L'ospite accanto a me è Guglielmo Bilancioni,
detto Billi per gli amici, scrittore, studioso
di cinema, di rock e, come se non bastassero questi impegni, insegna Storia
dell'Architettura all'Università di Genova. Creatura mercuriale, ingegno
labirintico, produce anagrammi di conoscenza trascorrendo da una strofa di
Juan de la Cruz a dei versi di Springsteen, dalla voce della Ninfa Eco alla
risata di Eddie Murphy, da un'enigmatica incisione di Petrus de Bazel ad un
ritratto porno di La Chapelle. Da anni ascolto le sue epifanie lunari, e quando
chiudo un suo libro o ci lasciamo sull'uscio, a notte fatalmente fonda, mi
sembra d'essere uscito da un bar di scoppiati aperto in un tempio buddista.
Chi ne volesse sapere di più su di lui clicchi sopra http://www.pendragon.it
- Benvenuto a bordo, Billi
- Ciao Armando
- Assaggia questa bottiglia di Brolettino di Cà dei Frati
qua
il bicchiere
ecco fatto!
Senti, il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma
direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio
stiamo, schizziamo "a palla"
prudenza vuole che tu, in poche
battute, trasmetta sulla Terra il tuo ritratto, insomma come vorresti essere
ricordato dagli umani
- Mi sono formato su Walter Benjamin e su Mark Knopfler, il mio preferito
in assoluto nella musica è Neil Young, ed ho ancora la capacità
di indignarmi, e da indignarsi oggidì ce n'è.
Eccessivamente romantico, fino all'accidia, coltivo il principio-speranza
di Bloch: "proprio dove non c'è nulla da sperare spero".
Mi piacerebbe fare un ritrattino come le pin up di Playboy ma non ho hobby...
- In quale delle aree espressive - arti visive, letteratura, cinema, musica,
etc. - credi che ci siano oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione
di nuovi linguaggi?
- Gli Mp3 permetteranno una diffusione differente della musica, e quindi
del suo valore, come fu per le cassette - le non ancora tramontate 'musicassette'
- alla fine degli anni '60.
Il cinema deve per sua natura sperimentare e investire capitale sulla forma:
la stessa espressione 'effetti speciali' spiega tutto; e quanto al rock, lo
dice il grande Neil Young: "Rock 'n Roll can never die".
Infine, e in questo forse vale essere tradizionalisti, non esistono nuovi
linguaggi, esistono solo linguaggi.
- L'arte elettronica, la vedi come una smaterializzazione del corpo fisico
delle arti così come le conoscevamo? O come una protesi? Oppure una
mutazione genetica?
- O arte o elettronica.
È vero che il medium è il messaggio, ma non bisogna confondere
l'espressione con gli strumenti.
- Uno dei capitoli del tuo recente "Spirito fantastico e Architettura
moderna" è fascinosamente intitolato <Restaurare il Futuro>,
lì ti riferisci a Riegl e a moniti di Nietzsche; si può estendere
concettualmente quel tuo motto zen oltre i monumenti?
- Mi ha sempre fatto riflettere la storia di quel Re babilonese, circa tremila
anni prima di Cristo, il quale affermava che, per lottare contro la corruzione
e la decadenza, occorresse riferirsi alle antiche tradizioni. E' così
bisogna dotarsi di cultura e vedere l'Antichità come futuro, secondo
l'insegnamento di Rosario Assunto.
Bisogna conoscere la storia e, se il famoso Eterno Ritorno dell'uguale di
Nietzsche ha un fondamento realistico, la conoscenza della storia ci permetterà
di prevedere il futuro, e di tenere il passato come amico. Ce lo insegna anche
l'Angelo della Storia di Benjamin.
- Gillo Dorfles ricorda che proprio in architettura, prima ancora che nei
lavori di Lyotard, di Foucault, di Barthes, si sia parlato di moderno e postmoderno.
Perché quell'importante dibattito è partito da lì e non
da altri territori espressivi?
- Perchè nel movimento moderno in architettura erano vigenti, dopo
la breve stagione dell'utopia funzionalista -a sua volta reazione radicale
alle pasticciate architetture del Liberty e del barocchetto- regole ferree
e prescrizioni talmente rigorose da diventare indecenti. Dichiarare la fine
del moderno in architettura ha significato protestare in nome della libertà
di espressione, recitare con ironia l'adesione all'antico; la "presenza
del passato" non è stata restaurazione ma rigenerazione, a sua
volta, come era necessario, prontamente superata. Ora gli architetti 'decostruiscono',
disgiungono, celebrano l'obliquo e il fratturato.
- Vabbè che non accade solo in architettura, ma sotto la dizione di
postmoderno vedo insieme troppe cose; ad esempio, architetti, pur in sintonia
fra loro, penso a Jencks, a Portoghesi, approdano a sponde espressive, non
solo per stile personale, molto diverse.
E' tentabile una più precisata scansione di quella tendenza? Una tua
sentenza oracolare
- Fine della Storia, post-storia, expost, crepuscolo degli dei, rivoluzione,
ciclo, tramonto dell'Occidente, son termini che segnano le linee di eterne,
eppure necessarie, Mitologie del superamento.
Trans, invece, segna gli attraversamenti obliqui della frivola caducità
del transeunte; qui prevale l'inappagabile inquietudine acentrica; nel postmoderno
si mostra la tragedia della constatazione del superamento.
Altro e oltre si addossano in cataste che attendono rigenerazione e anche
se si dichiara la fine della Storia, sarà proprio la Storia a divorare
i detriti di ere cui urge palingenesi.
- Ti so dai tuoi saggi uno strenuo difensore di Sacconi e del suo Altare
della Patria.
Ti è piaciuto oppure no il modo in cui Greenaway lo ha interpretato,
fotografato, nel film "Il ventre dell'architetto"?
- Mi disgusta profondamente.
- Proprio perché l'Enterprise naviga nello spazio, cerco di fare domande
che rimandino alla Terra, ma non proprio terra terra. Le interviste sull'Enterprise
vengono trasmesse alle Istituzioni coinvolte nelle conversazioni. Nel presente
caso al Ministero per l'Università. Quali strumenti, attualmente mancanti,
gli richiedi per rinvigorire la forza scientifica d'insegnamento delle Facoltà
di Architettura?
- Difficile dirlo: il futuro va dischiuso traendolo dalla conoscenza del
passato; occorrono meno crediti, meno 'debiti di credito', meno 'declaratorie',
laboratori, e Consigli, meno burocrazia, insomma, e più libertà
di insegnamento; le Facoltà ansimano sepolte sotto le loro stesse carte
burocratiche, e discutono sempre dei contenitori (monte-ore, moduli) e mai
dei contenuti, e della loro trasmissione.
In nome della Struttura si indebolisce la Cultura. In nome dei 'crediti formativi'
presto anche il Sacro Istituto della Lezione Universitara, già debole,
verrà minato nella sua essenza dai Laboratori di Sintesi Finale (LSF)
che ricordano il nazismo già nel nome, nei quali, deresponsabilizzati
individualmente da una mai praticata interdisciplinarietà, vagano docenti
in cerca di attenzione da parte degli studenti, attenzione che quegli studenti
non potranno mai offrire perché distratti da raffiche o schegge di
'contributi disciplinari' deprivati di una sede (il corso) e di un contesto
(il programma). E quindi non riconoscibili, deprivati dei loro elementi fondativi
di trasmissione.
Le discipline teoriche, quelle che formano propriamente una cultura, sono
penalizzate da questi 'laboratori', nei quali nessuno dà il meglio
di sé, né i docenti né gli studenti.
Il momento fondamentale del confronto collettivo, del gruppo di lavoro, va
verificato ed approfondito nello studio individuale, l'unico che formi la
memoria.
L'interdisciplinarietà deve essere una disciplina.
Gli studenti, in questo 'nuovo' ordinamento, devono dare troppi esami, anzi
accumulare 'crediti', polverizzati in una quantità che non costruirà
mai profondità, e non hanno letteralmente il tempo per studiare; e
il laboratorio non può in alcun modo sostituire lo studio.
- A tutti gli ospiti di questa vineria, concludendo l'incontro, chiedo di
fare una riflessione sul mito di Star Trek
che cosa rappresenta secondo
te
- Di tutte questa è la domanda più interessante e impegnativa:
ti invio in Teletrasmissione, caro Armando Adolgiso, alcune sintetiche riflessioni,
dopo averle disposte sul display del mio Holodeck.
Con i Sensori attivati ci si può mettere di fronte al mondo e farne
sistema.
Uno studioso americano di Star Trek, le cui idee sono state rinvenute nel
labirinto inquieto del Web, ha messo insieme la motonave Enterprise e il paradiso:
e, studiando Star Trek ha parlato della "difficoltà del paradiso".
In un mondo di sofferenza, dice, il paradiso è solo un mondo dove non
c'è guerra, non c'è fame e non c'è avidità: come
dire che il piacere cosmico è la cessazione del dolore terrestre.
E i misteri di Star Trek sono quelli di una "Full frontal nudity"
di fronte al cosmo.
Ci viene fatto intuire il "completamente altro", che è l'essenza
del sacro.
"La resistenza è futile sarete assimilati", dicono gli alieni,
che sono generati nell'altro.
Trek porta nelle case una "caleidoscopica cacofonia di particelle, onde,
campi, fissioni e anomalie", che danno godimento proprio perché
dissimili alle consuetudini ma che fanno riflettere perché portano
alla coscienza le "meraviglie del possibile".
Neurotrasmettitori all'acetilcolina, potentissimi Anestetici capaci di indurre
una flottante
Antigravitazione, Antineutrini e transprodotti, Particelle pesantissime, meravigliosi
dispositivi Antitempo e antimateria, anioni ribelli e Stringhe cosmiche, la
forza non resistibile dei buchi neri, ed i territori negativi delle Badlands,
sono gli elementi fantasmatici eppure assai reali di un rovesciarsi del sapere
nell'altrove, emblema di ogni impresa di ricerca, veicoli di un cambiamento
di stato.
Impariamo molte cose: il Bilitrium è un raro elemento cristallino,
incredibile fonte di energia se connesso ad un convertitore di anti-materia.
Ed impariamo a vagare fra strane Particole: californium, fermium, berkelium,
e mendelevium, einsteinium, nobelium, e argon, krypton (che ricorda qualcosa),
neon (un gas assai diffuso sulla nostra terra ma assai nocivo alla vista),
radon, xenon, zinco, e rhodium, insieme alla chlorina, al carbone, al cobalto,
al rame, al tungsteno, lo stagno e il sodio.
Ma in questa magica e continuata esplorazione dell'altra parte impariamo la
cosa più importante di tutte benché sia anche la più
semplice: Gli altri siamo noi.
- A chi volesse scrivere un saggio su di te, gli suggerirei il titolo "La
fiaccola sotto il neon"
ora l'intervista è finita. E pure
la bottiglia di Brolettino di Ca' dei Frati. Inoltre, siamo quasi arrivati
a Bilancionia-B, pianeta detto delle Goodlands, se devi scendere, ti conviene
prenotare la fermata.
Grazie, e prometti di tornare a trovarmi. Io qua sto.
- Grazie a te, Armando Adolgiso, per l'invito sul tuo sito e per le idee
che fai circolare
- Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise:
lunga vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
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