L’ospite accanto a me è Morando
Morandini. Critico cinematografico. Molte testate si sono
avvalse della sua firma e numerose le pubblicazioni in volume. Ne
ricordo alcune: monografie sulla nouvelle vague, Bernardo Bertolucci,
S.M. Eisenstein, Marco Ferreri, John Houston; “Sessapiglio:
gli anni d'oro del teatro di rivista”, Il Formichiere, Milano
1978; "Non sono che un critico", 1995; una “Storia
del cinema” in quattro volumi - scritta con Goffredo Fofi e
Gianni Volpi - Garzanti 1998.
Celebri, poi, sono le edizioni che ci accompagnano dal 1999 de “il
Morandini”, Dizionario dei Film giunto in questo 2003 alla sua
quinta edizione, sempre per le edizioni Zanichelli. Il
dizionario - scritto in collaborazione con la moglie Laura e la figlia
Luisa - comprende le schede di 19.600 film usciti sul mercato italiano
dal 1913 al Festival di Cannes 2002, inclusi i film passati direttamente
su teleschermi o in videocassetta o prodotti specificatamente per la
televisione, e un gruppo di classici del cinema muto. Chiude il volume
una selezione dei film presentati alla Mostra di Venezia 2002.
Il Morandini 2003 ha due importanti novità rispetto alle edizioni
precedenti: sono stati reinseriti i quasi 2000 film tolti dalle passate
edizioni per far posto ai nuovi: di questi 2000 film l'edizione su
carta contiene i dati filmografici (titolo originale, regista, attori
principali, durata, eccetera), mentre il cd-rom riporta la scheda completa
con la trama e il commento critico; l'edizione in cd-rom è ora
illustrata da oltre 6000 immagini di fotogrammi o locandine dei film
più noti, che possono essere richiamati con un clic del mouse.
Restano invariate le altre caratteristiche dell'opera, come il suggerimento
sull'opportunità di visione per i ragazzi, il giudizio della
critica (da 1 a 5 stellette) e, unico nel suo genere, il successo di
pubblico (da 1 a 5 pallini). Di ogni film: titolo originale, paese
e anno di uscita, regista, principali interpreti, durata, sintesi della
trama; giudizio di critica e di pubblico, genere cinematografico.
Negli indici: titoli originali, registi, principali attori, autori
delle opere letterarie da cui i film sono stati tratti, lista dei premi
Oscar, elenco dei film con miglior giudizio critico divisi per anno
di uscita, i 100 migliori registi, repertorio di oltre 700 film per
ragazzi e i collegamenti più interessanti ai siti Internet dedicati
al cinema.
Tutti noi addetti ai lavori dobbiamo a Morandini un grazie per quanto
il suo lavoro aiuta il nostro.
Addetti ai lavori dicevo, ma non solo a noi serve quel volume. Dovrebbe,
ad esempio, stare nelle biblioteche scolastiche. E poiché temo
che ciò non avvenga nella misura auspicabile, ascoltate un mio
consiglio: regalate quel volume ai vostri ragazzi, dotandoli così di
uno strumento di documentazione che, come avviene per i dizionari dedicati
alla letteratura, alla pittura, all’architettura, alle scienze,
possa concorrere a formare una loro più completa preparazione
culturale. Se ragazzi ai quali regalare il libro non ne avete, regalatelo
a voi stessi, se vi volete bene.
- Benvenuto a bordo, Morando…
- Ciao. Spero la navigazione sia tranquilla e il vino buono.
- Sulla prima cosa non giuro, ma sulla seconda ti rassicuro subito:
ecco questa Bonarda Doc Colli Piacentini di Torre Fornello…qua
il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi
nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole
che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione
con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma,
chi è Morando secondo Morando…
- In privato sono un uomo dai riflessi lenti e di lunghe durate: fumo
da quasi 60 anni (con qualche intervallo) e vivo da più di 50
con la stessa donna; ho almeno 2 amici che ho conosciuto sui banchi
di scuola; ho lavorato per 33 anni nello stesso giornale e ho abitato
(in affitto) nella stessa casa per altrettanti 33; possiedo tuttora,
e mi va ancora bene, l’abito grigiofumo con cui mi sposai. Come
critico cerco di non dimenticare mai che il nostro è un lavoro
da parassiti, e, sempre come critico, sono politeista, laico e nomade.
Per coloro che mi leggono spero di essere un traghettatore (cioè di
aiutarli a passare il guado di un film), o almeno un cartello indicatore
che insegna la direzione giusta.
- Nella compilazione del dizionario ti avvali della collaborazione
di tua moglie Laura e di tua figlia Luisa. Come vi dividete il lavoro?
Lo ammetto: sono indiscreto, voglio conoscere i segreti della bottega
dell’orafo…
- Non si rivelano i segreti di bottega. Poiché ho sposato una
donna di mare, dopo essere andato per 25 anni in montagna, ricorro
ad una metafora marinaresca: il nostro dizionario è una barca
a vela; io sono lo scafo, mia figlia Luisa lo skipper, e mia moglie
Laura il vento che soffia nelle vele.
- Quale angelo, o quale demonio, ti ha spinto un giorno a ideare il
Dizionario?
- Sono autore di libri invenduti…”Sessapiglio…”Non
sono che un critico”. Con Fofi e Volpi sono autore, come hai
ricordato presentandomi, di una “Storia del cinema”, pubblicata
da Garzanti nel ’98, diventata un long-seller: Ancora
per il 2001 mi sono arrivati soldini (pochi) per diritti d’autore.
Volevo vedere se riuscivo col Dizionario a fare un best-seller.
Alla Zanichelli, l’hanno chiamato il Morandini e dovrebbe
chiamarsi i Morandini perché lo facciamo in tre.
Da qualche tempo in libreria – mi si dice – lo chiedono
come la Morandina, così come si usa dire la Garzantina.
- Che cosa più ti piace del cinema d’oggi? E che cosa
meno?
- Esclusi due decenni – gli anni ’20 per il muto, gli anni ’60
per il sonoro – nei film nuovi in circolazione sento la mancanza
di una virtù: l’imprudenza, ovvero il gusto del rischio.
Entrato in quella che dovrebbe essere l’età della saggezza,
mi bastano due o tre film imprudenti all’anno per tenere
in vita la mia amicizia per il cinema. Dura da quando avevo dieci anni.
Chiamo imprudenti quei film che mi propongono o un’idea del cinema
o un’idea del mondo.
- Aldilà del cinema, in quale delle altre aree espressive credi
che ci siano oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione
di nuovi linguaggi?
- Non sono in grado di rispondere: purtroppo non ho abbastanza tempo
per leggere libri, ascoltare musica, andare a teatro quanto vorrei.
A occhio direi che negli ultimi trent’anni il fumetto – la
narrativa grafica – si sia rinnovata più che gli altri
media.
Non sono mai stato, però, un patito della sperimentazione e
delle avanguardie.
Nella ricerca e nell’esaltazione del “nuovo” sento
una dimensione di feticismo e di moda che spesso mi è insopportabile
e di cui diffido sempre.
- Hai scritto: “Sono anni che si parla e si scrive sul cinema
italiano in coma, in agonia, in crisi, e si cercano responsabilità negli
autori, nei produttori, nei distributori, negli esercenti, ma non si
parla mai delle responsabilità del pubblico”. Questa tua
dichiarazione m’interessa molto. Puoi dirmi qualcosa in più?
C’entra la tv?
- Certamente. Il nerbo della minoranza degli italiani (90 milioni di
presenze annue) che vanno al cinema sono giovani dai 15 ai 30 anni.
E’ una generazione cresciuta, diseducata, colonizzata da un ventennio
di televisioni pubbliche e private omologate. Che l’Auditel sia
la norma numero 1 che regge una Tv privata è ovvio. E’ meno
ovvio che regoli la Rai, da vent’anni alla ricorsa delle concorrenti
private. Anche nella programmazione cinematografica in Tv la moneta
cattiva ha scacciato quella buona. Abituati a vedere il cattivo cinema
in Tv, perché dovrebbero andare al cinema a vedere i film che
meritano?
- Due domande in una…sì, sono ingordo.
In una nuova edizione del Dizionario pensi d’inserire una sezione
dedicata ai “corti”?
E ancora: m’interessa sapere che cosa pensi dei “corti”.
Sono una misura o un genere? Insomma, in che cosa indichi la loro specificità di
linguaggio…
- Non abbiamo per ora intenzione di dedicare una sezione del Dizionario
Zanichelli ai “corti” che, d’altronde, specialmente
in Italia, non hanno mai trovato spazio né al cinema né negli
altri settori dell’audiovisivo. Passano nei festival che sono
un modesto surrogato.
Il “corto” è, comunque, una disciplina.
Debussy sosteneva che bisogna cercare la disciplina nella libertà,
mentre Ravel trovò la libertà nella disciplina. Agli
autori dei “corti” spetta di scegliere.
- Effetti speciali. Oggi quando li vedo sullo schermo spesso mi sembra
di guardare lo show reel d’una ditta specializzata che li propone
ai clienti cineasti. Insomma, sono le storie al servizio degli effetti
e non viceversa. Qualche esempio in positivo c’è, viene
da Zemeckis, mi pare, Ma è un po’ poco. Tu che cosa pensi
al proposito?
- Gli effetti speciali digitali sono una tappa importante nel progresso
tecnologico al servizio dello spettacolo. Finora, con rare ccezioni,
sono stati messi al servizio di un cinema d’intrattenimento.
E’ un cinema che piace anche a me perché l’arte è divertimento,
non soltanto impegno. E il divertimento è una cosa seria, importante.
Attenzione, però: bisogna vedere con che cosa ci divertiamo,
perché quel “che cosa” definisce la nostra cultura.
- La taverna che ci ospita sta sull’Enterprise di Star Trek…a
proposito! segnalo, ai numerosi trekkers i quali (peggio per loro!)
sono nella mailing list di questo sito, che nel Morandini troveranno
ragionate e aggiornate schede su ST…siamo sull’Enterprise,
dicevo, e tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, sono da me crudelmente
costretti ad una riflessione su Star Trek (non necessariamente elogiativa)…qual è il
tuo giudizio su quella serie televisiva?
- Sprofondo nell’imbarazzo. Non ho mai visto Star Trek in televisione.
Per dieci anni sul “Giorno”, tra il ’66 ed il ’75,
ho fatto il critico televisivo, ma allora quella serie in Italia non
era ancora trasmessa. E da allora, tolte circostanze eccezionali e
qualche partita di calcio, passo in media non più di 15-20 minuti
al giorno davanti alla Tv, soltanto per i telegiornali.
Sono un debole e intermittente lettore di fantascienza che, tra l’altro,
mi interessa soprattutto quando coniuga, in un mostruoso connubio,
la disperazione e la speranza.
Come riesce a fare il grande Philip K. Dick.
- Siamo quasi arrivati a Morandynya, pianeta di cellulosa e celluloide
abitato da alieni monoteisti che hanno per Bibbia un testo sapienziale
chiamato Dizionario Morandini…se devi scendere, ti conviene prenotare
la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita
la bottiglia di Bonarda Doc Colli Piacentini di Torre Fornello…Però torna
a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
- D’accordo. A presto.
- Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga
vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy. |
|