L’ospite accanto a me è Maria Turchetto. Epistemologa.
<Maria Turchetto, detta il Turco, è nata in un paese montano del Veneto. Parla tutt'ora con uno smaccato accento veneto ma riesce a scrivere in italiano e a disegnare in vernacolo toscano.
Come molti nativi dei paesi montani del Veneto fu costretta a emigrare e approdò a Pisa. Fu lì avviata a una promettente carriera di filosofo presso la Scuola Normale. Purtroppo non riusciva a leggere a voce alta la Fenomenologia dello spirito di Hegel senza mettersi a ridere, perciò la Normale la cedette all'Università Ca' Foscari di Venezia in cambio di un presocratico e di un hegeliano della scuola napoletana (la Turchetto invece è marxista, anche se non ha mai deciso quale dei fratelli è il suo preferito). All’Università Ca' Foscari di Venezia insegna Storia del pensiero economico presso il Dipartimento di Studi Storici. "L'economia mi fa un po' meno ridere della filosofia” - ha dichiarato – “e poi qui non mi prendono per il culo per via dell'accento", ha però mantenuto la residenza a Pisa, dove vive con un ghiro e due gatti>.
Ricavo questi cenni biografici da “Il Vernacoliere”, testata alla quale Maria collabora con una serie di godibilissime recensioni (su argomenti serissimi) che troverete insieme con altri materiali sul suo sito http://www.ilturco.org/
Donna di grande fascino intellettuale, e non solo intellettuale, aria da bambinaccia, possiede una scrittura elettrica et pour cause fulminante. Ne sanno qualcosa i tanti folgorati dalla sua penna come, ad esempio, Cacciari e Vattimo, scossi nelle acute e divertenti pagine pubblicate nell’Almanacco Odradek 2004 www.odradek.it.
I suoi interessi spaziano in modo mercuriale dalla letteratura alla musica alle arti visive; tante le pubblicazioni e molti gli interventi sul web, per questi ultimi non vi resta che accendere i motori di ricerca e partire per un viaggio verso lidi turchettiani.
Forte il suo impegno in studi sul filosofo francese Louis Athusser (un assaggio su: http://www.mercatiesplosivi.com/althusser/AlthMon.html), ha fondato anche l"Associazione Louis Althusser" e avviato, in collaborazione con le edizioni Mimesis di Milano, una collana di libri di e su questo autore (notizie sull’associazione e sulla collana http://www.althusser.it/).
Dirige “L’Ateo”, testata che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni sulla sua linea editoriale.
Di recente, ho letto un suo microsaggio linguistico su Vasco Rossi che consiglio ai miei avventori, lo trovate sul sito de il Turco di cui ho dato prima il link.
Un’altra impresa di fresca data è la traduzione di cinque corrosivi racconti di Mark Twain: “Paradisi” pubblicati da Spartaco Edizioni e di cui troverete nota su:
http://www.adolgiso.it/public/cosmotaxi/200409archive001.asp
Che altro dire se non: le brave ragazze vanno in Paradiso, la Turchetto dappertutto.
- Benvenuta a bordo, Maria …
- Ciao, Armando. Grazie per l’invito. Mi avevano detto delle meraviglie dell’Enterprise: effettivamente è una figata.
- Il sommellier Giuseppe Palmieri de “La Francescana” di Modena, diretta dal patron e magico chef Massimo Bottura , mi ha consigliato di farti assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo “Solaria Jonica” 1959, inviandomi anche una nota in spacefax che dice “E’ un vino figlio del caso e fine a se stesso, cantine Ferrari, imbottigliato nel novarese ma da uve primitivo di Puglia. Vi consiglio di aprire la bottiglia 24 ore prima per godere note di tabacco-cacao-bosco-confetture. Io fumatore lo trovo adatto alle mie Marlboro light. Un grande artista ha scritto: oh signore ti ringrazio di aver dato al mondo il Vizio”.
Seguendo le indicazioni di Giuseppe, ho aperto questa bottiglia 24 ore fa… qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Maria secondo Maria…
- Parti subito con le domande difficili... E' difficile l'autoritratto, dipende talmente dall'umore! Anche mio padre, che dipingeva, certe volte si faceva bello e certe volte bruttissimo. Come hai detto, vado dappertutto: è il mio pregio e il mio difetto. Quando sono su di giri mi sento un uomo del Rinascimento: ne faccio tante! Studio le cose più disparate, disegno vignette, scrivo carognate, faccio il web master, predico ai miscredenti... Quando sono un po' depressa penso che di queste cose non ne ho mai fatta veramente bene nessuna: invece che l'Alberti, mi sento Bouvard e Pécuchet... Scegli tu. Oppure, se devo scegliere io, dammi un altro po' di vino - è buonissimo - così magari ti dico che sono un prototipo dell'"uomo onnilaterale" di cui parlava il giovane Marx, ma proprio un modello grezzo, bisognerà lavorarci su ancora parecchio per arrivare a un prodotto decente.
- Sei un’epistemologa. Diciamolo con franchezza, è parola che può terrorizzare più d’uno.
Puoi spiegare – in parole semplici, sennò tutti capiscono e io no – di che cosa tratta questa parte della filosofia?
- Meno male, una domanda facile! Woody Allen ha già dato un'ottima risposta in Saperla lunga, ti passo quella. " Epistemologia - E' conoscibile la conoscenza? Se non lo è, come facciamo a saperlo?". Scherzi a parte, è quasi così. L'epistemologia è il "discorso sul metodo". Le scienze producono conoscenze e ogni tanto si interrogano su qual è il procedimento corretto per ottenere conoscenze vere, o se preferisci verificabili - insomma conoscenze e non scemenze. Ti dirò che per me epistemologia e filosofia coincidono, cioè la filosofia è questa riflessione diciamo di secondo grado sui procedimenti scientifici, il resto son chiacchiere. Ma pochi - soprattutto pochi filosofi - sono d'accordo con me.
- A proposito di Scienza, Kevin Warwick studia l'integrazione Uomo-Macchina innestando chips nel proprio corpo e pensa a nuove tappe del Cyborg Project dall'Università di Reading; secondo molti studiosi in un tempo meno lontano di quanto s'immagini impareremo codici capaci di svelare nuovi segreti della natura, passeremo la barriera dell'infinitamente piccolo, si dilaterà la concezione di Spazio, saremo capaci di percepire nuovi stati e livelli di esistenza, la nostra coscienza-mente-identità sarà più vasta e ne saremo consapevoli…quale uomo uscirà da queste acquisizioni, quale sarà l'atteggiamento esistenziale che più lo differenzierà da noi?
- Francamente non so se una coscienza-mente tanto vasta sia poi un gran vantaggio. Guarda che amplificare la coscienza significa anche amplificare il mal di pancia, la paura, eccetera. Prima bisognerebbe imparare un po' a padroneggiare le passioni tristi - il manuale c'è, è l' Eticadi Spinoza - poi vedremo. Voglio dire, a me pare che già così il nostro sistema nervoso centrale è esagerato, così esagerato che non riusciamo a usarlo bene. Va spessissimo in conflitto col sistema endocrino, per dirne una. L'evoluzione ha i suoi svantaggi. L'andatura eretta è certo una bella cosa, ci ha dato mani libere e un viso più espressivo del culo, ma dopo una certa età – c’è poco da fare, viene il mal di schiena. E così tutta questa corteccia cerebrale – se non si è veramente abili nell’usarla, ci si può far male... Insomma, mi sembra che sia il caso di mettere a punto quello che c'è, prima di andare oltre.
- Il fatto che il termine “Big Bang” sia stato inventato non da uno scienziato ma da uno scrittore, Fred Hoyle, che avversava quella teoria, quali pensieri suscita in te?
- Gli umanisti sono sempre stati più bravi degli scienziati a mettere i titoli.
- Partendo dal territorio dell’epistemologia, hai esteso i tuoi interessi alle arti. In quale delle aree espressive - arti visive, letteratura, fumetto, video, musica, net art, etc. - credi che ci siano oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione di nuovi linguaggi?
- Aspetta aspetta, ti devo un pochino fermare…
- Di notte, talvolta, lo fa pure la polizia
- Nel tuo caso direi che fanno bene… No, non è che partendo dal territorio dell'epistemologia ho esteso i miei interessi alle arti. Lo studio dell'epistemologia delle scienze sociali è il mio mestiere - leggere libri, sentire musica, andare al cinema sono il mio divertimento. La mattina faccio lezione e la sera vado al cinema, come chiunque: non mi metto poi a guardare il film "da filosofa". Se leggo un libro di fantascienza, lo faccio perché mi piace, non perché ci devo pescare le metafore per la lezione del giorno dopo - quello lo fanno i filosofi di cui parlo male nelle recensioni. Se mi sono messa a scrivere sul rock italiano, l'ho fatto perché la critica musicale corrente non mi piace - e allora ho provato a farla da me. Se ho tentato di fare qualche video, è per gioco - non è che mi prendo sul serio più di tanto. Mi piace anche fare la salsa di pomodoro, ma mica la definiresti un'estensione dei miei interessi filosofici. Comunque guarda, per me le cose più interessanti oggi sono quelle visive: video e fumetto, le accoppiate fumetto-cinema o videogiochi-cinema. Immagine in movimento - veloce.
- Non pochi sostengono che oggi l'avanguardia non appartenga più alle arti ma alla scienza…si pensi, ad esempio, alla fisica delle particelle, come ha sostenuto qui tempo fa Luigi Malerba...è un giudizio che ti trova d'accordo, oppure no?
- Scienze (al plurale, è meglio) e arti non fanno la stessa cosa. Come dice Rickert, uno dei miei filosofi preferiti (un neokantiano), le scienze generalizzano, enunciano le leggi generali di un insieme – di un oggetto o di un “mondo”, se preferisci. Le arti offrono alla percezione un “campione” di mondo – fantastico o realistico che sia. Perciò esistono scienze di punta, ma non coincidono con le avanguardie artistiche. Il discorso, secondo me, è un altro: oggi molta della roba che io trovo particolarmente interessante – il cinema-video-fumetto di cui dicevo – trae ispirazione dal mondo scientifico: informatica (penso a Matrix), genetica (penso alle inquietanti versioni contemporanee di un fumettaccio come Xmen).
- Tra gli strumenti protagonisti della nostra epoca c’è, piaccia o non piaccia, la tv.
Condividi gli strali di Popper contro la televisione?
- Sai, io non sono colta come la Signora Berlusconi che si vanta di aver letto il testo di Popper sulla televisione… posso rinviare alla mia recensione di Tendenza Veronica sul mio sito che hai citato?
- Ma certo, anzi lo ricordo qui a chi prima per fretta lo avesse zompato: www.ilturco.org
- …io di Popper, confesso, ho letto soltanto Miseria dello storicismo. Quanto alla televisione, non mi piace, la guardo pochissimo. Guardo con un certo interesse la pubblicità televisiva, dove spesso intravedo quelle avanguardie artistiche che mi interessano particolarmente. Di recente ho visto un po’ di pubblicità rivolta ai bambini: bruttarella, ma velocissima! Di una velocità pazzesca! Evidentemente i pubblicitari, che la sanno lunga, hanno capito che le maxidosi di tivu e videogiochi hanno reso la percezione dei messaggi visivi dei bambini molto diversa. Le prossime generazioni saranno così, e dunque la linea che ho definito “immagine in movimento – veloce” è davvero l’avanguardia. Questa trasformazione della comunicazione non mi scandalizza affatto, non è affatto detto che sia un impoverimento. I vecchi studiosi che, in mancanza della stampa, dovevano sviluppare difficili mnemotecniche pensavano che la diffusione della stampa avrebbe portato a un generale rimbecillimento, ma non è stato così. Quindi lancio un appello ai genitori: teneteceli, i bambini, davanti al televisore – così il futuro arriverà prima.
- Completamente d’accordo con te.
Presentandoti ho detto dei tuoi studi su Althusser. Qual è l’importanza di questo filosofo nel pensiero contemporaneo? E, in particolare, le novità da lui apportate nell’interpretazione del marxismo?
- Althusser appartiene a pieno titolo alla tradizione francese novecentesca di filosofia e storia delle scienze, tradizione che amo molto perché, a differenza di quanto è avvenuto in Italia e in Germania, non ha imboccato la strada deleteria della separazione tra “scienze della natura” e “scienze dello spirito”. Per questo l’Associazione di cui hai parlato cura, oltre alla collana dedicata specificamente ad Althusser, anche una collana intitolata Epistemologia che ripropone autori come Koyré, Bachelard, Canguilhem. L’operazione che Althusser compie su Marx è proprio quella di individuare nel Capitale – la sua opera matura, quella sulla quale va giudicato – un’ epistemologia molto vicina alle scienze contemporanee (per l’impiego di concetti come struttura ed emergenza, ad esempio) e molto lontana invece da Hegel e dalle filosofie della storia che hanno reso il marxismo insopportabile e oggi decisamente improponibile. Per riproporre Marx nel terzo millennio – cosa che tornerebbe davvero utile – bisogna passare per Althusser.
- Tra le tue più recenti imprese c’è la direzione de “L’Ateo”, bimestrale dell’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti). Qual è il significato positivo sul quale riflettere oggi di un’etica senza dio?
- Guarda, dio è morto – ma anche l’etica non sta tanto bene. Così come dal corpo della vecchia “filosofia naturale” si sono staccate le moderne discipline specializzate – fisica, chimica, biologia e via dicendo – anche dalla vecchia “filosofia morale” – si sono staccate discipline specializzate come economia, diritto, sociologia e via dicendo. Purtroppo le cattedre di “filosofia morale” – a differenza di quelle di “filosofia naturale” – sono rimaste in piedi, e vengono occupate da tromboni come Vattimo, Cacciari, Severino che vengono intervistati insieme al cardinale di turno ogni volta che si parla di ciò che gli ignoranti ritengono sia la filosofia: un discorso pomposo sulla Vita e sulla Morte, di fatto su alcune pratiche ginecologiche come aborto e fecondazione assistita (vita) e sulla guerra (morte). In realtà, per parlare ammodo e con cognizione di causa su questi argomenti sono assai più utili conoscenze tecniche che provengono dalle scienze della natura e conoscenze relative al potere che provengono dalle scienze sociali. Meno bioetica e più biopolitica, se posso riassumere con uno slogan che rappresenta anche la mia linea per L’Ateo.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Probabilmente è la prima serie di fantascienza che ha smesso la contrapposizione umani buoni – alieni cattivi e ha introdotto schieramenti un po’ più trasversali. Grazie ai quali gli umani possono convivere con gli alieni, come qui sulla Enterprise, non solo pariteticamente, ma sapendo che alcuni di loro sono perfino un po’ superiori. E’ il modo con cui io penso alla mia convivenza con i gatti: non animali domestici, ma alieni paritetici e perfino un po’ superiori.
- Siamo quasi arrivati a Tuchèttya, pianeta abitato da alieni epistemologi che pur dichiarandosi atei, segretamente, sono monoteisti perché adorano una dea chiamata Emmetì… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di “Solaria Jonica” 1959 di Clerico, consigliata dal sommelier Giuseppe Palmieri de “La Francescana” di Modena… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
- Oddio, scampami da quei tremendi fondamentalisti! Fa lo stesso se scendo alla fermata dopo?
- Sì. Anche perché è quella alla quale ti aspetto per bere un altro bicchiere insieme.
Mo’, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.
Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy. |
|