L'ospite accanto a me è Marco Delogu.
Fotografo. Ha esposto in Italia e all'estero: Ircam e Centre George
Pompidou a Parigi, Villa Medici e Palazzo delle Esposizioni a Roma,
Warburg Institute a Londra, Henry Moore Foundation a Leeds, Museé
de l'Elysee a Losanna
vi basta? Aggiungo solo che quest'incontro
prende spunto da un suo recente successo: la mostra nella stazione di
Roma Termini "Senex", con Giosetta
Fioroni; chi non l'ha vista s'è persa qualcosa d'assoluto
rilievo.
Di lui ho cari sui miei scaffali due suoi libri d'immagini: "Ritratti",
del '94, e "Cattività", del '99 - entrambi editi da
Stampa Alternativa
- e ha pubblicato anche per altre Editrici; su di lui hanno scritto
da Edoardo Albinati a Erri De Luca, a Lidia Storoni Mazzolani, a Valerio
Magrelli, a Renato Nicolini,
a tanti altri ancora.
Lo ritengo tra i più importanti fotografi italiani d'oggi, e
non sono il solo a pensarla così. Lo storico della fotografia
Diego Mormorio, in una presentazione di Marco, scrive che "La fotografia
abita l'angoscia dell'Occidente ed è essa stessa divenuta la
casa dell'angoscia, il luogo in cui più inequivocabilmente l'uomo
occidentale va a trovare riparo dalla paura del nulla
estrema ribellione
al destino dell' uomo, al suo scomparire", ebbene, se così
è, e a me pare che lo sia, Marco è un protagonista in
questo scenario di memoria e oblio. Davanti al suo obiettivo sfilano
cardinali, fantini, carcerati, scrittori, contadini, zingari, in una
ritrattistica fra luci di pittura classica e angosce luministiche dei
nostri giorni, inquieti flash back di esistenze, ricognizioni di esseri
ai confini del nulla.
Di lui potete trovare più ampie notizie biografiche e assaggi
dei suoi lavori cliccando sul sito www.marcodelogu.com.
- Benvenuto a bordo, Marco
- Grazie
- Voglio farti assaggiare questo Barolo Rocche '93 Cantina Terre del
Barolo
qua il bicchiere
ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano
Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è
un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo
"a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra il
tuo ritratto
- Risposta difficilissima. Un uomo in costante evoluzione e che accetta
abbastanza tranquillamente anche le regressioni. Dedico la vita alle
mie passioni, e la fotografia, la lotta contro l'oblio, per la memoria
e per il futuro, è la mia passione principale da molti anni.
- Due domande in una. La mostra "Senex" di cui dicevo in apertura,
segna il tuo incontro con il colore. E' dovuto al fatto che ritraevi
una pittrice o ad un nuovo percorso stilistico? E che cosa determina
in te la scelta cromatica di un'immagine?
- Avevo fatto una piccola mostra precedente con polaroid 20x25 cm a
colori che ritraevano oggetti della natura appoggiati su una tavola.
Ora è tutto diverso e sto lavorando per ottenere una mia cifra
nell'uso del colore, e in questo il lavoro di, e con, Giosetta mi ha
molto aiutato. Anche il prossimo mio lavoro, sul carcere femminile di
Rebibbia, sarà principalmente a colori. Sia senex che rebibbia
sono fotografati in gran parte a colori perché ritenevo il b/n
limitato in questo lavoro, da un punto di vista espressivo
detesto
quando viene riproposta l'ovvietà che il b/n è più
intenso, pur avendo fatto tantissima fotografia in b/n
- Che cos'è secondo te che distingue, o dovrebbe distinguere,
il traguardo espressivo della fotografia dalle altre forme di comunicazione
artistica, oggi?
- La capacità di sintesi della fotografia. Spesso una bella fotografia
ti colpisce subito e allo stesso tempo potresti guardarla per ore con
diversi piani di lettura. Io ho bisogno della rapidità della
sintesi fotografica e della durata della lettura fotografica
- Dice Roland Barthes che "Le immagini fotografiche sono un messaggio
senza un codice". Con tutto il rispetto per quel grandissimo semiologo,
ho qualche dubbio. Tu che mi dici?
- Per quanto mi riguarda, non ho codici e spesso penso che i miei lavori
più riusciti sono quelli affrontati con la mente più aperta
possibile. Poi per me è ancora più complicato perché
fotografando spesso gruppi di persone con linguaggi o esperienze di
vita comuni devo saper leggere i codici di queste "comunità",
come nel caso dei carcerati o dei cardinali, continuando con fantini,
compositori, contadini, zingari, eccetera
- Nel 2000 circolavano in Europa un milione e mezzo di camere digitali,
le prospettive del mercato futuro - pure in Italia, dove nello stesso
anno sono stati venduti solo centocinquantamila pezzi - sono rosee anche
perché l'intero processo (inquadratura, scatto, sviluppo, taglio,
elaborazione, stampa, trasmissione del prodotto via Internet) può
essere fatto da una sola persona.
- La fotografia digitale eliminerà quella tradizionale?
- Credo siano due cose diverse che potrebbero aiutarsi vicendevolmente.
Non sono interessato dal mezzo ma dalle idee.
- Presto i telefoni cellulari faranno ed invieranno fotografie digitali.
Le e-mail saranno accompagnate da immagini e suoni. L'unione di tre
media (foto, musica, comunicazione scritta) quale influenza potrà
avere sul linguaggio dell'immagine fotografica?
- Credo nelle contaminazioni. Una buona unione avrà ottimi risultati
e moltiplicherà le emozioni; le cattive unioni si aggiungeranno
alla cattiva fotografia, cattiva letteratura e cattiva musica, ma c'è
così tanta fotografia, letteratura e musica molto bella che non
ho molto tempo per vedere, leggere e sentire quella brutta.
- E' nella fotografia oppure in altre aree espressive
video, fumetti,
teatro, musica, eccetera
che credi ci siano oggi i lavori più
interessanti nella sperimentazione di nuovi linguaggi?
- Mi annoio a teatro e a leggere fumetti, credo più nei video
e nella musica.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek che cosa rappresenta quel videomito
nel nostro immaginario?
- Non molto
- Siamo quasi arrivati a M-Delogu, pianeta di celluloide visibile solo
alla luce d'un lampo, abitato da alieni che si cibano di frames e vivono
in flashback
se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata.
Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia
di Barolo Rocche '93 Cantina Terre del Barolo. Però torna a trovarmi,
io qua sto
intesi eh?
- Grazie per il vino e l'ospitalità, richiamami pure domani stesso
per una nuova "gita", ciao…
- Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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