L’ospite accanto a me è Luigi
Serafini. Pittore e illustratore. Ma le cose in realtà sono
più complesse. Perché Luigi – ed è uno
dei motivi che m’affascinano della sua opera – è un
poliartsta capace di creazioni su più campi espressivi mantenendo
nella molteplicità delle sue incursioni un’unità stilistica
che ne rende riconoscibile il segno.
Architetto, scenografo e costumista (per il Teatro della Scala, l’Argentina
di Roma, la Tv), ceramista, designer, scrittore (suoi testi sono stati
pubblicarti da Archinto e Bompiani), volete che continui?...
Del 1983, per Longanesi, è la “Pulcinellopedia”,
con immagini che colgono la Maschera in nuove, inedite, furfanterie:
dal momento in cui si specchia nei suoi cloni fino a quando ruba la
clessidra alla Morte. Sempre dell’83 è memorabile il suo "Codex
Seraphinianus", pubblicato da F.M. Ricci, 400 pagine di un vertiginoso
dizionario enciclopedico: lettere, segni grafici, animali e piante.
Ha scritto Nicola Gaiarin: “Ho l’impressione che Italo
Calvino in fondo fosse un po’ invidioso di chi con l’arabesco
di un disegno riesce a creare un mondo. Forse il libro definitivo di
Calvino è quello che si legge in filigrana nei disegni di Luigi
Serafini e nei suoi occhi-pesce che sbirciano affiorando alla superficie
della pagina o negli arabeschi delle scritture inventate dall'artista:
alfabeto vivente che non vuole dire nulla e si assorbe nel segno puro”.
Come al solito, segnalo qui qualche link che s’occupa del mio
ospite:
http://www.io.com/~iareth/codindx.html;
http://www.msvu.ca/english/schwenger/codex.htm;
http://www.math.bas.bg/~iad/serafin.html;
http://www.almaleh.com/serafini.htm;
http://www.didael.it/NewsMese/Galleria/Serafini/001seraf.html
- Benvenuto a bordo, Luigi…
- Tiger, tiger burning bright…
- …e bright è anche questo Chardonnay Doc Colli Piacentini "La
Jara" di Torre Fornello…qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi
nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole
che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione
con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma,
chi è Luigi secondo Luigi…
- Le stelle che vedo schizzare via, qui in questo oblò, mi suggeriscono
alcune considerazioni (cum sideribus), complice questo squisito vino
e…complimenti per questi bei calici al berillio nel tipico stile
Alfa-Centauri!
Allora…si ruppero le acque e nacqui alle 10,30 , ora oceanica
del 4 agosto 1949 nella casa di mia nonna a via Cassiodoro 1, quartiere
Prati nella città terrestre di Roma. Era una giornata qualsiasi
per i passeri (Passer Italiae) che avevano nidificato come ogni anno
tra gli alberi della prospiciente scuola elementare Umberto 1°.
Ma non era così per mia madre e neanche per me, che mi trovavo
all’improvviso a respirare una strana miscela di ossigeno, azoto
e pulviscolo atmosferico. Non lo sapevo ancora, ma stavo cominciando
a esistere per me e per gli altri e infatti fui subito pesato. Un inizio
simbolico della mia interazione con le leggi della gravitazione universale,
pensò mio padre ingegnere, ma subitò dopo fu preso dal
dubbio perché, se nell’universo nulla si crea e nulla
si distrugge, il peso complessivo del pianeta , nonostante la mia nascita
, non poteva essere mutato di un grammo…e pensò che per
la stessa ragione a un certo punto avrebbe dovuto lasciarmi il posto.
Un po’ si dispiacque con sé stesso, un po’ con Newton,
e se ne andò in cucina a bersi golosamente uno yoga massalombarda.
- A giudicare dalla bevanda, deve essere stato per lui un momento terribile!
Ora, un esercizio crudele: in 13 parole (non una in più né in
meno) tante quante sono le lettere del tuo nome, definisci telegraficamente
per i miei avventori la tua presenza nello scenario artistico…
- Una domenica del 1976 invece di andare al cinema iniziai il Codex
Seraphinianus
- Ecco una scelta di cui ti siamo tutti grati.
L’alta tecnologia che ci circonda qui a bordo mi ricorda il tema
di un tuo intervento dell’84: “Tecnologia fantastica”.
Che cosa t’interessa particolarmente della tecnologia, e ne hai
notata qualcuna – rigorosamente fantastica – da segnalare
ai miei avventori?
- Sì, ecco, due tecnologie fantastiche di seconda generazione
che mi interessano particolarmente:
La prima: Teletrasporto Molecolare. Chiunque potrà installare
un Teletrasportatore-in/out nel proprio vano doccia, senza rinunciare
all’acqua, né calda, né fredda. Questa tecnologia
potrà inviare e ricevere milioni di molecole digitalizzate,
che verranno spedite (out) via fibre ottico-epatiche come delle comuni
e-mail. Basterà girare un rubinetto per essere disintegrati,
dopo una bella doccia che sfrutta le capacità elettrolitiche
dell’acqua (H2 O). In pochi nanosecondi si verrà ricomposti
(in) nel vano doccia di qualche altra zona del pianeta. All’inizio
si potrà verificare qualche disguido nel servizio, (soprattutto
dall’Italia verso l’estero) per cui bisognerà ristrutturare
(sono previsti incentivi nelle prossime finanziarie) il proprio bagno,
isolandone il vano doccia con portelloni blindati per evitare sorprese
e cioè che ci si trovi all’improvviso con uno sconosciuto
dentro casa, e per giunta completamente nudo…
- …scusa ma invece di quel tipo, non potrebbe trovarsi lì di
passaggio Julia Roberts o la cosa è da escludersi?…
- …lo si esclude per prudenza, meglio pensare al peggio
- Capisco. Meglio essere previdenti…
- La seconda tecnologia fantastica: Clonazione. Mi sto interessando
ai possibili scenari sportivi e militari che si manifesteranno con
l’evolversi della tecnologia relativa. E’ facile prevedere
che alcuni club famosi cercheranno di clonare i loro campioni e fare
una squadra, per esempio, di soli Batistuta. Cerchiamo di immaginare
allora una partita in cui una squadra di tutti-Totti incontra una di
tutti-Inzaghi. Certo che per il telecronista il lavoro si semplifica
perché dovrà annunciare solo numeri, ma come si svolgerà invece
la partita? Non ci sarà il rischio che si ripeta sempre con
lo stesso schema di gioco e magari con lo stesso risultato, gli stessi
corner, le stesse ammonizioni, insomma la stessa videocassetta a loop?
Credo che la Lega Calcio in sintonia con l’UEFA dovrà allora
intervenire per stabilire la percentuale di clonati che le squadre
potranno far scendere in campo per avere risultati variabili e salvare
così il Totocalcio dalla bancarotta. Un secondo aspetto interessante
della Clonazione è che ci saranno prima o poi dei plutocrati
così follemente innamorati di sé stessi, da pensare a
un mondo a loro immagine e somiglianza e cominceranno a farsi clonare.
Si formeranno così delle intere popolazioni di esseri identici,
ma con lo stesso caratteraccio avido e speculatore del padre. A questo
aspetto se ne aggiungerà un altro più profondo, quello
dell’identità. E se ci mettiamo pure la questione dell’eredità abbiamo
tutti gli elementi per prefigurare un agghiacciante scenario, quello
delle terrificanti Guerre dei Cloni e agli abitanti di Roma Nord toccherà vedere
flotte di astronavi in fiamme oltre i bastioni di Don Orione.
- Quando sto sul pianeta Terra, tra un viaggio spaziale e l’altro,
abito proprio lì, a Monte Mario, e la domenica quando vedo i
bus affollati di tifosi che vanno all’Olimpico, lo spettacolo,
credimi, non è meno terribile!
La poliedricità dei tuoi interventi, m’autorizza a chiederti:
in quale delle aree (arti visive, letteratura, musica, teatro, fumetti,
video, eccetera) credi ci siano oggi i lavori più interessanti
nella ricerca di nuove modalità espressive?
- Fin da quando Madonne Santi Vescovi Piante & Animali si staccarono
dai fondali musivi d’oro zecchino delle chiese bizantine, gli
artisti non hanno desiderato altro che darsi al cinema o alla televisione
come le vetrate delle cattedrali gotiche ancora testimoniano.
Giotto col ciclo di Assisi ne fu un antesignano. Da Assisi cominciò appunto
l’inarrestabile lunga marcia, a tempo di bolero, verso Hollywood.
- Paul Virilio attacca l’arte moderna accusandola di trascurare
il corpo rappresentato con tela e colori per imporre, complici i Musei,
come vincente l’immagine spettacolare della videoinstallazione
fatta di foto, fasci laser, alta definizione, eccetera. Tu che ne pensi
di quella critica?
- La responsabilità dell’arte è quando non provvede
alla costruzione di un corpo ideale, oltre l’umano, a protezione
della nostra comune imperfezione di ex-scimmie, nude sì, ma
tanto, tanto, tanto esigenti…oggi è uno di quei momenti
e le persone, rimaste solo con la propria ciccia e il proprio ombellico,
si devono occupare del proprio corpo con dieta, palestra oppure con
chirurgia plastica….che fatica!
- Esprimersi su tela e colori, lavorare con quei materiali, oggi ha
ancora un senso? Se sì, quale?
- Allora, prendiamo ad esempio la pittura a olio. Con la tecnica delle
velature, usando colori coprenti e trasparenti a strati si possono
raggiungere profondità di colore straordinarie, impensabili per esempio
con l’acrilico e con gli smalti. Quindi il materiale non è valido,
ma validissimo. Dipende ovviamente da come lo si usa. Per quanto mi
riguarda, anche se lavoro spesso con tecniche digitali, mi dedico sempre
un po’ all’olio di lino in studio e a quello di oliva in cucina.
- A Vienna, nel manicomio “Maria Gugging” c’è il famoso padiglione
“Haus der Künstler” voluto dallo psichiatra Leo Navratil. I lavori
di Schmidt, Korec, Garber, Walla ed altri dopo essere stati esposti
alla Galerie Nächst St. Stephen (una delle più importanti gallerie
austriache) e, alcuni, messi all’asta insieme a lavori di Picasso,
sono in 180 musei di tutto il mondo. Tutta questa broda per chiederti:
Luigi, ma l’arte è una malattia o una terapia?
- Allora per incominciare proporrei di applicare la parola ARTE fino
alla seconda guerra mondiale per poi sostituirla con: SISTEMA DELL’ARTE.
Mi spiego. Fino agli anni ‘40 gli artisti avevano un’autonomia e erano
emancipati rispetto a gallerie critici e musei. Se a Parigi volevi
incontrare i surrealisti andavi alla redazione di Minotaure in Rue
de l’Echaudé o al ristorante La Coupole, a Montparnasse. La pop-art
sancì lo spostamento del baricentro dell’arte, da Parigi a New York
e se volevi incontrare i pop-artisti dovevi rivolgerti a Leo Castelli,
un gallerista. Era nato così il Sistema dell’Arte che appunto unisce
artisti, collezionisti, critici, gallerie, musei in un unicum. Oggi
l’artista di successo non è più l’espressione di sé stesso, ma dell’intero
sistema di riferimento cultural-commerciale. Questo sistema è inoltre
diventato autoreferenziale, ovvero può sopravvivere anche senza il
suo pubblico dedicato. Insomma proprio l’opposto del cinema, che per
una specie di slittamento viene così a svolgere quella funzione estetica
e catartica che ha avuto per secoli in occidente la pittura sacra nelle
chiese, i cinema di allora.
Ciò detto, visto che oggi per le ragioni esposte si è allargato enormemente
il numero degli addetti ai lavori, viene il sospetto che in una società
a alto consumo di prozac, il sistema
dell’arte svolga il più delle volte funzioni ospedaliere in cui malattia
e terapia si scambiano spesso le parti.
Se invece vogliamo citare gli antichi potremmo dire che come l’ostrica
trasforma in perla l’impurità che la penetra, così l’artista trasforma
in opera d’arte il suo male di vivere.
- Come ho ricordato in apertura, piaccia o no, sei anche architetto.
Gillo Dorfles ricorda che proprio in architettura, prima ancora che
nei lavori di Lyotard, di Foucault, di Barthes, si sia parlato di moderno
e postmoderno.
Perché quell’importante dibattito è partito da lì e non da altri territori
espressivi?
- Penso sia assolutamente casuale. Non credo proprio che l’architettese
sia un sistema di pensiero, anche se in italia è molto diffuso. La
prossima volta potrebbe capitare, per esempio, alla mensa dei cadetti
dell’Accademia di Modena.
- Certo che è difficile stargli dietro in tutte le sue scorrerie…per
esempio: sapete che Luigi è anche gastronomo? Ebbene sì…
E allora, a tuo avviso qual è il più gran pregio e il più grande difetto
della ristorazione italiana?
- Il grande pregio è la varietà infinita degli olii d’oliva, mentre
il grande difetto è usare così poco quel dono che Sua Piccolezza Reverendissima,
Nostra Signora la Quaglia, ci offre benignamente, ovvero le sue ovette
delizose con quei gusci segnati da macule terragne, e i cui segreti
sono tutti da decifrare con il/la proprio/a amante.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek… che cosa rappresenta quel videomito
nel nostro immaginario?
- Un modello, una struttura multiuso che per esempio stiamo utilizzando
hic et nunc nel nostro gioco.
- Siamo quasi arrivati a Serafynya, pianeta abitato da alieni che usano
un certo Codex Seraphinianus come abaco e oroscopo, ma anche come bollettario,
breviario, erbolario, calendario, rimario, schedario, sillabario, ricettario,
e orario ferroviario…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata….
- … In the forest of the night.
- … con questo bicchiere della staffa di Chardonnay Doc Colli Piacentini
"La Jara" di Torre Fornello...
ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga
vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy. |
|