L’ospite accanto a me è Simona
Carlucci. Esperta in comunicazione, dirige l’Essecci
Studio che ha sede a Roma ed è uno dei più prestigiosi
uffici stampa italiani specializzato nell’area del teatro di
prosa, della danza, delle arti visive
All’Esseci si rivolgono, infatti, Compagnie teatrali, singoli
artisti, importanti festivals e rassegne: da Maurizio Scaparro, con
i suoi progetti internazionali, a Valerio Festi www.studiofesti.it,
dalle Orestiadi di Gibellina http://www.fondazione.orestiadi.it,
al neonato Ortigia Festival di Siracusa, del quale si parla su http://www.lastampa.it ,
al rinnovato Festival di Asti che, dopo un periodo di appannamento,
tornerà presto al fulgore d’un tempo.
Conosco da anni la Divina Simona, donna di grande fascino intellettuale – e
non solo intellettuale – e so anche di altre sue attività precedenti…tutte
oneste, capiamoci…quali, ad esempio, quella di autrice di radiodrammi,
trasmessi dalla Rai, e di traduttrice…ammesso che queste siano
attività oneste.
Alcune mostre da lei ideate, si distinguono per la forza comunicativa
che intreccia più temi. Tanto per ricordarne una soltanto: L’Asino
e la Zebra (Roma, Mercati di Traiano 1985) sulle origini e le
tendenze del tatuaggio contemporaneo, un modo di presentare materiali
di ieri e di oggi trascorrendo dall’archeologia all’antropologia
alle arti visive.
- Benvenuta a bordo, Simona…voglio farti assaggiare questa Malvasia
Doc Colli Piacentini di Torre Fornello www.torrefornello.it …qua
il bicchiere…ecco fatto.
- Grazie. Sono proprio curiosa di vedere dove mi porterà questo
viaggio.
- A chi lo dici!…Anch’io ho la stessa curiosità…anzi
inquietudine…perché qua si sa quando si parte e mai quando
s’arriva, se s’arriva, e soprattutto dove s’arriva…dipende
da come sta messo il Capitano Picard…a proposito di Picard, per
lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”,
però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”,
prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando
la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma,
chi è Simona secondo Simona …
- E’ difficile parlare di sé, soprattutto, aggiungo, quando
si è scelto professionalmente di stare dietro le quinte, lavorando
sempre a far parlare gli altri. Comunque a cinquant’anni una
certa idea di me ce l’ho. Indipendente, innanzitutto, fino quasi
all’anarchia, per cui fuggo al minimo sentore di obbligo burocratico-istituzionale
o di routine. Curiosa – viaggiare è la cosa che più mi
piace – e sempre pronta a rimettere tutto in gioco, a cercare
nuovi stimoli. Quando non li trovo, mi deprimo. Affidabile e leale
nelle amicizie, che per me contano davvero molto. Agli amici chiedo
di accettare i miei difetti: sono permalosa, irascibile, perfezionista,
un po’ autoritaria…
- Nient’altro da dichiarare? Certo che non è poco. Comunque
sappi che sia perché ti sono amico e sia perché sono
uno dei tuoi fans, ti accetto così come sei e mi piaci lo stesso.
Ora che i miei avventori ti conoscono meglio, dimmi: qual è,
a tuo avviso, il malanno più grave dal quale è afflitta
oggi la comunicazione?
- La spettacolarizzazione e le sue più dirette conseguenze,
sensazionalismo e superficialità.
Crediamo di essere più informati, ma siamo oggetto spesso di
comunicazioni falsate che ci sballottano di qua e di là. Tenere
la rotta della nostra navicella richiede molta attenzione. Personalmente
ho sentito crescere particolarmente negli ultimi anni il bisogno di
rallentare, di non correre sempre dietro alle notizie, di recuperare
un tempo di riflessione e silenzio in compagnia di buone letture. Potrebbe
essere, però, anche un fatto d’età…..
- Qual è per te la differenza fra comunicazione e informazione?
- Direi che l’informazione si ferma ai dati oggettivi, se dico
che un certo evento si produce in un giorno, un luogo, a un’ora
stabiliti do un’informazione. Tutto quanto rimanda ad altro,
per esempio suggerisce un approfondimento o una chiave di lettura apre
ad una comunicazione più complessa e stabilisce una diversa
interrelazione tra chi scrive o parla e chi legge o ascolta.
- Si fa un gran parlare di Uffici Stampa. A parole, aziende, enti,
e altri ancora, s’affannano a sostenerne l’importanza,
ma alla prova dei fatti, a me pare, che pochissimi hanno capito il
ruolo strategico che un ufficio stampa ha in un’organizzazione.
Trovo, ad esempio, desolante la qualità di tali uffici nei nostri
Ministeri (e trovo altrettanto desolanti i Ministeri)…ma quel
che più mi sorprende è l’area artistica…lì,
film, spettacoli, mostre, sono spesso affidati a persone che improvvisano
improbabili press office stilando poi comunicati balbettanti e d’impenetrabile
comprensibilità. Perché succede? Colpa della committenza?
Mancanza di scuole ad hoc? Sostanziale, anche se inconfessata, insensibilità al
problema della comunicazione?
- Certamente manca, almeno da noi, un percorso formativo serio che
aiuterebbe intanto i giovani a capire se sono davvero adatti a questo
lavoro. Ma questa è naturalmente solo una parte del problema;
la scuola dà strumenti, ma il modo di farli suonare, lo stile,
dipende dalle capacità personali. Penso, ad esempio, a un grande
press agent come Enrico Lucherini che, secondo me, ha molto contribuito
all’invenzione di quella “dolce vita” consacrata
poi da Fellini.
A mio avviso, si tratta di una professione, o un mestiere se preferisci,
sottovalutato innanzitutto da chi lo fa. Mi spiego: per molti è un
ripiego o un modo “facile” di guadagnarsi da vivere in
attesa di…un’attesa che poi magari dura per sempre. Certo
non si nasce con la vocazione di fare un ufficio stampa, però non
puoi farlo bene se non ci metti passione, una passione che nasce dalla
conoscenza del tuo settore di intervento. E’ poi indispensabile
una buona capacità di scrittura, ma la scuola e l’università sfornano
una quantità di laureati in materie umanistiche che non sanno
mettere tre parole in fila (e qui si apre un altro capitolo). Ci vuole
comunicativa, ma per carità niente pacche sulle spalle a tutti,
savoir faire, pazienza da vendere, intelligenza dell’altro e
una certa dose se non di creatività, almeno di fantasia.
- Il web ha cambiato qualcosa nelle tecniche di promozione?
- La sintesi è una buona regola per il “perfetto ufficio
stampa”, ma per la rete è un imperativo categorico. Poi
c’è la semplificazione nello scambio di informazioni e
la possibilità di far parlare le immagini, inserendo foto e
brevi filmati. Tutto questo però è marginale, le vere
modificazioni verranno in futuro e a quel punto dovremo, anzi dovranno
perché io sarò in pensione, assumere un tecnico del web
per produrre quanto necessario.
- Si sa che quando ci sono grossi nomi in spettacoli, rassegne, eccetera, è più facile
catturare l’attenzione dei media. Ma io – alla luce dei
tuoi notevoli risultati ottenuti anche con nomi non di grande cartello – voglio
sapere, quando appunto non disponi di famosi protagonisti, qual è la
cosa più difficile da promuovere presso giornali, radiotv, web:
la musica? Il teatro? La letteratura? Il cinema? Le arti visive? Insomma,
esiste, a tuo avviso, un genere che i media accettano meno volentieri
oppure no?
- Per quanto riguarda la carta stampata, all’ultimo posto di
questa brutta graduatoria metterei, a pari merito, la danza e la musica
sinfonica e lirica. Per la televisione il discorso è diverso
perché lì troppo spesso non riesci a far passare niente
che a loro sembri puzzare di cultura.
- Lavori per tanti artisti di tante aree…la cosa m’incoraggia
a chiederti: dal tuo osservatorio privilegiato, in quale campo espressivo
(arti visive, musica, teatro, fumetti, video, etc.) ti pare di cogliere
i segnali più interessanti nella ricerca di nuove modalità di
linguaggio? Ammesso che esistano ‘sti segnali, si capisce…
- Non sono un’intellettuale…
- …bucìa…
- né un critico d’arte o letterario…
- …e stavolta hai detto la verità…
- …insomma, tu mi creda oppure no, non ho la competenza per rispondere
a questa domanda. Posso solo dire che come spettatrice mi capita ancora,
magari di rado ma capita, a cinema e a teatro di entusiasmarmi o commuovermi
o imparare qualcosa, come pure di appassionarmi a qualche nuovo scrittore,
di divertirmi quando mio figlio e il suo amico Pascal eseguono per
me le sgangherate canzoni di Toni Tammaro, di andare in estasi davanti
a una tela di Rothko, che però ormai è un classico.
- Ed ora voglio una tua performance. Una grande autorità celeste,
chiamato Gesù di Nazareth, è sceso sulla Terra per tenere
una serie di conferenze su argomenti morali. Dovunque, purtroppo per
lui, gli è andata buca per mancanza di pubblico. Allora, s’è rivolto
al tuo Essecci Studio affinché lo soccorra. Come scrivi un comunicato
stampa per attirare pubblico e media?
- Un appuntamento da non perdere quello del prossimo…….a……alle
ore……con il giovane Gesù di Nazareth, che terrà una
conferenza-spettacolo sul tema del Perdono, (sottotitolo Porgi
l’altra
guancia), argomento capace di raccogliere intorno a sé il più vasto
interesse.
Il totale rovesciamento della visione corrente espressa dalla cosiddetta “legge
del taglione”, che fa della vendetta la legittima risposta al
torto subito, fa certamente di Gesù di Nazareth una personalità originale,
un rivoluzionario, capace però di parlare a tutti, non per dividere,
ma per unire, per “affratellare le genti” in una visione
del mondo più armoniosa e felice. Un sogno? forse, certamente
non ci si sottrae al fascino di Gesù di Nazareth che sa incantare
con le sue “parabole” grandi e piccini, gente semplice
e dotta. Un uomo, un artista che non teme di farsi portatore di un
messaggio, una personalità unica, destinata a fare molto parlare
di sé: tutto questo, più quello che si può scoprire
ascoltandolo, è Gesù di Nazareth. Non perdete l’occasione
di incontrarlo e di farlo incontrare ai vostri lettori. Potreste pentirvene,
perché un giorno non lontano non potrete dire “c’ero
anch’io”.
- Però!...Sei riuscita a convincere anche me ad andare a sentirlo,
e, ti garantisco, che non è impresa da poco perché diffido
di quel conferenziere…
Mo’ a tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek: che cosa rappresenta quel videomito
nel tuo immaginario?
- Il mito del viaggio, metafora della vita stessa, con il suo portato
di scoperte, rischi e delusioni, è antico quanto la nostra stessa
storia letteraria. Perciò la prima cosa che mi viene in mente è l’analogia
con Ulisse, la cui prontezza di spirito, sagacia ed intelligenza venivano
messe alla prova nelle più svariate situazioni - proprio come
nel caso di Picard.
La nuova saga di Star Trek (the Next Generation appunto) segna il passaggio
dall’eroe-esploratore muscolare e “reganiano” (il
capitano Kirk della prima serie per intenderci) ad un nuovo eroe-esploratore
che usa quasi esclusivamente la forza dell’intelletto per trarsi
d’impaccio e raggiungere i suoi obiettivi. Questa mutazione trova
molte corrispondenze nei mutamenti socio-politici e mass-mediatici
degli Stati Uniti dei recenti anni, ma il discorso sarebbe troppo lungo
per affrontarlo in questa sede, anche se molto adatta in verità.
- Siamo quasi arrivati a Carlùccya-S, il pianeta più comunicativo
della Galassia abitato da alieni che lavorano tutti in uno Studio chiamato
Essecci diretto soavemente a frustate da una filantropa padrona…se
devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista,
anche perché è finita la bottiglia di Malvasia Doc Colli
Piacentini di Torre Fornello…Però torna a trovarmi, io
qua sto…intesi eh?
- La compagnia è piacevole, il vino è buono, il paesaggio è fantastico…perciò a
presto.
- Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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