L’ospite accanto a me è Gianluca Felicetti. Presidente della LAV dal 2006.
E’ uno dei leader più noti e autorevoli dell’animalismo italiano.
Attivo in prima persona contro la vivisezione e contro ogni forma di sfruttamento animale dal 1979, ha condotto molteplici campagne, iniziative legali e legislative.
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Quest’incontro è il primo che avviene sull’Enterprise nella stagione 2015-2016. Non a caso è dedicato all’animalismo perché nel corso dei prossimi mesi sarà un tema al quale darò particolare risalto con cronache di convegni, recensioni di libri, segnalazione di articoli e trasmissioni radiotv.
I guasti prodotti dallo specismo sono devastanti perché autorizzano non solo sofferenze e stragi nel mondo degli animali non umani, ma pure perché avvelenano l’universo politico e sociale della nostra società autorizzando a giudicare ogni diversità come inferiorità.
L'antropologo Marino Niola: "L'uomo non è il padrone del mondo. Gli animali gli sono fratelli e non sudditi".
L’oncologo Umberto Veronesi: "Dobbiamo dare noi agli animali la voce che non hanno per fare valere i loro diritti”.
L'epistemologa Maria Turchetto: "Diciamola tutta, la categoria generica dell’animalità contrapposta all’umanità ci ha fatto spesso comodo. Noi mangiamo animali, ci vestiamo di loro, li usiamo per esperimenti dolorosi, li facciamo lavorare e li uccidiamo a nostro piacimento: certamente negare le somiglianze tra noi e gli animali ci mette la coscienza a posto. Ma se non siamo più legittimati a pensare che la specie umana “vale di più”, come cambiano i nostri rapporti etici e giuridici con le altre specie viventi?"
In questo scenario, la LAV è una protagonista da oltre tre decenni nella lotta per i diritti degli animali; i suoi numeri sono eloquenti, così come le battaglie vinte, per citarne una di quest’anno, si pensi alla sentenza ottenuta sul caso Green Hill.
Si usa spesso, e non sempre a proposito, la parola “rivoluzione”, se interpretata – come raramente avviene – nel senso di progresso, credo che i veri rivoluzionari di oggi siano quelli che lavorano o sostengono organizzazioni come la LAV, Medici senza Frontiere, Amnesty International…
- Benvenuto a bordo, Gianluca…
- Grazie ma che ci faccio qui, sei sicuro che sono la persona giusta? E poi soffro di vertigini…
- Sei la persona giustissima e circa le vertigini basta non guardare attraverso l’oblò, oltretutto c’è il rischio di vedere il pianeta Terra e non è un gran bel vedere… Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore… insomma chi è Gianluca secondo Gianluca…
- Una persona come tante, tantissime, che non si era mai posto la domanda del perché e se era giusto, uccidere, far uccidere, sfruttare, gli animali. Non sono cresciuto con animali domestici, non ho mai amato gli animali ed ero, come tanti, un consumatore medio. Quella media che ci sta portando alla distruzione morale ed ecologica. Fatta di tante violenze quotidiane, molte inconsapevoli. Perché così si è sempre fatto e… e poi ho visto un manifesto della LAV. Non era possibile che facessi nulla e sto dando il mio contributo, come tutti possono fare, a rendere meno ingiusto questo Pianeta. Per tutti, umani ed altri animali.
- Un po’ di storia non guasta. Come, quando, per iniziativa di chi nasce la LAV?
- Un gruppo di persone, fra le quali un medico, nel maggio del 1977 decide di fondare un’Associazione, allora solo a Roma, per l’abolizione della vivisezione. Ma già dopo due anni di vita la LAV ha esteso la sua azione a combattere l’uso degli animali nei circhi, con le prime epiche manifestazioni davanti ai tendoni, contro le pellicce, i referendum contro la caccia. Insomma a diffondere quel termine, animalismo, fino ad allora sconosciuto. A tentare di far capire che le nostre battaglie sono di giustizia sociale, per tutti. Che è possibile dichiarare la pace agli animali dopo aver condotto contro di loro la più grande guerra che l’uomo abbia mai dichiarato a qualcuno.
- "Noi non «amavamo» gli animali: semplicemente volevamo che venissero trattati come gli esseri sensibili e indipendenti che sono, e non come mezzi per i fini umani – come era stato trattato il maiale la cui carne era adesso nei panini della nostra ospite".
Questa frase è contenuta nell’Introduzione a “Liberazione animale” il libro del filosofo australiano Peter Singer che da quando uscì nel 1975, è diventato il testo di riferimento per il movimento animalista…
- Ah sì, un libro fondamentale, la prima edizione in Italia nel 1983 l’abbiamo autoprodotta proprio noi perché nessun editore, allora, era interessato alla sua diffusione. Un’opera-base, assieme a quelle di Tom Regan, filosofo statunitense, per rompere un primo muro di assuefazione all’uso, al consumo degli animali. Partendo dalla vita di tutti i giorni.
Certo, a distanza di anni, ancora una pietra miliare, seguita, migliorata, da tante altre pubblicazioni successive che hanno diffuso, anche in ambiti accademici, e dato dignità al pensiero animalista e antispecista oltre che agli animali.
- Circa i diritti degli animali, nel panorama delle legislazioni dei paesi europei, come siamo messi in Italia? Quali, se ci sono, le cose di cui possiamo vantarci e, soprattutto, quali le carenze che dobbiamo registrare?
- Siamo l’Italia… siamo capaci di leggi uniche al mondo o quasi (abolizione della pena di morte per i randagi dal 1991, il riconoscimento dell’obiezione di coscienza alla vivisezione nel 1993, la riforma del Codice penale nel 2004 contro maltrattamenti e uccisioni che ha permesso, solo per citare un caso, la chiusura di Green Hill che hai ricordato prima) e poi… la pratica dello sport più diffuso in Italia: lo scaricabarile, la disapplicazione delle norme grazie in particolare alle Asl veterinarie, il disinteresse degli Enti locali… Però la differenza la possiamo e dobbiamo fare noi, cittadini. Non voltandoci dall’altra parte di fronte a un sopruso contro gli animali e denunciando.
- I giardini zoologici sono un’occasione per avvicinare, conoscere da vicino, non solo in Tv animali che vivono in terre lontane che in tanti mai visiteremo. Proprio per questo quegli esseri sono costretti in spazi e climi che, spesso, non appartengono loro. Insomma i bioparchi – per usare una più recente dizione – sono un’occasione didattica per fare amare quelle creature o rappresentano un troppo grave tormento per gli animali? La posizione della LAV al proposito?
- Gli zoo o bioparchi che dir si voglia, sono luoghi di reclusione fine a sé stessa degli animali, di business. Nessun animale è stato reintrodotto in natura grazie all’azione delle strutture italiane e l’”educazione” che impartiscono è che con una bibita gassata, un scivolo sull’acqua si può andare in un luna park travestito da centro di conservazione degli animali. C’è bisogno invece di Centri di recupero di animali sequestrati perché importati illegalmente o maltrattati: una carenza cronica che vede Stato e Regioni scaricare quasi tutta questa azione di custodia su associazioni come la nostra. Sono questi i Centri che, con le opportune regole, possono essere occasione di vicinanza fisica con gli animali (oltre ai Parchi naturali) ma con un messaggio che è a favore del rispetto delle normative e degli animali, non parodie tragiche come quelle degli zoo che continuano a far riprodurre ergastolani senza colpe.
- Spostare la visione da antropocentrica a biocentrica è la principale finalità filosofica e politica dell’animalismo. Come credi che si possa riuscire in quest’impresa? Quale ruolo potrebbe avere la scuola in questo lavoro culturale?
- Certo, la scuola può avere il suo ruolo. Attendiamo dal Ministero dell’Istruzione e dalle Regioni l’attuazione di un impegno previsto dalla Legge 189 fin dal 2004… Noi come associazioni facciamo la nostra parte di diffusione della cultura del rispetto, grazie ai nostri sostenitori e senza alcun costo per il pubblico, per non far perdere ai ragazzi quella comunanza con gli animali che fa parte intrinsecamente del nostro essere animali umani. E che perdiamo con l’età adulta, assorbiti da consumi e luoghi comuni. Dobbiamo quindi far attuare le normative che già esistono, basterebbe questo e tutto sarebbe più facile…
- La domanda che sto per fare non è originale. Eppure credo proprio che vada riproposta in ogni occasione che si presenti discutendo d’animalismo.
Qual è la risposta, oltre a quella etica, che si può dare sul piano strettamente scientifico ai sostenitori della vivisezione?
- Se per curarci non andiamo dal veterinario ma dal medico, un motivo c’è. A tutti i farmaci, per legge, non basta la sperimentazione sugli animali per entrare in commercio ed è obbligatoria la sperimentazione su umani, anche sani. Nel nostro più recente libro, Oltre il filo spinato di Green Hill, abbiamo raccolto anche le testimonianze scientifiche, di ricercatori, che gridano il loro no all’uso degli animali per curare gli umani. Perché è dannoso fare test su animali. Un esempio concreto? Se fosse vero che non esistono test sostitutivi, da alcuni anni tutti noi saremmo sfigurati da creme, shampoo, tinture per capelli, visto il divieto di esperimenti su animali per fini cosmetici. Non ci risulta nessun morto umano per questo… e i cosmetici devono essere sicuri quanto le altre sostanze…
- Cartesio sostiene che gli animali siano delle macchine senza coscienza e senza capacità di soffrire, legittimando così, oltre al consumo di carne, anche la vivisezione. Ciò nonostante egli era vegetariano perché convinto che giovasse alla salute. Anche Hitler era vegetariano.
Insomma… essere vegetariani non è garanzia di moralità, neppure verso gli animali.
Si può, a tuo avviso, consumare carne ed essere animalisti?
- La più grande strage di animali è quella per fini alimentari. Essere vegani non ci rende migliori automaticamente, ci rende umani solidali con gli altri esseri viventi, compresi gli umani che continuano a morire per fame dovuta a un divario Nord-Sud del mondo fondato su sfruttamento umano e animale (tre-quarti delle colture vegetali non va in pasti ma a ingrassare le bistecche di italiani, tedeschi e americani).
Si può essere utili agli animali in tanti modi: non vestendo prodotti animali, non visitando luoghi di spettacolo con loro sofferenza e anche non mangiandone prodotti. Ognuno può e deve darsi degli obiettivi, anche singolarmente, e arrivare fin dove riesce e vuole. Anche se ormai, dovremo essere tutti vegani anche solo per motivi egoistici, perché la Terra non sopporterà più a lungo, come dicono Istituzioni internazionali, questo carico.
Solo un inciso su Hitler (che giustamente hai ricordato, era vegetariano non per motivi etici). Stalin, Pol Pot, Videla, Mussolini, erano onnivori…
- Alcune culture, quali l’Islam e l’Ebraismo, prescrivono che gli animali siano macellati senza preventivo stordimento (pratica già essa non indolore). In Italia quel tipo di macellazione è stato autorizzato con il decreto dei ministri della Sanità e degli Interni dell'11 giugno 1980 e tale deroga è stata confermata da tutti gli atti legislativi successivi in materia.
Anche il cattolicesimo – fatto salvo S. Francesco – non scherza, ha un rapporto cruento con gli animali si veda, ad esempio, La Chiesa e gli animali di Marco Fanciotti. Ora, nell’avvicinarsi del prossimo giubileo, ricordo che una delle maggiori innovazioni vantate dal Vaticano in quello del 2000 fu l'aggiunta di molti ‘Giubilei particolari’. Fra questi ci fu il Giubileo dei Cacciatori. Ben due cardinali presenziarono il 6 ottobre 2000 a quel particolare momento sacro svolto al Santuario della Mentorella, nei Monti Prenestini: il Cardinale Roger Etchegaray e il Cardinale Paul Augustin Mayer.
Domanda: dobbiamo meravigliarcene oppure no?
- Né più né meno della meraviglia nei confronti di chi difende il potere umano fondato sull’antropocentrismo. E che non ha dato buoni frutti… Anche l’ultima Enciclica del Papa ci ha delusi: molto positiva sull’ambiente ma piena di vecchie considerazioni sugli animali fondate sul pietismo e, comunque, alla resa dei conti, sulla superiorità degli umani.
Ci piace esaltare invece i positivi esempi di donne e uomini di Chiese che vivono per la reale fratellanza. Ce ne sono, sono ancora pochi ma sono convinto che aumenteranno.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… come sai, Roddenberry ideò il suo progetto avvalendosi non solo di scienziati ma anche di scrittori, e non soltanto di fantascienza, tanto che ST risulta ricca di rimandi letterari sotterranei, e talvolta non troppo sotterranei …che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Tutto ciò che ci fa pensare come parte di un sistema più grande, unici ma relativi, è per me positivo. E’ come rendersi conto che riguardo alla vita sul nostro piccolo pianeta, in un giro di lancette che rappresenta il tempo finora passato, gli esseri umani sono comparsi solo negli ultimi tre minuti…
- Siamo quasi arrivati a Lavilandia pianeta saggio perché governato dagli animali e da umani loro amici... se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista… però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
- Certamente, puoi contarci
- … ed io ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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