L’ospite accanto a me è Iaia Forte. Attrice che ritengo tra le migliori e non solo in Italia.
È, infatti, una delle pochissime – certamente da noi – che riesce con eguale bravura a interpretare ruoli sia in teatro e sia sullo schermo con eguale maestrìa. In Italia, almeno, è cosa rara.
Strepitosa al cinema nei tre personaggi di “Libera” di Pappi Corsicato o in “Luna e l’altra” (le fruttò un Nastro d’Argento) di Maurizio Nichetti, altrettanto nella recente interpretazione a teatro di Tony Pagoda in “Hanno tutti ragione” tratto dall’omonimo libro di Paolo Sorrentino.
A tutto questo, aggiungete la sua sempre presente, raccolta, e pure esplosiva, sensualità.
Naturalmente, molti sono i suoi estimatori, un piccolo esempio QUI.
Per una sua bio, pur non esaustiva, CLIC!
Per entrare nel suo sito web, suonare il campanello.
- Benvenuta a bordo, Iaia…
- Ma che gentile, che cose carine mi dici…
- I Fratelli Arcioni dell’omonima enoteca romana in Via della Giuliana ci hanno consigliato di sorseggiare durante la nostra conversazione questo Rosso Negresco, Cantine Provenza… cin cin! Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore… insomma, chi è Iaia secondo Iaia…
- Aiuto…. Si è ignoti soprattutto a se stessi…. credo. E poi le autodefinizioni rischiano sempre eccessi di modestia o il contrario…. meglio sorvolare. Che buono questo vino, speriamo mi aiuti nella conversazione.
- Mi pare d’aver letto da qualche parte che da giovanissima volevi fare l’archeologa, è vero o no?
E quando e come ti sei rivolta al lavoro d’attrice?
- È vero, ancora oggi sono appassionatissima di archeologia. Ed ho la fortuna di aver trovato a Roma una casa sui fori imperiali!. Per quel che riguarda l’attrice, avevo studiato danza ed ero una adolescente abbastanza inquieta che cercava la propria strada in una dimensione non canonica. Iniziai a lavorare come ballerina in un gruppo di teatro sperimentale, bei tempi!!, mi piaceva, e decisi di tentare il Centro sperimentale di cinematografia. Riuscii ad entrare, questa cosa mi confortò, pensai che forse poteva essere la mia strada. Poi ho debuttato con Toni Servillo a teatro, ho iniziato a collaborare con Teatri Uniti e la mia vocazione ha assunto una dimensione più certa.
- Nel lavoro dello spettacolo, si dice, giustamente, che s’affrontano sempre prototipi.
Ogni interprete, però (attore, regista, scenografo, musicista), oltre la singolarità di ogni occasione, ha un proprio metodo di lavoro che prescinde dall’unicità della prova con cui misurarsi.
Ti chiedo: quando affronti un nuovo personaggio qual è la cosa che per prima decidi di fare e qual è la prima che decidi d’evitare?
- La prima cosa che decido è se fare quel personaggio, perché molto dipende da chi me lo propone. Trovo che il nostro sia un lavoro fortemente comunitario e per me è fondamentale cercare di lavorare con persone che mi corrispondono.
Quello che cerco di evitare ,sempre, è il cliché, che veramente non sopporto nella recitazione! Trovo che la cosa più interessante sia vedere il punto di vista personale che un attore dà ad un personaggio, è quell’unicità che aggiunge prospettive nuove e diverse. Non mi piacciono gli attori in pantofole, i semplici esecutori. Negli attori,come negli esseri umani mi interessa l’unicità, ciò che appartiene al sè e a nessun altro.
- Maurizio Grande, anni fa, in un suo intervento, si chiese: “Ma chi è l’attore: un corpo promosso a figura? Una maschera promossa a persona? Un sostituto promosso a originale?”
Tu come risponderesti a tali domande?
- Un attore è un attore. E ho detto tutto. Spero.
- In “Matrix Reloaded”, alcune scene che durano alquanti minuti hanno visto gli attori girare sul set solo pochi secondi perché la brevissima presenza in carne e ossa è stata poi rielaborata e realizzata in postproduzione. E’ solo il caso meglio riuscito, ma in tanti altri film accade lo stesso.
T’avverto: la domanda che segue non si propone d’ottenere risposte di tipo sindacale, ma estetico.
Le nuove tecnologie quali nuovi problemi espressivi pongono all’attore?
- A me assolutamente nessuno. Mi considero principalmente un attrice di teatro, ma anche al cinema, specialmente in Italia dove a stento ci sono i film, mi farebbe ridere pormi domande su questo aspetto.
- Teatro d’avanguardia, sperimentazione, alternativo, e poi con i fatali prefissi neo, post, trans… insomma, che cosa vuol dire per te “teatro di ricerca” oggi?
- Il teatro, se fatto bene, è sempre di ricerca. Era teatro di ricerca quello di Carmelo Bene come lo era quello di Eduardo. La vera differenza è tra teatro vivo o morto.
- Oltre il teatro, in quale delle altre aree espressive (video, musica, arti visive, danza, web art, eccetera) credi ci siano oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione di nuovi linguaggi?
- Trovo che le cose più interessanti appartengono alle arti visive. Con l’avvento delle nuove tecnologie sono nati nuovi linguaggi espressivi molto curiosi. Ho visto pochi anni fa alla biennale di Shangai dei lavori assolutamente originali.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… come sai, Roddenberry ideò il suo progetto avvalendosi non solo di scienziati ma anche di scrittori, e non soltanto di fantascienza, tanto che ST risulta ricca di rimandi letterari sotterranei, e talvolta non troppo sotterranei… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Beh, per quelli della mia generazione è un mito assoluto. La possibilità di altri mondi, reali o psichici che siano, è sempre una magnifica avventura dell’anima.
- Siamo quasi arrivati a Iaia-F… pianeta che nel nostro sistema solare si trova fra Luna e l’Altra … se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Rosso Negresco delle Cantine Provenza consigliata dai fratelli Arcioni dell’omonima enoteca romana... però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
- Certo che torno, ho adorato te ed il vino!
- E io ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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