L'ospite accanto a me è Pablo Echaurren.
Illustratore e pittore. Definizioni corrette ma insufficienti a rendere
il percorso espressivo di questo artista (di cui s'accorse il critico-gallerista
Arturo Schwarz che ne organizzò le prime mostre a Milano, in
Germania, e negli Stati Uniti) perché la sua opera si diffonde
dal fumetto (Linus, Frigidaire, Comic Art) al cinema
(è co-autore del film Piccoli ergastoli presentato nel
1997 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, prodotto e trasmesso
da RAI2), al giornalismo (è tra i fondatori della rivista
Carta - www.carta.org)
fino a nomadismi attraverso l'arte telematica.
Nel 1975 espone alla Biennale di Parigi, seguiranno poi un tale numero
di tante altre personali e collettive da dissuadermi dall'elencarle.
Per saperne di più, vi do alcuni link, ad esempio http://www.comune.roma.it
sul quale troverete la sua foto (ritratto probabilmente dopo una rapina
fallita) però, per fortuna, ci sono anche immagini della sua
opera pittorica; e ancora:
http://www.comune.bologna.it
dove si legge un minisaggio di Sergio Dalmasso che ben interpreta le
immagini parlate di Pablo.
Ha pubblicato diversi libri, tra cui: Saette, Primo Carnera,
1985; Majakovskij, Il Serraglio, 1986; Caffeina d'Europa,
Il Grifo, 1988 e per la stessa casa nel 1994 Vita disegnata di Dino
Campana; Stelle filanti, Roma, Ed. Tango, 1988; Compagni,
1998, e, con Claudia Salaris, nel 1999, Controcultura in Italia,
1967-1977, entrambi per le edizioni Bollati Boringhieri.
La sua prova letteraria più recente è un libro godibilissimo:
Corpi estranei, pubblicato dall'editore più processato d'Italia,
il mio amico Marcello Baraghini, di stampalternativa
Corpi estranei è un catalogo scoppiato di gruppi, tendenze, movimenti
- dagli anarcociclisti ai disgustisti, dai banalisti ai criptoribelli,
agli attivisti della (da me amatissima) Associazione per lo Sbattezzo,
ad altri ancora dentro e fuori i confini della realtà - che,
presentati attraverso una vertiginosa scrittura, tracciano un panorama
out & off dei fermenti artistici e politici di questi anni.
Seguo da anni il lavoro di Pablo di cui sono un convinto sostenitore,
so che dichiarare questa mia ammirazione può alienargli molte
simpatie, ma non me ne fotte niente. Peggio per lui.
- Benvenuto a bordo, Pablo
- Ciao Armando, ma ti correggo subito non sei tu a mettere in pericolo
la mia fragile reputazione, sono io che posso minare dalle fondamenta
la tua se pure ce n'hai una.
Io la mia l'ho buttata via da un pezzo…
- Vabbé, in questa nobile gara a chi si cestina per primo, mi
pare che entrambi siamo andati a segno, quindi è il momento di
passare ad altre gioie. Voglio farti assaggiare questo Cepparello '98
di Isole e Olena da Barberino Val D'Elsa…qua il bicchiere…ecco
fatto! Adesso ascolta: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però
noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza
vuole che tu trasmetta sulla Terra il tuo ritratto…
- Devo fare il mio ritratto? Ma io non ritratto niente di quello che
ho fatto e dunque nessun ritratto se non quello di cercare di essere
inafferrabile, non definibile per definizione, incostante e quindi mai
fermo. Una situazione impossibile per farmi riprendere anche da terzi.
- "Da quando i generali non muoiono più a cavallo, non vedo
perché i pittori dovrebbero morire davanti al cavalletto"
disse il sornione Duchamp. Esprimersi oggi su tela e colori, lavorare
con quei materiali, ha ancora un senso?
- Decisamente nessun senso, specie oggi che dopo Duchamp siamo caduti
nelle mani dei duschampisti, ai doppiamente schampisti, agli estetisti
vuoti di testa e cotonati e tinti e ritinti.
- Ti sei nutrito di amori e umori dal Futurismo al Dadaismo al Cubismo.
Vedi un rapporto, e, se sì, quale, fra le avanguardie storiche
e le nuove ricerche espressive dei nostri giorni, computer compreso?
- Marinetti diceva che bisogna sputare ogni giorno sull'altare dell'arte.
Combatteva così l'idea di un'arte ingessata, parruccona, accademica.
Oggi le cose non sono cambiate si sono solo ingigantite. L'arte è
in mano a un gruppo d'interesse e di pressione, di manipolazione dell'opinione
pubblica. Un gruppo che sancisce cosa è arte e cosa no, chi è
artista e chi non ha diritto di definirsi tale. Contro costoro c'è
ancora molto da fare.
- E' nelle arti visive oppure in altre aree che trovi oggi i lavori
più interessanti nella ricerca di nuove modalità espressive?
- Nei video clip musicali, nella net art, nell'arte con la minuscola,
capace di infiltrarsi negli interstizi del mercatone globale.
- Nonostante in molti sostengano che l'underground più che sotterraneo
è oggi sepolto, si riflette - lo si è fatto anche di recente
in un interessante convegno al Leonka - sulle sue attuali forme.
- Per quanto riguarda il fumetto, a 35 anni dallo Zap di Crumb,
esiste a tuo parere ancora una forma
underground?
- Certo che esiste e vegeta. E' proprio quel popolo che non accetta
l'imposizione della critica ufficiale, che ritiene banale la Biennale,
che si ostina a fare malgrado e contro la selezione spietata dei mercanti,
dei galleristi, dei curatori di musei, dei costruttori di mausolei dove
entrano solo i cadaveri imbalsamati e imbellettati dagli schampisti
ci cui dicevo poco fa.
- Come ho detto in apertura, hai fatto anche cinema e - speriamo in
molti - che continuerai a farlo.
- Al di là di ottuse scelte della nostra distribuzione, non
è solo questa la causa dei rari successi dei nostri nuovi registi
di cinema: chi li accusa di autoreferenzialità, chi di scarso
mestiere. Tu che mi dici?
- Non credo che nessuno mi farà più fare alcun film. E
non sono interno a nessuna dinamica cinematografica. E' un mondo che
ignoro, come tutto ciò che è d'oro. Penso che manchi la
capacità di raccontare e di ascoltare i rumori della strada.
Ci sono troppi salotti e terrazze. Troppi che nascono nelle sale party.
- David Garcia e Geert Lovink operano un distinguo fra "media strategici"
cioè le grandi case di produzione cinematografica, le grande
reti tv, eccetera, e i "media tattici" quelli sfruttati da
coloro che sono fuori dalle gerarchie del potere. Come vedi il futuro
di questi ultimi?
- Il futuro, benché io sia un vecio filo futurista, non sono
in grado di antivederlo. Mi piacerebbe però che si creassero
dei luoghi di raccordo, dei link di lavoro, delle sintonie operative
e fattive, delle zone liberate e allargate per produzioni collettive.
- Le arti visive - specie oggi con la Rete - subiscono saccheggi ed
espropriazioni da parte di molti che nemmeno citano il nome degli autori
predati.
Lo giudichi un bene come i blissettiani, oppure hai un suggerimento
per aggiornare le prospettive della sezione Siae che tutela attenta,
con un nome un po' vecchiotto in verità, le "arti figurative"?
- Sono spesso piratato. E questo lo considero un onore. Lo accetto se
chi mi scippa è un soggetto debole, non legato al mercato, senza
fine di lucro, mi incazzo se la cosa viene praticata da chi è
fornito di consistenti mezzi economici. Sono stato saccheggiato dalle
Poste Italiane, dalla Mondadori, dall'Espresso, dalla Rai, eccetera,
e quasi mai sono riuscito a far valere le mie ragioni. Per cui sono
debole coi deboli e impotente coi potenti. Amen
- Ti so gourmet. Anch'io sono appassionato di enogastronomia.
Non sfuggirai quindi ad una mia domanda sulla ristorazione italiana:
dimmene il suo maggiore pregio ed il suo peggiore difetto…
- Il vorrei ma non posso. La grande quantità di locali a 100.000
lire e oltre a persona senza qualità, adagiati nel proprio cattivo
gusto e premiati da quello dei clienti che non sanno distinguere una
rapa da una rapina, cullati dall'onda della moda della guida. Poi bisogna
lamentare la scomparsa di trattorie degne di questo nome. Pochi sanno
fare il proprio mestiere. Ma qualcuno per fortuna c'è.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek…che cosa rappresenta quel
videomito nel nostro immaginario?
- Da buon g-astronomo non dovresti apprezzare i prodotti industriali
preconfezionati e non artigianali tipo Doppio Brodo Star Trek. Ho capisciuto
bene? E' a questo che ti riferivi?
- Vabbè, ti ho capito. Siamo quasi arrivati a Echaurrenia, pianeta
miniato della Galassia abitato da cloni di Corpi Estranei…se devi
scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista,
anche perché è finita la bottiglia di Cepparello '98 di
Isole e Olena da Barberino Val D'Elsa… Però torna a trovarmi,
io qua sto…intesi eh?
- E perché dovrei voler scendere? Non c'è una cambusa
su questa stramaledetta astronave dove andare a rimediare un'altra bouteille?
Che dico bottiglia, una flottiglia di bottiglie, una cassa, una massa.
Dài stappa che si riparte!
- …Oh, ecco un ospite come piace a me! Ora ne stappo una seconda.,
e solo dopo la terza ti saluterò com'è d'obbligo sull'Enterprise:
lunga vita e prosperità!
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