorrenza e questo, alla lunga, si sta pagando duramente.
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
Ai pigiamini di Star Trek ho sempre preferito la fantascienza alla Flash Gordon di Guerre Stellari, non sono mai stato un trekkie, mi spiace.
Siamo quasi arrivati a Multicosulich, pianeta intermediale abitato da alieni che al cinema, in tv, sui dvd e, talvolta, su lastre di silicio, guardano solo frames che provengono da un sabba elettronico chiamato Future Film Festival… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Sacrisassi bianco 2000 dell' Azienda ‘Le due terre’ consigliata dal sommelier Giuseppe Palmieri de “ La Francescana” di Modena… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
Che la forza sia con te!
Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Concordo su tutto quanto dice Cosulich, solo su di una cosa mi trovo in disaccordo, quando dice < La televisione, internet, i videogiochi, potenzialmente sono grandi mezzi d’informazione e svago, ma uccidono la capacità di “lettura”, intesa in senso classico. Ma non si diceva la stessa cosa dei fumetti verso la la pagina scritta dei romanzi? Non conoscevo questo sito, ma ci sono arrivata dopo la segnalazione del Corriere della Sera. Assai ben fatto. Ciao ai naviganti stellari! serena de sena

inviato da serena de sena
 

Molto chiaro Cosulich. Parlassero tutti così di musica, fumetti, eccetera. Invece sembra che molti lo facciano apposta parlandone per complicare le cose. Per esempio, Omar Calabrese. Ma non è il solo. Aloha Cagliostro

inviato da Cagliostro
 

Finalmente uno che si ricorda di Mauro Pagani! Di solito sfilano solo nomi stranieri in quelle risposte. Niente di nazionalistico, per carità! Solo che fa bene alla salute ricordarsi anche di qualcuno delle nostre parti quando lo merita. Bravo Cosulich! Saluti. sylvia

inviato da sylvia
 

Interessante, sei irripetibile !!!!

inviato da loreno
 

per serena de sena: In effetti, mentre scrivevo, ho temuto di riproporre quel vecchio luogo comune e ho cercato di stemperarlo mettendo le virgolette a lettura, evidentemente non è bastato e l'esigenza di sintesi mi ha reso poco chiaro. Mettiamola così: se si mandano sms con "tvb" al posto di "ti voglio bene", si sarà ancora capaci di scrivere una lettera (o una mail) un pò più articolata? Io temo di no, tutto qui. Non è una questione di mezzo (nessuno usa più la penna d'oca e va bene così), ma di linguaggio. Per quanto riguarda il mezzo poi, credo che sentire una canzone sull'Ipod scaricata da internet non sia come sentire un cd su un vero impianto hi-fi, ma molti oggi non hanno più le orecchie per rendersene conto e si finisce così per tornare a una versione ipertecnologica dell'orrido magianastri degli anni '60, scomponendo un discorso musicale organico in singoli brani, così come un comic book in vignette slegate l'una dall'altra, o un film in sequenze isolate, "rimontate" in modo approssimativo da un fruitore solo apparentemente più creativo che in passato. Saluti.

inviato da Oscar Cosulich
 

Ringrazio per la risposta. Molto chiara. O avevo capito male io oppure era stato troppo frettoloso prima lui. Grazie ancora. Nel frattempo ho letto le cronache e le recensioni di Adlgiso sul Future Film e mi rallegro con Cosulich. serena de sena

inviato da serena de sena
 

 

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