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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Ugo Volli. Semiologo. Triestino, laureato in Filosofia a Milano, è professore ordinario di Semiotica del testo alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, dove insegna pure Semiotica della pubblicità e dirige il Centro Interdipartimentale di ricerca sulla Comunicazione.

Svolge un'intensa attività di pubblicistica culturale su quotidiani e settimanali, in particolare su "Repubblica" di cui è - dalla fondazione del giornale - uno dei critici teatrali. Ha una vasta esperienza radiofonica e televisiva, tanto con reti dell'emittenza pubblica quanto con quella privata.

Ha detto di lui Umberto Eco: ".ha studiato fenomeni semiotici "anomali" rispetto al canone degli studi in tale campo: teatro, kitsch, semiotica della divinazione, la tradizione ermeneutica della filosofia ebraica, moda e corpo, fascino e desiderio, silenzio, coscienza e interiorità come effetti di linguaggio. Muovendosi efficacemente tra interessi in apparenza così difformi, Volli ha elaborato un approccio originale ai temi tradizionali della semiotica e della filosofia del linguaggio, con particolari risultati nel saldare la problematica della semiotica testuale a quella di una filosofia del soggetto. Cito, per esempio, " La quercia del duca" , " Apologia del silenzio imperfetto" , " Per il politeismo" . Ha altresì scritto lavori innovativi sulla comunicazione politica, il marketing, le comunicazioni di massa e le nuove tecnologie " .

Alcune notizie della sua biografia scientifica: ha tenuto corsi e conferenze in numerose istituzioni e università italiane e straniere fra cui l'ISTA (International School of Theatre Anthropology), di cui è membro del comitato scientifico, la New York University e la Brown University di Providence, dove è stato visiting professor. Inoltre ha svolto attività didattica alla Columbia University, Haute Ecole en Sciences Sociales (Paris), Brooklin College, Universidad Nacional di Lima, Universidad Nacional di Bogotà, Università di Genéve, Bonn, Madrid, Montpellier, Augsburg, Vienna, Zagabria, Helsinki, Sofia. E' da alcuni anni professore a contratto di Semiotica e Storia del costume e della moda presso il Corso di laurea in Comunicazione dello IULM a Milano.

I suoi libri, per comodità d'esposizione, li cito per editrice: " Arte e scienza" (Mazzotta 1972); " La retorica delle stelle" (L'Espresso 1980); " Il linguaggio dell'astrologia" (Bompiani 1988); " Contro la moda" (1988), " La quercia del duca" (1989), " Apologia del silenzio imperfetto" (1991), " Per il politeismo" (1992), " Fascino" (1997) per Feltrinelli; " Jeans" (1992) e " Block modes" (1998), Lupetti ; " I filosofi e il linguaggio" (Esculapio 1993); " Soprannomi d'Italia" (Panini 1993); " Il libro della comunicazione" (Il Saggiatore 1994); " Hair language" (Procter & Gamble 1997); " La comunicazione politica fra Prima e seconda Repubblica" (con Marino Livolsi, Franco Angeli Editore 1995). Sempre con Marino Livolsi ha curato un volume collettivo sulla comunicazione politica ( Il televoto , Franco Angeli, 1997); per Laterza: " Come leggere il telegiornale" (con Omar Calabrese, 1976 e '95); " Manuale di semiotica " (2003) e nello stesso anno la seconda edizione di " Semiotica della pubblicità "; "Figure del desiderio (2003), Cortina.

Alcuni links, fra quelli solo in italiano, tra i molti in cui potete leggere suoi interventi: http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/volli.htm; http://www.sofri.org/volli.html; http://www.feltrinelli.it;; http://alteracultura.org.

Ma ce ne sono tanti altri, accendete i motori di ricerca e buon viaggio.

 

Benvenuto a bordo, Ugo.
Grazie
Voglio farti assaggiare questa Malvasia Secca Doc Colli Piacentini di Torre Fornello . qua il bicchiere.ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma, chi è Ugo secondo Ugo.
“Io è un altro”, come mi pare abbia scritto Rimbaud. Non mi conosco abbastanza per parlare di me. E anche se sapessi qualcosa, in generale non mi piace far pettegolezzi sui miei amici.
Laurie Anderson canta "Language is a virus". Sei d'accordo con quella definizione?
E se fossero i virus a essere linguaggio? Ci fanno sicuramente parlare di loro, mentre il linguaggio non ci fa starnutire. L'insidia oggi non sta nel linguaggio, ma nei padroni dei microfoni che ci servono a parlare.
Qual è la principale caratteristica – ammesso che n'esista una soltanto – della semiotica oggi?
La semiotica è disseminata. Divisa in scuole, interessata a molti oggetti diversi, con molti metodi diversi. Forse, più che di una disciplina, si tratta di un interesse, di un atteggiamento critico sulla comunicazione.
Credi che oggi siano le relazioni sociali a guidare le tecnologie o viceversa?
Le tecnologie non hanno mai guidato niente. Si sono affermate solo nello spazio degli interessi sociali. Oggi, in un periodo di stagnazione tecnologica (insisto sulla stagnazione, l'ultima ondata di innovazione è di un quarto di secolo fa), quel che conduce il gioco è il profitto.
Internet potrà avere un ruolo nel futuro del teatro?
No, non vedo un ruolo speciale. Informazione, contatti. Nient'altro.
Già, rimando i nostri avventori al link http://www.fub.it/telema/TELEMA6/Volli6.html dove più estesamente tratti quest'argomento, qui sennò faremmo notte…
Teatro d'avanguardia, sperimentazione, e poi con i fatali prefissi neo, post, trans… insomma, che cosa vuol dire “teatro di ricerca” oggi?
Il teatro è sempre stato un modo per stare fuori dal conformismo sociale e rappresentarlo. Non mi sembra che le cose siano cambiate. Quanto ai prefissi, il loro giusto destino è il cestino della spazzatura.
Parliamo della Rete. Ha detto Derrick de Kerckhove che la connettività è una delle grandi scoperte del mondo moderno, aggiungendo che essa però è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Oltre alla connettività, quali valori attribuisci al web.
Bisogna riflettere che si è connessi (al passivo) e si comunica (all'attivo). La connettività è un vincolo, per quanto manca ma anche per quanto c'è. L'importante è comunicare, cioè mettere qualcosa in comune.
Un altro degli spazi nei quali navighi: la pubblicità. Kevin Roberts, sostiene che i marchi sono in crisi, il brand muore. Ora è il momento del "lovemark" fatto di mistero, sensualità, intimità. Fin qui Roberts, un tuo commento..
Non bisogna prendere troppo alla lettera i pubblicitari quando parlano di se stessi. Dopotutto il loro mestiere è di produrre messaggi rassicuranti e ottimisti.
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa. che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s'intende.
Non rappresenta granché per me.
Purtroppo di Star Trek sono stato uno spettatore molto occasionale e distratto.
Siamo quasi arrivati a Vòllya, pianeta abitato da alieni che hanno per testo sacro “La retorica delle stelle”… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Malvasia Secca Doc Colli Piacentini di Torre Fornello …
Grazie. Arrivederci.
Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Non si insegna il mondo, il probblema adesso è di essere amati nel mondo non ammirati, appunto. Non esiste realtà alcuna, per questo preferisco parlare dell'accadere, di come funziona e delle possibilità, preferibile come significante. Le persone che hanno saputo agire con umiltà e cognizione ogni istante della vita, ed avere il privilegio e la ricchezza di averlo sempre fatto, si sentono così poco normali anche dentro il partito democratico. Tutto un gruppo col burkah e scelti come erano cselte in nell'antichità in Mongolia, rare sono le volte che possono avere qualche cosa da dire davvero, che possa escludere il vanto e la prepotenza vile. Si aggiunge da oltre Tevere similitudini al nazismo, come sentirsi in un'unica vetrina. Blindati, impossibile libertà di parola alcuna, così è ancora se dovesse vincere Barsani votato dagli stessi che votarono Veltroni, "le stesse cose ritornano", come aiutare gli arricchiti e i puritani, quindi, in una parola, è votare ogni giorno per la destra più oscena d'Europa. Libertà di parola è sempre giustizia equa e parlare, parlare, parlare e si vince, a organizzare a parlare con entusiasmo milioni di persone. Sono sempre e da sempre, (ovvia l'origine nella divisione del lavoro...) rozze e di destra, ogni promessa, che si interano con "la persuasione occulta", godendo della crescita delle disparità e del volontariato, vincono attraversati da compromessi e speranze. Sapere vivere interamente la comunità tutta con consistenza interpretandola anche nel suo linguaggio, non è insegnare e o convincere, ma sapere organizzare a parlare , ripeto milioni di persone. E' la musica che sai scrivere non come te la chiedono,(compromessi), lo è se è la tua musica. Senza libertà di parola, il fare di adesso è già ancora fahrenait. La sola cosa che sanno fare ovunque e da troppo cammino i DEI locali del partito democratico. I tipi come Nanni Moretti vengono chiamati quà o là in qualche cinema di parrocchia soltanto. Ci basta pensare in Tornatore? Elio Manfredini

inviato da Elio Manfredini
 

 

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