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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Silvia Tessitore. Giornalista free lance, ha collaborato con numerose testate radiotelevisive e della carta stampata. Ha pubblicato tre raccolte di poesia.
Curiosa, inquieta, girovaga - eppure applicata a sudate carte e altrettanti sudati frames - è una sorta di nomade sedentaria, fra le più sollecite - specie sulla Rete - a rilevare novità, scoprire tendenze, segnalare nuove occasioni espressive.
Dirige l'agenzia di servizi e promozioni culturali 'O Box (uffici stampa, pubbliche relazioni, organizzazione eventi), che realizza - dal 1998 - il Rubicondor on Line, la prima newsletter italiana di poesia, che conta oltre 4.500 abbonati in Italia e all'estero.
Rubicondor, è fra le (pochissime) riviste elettroniche che in Italia possono essere definite autenticamente tali. Enorme e ragionata la massa d'informazioni che trasmette, non limitandosi ad informare su nuove produzioni, festival, performances, ma segnalando anche quanto alla poesia direttamente o indirettamente si lega in vari avvenimenti: nelle arti visive, nella musica, nel teatro, nell'enogastronomia.
Cliccate su http://www.editricezona.it/rubicondor.html e non ve ne pentirete.

 

Benvenuta a bordo, Silvia…
Ciao, Armando!
Voglio farti assaggiare questo Amarone Casterna delle Cantine Pasqua…qua il bicchiere…ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", come sempre iniziando la conversazione con i miei ospiti, li invito per prudenza a trasmettere sulla Terra il loro ritratto… interiore…chi è Silvia secondo Silvia…
Caro Armando, una domanda come questa dovresti farmela più avanti, quando di bicchieri ne abbiamo mandati giù almeno un paio e mi s'è sciolta la lingua...
ah sì?...bene, credo che allora n'approfitterò per chiederti anche dell'altro…per ora dimmi com'è strutturato Rubicondor, e come lavora la redazione?
Il Rubicondor On Line è una creatura in continua mutazione, o evoluzione, se preferisci. Raccoglie - grazie alla straordinaria vitalità della rete - tantissime notizie che riguardano la poesia: reading, eventi, pubblicazioni eccetera, e le rilancia sul web a beneficio di lettori, appassionati, scrittori, curiosi...Coltiva, come giustamente rilevavi, tutte le connessioni tra la poesia e altre forme creative. Quella del Rubicondor è una "classica" redazione virtuale: il Rubicondor lo fanno i suoi lettori che, come ti dicevo, ci inviano libri, riviste, notizie, segnalano eventi e così via. C'è poi un "rapporto privilegiato", con alcuni: Marco Giovenale, ad esempio, che prima curava una bellissima (secondo me) rubrica di fotografia - "La Vetrina del Rubicondor", in cui poesia e fotografia erano letteralmente tangenti - e che ora si occupa delle recensioni (la cosa più spinosa...). Marco è anche un infaticabile promotore di eventi culturali, ha per i suoi interessi una passione incredibile, e - cosa non comune - la passione in lui si unisce al saper fare, al saper osservare, e a robuste risorse culturali. Oltre a essere (sempre secondo me) un ottimo poeta. Io coordino, seleziono, e "rifinisco" (redazionalmente) le informazioni in arrivo; quando ho tempo per una lettura attenta e tranquilla (la poesia è mestiere ma in questo non ammette mestiere) e quel che leggo mi piace, ne scrivo. Mi occupo poi della "confezione" - la preparazione della newsletter e delle pagine web - e questo è forse l'aspetto più oneroso. Oltre a una nuova "ristrutturazione" del servizio, in termini di contenuti, che vareremo tra qualche settimana, sto pensando seriamente di trovare un collaboratore che mi affianchi: ti garantisco, la mole di lavoro è enorme.
Qual è, o meglio, quale dovrebbe essere, la differenza tra l'informazione offerta da una rivista web e quella pensosa degli inserti culturali dei quotidiani o di quella trafelata della Tv?
Credo che la rete vada utilizzata come strumento ideale per interessi fortemente specifici, perché prevale uno spirito "orizzontale" del lavoro e una certa indipendenza: quotidiani e tv risentono di certe impostazioni, di una storia redazionale, delle pressioni del mercato, molto più di uno strumento come Internet...Ma anche sulla rete, dipende da quel che vuoi fare: se, ad esempio, noi volessimo fare business, offriremmo spazi agli editori a pagamento per promuovere le loro pubblicazioni di poesia, ma non siamo su quella sponda.
Nelle nostre scelte, abbiamo privilegiato un'informazione di servizio, immediata e diretta, che possa essere realmente utile a chi cerca spunti d'interesse, occasioni d'incontro, buone letture...Il mondo della poesia è un mondo che comprende veramente di tutto: il Rubicondor privilegia la ricerca, la serietà, l'impegno, disdegna "la rima facile", la scrittura da dopolavoro o da sfogatoio sentimentale, tenta, insomma, di occuparsi di letteratura senza pedanteria, senza fare accademia ma con un suo rigore.
Ha scritto Roman Jakobson in Poetica e Poesia: "Il confine che divide l'opera poetica da ciò che non è tale, risulta più labile di quello dei territori amministrativi cinesi".
Sei d'accordo con quell'enunciazione? Se no, o se sì, perché?
Dipende da quale accezione diamo a "l'opera poetica": se tutto quello che finisce sulla carta (o sulla rete) è un po' di parole divise alla bell'e meglio su più righe, magari con una rimuccia, metaforetta o qualsiasi altra cosa pur di evocare, e pensiamo alla folla di presunti poeti, asseriti poeti, casalinghe in crisi, professori col pallino della celebrità, innamorati e depressi che scrivono, allora ha ragione Jakobson. Ma ha ragione, se vogliamo, anche nell'altro senso: l'opera poetica può essere in grado, quando è veramente tale, di cancellare qualsiasi confine, anche quello tra i territori amministrativi cinesi.
Dopo vent'anni di lavoro, Hans Magnus Enzensberger ha presentato "Poesie-Automat", un computer programmato per scrivere versi. Come giudichi quell'esperienza?
Straordinaria: è smontando e rimontando la macchina che vengono fuori i risultati più geniali. Ma l'automatismo della scrittura poetica è cosa che non ha inventato il computer: la scrittura poetica è fatta di schemi, regole, talvolta molto rigide, e che costituiscono - paradossalmente - la più grande libertà creativa di uno scrittore. Quante più regole ti dài, quanto più ti costringi nei "limiti" di una forma, o di un pensiero, tanto più riesci a sperimentare possibilità nuove, sia dal punto di vista del lessico che del senso, della sintassi stessa del verso. Penso che Enzensberger si sia divertito molto. Tanti attribuiscono alla poesia poteri e caratteristiche che - assai più spesso di quel che si creda - non ha: la poesia, innanzitutto, come tutta la letteratura, è un gioco, secondo me. Sono le implicazioni del gioco, che possono sortire effetti rivoluzionari.
In Italia, e non solo in Italia, gli editori arretrano pallidi di fronte all'idea di pubblicare poesia.
Ritieni che il web possa essere una soluzione del problema, oppure l'indiscriminato arrivo di materiali compromette la validità di questo modo di pubblicare?
Guarda, io gestisco insieme a Piero Cademartori, che è l'editore vero e proprio, una casa editrice - che è l'Editrice Zona - caratterizzata fin dagli esordi (1998) per un ambizioso progetto sulla poesia italiana contemporanea di ricerca. Pubblichiamo due collane di poesia che non costano una lira agli autori, privilegiando le forme più pregevoli (a nostro giudizio e soprattutto a giudizio dei direttori di collana, Guido Caserza e Marco Berisso) della composizione italiana contemporanea. Ma la distribuzione - che è il partner principale di una casa editrice, e assorbe mediamente il 60% del prezzo di copertina - la poesia non la vuole, perché i librai (tranne pochissimi) non la vogliono, poiché non si vende e quindi è un prodotto residuale, rispetto al mercato di oggi; così l'editore, nel mercato, è solo un anello della catena, e non certo il più forte.
Sì, il web diventa spesso una sorta di valvola di sfogo a questa situazione del mercato editoriale: ma posso dirti che, personalmente, oltre ad apprezzare lo spirito "orizzontale" della rete, e la possibilità che offre a tutti di avere un proprio spazio di visibilità e di poter interagire con i lettori, proprio perché ho delle idee piuttosto precise e selettive rispetto alla poesia, non amo (e questo si riflette anche nel lavoro per il Rubicondor, con tutte le antipatie che potrai immaginare) gli sfogatoi, e nemmeno chi si sfoga troppo.
Il web trasformerà o ha già trasformato la lingua? Se sì, in quale direzione?
La lingua si trasforma attraverso tutti gli strumenti d'uso, quindi è logico che possa trasformarsi anche attraverso il web. D'altra parte, si trasforma continuamente, è questa la sua vitalità: quando parliamo di buona letteratura, parliamo di qualcosa che interviene direttamente in questo processo di trasformazione, che metabolizza i mutamenti linguistici facendone nuovo stile, conferendo alla lingua nuove forme espressive.
La direzione che assumono certi processi è sempre imponderabile: chi può dire se quel che ci appare come un "depauperamento" non sia invece qualcosa di positivo, sulla distanza, e viceversa? Staremo a vedere, ma con curiosità: senza preconcetti.
In questa taverna spaziale, Omar Calabrese parlando dei malanni della comunicazione oggi, mi disse che "troppa comunicazione annulla la comunicazione" poiché non si tratta più di comunicazione ma di informazione. Qual è per te la differenza fra comunicazione e informazione?
Fare comunicazione significa impostare contenuti, fare informazione significa far parlare i fatti. Sono due cose diverse, che rispondono a esigenze diverse. Se parliamo di notizie, di quegli accadimenti che riguardano la vita di tutti noi, quando l'impostazione, la sovrastruttura, sopravanza la notizia, o quando "le modalità di somministrazione" eccedono le giuste dosi, c'è un inevitabile corto circuito, che oggi si verifica assai di frequente. Ma avere degli obiettivi diversi rispetto all'informare non è di per sè un peccato né un errore: io di mestiere ho scelto la comunicazione, ma sono nata cronista e amo l'informazione. E' che oggi c'è una gran confusione, sotto il cielo, e il monopolio delle fonti e dei mezzi - laggiù sulla Terra - è un problema reale.
La proprietà intellettuale al tempo di Internet ha posto nuovi problemi. E' chiaro che non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni che teorizzano il sabotaggio del diritto d'autore.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Linux, Wu-Ming, eccetera? Io campo pure di SIAE, dottoressa Tessitore: la prego…la verità! Sono preparato a tutto!!
Caro Armando, io non campo di SIAE ma comprendo. Il punto è un altro: è che le tecnologie stanno cambiando il mondo assai più velocemente di quanto avessimo previsto e certo più in fretta della nostra capacità normativa. Rispetto a questi "fenomeni" si possono assumere, secondo me, solo due tipi di atteggiamento: o li si apprezza, e con curiosità ci si dispone agli esiti, o li si vede come una minaccia. Di casi ce ne sono molti, e tutti diversi, a ben vedere: io non so se sia il caso di arrivare a un completo superamento del diritto d'autore, non credo che una liberalizzazione generalizzata o una restrizione più severa possano essere le ricette giuste. Penso solo che il "fenomeno" non è ancora così chiaramente inquadrabile.
'O Box da te diretto è un ufficio stampa che si è occupato di convegni ed eventi artistici di alto profilo, alla tua esperienza chiedo: per quale tipo di espressività…teatro, fumetti, musica, video, poesia, eccetera…trovi le maggiori difficoltà di promozione sui media?
La poesia, senza dubbio.
In ogni settore, se provi a "comunicare" i giusti contenuti non trovi particolari difficoltà, se non quelle legate alla maggiore o minore disponibilità di quel momento, di certe persone...Grazie per l'alto profilo.
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, infliggo una riflessione su Star Trek…ST in sigla per i fans…che cosa rappresenta quel videomito nel nostro immaginario?
Qui, caschi male. Al di là del fatto che ST sta per Star Trek ma anche per Silvia Tessitore, devo pubblicamente confessare che avrò visto - forse, sì e no - talvolta qualche scena in tv. Sono stata sul set di Episode One per puro caso (ero consulente del Comune di Caserta quando hanno girato alla Reggia), quindi, del videomito, non conosco che l'astronave...Dimmelo tu, cosa rappresenta nel tuo immaginario il videomito ST!
Semplice: un Fans Club cosmico dedicato a Silvia Tessitore. Club di cui, com'è noto nella Galassia, sono il Presidente…ora siamo quasi arrivati a Tessitòrya, pianeta web abitato da alieni rubicondi che si cibano di versi elettronici…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Amarone Casterna delle Cantine Pasqua…Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
Grazie dell'ospitalità e del vino, caro Armando. Certo che torno: se poi si beve pure questo Amarone, torno sicuro! A presto!
Ci conto, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

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commenti presenti

Un pò troppo sentenziosa la Tessitore che non raccoglie sempre il "la" che le viene offerto. Però la sua risposta circa Enzensberger e la poesia, è ottima a mio avviso, luminosa per intelligenza. Credo, infatti, che le regole giovino alla scrittura, ma lei lo ha detto meglio di me. Saluti a tutti. flavio di carlo

inviato da flavio di carlo
 

Ciao mi chiama Lizzie Tessitore sono la filgia di Giovanni ci abito a Capri. Io sono meta svedese e meta italiana! Forse noi due siamo cugini o qualcosa? Giovanni a Gradola

inviato da Lizzie
 

 

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