L'ospite accanto a me è Rossana Bossaglia.
E' fra le maggiori menti della critica italiana d'arti visive. Seguo
da anni i suoi interventi, e la cosa che più m'interessa nell'esplorazione
che fa dell'arte contemporanea, è il forte apparato di studi
su altre epoche che riversa in quell'esplorazione. A differenza di molti
altri critici, non è preda, quindi, di facili entusiasmi per
tutto il nuovo, ma lo rintraccia e seleziona attraverso disamine che
seguono vie diverse da quelle percorse da parecchi suoi colleghi.
Docente di storia della critica d'arte all'Università di Genova,
poi è stata professoressa di storia dell'arte moderna all'Ateneo
di Pavia. Le sue prime pubblicazioni hanno riguardato studi sull'arte
medioevale e sul Settecento, in particolare quello lombardo. E proprio
sul Settecento ha curato una memorabile mostra al Palazzo Reale di Milano
nel 1991.
A fianco di questi interessi ha sempre più coltivato quelli relativi
all'arte e ai fenomeni paralleli del gusto tra Ottocento e Novecento
conducendo, ad esempio, ricerche sistematiche sul Liberty italiano.
Ha, infatti, pubblicato nel 1968 la prima monografia intorno all'argomento,
e organizzato con altri studiosi a Milano la mostra "Il Liberty
italiano" nel 1973. All'interno di questo filone ha poi esaminato
sia il fenomeno Déco sia il Novecento italiano, oggetto anch'esso
di una monografia e di una mostra ancora a Milano nel 1984.
Dagli anni Sessanta si occupa d'arte contemporanea come critico (collabora
al "Corriere della sera" dal 1974), e come ordinatrice di
mostre e manifestazioni.
Ha ottenuto vari riconoscimenti tra cui il "Premio Nuova Antologia"
e il "Premio Imola".
Sue pubblicazioni le potrete rinvenire su http://www.unilibro.it;
lì ci sono anche parecchi cataloghi firmati da Rossana e ognuno
di quelli è un'occasione per leggere pagine che vanno anche oltre
l'artista presentato, diventando spunto per veri e propri microsaggi
di più ampio respiro su tendenze, movimenti e momenti dell'arte
contemporanea.
- Benvenuta a bordo, Rossana
- Ciao Armando
- Voglio farti assaggiare questo Aglianico Salae Domini d'Antonio Caggiano
qua
il bicchiere
ecco fatto
- Lo assaggerò solo in omaggio a questo viaggio spaziale, sono,
infatti, pressoché astemia
- Fingo di non avere sentito l'ultima parola. Adesso ascoltami: il
Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero
"è un bel manico", però noi nello spazio stiamo,
schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla
Terra il tuo ritratto
- In un epitaffio mi piacerebbe leggervi: "Rossana Bossaglia,
Attrice". Ho il diploma d'attrice dell'Accademia dei Filodrammatici
di Milano, una Scuola che come sai fu prestigiosa
mi è sempre
piaciuto fare tante cose, ma in modo più versatile che superficiale
-
diciamo: sempre professionale
- Sì. Il teatro poi l'amo molto. Ho ripreso a farlo alla fine
degli anni '80 con spettacoli che ho chiamato Cabaret Intellettuale;
la mia occasione teatrale più recente è stata Ricapitolazione
all'Arengario
- C'è un rapporto fra le avanguardie storiche e le nuove ricerche
espressive dei nostri giorni?
- Sì, un rapporto c'è. Anche perché ogni evento
ha alle spalle un altro evento dal quale non si può prescindere:
ciascuno è dentro la Storia. Penso ad esempio che un astrattista
che non abbia un'esperienza accademica avrà fatalmente un segno
povero
- L'arte elettronica, la vedi come una smaterializzazione del corpo
fisico delle arti così come le conoscevamo? Oppure una mutazione
genetica?
- Le due cose non le sento in contraddizione. Siamo oggi orientati
verso il virtuale ed è proprio questa una mutazione genetica
- Un tuo vaticinio: quale sarà il futuro del rapporto Arte-Scienza?
- Diffido dei vaticinii e, quindi, non voglio formularli. In ogni caso,
nel rapporto Arte-Scienza trovo che i procedimenti della Scienza hanno
molto dato all'Arte, l'Arte, poi, corrisponde al momento intuitivo,
ed uno scienziato parte sempre da un momento d'intuizione.
La parentela è molto stretta.
Circa il futuro, è un rapporto destinato ad ispessirsi anche
perché l'Arte tenderà ad avvalersi sempre più di
tecnologia che dalla Scienza deriva
- Arte e Mercato, secondo alquanti sono termini inconciliabili. Anche
per te?
- Per nulla inconciliabili. Non c'è un mercato dell'idea dell'Arte,
ma di oggetti dell'Arte e questa cosa corrisponde e segue determinate
leggi economiche
- E gli artisti incompresi?
- Il loro numero è inferiore a quanto si pensi. Spesso si lamentano
per eccessiva autostima. Non fu incompreso nemmeno Van Gogh che talvolta
è portato ad esempio di pittore incompreso. Quel grandissimo
artista era nei suoi anni già conosciuto e stimato, aveva un
suo mercato e falsificatori che sfornavano lavori per soddisfarne la
richiesta
- Sta di fatto che ti sei assai spesso occupata di artisti trascurati
dal mercato
.
-
non polemizzando con il Mercato. Che, come dicevo prima, ha
una sua logica, una sua ragione d'essere
quando mi sono occupata
di artisti, come dici, "trascurati dal mercato", non è
stato per favorirne l'ingresso sul Mercato stesso, piuttosto per farli
conoscere, per fornirne un'immagine pubblica.
- Di uno di quelli, Valerio Miroglio, mio grande amico, purtroppo scomparso
nel '91, hai ordinato la sua prima mostra antologica promossa dal Comune
di Asti nel '96. Qual è la cosa della sua opera che ritieni più
significativa?
- La sua capacità di trasferire considerazioni e procedimenti
di tipo scientifico in linguaggio artistico
- La storia dell'arte, e specialmente dell'arte moderna, è spesso
insegnata malissimo nelle nostre scuole. Ti nomino Ministro della Pubblica
Istruzione
che cosa disporresti per migliorare le cose?
- E' un discorso complesso. Pur avendo nostalgia di una cultura umanistica,
penso che oggi non tutte le persone colte debbano conoscere obbligatoriamente
il greco. Però mi preoccupa che i programmi tendano a cancellare
l'interesse per la Storia in quanto successione di eventi. E anche la
storia dell'Arte, moderna o del passato, ha bisogno di una struttura
storica per capire ciò che è accaduto.
Facciamo un esempio: Michelangelo mantiene il suo valore d'artista sommo,
ma certo l'apprezziamo per motivi diversi da quelli dei suoi contemporanei;
tuttavia, la fama che aveva acquisito allora resta un elemento fondamentale
nel nostro giudizio
l'equivoco del "non finito" michelangiolesco
viene interpretato oggi come una scelta dell'artista, mentre non lo
era, per niente.
- L'intervista volge al termine e prima di concluderla voglio ricordare
ai miei avventori alcune parole che scrivesti anni fa che, mi pare,
insieme alle cose dette finora, sintetizzino il tuo pensiero: "
l'arte
è la capacità di esprimere per immagini un forte pensiero
intellettuale, e offrirne una sintesi attraverso modi che lo trasmettano
con immediatezza, tensione, seduzione".
Ciò fatto, non puoi sottrarti alla domanda che infliggo a tutti
gli ospiti di questa taverna spaziale prima di lasciarci: chiedo una
tua riflessione su Star Trek
che cosa rappresenta secondo te quel
videomito?
- Non posso parlarne bene né male perché guardo pochissimo
la tv.
La guardo quando trasmettono qualche film che particolarmente m'interessa,
accade solo a notte fonda
- Siamo quasi arrivati a R-Bossaglia, pianeta dai colori acrilici abitato
da alieni olografici che si nutrono di fasci laser
se devi scendere,
ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche
perché è finita la bottiglia di Aglianico Salae Domini
di Antonio Caggiano. Però torna a trovarmi, io qua sto, intesi
eh?
- A presto
- Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.
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