L’ospite accanto a me è Claudio
Morici. Copywriter, scrittore, web artist.
Breve profilo. Saltando a piè pari le sue imprese d’infante
e adolescente, lo troviamo a ventiquattro anni laureato in psicologia
clinica con una tesi onirica e allucinatoria dal titolo Fenomenologia
esperenziale del sognare lucido pubblicata poi in un libro edito
da il Punto d’Incontro:"Sogni lucidi", a cura di Fabrizio
Speziale, il primo saggio scritto da italiani su questo argomento.
Lavora per un po’ nelle comunità terapeutiche, come operatore
psicologo, per poi accorgersi che in realtà stava raccogliendo
materiale per un romanzo. Grazie alla sana incoscienza passionale di
Marcello Baraghini, il testo – sul titolo del libro, in questo
ottobre 2002, si stanno ancora arrovellando l’autore e l’editore
– sarà pubblicato da Stampa Alternativa nel gennaio 2003.
Si occupa di web advertising nel ruolo di copywriter e, poiché
del tempo gliene avanza, eccolo fondare e dirigere i contenuti di www.gordo.it
. Cliccate su questa scritta, ve lo consiglio. Non è solo una
rivista telematica, ma molto di più: un vero e proprio, vivacissimo,
progetto editoriale che s’articola presentando giovani artisti,
tracciando attraverso i loro lavori un percorso espressivo sui nuovi
linguaggi. Inoltre, Gordo s’avvale d’una formula di grande
impatto audiovisivo esponendo la propria galleria di personaggi ed idee
attraverso un serrato e schizzato mosaico di trailers. Insomma, visitate
Gordo. Mi ringrazierete.
- Benvenuto a bordo, Claudio…
- Dov’è il vinello?
- Ti servo subito.Non è però un vinello ma un ottimo vino.Voglio,
infatti, farti assaggiare questa bottiglia di Bonarda Doc Colli Piacentini
di Torre Fornello…qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però
noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza
vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la
conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma,
chi è Claudio secondo Claudio…
- Grazie per il vino, ma lascia stare il bicchiere… la bottiglia
va benissimo…
- uhm!...rumble rumble…
- …dunque, chi sono? Non saprei esattamente chi sono. Ma avrei
alcune teorie in proposito. La prima: uno che cerca disperatamente di
scrivere 2-3 buoni romanzi. La seconda: uno che cerca disperatamente
di divertirsi lavorando. La terza: uno che cerca disperatamente. Insomma
un disperato.
- Accanto al logo di Gordo si legge: “L’arte non esiste”.
Quali i motivi di questa impegnativa affermazione?
- “L’arte non esiste” è una provocazione dadaista.
Ovviamente funziona come stimolo, come chiave d’accesso, non è
una scoperta ontologica. Mi piaceva l’idea che si potesse partire
senza punti di riferimento. Come dire: se l’arte non esiste, che
diamine stiamo facendo? Beh, cominciamo a chiedercelo. E innanzitutto
puntiamo l’attenzione sui processi e non solo sui prodotti. Gordo
è un po’ questo: diventa più interessante la storia,
il vissuto, le motivazioni, il “non detto” sotteso in ogni
opera, che l’opera stessa. E’ per questo che mettiamo insieme
disegnatori di video giochi con pittori ortodossi. Anonimi “artisti
di merda” con professionisti della musica, della scrittura. Dal
punto di vista del processo, possono non esserci differenze.
- Due domande in una.
A Gordo, chi sono i tuoi compagni di viaggio? Come lavora la redazione?
- Gordo è un animale a 3 cervelli: il mio, quello di Stefano
Buonamico e quello di Simone Buonamico. Ci occupiamo di tre settori
assolutamente complementari: contenuti, grafica, programmazione. Poi
abbiamo messo su una piccola redazione da me diretta e composta dai
validissimi: Giuliano Carlo, Cristiano De Majo e Marco Andreoli. Loro
rappresentano un po’ gli organi genitali dell’animale Gordo,
perché cercano gli autori, li intervistano… insomma rimorchiano
di più.
- Lavori su carta come romanziere e sul web come editore telematico,
sei fra quelli giusti cui chiedere: quale differenza espressiva vedi
tra testo scritto e ipertesto?
- Il monitor rende molto più difficoltosa la leggibilità
di un testo. Pubblicare un romanzo su internet è una strana forma
di masochismo: un po’ come fare un concerto di musica classica
in un monolocale seminterrato, o meglio, in mezzo al traffico di Città
del Messico. Credo, invece, sia necessario inventare nuovi formati,
nuove interfacce. Non basta prendere il testo di un romanzo e sbatterlo
in una pagina html. Ho visto su Internet diverse opere di net art che
mi fanno ben sperare per una rinascita della letteratura in rete. Ma
non aspettiamoci che tutti saranno contenti: si perderanno molte caratteristiche
del romanzo, magari diventerà qualcosa di irriconoscibile.
- Gordo presenta artisti visivi, registi, scrittori, eccetera. Da quell’osservatorio,
in quale campo espressivo ritieni ci siano oggi i più interessanti
esempi nella ricerca di contaminazione fra le arti?
- Semplice: il giardinaggio acrobatico.
- Ci avrei scommesso!...
Diceva Braque: “L’arte inquieta, la scienza rassicura”.
E’ ancora vero oppure oggi è il contrario?
- Credo che la scienza non esista molto più dell’arte.
- Parecchi pubblicitari dicono che non è stata ancora inventata
la pubblicità su Internet.
Mi appello alla tua esperienza di web copywriter per sapere se devo
credere loro oppure no.
- E’ vero, non si è ancora trovata una modalità
di advertising soddisfacente. Attualmente tutti ci stanno provando e
ciò rende la cosa molto interessante da un punto di vista creativo.
Ho lavorato per una web agency che ha realizzato molte “rich mail”,
spot animati e interattivi che arrivano direttamente dentro la posta
elettronica – chi volesse saperne di più clicchi su www.richmail.it.
Il linguaggio che ho usato si adatta alle modalità percettive
del navigatore. Un esempio: spesso l’utente cerca conferme o informazioni
su modelli contenutistici che ha già in mente. I suoi occhi,
ad esempio, non si muovono da sinistra a destra, come per leggere un
testo, ma eseguono i tipici movimenti cosiddetti “esplorativi”.
Cercano ciò che serve, quando gli serve. Allora non c’è
tempo per ermetismi, ambiguità o lunghi giochi di parole. Bisogna
catturare “in prima battuta”. E avere molto da dire anche
dopo.
Tv…pubblicità…come le vedi, come le giudichi?
- La tv mi convince solo quando è molto bella o quando è
molto brutta. Non so come era un tempo, probabilmente non ero nato.
Immagino sia stata migliore: è bello provare nostalgia per un
tempo mai vissuto.
La pubblicità mi diverte, ma non mi appassiona quasi mai. Mi
ci sono trovato un po’ in mezzo per problemi di sostentamento
e solo per quel che riguarda Internet. Ho sempre pensato:
1. prendi un creativo
2. promettigli più soldi
3. digli che non è un artista
4. promettigli più soldi
5. fagli credere che è un artista
6. promettigli più soldi
7. inventa per lui un’etica professionale
8. promettigli più soldi
Ecco fatto un pubblicitario.
- Abbiamo parlato di arte, web, pubblicità…qual è
per te la differenza tra informazione e comunicazione?
- L’informazione è ciò che legge un indiano nelle
nuvole di fumo. La comunicazione è il controllo del braccio dell’altro
indiano, la scelta del vento e anche la selezione della legna bruciata.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek… che cosa rappresenta quel
videomito nel nostro immaginario?
- Credo che la più grande invenzione di Star Trek sia stata il
teletrasporto. Molte volte nella mia vita ho desiderato averlo…
- Siamo quasi arrivati a Gordo, pianeta web abitato da alieni multimediali
che si fanno di una sostanza acida chiamata Intercodice…se
devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista,
anche perché è finita la bottiglia di Bonarda di Torre
Fornello…Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi
eh?
- E’ stato un piacere, a presto.
- Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise:
lunga vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy. |
|