L'ospite accanto a me è Matteo Guarnaccia.
Psicoartista. La definizione non è mia, e ben s'attaglia alla
personalità e all'opera di questo che, vi piaccia o no, è
uno dei maestri della cultura psichedelica internazionale.
Artista visivo e visionario, art director, performer, saggista, organizzatore,
anzi meglio, provocatore di eventi e workshop, studioso di culture tribali,
ha iniziato a farsi conoscere con il multiplo d'arte nomade Insekten
Sekte prodotto tra Goa e Amsterdam, 1969-1975.
Le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti, in Giappone, Olanda,
Germania, Spagna, Svizzera, sia in luoghi istituzionali (come, ad esempio,
in Italia alla Triennale di Milano) sia in ambienti creativi anomali
(rave e oasi naturali).
Il suo lavoro è un intreccio di echi provenienti da culture arcaiche,
tecniche moderne di analisi psichica, ricerche scientifiche sull'attività
della mente, condito da robuste dosi di ironia e autoironia.
Insomma, non si rifugia avaramente in un genere o una specializzazione,
ama spendersi e disperdersi, giocare e sperperare, tesaurizzando solo
il suo stile. Lo stile è potenza, si legge sul Corriere dello
Sport, espressione che mi pare da usare anche nell'arte. Potrei aggiungere
che dietro le immagini e le prose di Matteo ci sono sfondi - e ci sono
- d'impegno civile, ma questo m'interessa meno, o forse per niente,
in nessun autore. Lo stile è potenza. E' per questo che amo le
sue operazioni.
Tra i suoi saggi ricordo: Eresie Psichedeliche, e Beat &
Mondo Beat, entrambi del 1996, Summer of love (1997), tutti
per Stampa
Alternativa; inoltre segnalo Provos e Paradiso psichedelico
www.aaa-edizioni.it...a
proposito, consiglio di fare una capatina su questo sito della casa
editrice fondata da Piermario Ciani
e Vittore Baroni, troverete altri titoli assai interessanti anche di
altri autori.
Sterminata la serie da lui collezionata di creazioni, azioni, fatti
e misfatti, per saperne di più accendete i motori di ricerca
e buon viaggio.
- Benvenuto a bordo, Matteo...
- Grazie per l'invito, scusa per il ritardo ma mi ero perso nel ponte
del terzo livello. Stavo guardando attraverso gli oblò stereofonici
il passaggio di una cometa ermafrodita che scodinzolava.
- Sì, è un transcorpo stellare, fa così con tutti
i miei ospiti…
Voglio farti assaggiare questo Morago Riserva 1997 delle Cantine Pasqua...qua
il bicchiere...ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è
bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un
bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a
manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra - come sempre
chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti - il tuo ritratto...risparmiaci
quello fisico…interiore...insomma, chi è Matteo secondo
Matteo...
- Sono un artista impegnato a tenere aperta la pista del cuore, con
qualsiasi tempo. Un giardiniere di percezioni, un ciclista spericolato,
un appassionato e curioso camminatore sul lato soleggiato della strada.
- Disse Marcel Duchamp: "Da quando i generali non muoiono più
a cavallo non vedo perché i pittori dovrebbero morire davanti
al cavalletto". Esprimersi oggi su tela e colori, lavorare con
quei materiali, ha ancora un senso?
- Sicuramente hanno ancora senso i fulmini anche se esistono le lampadine.
Colori che si disperdono, odori, dita sporche, spazio energetico fatto
da macchie, gighe indiavolate di pennelli, carte croccanti e abbacinanti,
matite che fornicano con la cellulosa: non cambierei tutto questo con
nulla al mondo. Il resto è manierismo, utile, dilettevole. Ci
facciamo ancora fregare dal Cargo Cult? Bene, penso che sia il momento
di disegnare la Gioconda sui baffi di Duchamp
- Vedi una continuità oppure no fra le avanguardie storiche e
le nuove ricerche espressive dei nostri giorni, computer compreso?
- La continuità è data dalla curiosità dell'essere
umano per trovare una via in grado di esprimere il proprio mondo interiore,
che lo si faccia fischiettando o picchiettando sui tasti del computer
è assolutamente ininfluente. Parlare di avanguardia è
sempre difficile, chi la fa non se ne rende assolutamente conto, ci
pensano gli altri poi a storicizzarla. Chi cammina sull'orlo dell'abisso
pensa solo a godersi il momento, oggi come ai tempi del dadaismo.
- La Genetic Savings and Clone, la società nota per la clonazione
del gattino Cc, ha ispirato la nascita della BioArts Gallery alla quale
si riferiscono gli artisti biopunk - come Dale Hoyt che n'è capofila
- che considerano le biotecnologie una nuova, estrema, forma di Body
Art.
Una tua riflessione su questa cosa...
- Sono ulteriori segnali di implosione, di chiusura nel proprio ombelico,
onanismo genetico. Va bene far casino in cucina, ma poi siamo alle solite:
chi lava i piatti dopo? Chi pulisce i cessi? Chi raccoglie i cadaveri?
Il concetto di arte estrema, di trasgressione (anche a livello embrionico)
è decisamente patetico. Anche Dachau è stata una forma
estrema di body art e allora? L'11 settembre è stata la più
straordinaria forma di land art. Le piramidi sono grandi realizzazioni
architettoniche, ma iniziamo a chiederci: chi pulisce poi?
- A Vienna, al manicomio di Gugging, c'è un padiglione chiamato
Haus der Kunstler, la Casa degli Artisti, dove alcuni ricoverati sono
diventati pittori (Walla, Garber, Kernbeis, e altri) riconosciuti anche
dal mercato,esposti in una delle più prestigiose gallerie viennesi
Galerie Nachst St. Stephen. E' solo uno dei tanti esempi sul tema Arte-Follia.
Tutta questa broda per chiederti: l'arte è una malattia o una
terapia?
- E' una broda che si può allungare come si vuole. Ognuno aggiunge
il suo ingrediente preferito: magia, terapia, malattia, godimento, cazzeggio,
piacere, rabbia, ego... Nell'ambito arte follia non dimentichiamoci
anche l'art brut, Dubuffet etc... La borghesia nell'Ottocento, per ovvi
motivi protezionistici, ha puntato molto sul concetto di estrosità
dell'artista, spingendo molto la storia dell'orecchio di Van Gogh, insistendo
sul fatto che gli artisti fossero "fenomeni"; nelle culture
tradizionali il ruolo di artista non è assolutamente distinto
o altro rispetto alla "normalità".
L'arte è fondamentalmente resistenza contro il pensiero dominante,
poi ci può essere un armistizio, una tregua, il collaborazionismo...
- Kevin Warwick studia l'integrazione Uomo-Macchina innestando chips
nel proprio corpo e pensa a nuove tappe del Cyborg Project dall'Università
di Reading; secondo i futurologi, in un tempo meno lontano di quanto
s'immagini, impareremo codici capaci di svelare nuovi segreti della
natura, passeremo la barriera dell'infinitamente piccolo, si dilaterà
la concezione di Spazio, saremo capaci di percepire nuovi stati di coscienza
e nuovi livelli di esistenza, la nostra coscienza-mente-identità
sarà più vasta e ne saremo consapevoli...quale uomo potrà
uscire da queste acquisizioni, quale sarà l'atteggiamento esistenziale
che prevedi più lo differenzierà da noi?
- Shazam! Il futuro è già passato? Qui ci stiamo ancora
a scazzottare per questioni di parcheggio/patria e là fuori bilioni
di possibilità e avventure che ci aspettano. Far fiorire le nostre
personalità multiple. Restiamo Qui e Ora. Viaggiando sull'Enterprise
comunque, mi pare una domanda bislacca, non ti sei guardato attorno?
Quella pupa gondoniana coi circuiti attivati al banco dell'enoteca che
ti si sta mangiando coi bulbi oculari fluorescenti è la risposta
-
uhm
macché, finge
la conosco quella lì,
è mia moglie.
Come ho ricordato in apertura presentandoti ai miei avventori, hai dedicato
molti studi alle culture giovanili, specialmente alla generazione psichedelica.
Quali elementi ti sembrano i più significativi nella differenziazione
della rivolta di ieri e quella di oggi?
- Inspirare, espirare, ispirare, espirare, ispirare, espirare. Espansione,
contrazione...dipende da che parte osservi il cambiamento.
- Su "Il Manifesto", ho letto spesso tuoi ottimi articoli
dedicati ai videogiochi che Elio Cadelo definì macchine senza
lieto fine. Come ho già detto altre volte, detesto i discorsi
sui rischi che correrebbero i ragazzi, roba che arriva fino a goffi
intenti di medicalizzazione...pussa via! Piuttosto, i videogames, spesso,
s'avvalgono d'immagini bellissime, e il discorso porta anche alle arti
visive…
- A parte il pollicione sviluppato in maniera abnorme e una tendenza
al bradipismo non vedo particolari controindicazioni. E' tutto estremamente
personale. Generalizzare è vana fatica, come ovunque si vedono
immagini strepitose e pacchianerie inaudite. Gli stessi che viaggiano
tra gli elettroni si emozionano ancora con le figurine. L'occhio è
uno strumento molto smaliziato, dipende su quale genere di ominide è
stato applicato.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek...
che cosa rappresenta quel videomito nel nostro immaginario?
- Non siamo soli nel multiuniverso, navighiamo "più oltre"
come diceva il bus di Ken Kesey, tra tribù che si annusano, amoreggiano
e si scazzottano. Capitani dello spazio e vecchietti dell'Himalaya che
redigono diari di bordo e tengono a bada i pianeti in fondo alla scala
evolutiva. A parte tutto, è mai possibile che con tutti i sistemi
galattici visitati, l'equipaggio non abbia trovato di meglio per vestirsi
dei pigiamini che indossano?
- …sai, forse, l'amore, la guerra e il pigiama sono universali…ora
siamo quasi arrivati a Guarnàccya, pianeta psicosconvolto abitato
da alieni, sedicenti vegetariani, che si cibano esclusivamente di pane,
rose, foglie e funghi...se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata.
Stoppiamo qui l'incontro, anche perché è finita la bottiglia
di Morago Riserva 1997 delle Cantine Pasqua...
- Che la pace sia con voi viaggiatori dello spazio
- Vabbè, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise:
lunga vita e prosperità!
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