L’ospite accanto a me è Nicla Vassallo. Filosofa. Studiosa di fama internazionale, specializzatasi al King’s College London, è attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università di Genova.
Scrive di lei l’Enciclopedia Treccani: “Il suo pensiero e le sue ricerche scientifiche hanno innovato settori dell’epistemologia, della filosofia della conoscenza, della metafisica, dei gender studies. Membro di consigli direttivi e comitati scientifici di autorevoli riviste specialistiche, oltre che di associazioni e fondazioni, collabora con testate giornalistiche quali Il Sole 24Ore, la Repubblica, Corriere della sera; nel 2011 è stata insignita del premio di filosofia “Viaggio a Siracusa”.
Autrice, coautrice, curatrice di numerosissime pubblicazioni; ricordo i due libri usciti quest’anno che per i terrestri è il 2015:Il matrimonio omosessuale è contro natura: Falso! e Breve viaggio tra scienza e tecnologia, con etica e donne.
Volumi dall’alta cifra d’intelligenza, riflettono una capacità che appartiene a Nicla Vassallo quant’altre mai: trattare argomenti d’elevata difficoltà interpretativa in modo semplice e comprensibile, cosa questa che dimostra quanto gli argomenti affrontati siano stati studiati in estensione e profondità.
Se ne ha una dimostrazione anche da suoi interventi audiovisivi e da suoi articoli riportati dal web.
Mi piace segnalare QUI anche un altro suo recente articolo apparso su Doppiozero in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne
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- Benvenuta a bordo, Nicla…
La stellata e stellare chef Cristina Bowerman che illumina il Glass di Roma: ci ha consigliato di sorseggiare durante la nostra conversazione una bottiglia di Pinot Nero Clos de la Roche prodotto da Jean-Claude Boisset… cin cin!
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore… insomma, chi è Nicla secondo Nicla
- Una filosofia che crede nel ragionamento. Ragionamento rigoroso ed emozionante, in ogni singolo istante della propria esistenza, anche quando va in barca a vela
- Che cosa significa per te essere filosofa oggi, e in un paese come l’Italia
- Significa impegno. Significa mostrare che né le maggioranze, né le minoranze hanno sempre ragione. Significa trasmettere conoscenza, per evitare alcuni baratri, tra cui quello noto “c’è chi sa e chi non sa”. E poi pensiamo a stereotipi e pregiudizi. Un lavoro faticoso, quello del filosofo accorto, in questo paese dove a contare sono protagonismi, ignoranze, inconsapevolezze. Onore e prestigio vengono conferiti a persone affette da gravi problemi argomentativi. Così rimpiango, senz’altro, un ambiente londinese accademico quale Londra. Si pensi solo che in pochissimi ci riunivamo a cena per leggere Dante
- Tre domande in una.
In un libro di qualche anno fa – “Filosofia delle donne”, scritto con Pieranna Garavaso, edito da Laterza – ponevi in risalto quanto “la storia della filosofia occidentale non ha documentato il pensiero di donne filosofe: non troviamo nei manuali le teorie di Diotima, Ipazia e Elisabetta del Palatinato accanto a quelle di Platone, Descartes e Kant”.
Da quando, e su quali spinte, questo problema è stato portato alla luce?
Trovi che le donne filosofe abbiano oggi (penso anche alle Università) ancora uno spazio inadeguato?
Su questo tema, rispetto ad altri paesi l’Italia sta messa peggio oppure no
- Vorrei potermi astenermi dalla risposta. Ma non riesco. Il problema dovrebbe essere alla luce da sempre. Quanto alle donne filosofe ordinarie in Italia la minoranza è netta, rispetto alla grande maggioranza maschile. Il pregiudizio rimane: le donne non ragionano. E così non sono degne di fare buona filosofia. (E la maggioranza degli uomini fanno davvero buona filosofia?). Purtroppo, le vittime vere permangono le donne, nonostante troppo poco parecchie filosofe si adeguino, nei modi più svariati, attestando così che gli stereotipi funzionano e possono prolungarsi nel tempo
- In un dépliant che vidi anni fa - a Napoli, a Pianeta Gutenberg, - un redattore cadde in un errore (o lapsus?) facendo figurare il Vaticano fra le regioni d’Italia. Forse meno grave sarebbe stato se avesse considerata l’Italia un quartiere del vaticano.
Premessa per chiederti: tra i tanti guasti che ci derivano dall’oltre Tevere quale ritieni il più pernicioso?
- Semplice: non riuscire a distinguere che c’è uno stato vero e proprio “straniero” (il Vaticano) e c’è una religione cattolica. E poi soprattutto che c’è uno stato italiano in cui la politica, tra l’altro, politica di destra o sinistra, dovrebbe badare alle competenze, non ad altro, e meno che mai a “giocarsi” alcune donne
- Veniamo ora a tue produzioni recenti.
Quali ragioni ti hanno spinto a dare un taglio filosofico a “Il matrimonio omosessuale è contro natura: Falso!” preferendolo a quello sociologico o psicologico
- Solo perché viviamo in un paese arretrato in cui lo stereotipo e l”inscatolamento” vanno per la maggiore. E in cui, credo che, a differenza di parecchi sondaggi, costituisca un tema su cui parecchi etero riflettano poco. Con ciò però non intendo sostenere che tutte le persone omosessuali riflettano più di tanto.
- All’origine di una scelta linguistica c’è sempre una scelta d’orientamento culturale.
Perché preferisci usare i termini “matrimonio same-sex” a quelli di “matrimonio omosessuale”?
- Sia il termine omosessuale, sia quello eterosessuale sono sbocciati nell’Ottocento assieme alla rigidezza della medicina dell’epoca. E, fino a un certo punto, eterosessualità e omosessualità sono state considerate perversioni sessuali
- Una domanda che discende da “Breve viaggio tra scienza e tecnologia, con etica e donne”.
Qual è oggi lo stato dei rapporti fra donne e scienza?
- Le donne dovrebbero aver maggior coraggio e consapevolezza della propria capacità di risultare scienziati/e a pieno titolo, nonché, da persone “comuni” di optare per le scienze migliori. Però, ammettiamolo, alcuni uomini e alcune donne non hanno, e non vogliono avere, alcuna idea delle scienze e delle tecnologie, fin quanto non ci sbattono il naso contro, magari incorrendo in qualche malattia. Egoismi e facilonerie, oppure confusioni e disturbi mentali assai pericolosi
- Avere qui sull’Enterprise una filosofa come te è un’occasione troppo ghiotta per non porti una domanda che ha a che fare con un tema a me caro: il futuro tecnologico e le sue ricadute.
Mi riferisco al Transumanesimo e a nomi quali Kevin Warwick, Eric Drexler, Ray Kurzweil e alla sua Singularity University finanziata da Google e dalla Nasa.
Vorrei sapere se sei interessata a quella corrente di pensiero… se sì oppure no, perché
- Certo, che sono interessata. La filosofia che pratico rimane quella socratica, ove a dominare sono le domande, sui noi stessi, la nostra conoscenza, il nostro futuro
- Ci avviamo alla conclusione del nostro viaggio nello Spazio.
Laurie Anderson canta "Language is a virus" citando William Burroughs che diceva "Il linguaggio è un virus venuto dallo spazio". Segue, quindi, una domanda acconcia in un viaggio spaziale: sei d’accordo con quella definizione?
- Di fronte a Laurie Anderson, William Burroughs, non si può che cospargere di cenere il proprio capo. Occorre però, sotto il profilo filosofico, comprendere bene di quale tipologia di linguaggio si stia parlando. Palese, che possa costituire un virus spaziale per chi non sa dialogare (o rispettare l’altro da sé). Palese, tuttavia, che il virus si rarefaccia, quando le persone sanno davvero quel dicono al proprio interlocutore
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Star Trek costituisce, al pari di Matrix, qualcosa che ci dovrebbe condurre a ragionare con costanza e filosofia. Ben pochi tuttavia lo hanno fatto o lo fanno con la dovuta serietà
- Bene. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Pinot Nero Clos de la Roche consigliata dalla chef Cristina Bowerman del Glass di Roma… Però torna a trovarmi, io qua sto
- Molto volentieri. Adoro Roma. E la Chef
- … ed io ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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